Franchising franchiser infofranchising Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/franchising/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Tue, 17 Jan 2023 12:28:42 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Franchising franchiser infofranchising Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/franchising/ 32 32 Aprire un negozio, 3 buoni motivi per i quali non bisogna avviare un franchising https://www.business.it/aprire-un-negozio-3-buoni-motivi-quali-non-bisogna-avviare-un-franchising/ Wed, 02 May 2018 10:00:46 +0000 https://www.business.it/?p=24208 Avete deciso che il lavoro dipendente non fa per voi e per questo siete pronti a cimentarvi in un’attività che vi metta al centro. Avete deciso di aprire un negozio tutto vostro e state ancora decidendo su quale segmento di mercato concentrarvi. Si tratta di un momento molto delicato in cui bisogna fare scelte importanti… Leggi tutto »Aprire un negozio, 3 buoni motivi per i quali non bisogna avviare un franchising

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Avete deciso che il lavoro dipendente non fa per voi e per questo siete pronti a cimentarvi in un’attività che vi metta al centro. Avete deciso di aprire un negozio tutto vostro e state ancora decidendo su quale segmento di mercato concentrarvi. Si tratta di un momento molto delicato in cui bisogna fare scelte importanti che potrebbero risultare definitive per il futuro e la sopravvivenza della vostra attività. Dove aprire il vostro negozio, quanti fondi utilizzare, come pubblicizzare quello che fate o vendete, come arredare la location e tanti altri interrogativi attanagliano la vostra mente e non sempre trovano una risposta giusta. Tra le tante idee che vi passano davanti agli occhi in questo momento decisionale molto importante, potrebbe esserci stata anche quella di avviare un negozio in franchising, legandovi magari ad un grande marchio affascinati da una presentazione accattivante di qualche agente procacciatore o più semplicemente perché desiderosi di entrare a far parte di una realtà più grande che vi possa dare stimoli lavorativi diversi. Fermi, non andate oltre. In questo articolo vogliamo darvi 3 buoni motivi per i quali non dovreste mai avviare un’attività in franchising. Non perché siamo contro a questo tipo di business ma perché non sempre si tratta della decisione giusta. Facciamo chiarezza. Non è detto che tutti possano aprire un’attività in franchising, altrimenti il mondo sarebbe costellato dai grandi marchi. C’è chi può e chi non può, per utilizzare una frase fatta molto nota. Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono le 3 ragioni principali per le quali non dovreste mai avviare un’attività in franchising.

nicchia profittevole come sceglierlaI costi elevati per avviare un franchise

I costi di avviare un’attività sono già di per sé elevati ma quelli per avviare un franchise lo sono ancora di più. Vi facciamo un esempio pratico: secondo le classifiche stilate da entrepreneur.com, per avviare il franchise più importante al mondo, vale a dire McDonald’s, è necessario un’investimento iniziale compreso tra i $1,008,000 e i $2,214,080. Una cifra molto elevata ma anche scorrendo in basso questa speciale classifica si può vedere che gli investimenti saranno comunque molto significativi. Anche se disponeste di queste cifre, dovreste poi considerare tutti i costi aggiuntivi, come ad esempio le royalties. Una soluzione può essere quella di avviare un’attività in proprio, in cui potreste ovviare alla ristrettezza di fondi con l’impiego del vostro tempo per abbattere i costi di gestione.

La mancanza di indipendenza

E’ innegabile che quando si entra a far parte di un franchise e si apre un negozio, non si possono fare le cose di testa propria. Quando si entra in questo sistema imprenditoriale bisogna sottostare a delle regole ed è praticamente impossibile poter personalizzare il proprio negozio a piacimento. Se siete personaggi creativi che vogliono lasciare la loro importa all’interno della propria attività, vi consigliamo dunque di non optare per questo tipo di soluzione.

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La grande passione dietro ad un franchise

Come ogni tipo di attività imprenditoriale necessità di grande passione, tempo, sacrifici e sopratutto importanti risorse. Se non siete in grado di offrire questo spirito ma siete ugualmente motivati a lanciarvi nel mondo imprenditoriale, potreste valutare l’opzione di trovare un partner commerciale che possa inserire sul mercato i vostri prodotti oppure che possa sostenervi dal punti di vista economico.
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I migliori franchising da aprire nel 2018 https://www.business.it/migliori-franchising-aprire-nel-2018/ Mon, 26 Mar 2018 06:30:13 +0000 https://www.business.it/?p=21279 Avviare un’attività in Italia richiede, oggigiorno, pazienza e oculatezza. Vietato sbagliare, i tempi non lo consentono: un investimento sbagliato può costare caro. Ma è anche vero che nel mondo odierno le opportunità per poter “svoltare” sono all’ordine del giorno. E tra queste non si può non annoverare la possibilità, soprattutto per giovanissimi imprenditori, di avviare… Leggi tutto »I migliori franchising da aprire nel 2018

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Avviare un’attività in Italia richiede, oggigiorno, pazienza e oculatezza. Vietato sbagliare, i tempi non lo consentono: un investimento sbagliato può costare caro. Ma è anche vero che nel mondo odierno le opportunità per poter “svoltare” sono all’ordine del giorno. E tra queste non si può non annoverare la possibilità, soprattutto per giovanissimi imprenditori, di avviare un attività in Franchising. Questa formula, detta anche affiliazione commerciale, è un accordo tra imprenditori per la distribuzione di beni e/o servizi, utilizzata soprattutto da chi vuole aprire un negozio o avviare una nuova imprese. Grazie inoltre al D.L. 114/98 che ha riformato il settore del commercio, oggi l’iter per aprire un negozio in franchising è notevolmente semplificato e comprende pochi passaggi, lineari e difficili da sbagliare. Affidarsi ad un brand di franchising affermato aumenta le possibilità di riuscita del proprio progetto imprenditoriale, grazie alla guida di un’azienda che ha già avuto successo e all’utilizzo di un marchio conosciuto tra la potenziale clientela. Ma quali sono i migliori Franchising da prendere in esame per avviare un’attività di successo in Italia nel 2018?

Scegliere il franchising

Una lista stilata dal portale specializzato Entrepeneur ha recentemente preso in esame quali sono i migliori 500 brand al mondo con cui avviare un’attività di Franchising. Un giovane imprenditore può sicuramente prendere in esame questa importante lista, per poi calarla nel contesto italiano. Per ogni impresa da avviare, franchising compreso, bisogna prendere in esame importanti aspetti quali i costi iniziali, l’investimento totale, la possibilità di crescita e – nel caso del franchising – la royalty dovuta al franchisor. Quando si sceglie un brand di franchising al quale affiliarsi, inoltre, è importante prendere in esame la forza dello stesso marchio, i suoi anni di attività, la sua infrastruttura e la capacità di comunicare anche con i nuovi media quali, ad esempio, Facebook e Instagram. Quali sono i dieci migliori franchising per il mercato italiano? Abbiamo deciso di stilare una classifica suddividendo la nostra analisi in tre macro-settori da sempre molto forti nello scenario italiano: food, finanza e casalinghi.

kentucky fried chicken franchisingI migliori franchising di “food” per il mercato italiano nel 2018

Negli ultimi mesi sta prendendo sempre più piede in Italia un marchio storico dei fast-food all’estero. Si tratta del rinominato KFC, catena statunitense di fast-food avviata nel 1952 a North Corbin. Il ristorante del “pollo fritto” sta avendo molto successo nel Nord Italia e può essere un buon affare dati gli alti ritorni economici garantiti da una clientela incuriosita e da un brand forte. Continua ad andare molto bene anche il franchising McDonald’s, brand che non ha certo bisogno di presentazioni, ma che richiede un investimento iniziale molto importante oscillando tra i 1 e il 2,2 milioni di euro, quindi fuori dalla portata di aspiranti imprenditori alla prima esperienza. Restando nell’ambito del mondo fast-food un ottimo affare può essere rappresentato da Subway che richiede un investimento di “soli” 147-321mila euro iniziali.

I migliori Franchising per la famiglia nel mercato italiano del 2018

Attenzione, perché tra i migliori franchising 2018 non possiamo non citare Mosquito Joe. Si tratta di un’azienda fondata negli Stati Uniti nel 2006 che mette a disposizione un gruppo di esperti per disinfestare casa e avere cura delle proprie piante e giardino. In Italia può tornare utile soprattutto in avvio di primavera quando a prender piede saranno le antipatiche zanzare. Brand in netta crescita che consente un investimento iniziale non impossibile (67-128mila euro). Altro importante brand che sta prendendo piede negli ultimi anni nato negli Stati Uniti è Executive Home Care. Si tratta di un’azienda che fa del suo punto di forza l’assistenza per gli anziani: una squadra di esperti, forte della presenza di assistenti domiciliari, accompagnatori e infermieri certificati, forniscono assistenza diurna e notturna a chi ne ha bisogno. Il progetto potrebbe sposarsi bene con l’alto tasso di laureati in materie infermieristiche in Italia o con gli abilitati OSS. Poiché è in ripresa anche il mercato immobiliare non va sottovalutata la possibilità di poter chiudere un importante accordo commerciale con un top brand quale RE/MAX che ha alle sue spalle oltre 40 anni di attività e, al momento, ben 115mila agenti immobiliari. Già presente in Italia, avviare un’agenzia con marchio RE/MAX può costare inizialmente circa 7 mila 500 euro.

I migliori franchising del 2018 per il mercato finanziario in Italia

Importanti opportunità di avviare attività di successo nel 2018 in Franchising anche nel settore finanziario. Una di queste? Può essere l’accordo commerciale con H&R Block, società di preparazione fiscale e che fornisce prestazioni come preparazione di buste paga e servizi di consulenza aziendale. Attualmente in Italia presente solo in Lazio è comunque in netta crescita anche al basto investimento iniziale richiesto (circa 50mila euro). Sempre nello stesso settore un’altra azienda su cui poter far affidamento anche nel mercato italiano è senza dubbio la Liberty Tax Service che ha come stile di vita il “You do life, we do taxes”. Molto forte negli Stati Uniti, nel 2012 è rientrata anche nella “Top 20 brand” per franchising in tutto il mondo.
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Franchising 2.0: Benetton ritrova il Patron Luciano per il rilancio https://www.business.it/franchising-2-0-benetton-cerca-franchisee-1/ Tue, 06 Feb 2018 07:30:54 +0000 https://www.business.it/?p=7720 La Benetton cerca franchisee. In un vasto piano di rilancio, presentato in occasione del primo Benetton International Franchising Meeting, l’azienda trevigiana nota in tutto il mondo per i maglioni colorati, si è dichiara pronta a investire e innovare nel franchising, che negli anni ha fatto al fortuna dell’azienda veneta. Benetton cerca franchisee nuovi per allargare la… Leggi tutto »Franchising 2.0: Benetton ritrova il Patron Luciano per il rilancio

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La Benetton cerca franchisee. In un vasto piano di rilancio, presentato in occasione del primo Benetton International Franchising Meeting, l’azienda trevigiana nota in tutto il mondo per i maglioni colorati, si è dichiara pronta a investire e innovare nel franchising, che negli anni ha fatto al fortuna dell’azienda veneta. Benetton cerca franchisee nuovi per allargare la propria rete di distruzione e sperimentare una formula di franchising assolutamente innovativa. Si tratta del franchising 2.0, che mescola la forza di vendita negli store al digitale: un’occasione di crescita per l’azienda ma anche una buona opportunità per chi è alla ricerca di idee di business.

I numeri della Benetton

Benetton cerca franchiseeLa Benetton ha oggi 5 mila punti vendita in tutto il mondo. Il primo posto spetta, naturalmente, all’Italia. Al secondo posto l’India, che ha scalzato la Spagna, dove ci sono 700 negozi in 170 città. Di tutti i punti vendita, solo 1000 sono negozi della casa madre. I restanti 4 mila sono affidati a partner esterni. Di questi, a loro volta, circa 3600 sono a gestione indiretta, con operatori commerciali giuridicamente autonomi. Gli altri 400, circa l’11% di tutti gli store Benetton, sono in franchising puro, avviati cioè con la formula di collaborazione che lega azienda affilante e l’azienda affiliata. Si tratta di una formula commerciale che, negli ultimi anni, ha riscosso un notevole successo perché garantisce, a chi apre una nuova attività, sostegno alla gestione, un brand consolidato, know how e una rete commerciale consolidata: tutti elementi essenziali per affrontare un mercato internazionale sempre più difficile.

Perché Benetton cerca franchisee

Il Benetton International Franchising Meeting ha visto la partecipazione di 350 franchisee, alcuni già affiliati, altri di prossima affiliazione. L’obiettivo è di aprire nuovi negozi in gestione indiretta, a cui propone soluzioni moderne e innovative di business. Ecco perché Benetton cerca franchisee a cui proporre un modello di franchising 2.0: più supporto al momento dell’apertura, nuovi meeting e occasioni di formazione, modelli nuovi anche per l’allestimento dello store. Benetton infatti ha di recente lanciato il modello ‘on canvas’ che permette di modulare l’allestimento del negozio e di conseguenza l’esposizione dei vestiti in formula sempre nuove e più funzionali agli spazi a disposizione.  La formula è stata in parte già sperimentata in alcuni punti vendita pilota. Gli ambienti modulari creano spazi in cui le collezioni, e in particolare i diversi colori disponibili che sono il marchio di fabbrica di Benetton, sono maggiormente visibili per il cliente. Questo, nelle intenzioni dei designer del gruppo, renderebbe gli store più dinamici e interattivi. Una parte importante del nuovo franchising sarà ovviamente l’innovazione digitale, che punterà a un più stretto rapporto fra il negozio online e il negozio di città. Il modello evoluto di franchising, per i quali Benetton cerca franchisee, diventerà nelle intenzioni dell’azienda sempre più importante ed economicamente rilevante.

Luciano Benetton e gli aggiornamenti del 2018

A grande sorpresa Luciano Benetton riprende il comando della missione che ha iniziato decine di anni fa, ribellandosi all’anonima piega che aveva preso il trend ‘Benetton’, da negozi definiti dallo stesso patron ‘pozzi di luce’ il marchio ha subito una spersonalizzazione ed i locali in franchising sono diventati, a suo dire, ‘bui e tristi come quelli della Polonia Comunista’. Parole dure, rilasciate in un’intervista di qualche mese fa a Repubblica, parole che hanno fatto molto rumore, e che sono ancora più roboanti adesso che Luciano Benetton, alla veneranda età di 82 anni, ha deciso di riprendere il timone della nave.

È tornato presidente operativo del gruppo, con un’energia da ragazzino, deciso a stanare intelligenze e menti brillanti nascoste per “ricolorare il mondo intero”.

Dai grandi fasti del brand che aveva letteralmente rivoluzionato il modo di comunicare, con gli scatti sorprendenti di Oliviero Toscani, l’azienda Benetton si è come rilassata, conformata ad un mercato che l’ha copiata, emulata e poi superata. Quella potenza estetica e di linguaggio che aveva sbaragliato la concorrenza, trattando di temi sociali attuali in modi mai banali, si è dispersa nei meandri di prodotti sempre meno unici.

Quindi l’atto di forza di Luciano Benetton è mirato ad un rilancio del marchio con i principi di freschezza e prepotenza che l’avevano condotto in cima al mondo.

Dopo una serie di investimenti opinabili ed operazioni rivolte a mondi che non appartenevano per niente ad i principi ed i voleri dell’inizio, la famiglia Benetton sta per riassaporare la voglia di uno spirito mai domo pronto a dire la sua, che ignora lo scandire del tempo.

Siamo tutti molto curiosi di capire che cosa succederà, anche in chiave di business e di franchising: che cosa cambierà?

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Starbucks apre a Milano: nuove assunzioni https://www.business.it/starbucks-apre-milano-nuove-assunzioni/ Sat, 03 Feb 2018 09:00:25 +0000 https://www.business.it/?p=17942 «Il mio sogno si sta avverando. See you soon». Firmato Howard Schultz. Questa la scritta che campeggia sul maxi-poster svelato in Piazza Cordusio, sulla facciata del Palazzo delle Poste. Perché questa, ormai si sa, sarà la sede del primo Starbucks ad aprire in Italia. «Ci abbiamo impiegato un po’ di tempo per trovare il luogo adatto.… Leggi tutto »Starbucks apre a Milano: nuove assunzioni

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«Il mio sogno si sta avverando. See you soon». Firmato Howard Schultz. Questa la scritta che campeggia sul maxi-poster svelato in Piazza Cordusio, sulla facciata del Palazzo delle Poste. Perché questa, ormai si sa, sarà la sede del primo Starbucks ad aprire in Italia.

«Ci abbiamo impiegato un po’ di tempo per trovare il luogo adatto. Ma quando mi sono imbattuto nell’ex Palazzo delle Poste, ho saputo che quella sarebbe stata la location perfetta per rendere onore all’arte del caffè e portare rispetto alla cultura italiana unica in cui sarà servito», ha commentato il numero uno di Starbucks incontrando anche il sindaco Giuseppe Sala.

starbucks-milanoCome candidarsi?

Sono ufficialmente aperte le selezioni del personale per il nuovo Starbucks (prima assoluta in Italia) che aprirà in Cordusio nell’autunno 2018, a Milano. Le candidature possono essere inviate attraverso il sito ufficiale della Starbucks Reserve Roastery. Si parte con 150 posizioni; altri 150 lavoratori si aggiungeranno le altre caffetterie che la multinazionale prevede di aprire in Lombardia, in collaborazione con il gruppo Percassi. Le candidature andranno inviate entro il 28 febbraio 2018.

E la Milan Reserve Roastery sarà la prima ad aprire in Europa, Medio Oriente e Africa: la caffetteria con torrefazione ha infatti fatto il suo debutto “a casa”, a Seattle, nel 2014, e le prossime dovrebbero arrivare a Shanghai quest’anno e a New York e Tokyo l’anno prossimo, proprio come Milano.

Si tratta di contratti per lo più a tempo indeterminato e full-­time, con benefici speciali. Tra i benefici anche i titoli azionari che Starbucks offre ai propri dipendenti: si chiamano “bean stock”. Ovvero titoli azionari che Starbucks offre ai propri dipendenti con l’intenzione di condividere un percorso anche di valorizzazione in Borsa.

Una vera e propria torrefazione in centro. Ma perché la scelta è stata Milano?

50 anni fa la fiorente cultura milanese del bar e del caffè espresso ispirarono un giovane imprenditore in vacanza in Italia. L’imminente apertura a Milano dello Starbucks Reserve Roastery, Teatro del caffè, segnerà il ritorno in quella città che per prima inspirò il Brand Starbucks. Ma non si tratta del classico Starbucks. Il Reserve Roastery, un vero e proprio omaggio alla cultura del caffè, accoglierà clienti da tutto il mondo, “farà vivere loro un’esperienza unica in un ambiente esclusivo e coinvolgente”, scrive in una nota il gruppo.

Milano ha molto da offrire al Roastery di Starbucks, non solo perché immersa nella cultura del caffè e perché detentrice di una profonda conoscenza di questo prodotto, ma anche per la sua devozione verso l’architettura classica, l’interior design e il suo approccio alla customer experience. Il concetto della Reserve Roastery poi si espanderà nel mondo con altri venti o trenta punti vendita, ma porterà un grosso contributo italiano con sè: i prodotti da forno serviti, infatti, saranno quelli della nostra Princi, a cominciare, naturalmente, dalla caffetteria Starbuck milanese.

Il bartender, grazie alla sua passione per la qualità, la tradizione e l’autenticità, renderà unica ogni singola esperienza. E’ una cosiddetta Roastery, cioè un locale grande e arredato in modo più elegante del solito nel quale viene prodotto il caffè, in modo che i clienti possano vedere le varie fasi della lavorazione, una torrefazione insomma. Costruiranno una vera e propria fabbrica del caffè e un centro di panificazione con l’alleato italiano Princi. Sarà il negozio più grande d’Europa. Sì, perché il primo locale di Starbucks nel capoluogo lombardo sarà diverso da quelli che siamo abituati a vedere negli Stati Uniti e nelle altre parti del mondo: non sarà la classica caffetteria, ma una sorta di torrefazione 2.0.

Lo Starbucks di Milano, quindi, sarà oltre 2.400 metri quadrati – l’intero palazzo delle Poste – e, le parole di Schultz, “sarà il nostro fiore all’occhiello”. “C’è voluto tempo per trovarlo, ma la prima volta che sono passato davanti all’edificio di piazza Cordusio – ha raccontato in una nota l’ad – ho capito che sarebbe stato il posto perfetto per dare onore all’artigianalità del caffè e dare omaggio alla cultura italiana”. Cultura che sarà omaggiata anche con la creazione, firmata Starbucks, di cinque nuovi caffè, oltre al tradizionale – e immancabile – espressoRiconosciamo quanta passione per il caffè e quanti baristi di talento ci siano in Italia e ora possiamo condividere di più sulle opportunità di lavoro che si stanno creando.

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starbucks-milanoPerché i franchising anglosassoni prendono piede in Italia?

È cosa risaputa che dall’America arrivano nuove tendenze, nuove mode e soprattutto moltissime idee di business, ed ovviamente, il franchising non può esimersi dal non prenderle in seria considerazione. Non soltanto per il semplice fatto che la stessa partnership ha chiare origini a stelle e strisce, ma soprattutto perché la maggior parte degli imprenditori italiani tendono ad ispirarsi a nuove idee proprio statunitensi per realizzare la propria attività e finalmente raggiungere il tanto sospirato successo. Ma questa volta sarà l’Italia ad accogliere una delle più famose catene americane di caffetterie più amate al mondo la Starbucks Reserve Roastery.

Nonostante, il nostro Bel Paese sia la patria del buon caffè, tuttavia, molti italiani non vedono l’ora di assaggiare il frappucino senza dover oltrepassare i confini nazionali. Si sa che la moda italiana è celebre in tutto il mondo. La città di Milano è uno dei più importanti e prestigiosi centri della moda mondialePer non parlare del  design italiano, si fa riferimento a tutte le forme di disegno industriale inventate e realizzate in Italia, compresa la progettazione di interni, la progettazione urbana, il design della moda e la progettazione architettonica.

Un franchising che potrebbe destare un clamoroso successo è proprio quello di  Starbucks in Italia. Fra le bevande calde più consumate dagli italiani, l’espresso detiene da sempre il primato assoluto.  La bevanda che la maggior parte degli italiani – e non solo – consuma quotidianamente, uno dei simboli del made in Italy e uno dei prodotti più amati e apprezzati nella Penisola.

Il caffè fece la sua comparsa a Venezia intorno al 1570. Il merito di averlo introdotto in Italia spetta al padovano Prospero Alpino, noto botanico e medico, che ne portò alcuni sacchi dall’Oriente. La sua storia affonda le radici nella Torino di fine Ottocento, in seguito all’invenzione di una macchina brevettata da Angelo Moriondo nel 1884, ma dobbiamo aspettare i primi del Novecento perché l’espresso si diffonda lungo tutto lo Stivale.

Oggi in Italia iniziano a svilupparsi circuiti di baristi molto validi, professionisti appassionati, curiosi e preparati che hanno deciso di restituire valore alla bevanda tanto amata dagli italiani, portando nuovamente alla ribalta la figura del barista, anche per la diffusione della cultura del caffè di qualità. Un sogno che si avvera per Howard Schultz, il presidente esecutivo di Starbucks che si innamorò dei caffè all’italiana durante il suo primo viaggio nel Bel Paese nel 1983 e che 35 anni dopo riuscirà finalmente ad aprire il primo Starbucks «tricolore».

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Jollibee Food Corporation sbarca a Milano, l'avamposto per la conquista dell'Europa https://www.business.it/jollibee-food-corporation-sbarca-a-milano-lavamposto-per-la-conquista-delleuropa/ Wed, 17 Jan 2018 06:30:17 +0000 http://www.business.it/?p=16848 Jollibee Food Corporation punta con decisione su Milano, considerata la piazza da cui far partire l'offensiva che dovrebbe infine consentire al gruppo filippino di conquistare il vecchio continente

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Jollibee è ormai pronta a sbarcare anche a Milano. Il fast food delle Filippine ha infatti scelto la piazza meneghina come avamposto europeo dal quale far partire la campagna che dovrà infine portare alla conquista del Vecchio Continente.
Il primo ristorante di Jollibee Food Corporation sarà aperto a Piazza Diaz, proprio a due passi dal Duomo e sarà il primo di quella che il management spera sia una lunga serie sul suolo europeo. A livello mondiale il gruppo asiatico già vanta oltre 3mila ristoranti disseminati tra Filippine, Cina, Stati Uniti, Canada, Brunei, Vietnam, Singapore e Hong Kong.

Jollibee in cifre

Jollibee è ormai una vera e propria potenza commerciale, dall’alto dei quasi due miliardi di fatturato messi a segno nel 2016, con oltre cento milioni di utili. Derivanti dal lavoro di quasi 28mila addetti e in particolare dalla posizione di grande forza detenuta nelle Filippine, ove il suo 80% monopolizza o quasi il mercato.
Ora, però, il marchio ha deciso di espandersi con altrettanta energia anche all’estero, con particolare attenzione per i mercati cinese e statunitense. Proprio la Cina, per ora, costituisce una sorta di anomalia, in quanto la crescita di Jollibee nella Repubblica Popolare è stata più contenuta di quella a due cifre fatta registrare su tutte le altre piazze raggiunte.
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La strategia per conquistare l’Europa

Come abbiamo già ricordato, Milano è considerato l’avamposto da cui far partire un’offensiva ad ampio raggio che dovrebbe infine consentire al gruppo di conquistare l’Europa. Lo strumento individuato per cogliere l’obiettivo prefissato è l’accordo con Blackbird Holdings, un fondo di investimento di Singapore che ha ricevuto un quarto della Golden Plate, cui è stato delegato il controllo della società italiana alla quale è affidata la gestione della piazza meneghina.
Nel frattempo sono già iniziate le grandi manovre per trovare i fornitori più adatti, con la ricerca di imprese in grado di fornire alimenti di qualità, in particolare il pollo. Proprio il pollo fritto, in effetti, è considerato una vera e propria specialità dagli utenti del brand filippino e sarà quindi oggetto di grandi cure, a partire proprio dai rifornimenti.

Anche gli spaghetti nel menu

Se il pollo fritto è l’emblema di Jollibee, va rilevato come il gruppo asiatico abbia intenzione di dare luogo ad un vero e proprio tributo alla nostra cucina, proponendo gli spaghetti. Occorre comunque sottolineare che in questo caso non si tratterà dei famigerati noodles, ma sarà proposta alla clientela una imitazione della celebre pasta italiana.
Anche dal punto di vista strettamente culturale, quindi, l’approccio di Jollibee sembra differenziarsi da quello di Mc Donald’s, che in tanti hanno denunciato come una sorta di colonializzazione gastronomica in un Paese che vanta una grande tradizione culinaria come l’Italia.
Il modo in cui l’azienda filippina sta procedendo, sembra peraltro aver riscosso un notevole favore da parte dei possibili utenti italiani. Lo testimonia in particolare la pagina Facebook che Jollibee ha dedicato alla sua propaggine milanese, ove molti internauti hanno già espresso la loro curiosità ed eccitazione, chiedendo in particolare la data dell’inaugurazione.
Non resta quindi che attendere l’apertura di Jollibee Milano per capire la portata dell’operazione e le possibilità per l’azienda asiatica di scalfire la posizione di forza assunta da Mc Donald’s lungo la penisola.
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Carrefour recupera le perdite con aperture 24 ore su 24, ma è davvero un successo in Italia? https://www.business.it/carrefour-recupera-le-perdite-con-aperture-24-ore-su-24-ma-e-davvero-un-successo-in-italia/ Thu, 04 Jan 2018 06:30:33 +0000 http://www.business.it/?p=16287 La catena francese Carrefour ha registrato nel Bel Paese un passivo di 400 milioni di euro tra il 2014 e il 2016. Ora, grazie all'apertura h24 di buona parte dei punti vendita, è riuscita a recuperare il 6%

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Le aperture notturne dei supermercati

Ci sono opinioni contrastanti sul successo italiano che possono avere i supermercati aperti 24 ore su 24, ma Carrefour ha deciso di puntare su questa formula. I risultati, secondo i responsabili dell’impresa francese, sono positivi: si fidelizzano maggiormente i clienti e il fatturato cresce del 6%. L’esperimento ha avuto inizio nel 2012, quando il punto vendita di Milano, in piazza Clotilde, ha cominciato a rimanere sempre aperto.
Il riscontro è stato buono e per questo con il tempo si è arrivati a fare lo stesso con la quasi totalità dei negozi in Italia. L’azienda ha diffuso il dato relativo ai punti vendita sempre aperti: 176 su 220. A spiegare l’andamento del piano commerciale, ormai consolidato, è Roberto Simonetto, responsabile dei supermercati gestiti in maniera diretta dalla catena francese. L’Italia è l’unico Stato in cui è possibile avere aperture senza sosta.
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carrefour

La situazione economica di Carrefour

I punti vendita presenti sullo Stivale hanno avuto un triennio di perdite sostanziali, infatti tra il 2014 e il 2016 il rosso ha raggiunto, secondo quanto riportato da il Sole 24 Ore, un rosso da 400 milioni di euro. In conseguenza di questi risultati, dalla Francia è arrivato un diktat: cambiare funzioni ai negozi. Visto il +6% delle aperture notturne, si è deciso di ampliare il progetto alla maggioranza dei punti vendita.
Si tratta di fornire un servizio in più alla propria clientela, che non deve per forza legarsi agli orari diurni per fare la spesa, ma anche di conquistare altri consumatori. Permettere alle persone di varcare la soglia oltre all’orario tradizionale consente loro di acquistare qualcosa che serve urgentemente o rimediare a una dimenticanza, ecco perché tale iniziativa viene molto apprezzata dalla gente nelle varie città.
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Il caso di Gallarate

Un buon esempio dell’utilità del servizio erogato da Carrefour arriva da Gallarate. Il supermercato aperto h24 è uno di quelli che registra picchi di presenze tra l’una e trenta e le due di notte. Infatti il punto vendita è collocato a poca distanza dallo scalo di Malpensa. Alla chiusura notturna dell’aeroporto chi finisce il turno si ferma per fare acquisti prima di rincasare.
Molte donne e uomini in divisa frequentano il supermercato per comprare qualcosa da mangiare o l’occorrente per la casa, facendo una comoda sosta durante il proprio tragitto di rientro. Altrimenti dovrebbe andare al punto vendita, fare la spesa e riportarla a casa prima di recarsi al lavoro. La comodità del cliente viene ripagata con la fedeltà alla catena francese.

carrefour-2La stagionalità

Il numero dei supermercati Carrefour aperti di notte è variabile a seconda della stagione. La decisione di apportare alcune modifiche agli orari dei singoli negozi dipende dalla loro dislocazione. Ci sono località turistiche che vedono un alto afflusso durante l’estate oppure nelle vacanze invernali. Mare e montagna attirano i turisti, ma spesso contano un numero più limitato di abitanti, per questa ragione si decide in base all’affluenza.
Una volta conclusa la stagione il supermercato torna dalle 24 ore di apertura all’orario normale, servendo la clientela abituale. L’azienda pensa che altre catene seguiranno l’esempio, mentre la federazione del settore ritiene che i risultati non siano così brillanti da giustificare un ampliamento dell’orario da parte di altri negozi. La scelta dei francesi è stata finora premiata e qualche supermercato di altri brand ha già proposto un prolungamento di una o due ore sul tradizionale orario.

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Aprire un franchising conviene e riduce il rischio d'impresa https://www.business.it/aprire-un-franchising-conviene-e-riduce-il-rischio-dimpresa/ Fri, 22 Dec 2017 06:30:03 +0000 http://www.business.it/?p=16008 Aprire un franchising è un ottimo investimento per il futuro e riduce i rischi. I numeri presentati al 32° Salone del Franchising Milano 2017 parlano di un fatturato di 24 miliardi e di un significativo sviluppo previsto per il 2018

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Il franchising vola alto

Aprire un franchising conviene, incontra un rischio di fallimento minore ed è un’interessante forma di autoimpiego. È quanto è emerso dal 32° Salone del Franchising Milano 2017, l’unica fiera B2B del commercio in affiliazione tenutasi lo scorso ottobre a Fiera Milano City. Il comparto vale 24 miliardi di fatturato all’anno e, entro la fine dell’anno, è previsto un incremento di circa mille posti di lavoro.
Il salone, che è coinciso con la ripresa economica italiana, si è chiuso in bellezza, con un aumento degli spazi espositivi (+18%) e del numero di espositori (+15%). Alla fiera erano presenti i grandi marchi (Yamamay, Mondadori, Piazza Italia, ecc.) e i nuovi format attualmente sul mercato, oltre a numerosi imprenditori esteri. Il boom ha riguardato soprattutto i giovani: il 25,6% dei franchisee ha infatti un’età compresa tra i 25 e i 35 anni.
Leggi anche: Il franchising vola alto nel 2016: aumenti significativi per i giovani imprenditori italiani

Dati incoraggianti anche per il fatturato

Al fatturato hanno contribuito 51 mila negozi in affiliazione, con 950 catene franchisor, che danno lavoro a 200 mila occupati. I settori più dinamici in Italia sono moda e food, che fanno da traino all’intero comparto, seguiti da benessere e articoli arredo. Segnali di ripresa nel settore ci sono stati già nel primo semestre del 2017 e per il secondo è previsto un aumento delle vendite dell’1% e 500 nuove aperture.
Aprire un franchising conviene soprattutto nella ristorazione, con una media di aperture che supera gli altri settori del 30% e chiusure vicine allo zero. L’indagine di Confcommercio fotografa uno scenario positivo, con le catene italiane in forte sviluppo anche all’estero, soprattutto in Cina. Un altro dato interessante riguarda la prevista apertura per il 2018 di 2 mila nuovi punti vendita che daranno lavoro a 20 mila persone.
Leggi anche: Franchising: nel boom generale crescono ancora i numeri degli affiliati di imprese in Toscana

franchising tutti i dati in italia 2016-17Franchising e e-Commerce: opportunità o rischio

Chi vuole aprire un franchising, non può ignorare che i consumatori spaziano freneticamente dall’online all’offline a seconda delle esigenze. Gli affilianti hanno in parte colto le potenzialità del digitale come moltiplicatore di business ma, come è emerso dalla 10a ricerca Franchising Gestione del rischio nelle reti in Franchising, solo il 27% di essi afferma di aver regolamentato nel contratto aspetti legali o pratici relativi all’e-commerce.
La comunicazione online è ormai diventata l’anima del commercio e i social network sono un mezzo promozionale a cui si ricorre sempre più spesso. Tuttavia questo tipo di comunicazione necessita di regole che impediscano agli affiliati di intraprendere iniziative di autopromozione che danneggino l’immagine del brand, eventualità alla quale il franchisor deve saper rimediare tempestivamente mantenendo aperta la comunicazione con il pubblico.

franchising tutti i dati in italiaAccesso agevolato grazie ai finanziamenti

Per aprire un franchising sono disponibili finanziamenti agevolati che arrivano sia dal canale privato che da quello pubblico. Gli aspiranti affiliati potranno ottenere finanziamenti fino a 35 mila euro da Microcredito. Altre agevolazioni di credito sono proposte da Confesercenti e Confcommercio. Inoltre ve ne sono altre stanziate dalla Regione Lombardia (fino a 60 mila euro per le nuove imprese).
Secondo i promotori del salone, il franchising rappresenta una buona opportunità di investimento soprattutto per i giovani, visto che per loro l’importo di accesso ammonta a 20-50 mila euro, e contribuisce all’occupazione. Un altro dato interessante riguarda la percentuale dell’affiliazione commerciale sull’intero settore della distribuzione, che rappresenta il 7%, e si prevedono ampi margini di sviluppo.
 

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Il franchising vola alto nel 2016: aumenti significativi per i giovani imprenditori italiani https://www.business.it/il-franchising-vola-alto-nel-2016-aumenti-significativi-per-i-giovani-imprenditori-italiani/ Fri, 17 Nov 2017 06:30:29 +0000 http://www.business.it/?p=14290 Franchising: il giro d'affari è salito in Italia e ora rappresenta circa il 7% della grande distribuzione. Nel 2017 sono circa 500 i nuovi punti vendita in franchising aperti

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Il franchising in Italia, un giro d’affari che raggiunge i 24 miliardi

Il 32esimo Salone Franchising Milano ha confermato la salute del franchising in Italia. All’evento, che si è tenuto a Fiera Milano City nello scorso mese di ottobre hanno partecipato circa 200 catene franchisor e 15mila potenziali affiliati. Una edizione che è coincisa con la ripresa dei consumi in Italia e che ha visto il ritorno a Milano dopo che le due precedenti si erano tenute a Bologna.
Nel corso di questa edizione si è avuta una comunicazione importante riguardante i finanziamenti agevolati per questo settore, che sono disponibili sia nel canale privato che in quello pubblico. Le agevolazioni vengono messe a disposizione sia da parte di Confcommercio che di Confesercenti che di Microcredito per l’Italia.
Quest’ultima propone dei finanziamenti per nuovi affiliati che possono raggiungere i 35 mila euro. Inoltre ce ne sono altri stanziati dalla Regione Lombardia, fino a un importo di 60milaeuro, destinati a nuove imprese.
Leggi anche: Franchising: nel boom generale crescono ancora i numeri degli affiliati di imprese in Toscana

Un salone che si è chiuso con ottimi risultati

Il presidente del Salone Franchising Milano, Antonio Fossati, ha sottolineato come in questa edizione si sia registrato un aumento, sia per quanto riguarda gli spazi espositivi, + 18%, che per il numero di espositori, + 15%. Questo significa, ha continuato Fossati, che gli operatori del settore hanno eletto Milano come la piazza del franchising. Importante anche la presenza al Salone di molti imprenditori esteri, tra i quali una società cinese, la Chic Investment Group, azienda del settore sviluppo retail e mall.
I promotori del Salone ritengono che il franchising possa rappresentare una buona opportunità di sviluppo per il mercato italiano, specialmente per quanto riguarda i giovani. Analizzando i numeri si nota infatti che il 25,6% degli imprenditori affiliati è rappresentato da persone comprese nella fascia di età che va dai 25 ai 35 anni.
Per loro la cifra di accesso da investire è abbastanza contenuta, visto che si parla di importi da 20 fino a 50mila euro. In questo modo il mercato del lavoro in Italia vede anche l’arrivo di forme di autoimpiego. Secondo le previsioni, nel settore del franchising entro la fine dell’anno si dovrebbe avere un aumento di circa mille posti di lavoro.

franchising tutti i dati in italia

Numeri importanti anche per il fatturato

Nel mega settore dell’affiliazione, il fatturato complessivo è stato di 24 miliardi. Alla sua realizzazione hanno contribuito i 51mila negozi sparsi in tutte le regioni italiane e le 950 catene franchisor, 61 delle quali estere. In totale gli occupati nel comparto hanno raggiunto e superato la cifra di 200mila unità, con le merceologie più diffuse nel nostro Paese che sono l’abbigliamento, il food, i prodotti per il benessere e gli articoli per la casa e per la persona.
Andando a verificare nel dettaglio quali sono i segnali di ripresa del comparto, si nota che c’è stato un buon andamento nel primo semestre dell’anno, e anche le previsioni per il secondo sono positive, per cui alla fine del 2017 si dovrebbe registrare un aumento delle vendite intorno all’1%. Un altro dato da segnalare è rappresentato dai 500 nuovi punti vendita che si dovrebbero raggiungere a fine anno.
Di questo scenario positivo ha parlato anche il segretario generale di Confimprese, Cristina Ferrini, comunicando che sono 150 i punti vendita in franchising aperti nell’ultimo quadrimestre preso in esame, tra i quali il numero maggiore è quello che riguarda il food e l’abbigliamento, da sempre i settori più dinamici nel panorama italiano del franchising. Un altro numero importante è relativo alla percentuale del franchising sull’intero comparto della distribuzione, che si attesta al 7%.
franchising tutti i dati in italia 2016-17

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Franchising: nel boom generale crescono ancora i numeri degli affiliati di imprese in Toscana https://www.business.it/franchising-nel-boom-generale-crescono-ancora-i-numeri-degli-affiliati-di-imprese-in-toscana/ Mon, 13 Nov 2017 06:29:47 +0000 http://www.business.it/?p=14225 Il franchising continua a incrementare i suoi numeri. In Toscana sono quasi tremila i punti vendita e l'aumento riflette quello a carattere nazionale, con oltre 11mila occupati

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Il boom del franchising

I negozi in franchising sono in crescita in tutta la penisola. Un fenomeno che “omologa” le vetrine delle varie città italiane ed estere e che in molti considerano il vero e proprio nemico delle varie identità cittadine. Ciò nonostante, continua a crescere e pare non volersi arrestare, con i clienti che sembrano gradire di poter trovare quello che cercano ovunque, senza per forza dover tornare nel negozio sotto casa.
Con il franchising si può comprare un capo di vestiario a Torino e poi cambiarlo a Catania, oppure si può sceglierlo “online” e ritirarlo nel negozio della catena più vicino. Ma questo non è certamente tutto in quanto è importante anche il fattore economico.
Gli ultimi dati disponibili, il rapporto di Assofranchising, parlano di un triennio, quello dal 2014 al 2016, nel quale i numeri del settore non sono mai diminuiti, anche in presenza della crisi. In totale il giro d’affari è aumentato del 3,05%, con un aumento, seppure in misura minore, i’1,9%, del numero dei punti vendita. Importante invece l’aumento del numero degli addetti, che è arrivato al 4,72%.
Il 2016 è stato un anno in cui si sentiva ancora la congiuntura economica, ma le aziende del franchising hanno visto un aumento del fatturato del 2,7%, oltrepassando quota 23 miliardi in totale. Nello stesso periodo si è registrato l’aumento del personale, pari al 3,9%, con i numeri che indicano un incremento di 7.415 posti di lavoro.
Un dato che invita a sperare bene anche per il futuro del settore è dato dall’età dei gestori dei punti vendita. Infatti il 63,8% di loro sono di età tra i 36 ed i 45 anni, ed il 25,6% nella fascia da 26 a 35 anni. Una percentuale che si spiega con i dati degli investimenti necessari per iniziare questa forma di “autoimpiego”, con meno di 20mila euro necessari nel 35% dei casi.
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La valenza del franchising

Gli imprenditori indipendenti si trovano a combattere da soli per accedere ai finanziamenti, combattere contro una opprimente burocrazia, gestire il proprio magazzino ed i rapporti con i fornitori e quando necessario provvedere anche alla formazione del personale di vendita. Tutto questo, secondo Italo Bussoli, presidente di Assofranchising, fa sì sia preferibile il franchising.
Scegliendo questo tipo di vendita, i giovani imprenditori si trovano ad avere spalle coperte, e può dedicare il massimo impegno alla sua attività, contando anche sul fatto che la scelta del luogo di apertura di un nuovo negozio da parte della catena è fatta in modo accurato, dopo lunghe analisi di mercato, e garantisce dunque un risultato sicuro.
Sempre guardando al rapporto della sua associazione, Bussoli sottolinea come i settori che stanno andando meglio siano quelli della ristorazione, con le varie piadinerie, paninerie e pizzerie, e dell’intimo. Per questo settore si sottolinea come Intimissimi sarà presto presente anche a New York con un negozio sulla famosissima Fifth Avenue.
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Il franchising in Toscana

La crescita del settore è costante anche in Toscana, con quasi 3000 affiliati a fine dello scorso anno. In totale gli addetti del settore nella regione hanno superato le 11mila unità, e la media di persone occupate per ogni negozio è di 3,85.
La Toscana si mette in evidenza anche per le aziende, in quanto molte realtà locali sono state capaci di emergere nel panorama nazionale ed estero, partendo dal singolo negozio per diventare poi franchisor. In totale sono 57 quelli con sede legale in Toscana su un totale italiano di 950 franchisor, ed un terzo sono proprio del capoluogo.
Aziende come Bottega Verde, Conte of Florence, Patrizia Pepe, Pausa Caffè, Italiana Immobiliare, City Sightseeing, Polverini, Sicurmed, FarmaFree e Lowengrube, che rappresentano settori diversi delle vendite, hanno fatto il salto trasformandosi in marchi importanti con punti vendita in Italia e all’estero.
Esempio importante quello di Bottega Verde, nata a Pienza come una piccola erboristeria e cresciuta nel corso degli anni tanto da raggiungere quasi 400 punti vendita in Italia con una platea di clienti che supera i sei milioni di persone. Numeri che fanno di Bottega Verde la prima azienda del suo settore, quello della cosmesi naturale.
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franchising in forte aumento in toscana

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Franchising immobiliare, numeri di un successo https://www.business.it/franchising-immobiliare-numeri-di-un-successo/ Sat, 04 Feb 2017 08:00:06 +0000 https://www.business.it/?p=2966 Cresce il franchising immobiliare in Italia e crescono le reti locali e ‘alternative’ di collaborazione nel settore della compravendita immobiliare. Lo conferma il report ‘Reti e aggregazioni immobiliari’, a cura di Gerardo Paterna, e dell’Osservatorio Immobiliare Digitale, realizzato con i dati di Infoimprese e dei siti dei network di tutti i franchising censiti. Secondo i… Leggi tutto »Franchising immobiliare, numeri di un successo

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Cresce il franchising immobiliare in Italia e crescono le reti locali e ‘alternative’ di collaborazione nel settore della compravendita immobiliare. Lo conferma il report ‘Reti e aggregazioni immobiliari’, a cura di Gerardo Paterna, e dell’Osservatorio Immobiliare Digitale, realizzato con i dati di Infoimprese e dei siti dei network di tutti i franchising censiti. Secondo i dati di questo studio, anche nel settore immobiliare l’affiliazione commerciale fra l’affiliato e l’affiliante permette di sostenere meglio il mercato, grazie a un marchio conosciuto, uno standard di servizi e modelli di gestione già collaudati.

Franchising immobiliare, l’andamento del mercato

Nel 2016, le agenzie per la compravendita e l’affitto in franchising sono aumentate del 4,4%, 180 unità in più rispetto al 2015: da 4071 a 4250 in cifre assolute. L’aumento, secondo gli analisti, si deve quasi esclusivamente alla formula del franchising, visto che le agenzie immobiliari, indipendenti e non, sono cresciute solo del 2.18%. La tendenza è più forte per i network internazionali e per le reti che si occupano di compravendita e affitto di immobili di lusso. Come per altri settori, il franchising funziona soprattutto perché abbatte i rischi imprenditoriali e affianca i nuovi imprenditori nella fase di start up: elementi importantissimi per il successo dell’impresa stessa. Nonostante la ripresa, il settore ha ancora molto da recuperare se si pensa che nel 2010 le agenzie immobiliari in franchising erano ben 6 mila.

Franchising immobiliare, i marchi di successo

Ma quali sono i franchising immobiliari di maggior successo? Secondo i dati forniti, Tecnocasa/Tecnorete con il 48.2% dei punti vendita è il franchising più penetrante nel mercato italiano. Segue Gabetti, con il 10.8%, Affitti, con il 6.4%, Tempocasa, con il 6.2% e Re/Max con il 5.8% dei punti vendita. La formula del franchising funziona molto in Sicilia, dove conquista il 34% del mercato. Al capo opposto della classifica nazionale il Trentino Alto Adige, dove arriva appena al 3%.

Il successo delle piattaforme MLS, i sistemi di multiple listing service

NFranchising immobiliareegli ultimi anni, è cresciuta soprattutto la formula delle piattaforme MLS, i sistemi di multiple listing service basati sulla condivisione di annunci e incarichi, una formula ibrida e alternativa rispetto al franchising immobiliare propriamente detto. Anche grazie a queste piattaforme, gli intermediaria professionali sono cresciuti del 27.3% nel 2016, passando da 2752 professionisti nel 2016 a 3.505 nell’anno appena concluso. La piattaforma del Gruppo Frimm, la MLS Replant, raccoglie da sola il 62,8% dei professionisti. Su questa piattaforma sono registrare 2.061 le agenzie immobiliari e 3.500  professionisti, ben 15,7% in più rispetto allo scorso anno. Stare insieme permette di fare più affari. Sempre sulla stessa piattaforma sono state concluse 7.832 transazioni, il 16,9% in più rispetto all’anno precedente, proprio grazie alla collaborazione fra diverse agenzie e professionalità. Il valore complessivo del portafoglio immobiliare è stato stimato 6. 2 miliardi di euro. Le regioni in cui le piattaforme di condivisione funzionano di più sono la Sicilia, la Campania e la Sardegna.

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Franchising sociale, l’esperienza de “I Buoni Frutti” https://www.business.it/franchising-sociale-lesperienza-de-i-buoni-frutti/ Sun, 11 Dec 2016 09:00:18 +0000 https://www.business.it/?p=2293 Anche il sociale si affida al franchising commerciale per sostenere gli sforzi economici e condividere i successi delle aziende sociali, cooperative prima di tutto, che lavorano nel campo dell’agricoltura. Il primo esperimento di franchising sociale in Italia è I buon frutti, un marchio etico per prodotti agricoli, nato per sostenere le forme di lavoro inclusivo.… Leggi tutto »Franchising sociale, l’esperienza de “I Buoni Frutti”

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Anche il sociale si affida al franchising commerciale per sostenere gli sforzi economici e condividere i successi delle aziende sociali, cooperative prima di tutto, che lavorano nel campo dell’agricoltura. Il primo esperimento di franchising sociale in Italia è I buon frutti, un marchio etico per prodotti agricoli, nato per sostenere le forme di lavoro inclusivo. Il marchio “I buon frutti” nasce dall’esperienza di Aicare, l’agenzia italiana per la campagna e l’agricoltura responsabile ed etica e dal dipartimento di scienze veterinarie dell’Università di Pisa. Ad un anno di vita, conta 7 cooperative sociali e un’impresa agricola ma decine di altre realtà, in tutt’Italia, stanno valutando l’affiliazione.
Il primo franchising sociale conta 48 lavoratori, di cui 20 con bassa contrattualità: disabili, rifugiati, vittime della tratta, utenti psichiatrici, tossicodipendenti ed altri utenti con dipendenze patologiche. Il fatturato complessivo, derivante dalla produzione diretta, trasformazione vendita e gestione di agriturismi e masserie didattiche, si aggira intorno ai 900 mila euro. I canali principale di vendita sono i Gas, i gruppi di acquisto solidali.

franchising socialeFranchising sociale. Come affiliarsi

Possono affilarsi al marchio “I buon frutti” le imprese agricole, le cooperative sociali, le associazioni, le fondazioni, i consorzi, gli enti pubblici, le aziende sanitarie che abbiano all’attivo, o hanno intenzione di avviare, percorsi di agricoltura sociale, che vendono quindi la partecipazione diretta di lavoratori che, di norma, faticano ad entrare nel mondo del lavoro. Il franchising sociale risponde alle stesso norme del franchising commerciale, con un accordo fra franchisee e franchisor per la gestione del marchio. Nel contratto di affiliazione sono definiti gli obblighi e la responsabilità di entrambi. La dimensione etica e sociale di questo particolare tipo di franchising è garantita dal fatto che alle aziende che decidono di affiliarsi viene garantito l’accompagnamento professionale e una rete di competenze tecniche, servizi e utenti finali per sostenere l’avvio e la gestione delle attività.

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Bio-franchising: arriva il biologico in affiliazione https://www.business.it/bio-franchising-arriva-il-biologico-in-affiliazione/ Tue, 22 Nov 2016 08:00:59 +0000 https://www.business.it/?p=1402 Nuove frontiere del retail con il bio-franchising, punti vendita in affiliazione dedicati ai prodotti biologici. Con l’espansione del settore bio, l’unico in crescita nonostante la crisi e il crollo dei consumi alimentari, era prevedibile che reti e catene commerciali decidessero di puntare sui prodotti biologici: all’agroalimentare ai prodotti di cosmesi, passando per i prodotti per… Leggi tutto »Bio-franchising: arriva il biologico in affiliazione

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Nuove frontiere del retail con il bio-franchising, punti vendita in affiliazione dedicati ai prodotti biologici. Con l’espansione del settore bio, l’unico in crescita nonostante la crisi e il crollo dei consumi alimentari, era prevedibile che reti e catene commerciali decidessero di puntare sui prodotti biologici: all’agroalimentare ai prodotti di cosmesi, passando per i prodotti per la casa e l’abbigliamento.

Food e Bio-franchising: ecco i centri specializzati

Si tratta per lo più di colossi commerciali che hanno deciso di avviare punti vendita specializzati. Alcuni di questi sono a tutti gli effetti negozi in affiliazione. È il caso di Naturasì, la catena di supermercati bio, originaria di Verona, che oggi conta 128 biosupermercati. La formula del franchising permette di affiliarsi al marchio, acquisendo assistenza tecnica e consulenza sul metodo di lavoro assicurando, per contro, il rispetto degli standard e dei modelli di gestione dell’azienda madre. Non affiliati, ma legati ad un marchio di distribuzione, ci sono anche altri nomi noti della vendita di biologico. Rientrano nella categoria anche i punti vendita Piacere Terra, che conta già 5 punti vendita, i francesi di Bio c’ Bon, i torinesi di Almaverde Bio Market. Secondo i dati di forniti da Smartweek, i negozi specializzati di bio-franchising rappresentano il 35% del valore di bio-retail, per un totale di 750 milioni di euro

Anche la grande distribuzione si fa biologica

Oltre che nei bio-franchising, le produzione biologiche spopolano anche sugli scaffali della grande distribuzione che punta bio-franchisingsempre più spesso su marchi proprio ma bio. La lista è lunghissima: Esselunga Bio, Coop – vivi verde, Conad il Biologico, Carrefour Bio, Crai Bio, Despar Biologico. In tutto, la grande distribuzione organizzata rappresenta il 40% del valore di bio-retail, per un valore complessivo di 855 milioni di euro. La quota restante del mercato è divisa fra i mercatini, i gruppi di acquisto solidale, l’e-commerce e le farmacie.

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Franchising e comunicazione: premio SMAU a Mondadori https://www.business.it/franchising-e-comunicazione-premio-smau-a-mondadori/ Sun, 06 Nov 2016 09:30:00 +0000 https://www.business.it/?p=6037 A SMAU 2016, la più importante fiera dell’innovazione e del digitale in Italia, Mondadori Store ha vinto il Premio Innovazione 2016, un riconoscimento prestigioso per le aziende che si sono distinte sui temi dell’innovazione e della trasformazione digitale con progetti di rilievo. Con la sua rete di più di 600 punti vendita, Mondadori ha realizzato… Leggi tutto »Franchising e comunicazione: premio SMAU a Mondadori

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A SMAU 2016, la più importante fiera dell’innovazione e del digitale in Italia, Mondadori Store ha vinto il Premio Innovazione 2016, un riconoscimento prestigioso per le aziende che si sono distinte sui temi dell’innovazione e della trasformazione digitale con progetti di rilievo.
Con la sua rete di più di 600 punti vendita, Mondadori ha realizzato un progetto integrato e multicanale che ha messo in rete tutti i punti vendita sfruttando le tecnologie digitali: da Twitter a Instagram, passando per Facebook e il sito web, gli oltre 5000 eventi all’anno realizzati nella rete nazionale dei Megastore e Bookstore sono comunicati attraverso la rete internet partendo dalle pagine social ufficiali: un’opportunità enorme per tutti i punti vendita italiani. La proposta da parte dell’azienda parte dall’esigenza di offrire a tutti i clienti un’esperienza di acquisto sempre più evoluta, creando un “universo Mondadori” che si dipana attraverso tutti i mezzi disponibili e che mette in rete i punti vendita in franchising attraverso un unico flusso di comunicazione.
Mondadori Store ha vinto quest’anno anche altri due importanti riconoscimenti. Il Positive Business Award ha assegnato agli store Mondadori il premio Positive Buying Experience perché offrono un’esperienza di acquisto soddisfacente e positiva per il cliente, dall’organizzazione degli spazi fisici e dei prodotti al livello di servizio offerto dal personale, mentre l’Italian Popai Awards ha assegnato a Mondadori Store il primo premio della categoria loyalty program grazie alla percorso intrapreso con Payback, il più grande programma fedeltà d’Italia in un progetto di comunicazione che ha visto coinvolti tutti i punti vendita retail come luogo di lancio della partnership che coinvolge più di 9 milioni di clienti.
Importanti best practice nel mondo del retail e del franchising, che aprono la strada a nuovi modelli di gestione della clientela grazie all’utilizzo del digitale e di una strategia che combina in maniera intelligenze asset fisici e risorse virtuali.

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Franchising trend, tutti i numeri del settore https://www.business.it/franchising-trend-tutti-i-numeri-del-settore/ Wed, 19 Oct 2016 09:26:50 +0000 https://www.business.it/?p=185 Sono tantissimi, diffusi su tutto il territorio nazionale, e nonostante la difficile congiuntura, in crescita. Sono i franchising, i negozi in affiliazione, una delle realtà più dinamiche della nostra economia. In vista della prossima apertura del salone del franchising di Milano, il prossimo novembre, il centro studi Rds – salone del franchising Milano, presenta i… Leggi tutto »Franchising trend, tutti i numeri del settore

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Sono tantissimi, diffusi su tutto il territorio nazionale, e nonostante la difficile congiuntura, in crescita. Sono i franchising, i negozi in affiliazione, una delle realtà più dinamiche della nostra economia. In vista della prossima apertura del salone del franchising di Milano, il prossimo novembre, il centro studi Rds – salone del franchising Milano, presenta i trend del franchising.
Nei primi 3 mesi del 2016, il settore è cresciuto dello 0,3% rispetto al primo trimestre del 2015. Il franchising conta oggi in Italia una rete di 51 mila punti vendita, 180 mila persone impiegate e un fatturato annuo di 23 miliardi di euro. I 51 mila imprenditori che hanno deciso di investire nella vendita in affiliazione sono per lo più donne, 33% del totale, e giovani, 30% del totale. Una buona parte, circa il 15% del totale, sono persone fra i 45 e i 60 anni, che hanno perso il lavoro o semplicemente vogliono reinventarsi. I dati si riferiscono al 2014. L’interesse e la stabilità del settore si misura anche con il numero degli imprenditori potenziali, cioè di coloro che vorrebbero lanciarsi al mondo del franchising: 520 mila solo nel 2015, sempre secondo i dati del centro studi Rds – salone del franchising Milano. Si tratta per lo più di imprenditori che vogliano cambiare attività o ex commercianti (23% dei potenziali affiliati), giovani in cerca del primo impiego (11%) e over 50enne che vogliano cambiare lavoro o lo hanno perso (14% del totale).
Trend FranchisingDove e come investire nel franchising? Secondo il centro studi Rds – salone del franchising Milano i settori che hanno segnato trend migliori nei primi 6 mesi del 2016 sono la moda, il food, gli articoli per la persona, la telefonia e i prodotti di elettronica in generale. In particolare, rispetto ai primi sei mesi del 2015, la moda ha segnato una crescita del 9%, gli alimentari del 7%, gli articoli per la persona un trend positivo del 6%. Per telefonia e prodotti di elettronica, la crescita si è assestata al più 5%.
Per aprire un negozio in franchising, oggi, serve un capitale iniziale compreso fra i 25 e i 50 mila euro ma l’investimento iniziale è meno rischioso di quello richiesto per un negozio tradizionale. Secondo il centro studi Rds – salone del franchising Milano il tasso di mortalità dei negozi in franchising è più basso del 33% rispetto a quelli tradizionali. Questo perché ogni nuovo negozio fa parte di rete commerciale consolidata, assicura prodotti, know how, formazione e marketing indispensabili, oggi, per affrontare le sfide del mercato.

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Salone Franchising Milano: tutti i vantaggi del franchising https://www.business.it/salone-franchising-milano-31esima-edizione-al-via-3-novembre/ Tue, 02 Aug 2016 13:00:01 +0000 https://www.business.it/?p=5324 Chi fa business con il franchising o ha intenzione di avvicinarsi soltanto ora a questo settore, molto probabilmente guarda già con attenzione alla 31esima edizione del Salone Franchising Milano, programmato per quest’anno dal 3 al 5 novembre 2016. Salone Franchising Milano: ormai un appuntamento fisso Si tratta di un appuntamento fisso per tutti i franchisee… Leggi tutto »Salone Franchising Milano: tutti i vantaggi del franchising

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Chi fa business con il franchising o ha intenzione di avvicinarsi soltanto ora a questo settore, molto probabilmente guarda già con attenzione alla 31esima edizione del Salone Franchising Milano, programmato per quest’anno dal 3 al 5 novembre 2016.

Salone Franchising Milano: ormai un appuntamento fisso

Salone del franchising di Milano

Si tratta di un appuntamento fisso per tutti i franchisee e i franchisor che vogliono rimanere sempre bene aggiornati sulle sfide che il mercato potrebbe dover fronteggiare in un prossimo futuro; ma il Salone è anche e soprattutto un’occasione utile per ricevere e dare consigli, per affinare il proprio business, per trovare e cogliere delle occasioni di crescita, per reperire dei partner o anche solo per curiosare.

D’altronde è ineludibile: il franchising piace. I primi dati sfornati dal Centro Studi del Salone Franchising Milano affermano infatti che il franchising è cresciuto dello 0.3% rispetto a un anno fa. Si tratta sicuramente di una crescita poco accentuata, ma che conferma comunque l’interesse che le aziende italiane nutrono verso la formula della cosiddetta “vendita affiliata”.

Perché il franchising piace?

franchising: perché piace?

I motivi per cui il franchising va bene sono molti. E’ evidente che il motivo principale è quello di appartenere a un brand ben definito e di  far parte di una rete già nota, così da diventare automaticamente garanzia di affidabilità e di qualità. Inoltre, per chi decide di affidarsi a una catena ci dovrebbero essere meno rischi economici. Il cliente sa di potersi fidare in quanto identifica il marchio con il negozio.

Matteo D’Apolito

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Franchising a Mantova: bando deserto nonostante gli incentivi https://www.business.it/franchising-a-mantova-bando-deserto-nonostante-gli-incentivi/ Thu, 07 Jul 2016 08:21:46 +0000 https://www.business.it/?p=4910 La regione Lombardia aveva provato ad allestire un bando per incentivare l’apertura di negozi in franchising nel centro di Mantova, ma quell’esperimento non è riuscito: il bando è sorprendentemente andato deserto. Strano, dato che in quel caso la Regione aveva “messo in palio” un contributo a fondo perduto di 10mila euro a fronte di 20mila… Leggi tutto »Franchising a Mantova: bando deserto nonostante gli incentivi

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La regione Lombardia aveva provato ad allestire un bando per incentivare l’apertura di negozi in franchising nel centro di Mantova, ma quell’esperimento non è riuscito: il bando è sorprendentemente andato deserto.
franchising in forte espansione all'estero
Strano, dato che in quel caso la Regione aveva “messo in palio” un contributo a fondo perduto di 10mila euro a fronte di 20mila investiti dal commerciante, mentre il comune aveva dato garanzia sul rimborso di due anni di Imu, di Cosap e della tassa sui rifiuti applicata alle imprese.
Ma è veramente andato tutto in fumo? Il vice sindaco nonché assessore al bilancio e alle attività produttive Giovanni Buvoli, spiega: «In compenso abbiamo ottenuto l’interesse di franchisor che erano fuori dall’ottica del bando e che sono rimasti incuriositi dalle agevolazioni fiscali offerte. E così, due contratti sono andati in porto e a settembre apriranno un negozio in franchising operante nel campo alimentare e un altro non in franchising specializzato in capi di abbigliamento artigianali».
gelaterie in franchising
Buvoli annuncia poi che altri due operatori starebbero per apporre la firma su delle nuove attività in franchising nel settore food.
Il bando organizzato dal Pirellone di concerto con il comune non è stato un successo, ma in compenso Mantova sta comunque riuscendo ad arricchire il suo centro storico con dei franchino trovati “in altro modo”. «Negli ultimi tempi – spiega a tal proposito il vice sindaco – non dimentichiamo che ci sono state aperture di 5 nuovi bar e di 7 ristoranti, più altri 10 bar e 8 ristoranti che hanno cambiato di gestione».
Viviana Bottalico

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Franchising, i marchi italiani conquistano il mercato estero https://www.business.it/franchising-i-marchi-italiani-conquistano-il-mercato-estero/ Wed, 01 Jun 2016 11:07:39 +0000 https://www.business.it/?p=3932 I marchi italiani del franchising conquistano l’estero ed in particolar modo le ricche economie del Nord Europa e del Nord America. E mentre guardano con interesse ai mercati occidentali, finiscono col catturare anche l’attenzione di paesi emergenti del calibro di Turchia, India, Iran, Mongolia, Russia e area del Golfo, spingendosi senza tante remore fino all’altro… Leggi tutto »Franchising, i marchi italiani conquistano il mercato estero

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I marchi italiani del franchising conquistano l’estero ed in particolar modo le ricche economie del Nord Europa e del Nord America. E mentre guardano con interesse ai mercati occidentali, finiscono col catturare anche l’attenzione di paesi emergenti del calibro di Turchia, India, Iran, Mongolia, Russia e area del Golfo, spingendosi senza tante remore fino all’altro emisfero terrestre alla volta di Giappone, Corea del Sud e Australia.

‹‹Con più di 460 nuove aperture all’estero nel corso di quest’anno, si rafforza la tendenza di crescita che quest’anno dovrebbe toccare il 35%, il migliore risultato mai raggiunto nel corso degli ultimi anni››, spiega Mario Resca, presidente di Confimprese. ‹‹E’ un modo diverso per far conoscere ed esportare in tutto il mondo la qualità del made in Italy, dove i settori più trainanti sono quelli dell’abbigliamento e del cibo››.

A guidare l’espansione del franchising all’estero c’è Natuzzi, il quale ha in programma l’inaugurazione di 45 negozi e di ben 150 shop-in-shop sparsi tra Brasile, Cina, Francia, Giordania e Regno Unito. Per Original Marines, invece, è il Medio Oriente il mercato più promettente. ‹‹Nel 2015 i negozi dell’area hanno totalizzato 13.1 milioni di ricavi e ora apriremo altri dieci punti vendita con Lifco, la società che li gestisce››, fa sapere Antonio Di Vincenzo, vice presidente di Imap Export che è in possesso del marchio.

In India vanno per la maggiore Nau! (comparto ottico), Natuzzi (arredamento) e Kiko per il make up (quest’ultimo ha anche in programma l’apertura di nuovi punti in franchising in Russia, Brasile ed Emirati Arabi).

Viviana Bottalico

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Pam Local, a Torino il primo punto vendita in franchising https://www.business.it/pam-local-a-torino-il-primo-punto-vendita-in-franchising/ Thu, 26 May 2016 10:00:19 +0000 https://www.business.it/?p=3847 A Torino, a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova, ha appena aperto le porte un nuovo punto vendita Pam Local. Cos’ha di tanto speciale? Si tratta del primo negozio Pam Local nato con la modalità franchising.  ‹‹Questa nuova apertura è per noi uno step importante nello sviluppo del format Local››, spiega Andrea Zoratti, direttore… Leggi tutto »Pam Local, a Torino il primo punto vendita in franchising

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A Torino, a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova, ha appena aperto le porte un nuovo punto vendita Pam Local. Cos’ha di tanto speciale? Si tratta del primo negozio Pam Local nato con la modalità franchising. 

‹‹Questa nuova apertura è per noi uno step importante nello sviluppo del format Local››, spiega Andrea Zoratti, direttore del marchio. Dopo aver assistito a 30 aperture in gestione diretta nel corso dell’ultimo biennio, ora il gruppo ha deciso di aprirsi al mondo del franchising e di farlo proprio a partire dalla città di Torino. ‹‹Pam Local si contraddistingue per via di una formula che è semplice e profittevole e che ben si adatta ai giovani imprenditori›› gli fa eco Guido Ganassin, direttore di Pam Franchising.

pam local apre a Torino

Ed è proprio su queste basi che nasce la modalità del franchising. Pam Local è una catena di negozi all’interno della quale è possibile rinvenire alimenti “di nicchia”, vale a dire alimenti biologici ed etnici, ma anche prodotti per vegani, vegetariani, intolleranti al glutine, al lattosio e così via.

Il format Local nasce insomma per rispondere ad una nuova tendenza che in Italia, così come nel resto d’Europa, sta prendendo piede con forza: offrire ai consumatori i prodotti “non convenzionali” di cui sono alla ricerca è l’obiettivo primo del brand.

Alberto Mengora

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Franchising: Lombardia proroga il bando per la richiesta di contributi https://www.business.it/attivita-in-franchising-la-lombardia-proroga-il-bando-per-la-richiesta-di-contributi/ Thu, 21 Apr 2016 12:00:56 +0000 https://www.business.it/?p=3638 Volete aprire un negozio in franchising? Avete tempo fino al 30 giugno per perfezionare gli accordi con il proprio franchisor e per inoltrare la rispettiva domanda alla Regione. I termini per la richiesta dei contributi sono infatti stati prorogati fino alle ore 16 del 30 giugno 2016, rispetto alla naturale scadenza programmata per il 14 di… Leggi tutto »Franchising: Lombardia proroga il bando per la richiesta di contributi

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Volete aprire un negozio in franchising? Avete tempo fino al 30 giugno per perfezionare gli accordi con il proprio franchisor e per inoltrare la rispettiva domanda alla Regione. I termini per la richiesta dei contributi sono infatti stati prorogati fino alle ore 16 del 30 giugno 2016, rispetto alla naturale scadenza programmata per il 14 di aprile.

Con la proroga delle richieste di contributi relative al bando “Fare impresa in franchising in Lombardia“, la Regione mira a dare una nuova chance ai neocommercianti: l’obiettivo guarda non solo ad una spinta occupazionale, ma è strettamente annesso al rilancio dei centri urbani tramite la formula dell’affiliazione nelle aree della ristorazione, del commercio e dei servizi.

L’iniziativa coinvolge 25 distretti urbani del commercio e riguarda quanti ambiscono a diventare imprenditori di attività in franchising (o a chi vuol trasformare imprese già presenti sul mercato tramite l’affiliazione ad un franchisor).

Per partecipare alla richiesta di contributi per la propria attività in frachising bisogna superare tre fasi: quella della Candidatura, quella della Negoziazione e quella della Presentazione della richiesta di contributo. Contenuto, termini di scadenza e requisiti di partecipazione al bando sono comunque accessibili mediante il portale web

info: www.bandimpreselombarde.it.

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In Italia è boom del franchising https://www.business.it/commercio-e-boom-del-franchising-in-italia/ Wed, 06 Apr 2016 08:36:18 +0000 https://www.business.it/?p=3463 Anche in Italia, ed in particolar modo nel Nordest, è boom del franchising: nell’arco di poche settimane sono sorti nuovi punti vendita relativi al campo del cibo e della moda. Padova e Venezia, ad esempio,  avranno presto  nuove filiali Queen’s Chips, mentre a Marghera sorgerà un nuovo centro La Piadineria, già presente presso noti centri commerciali… Leggi tutto »In Italia è boom del franchising

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Anche in Italia, ed in particolar modo nel Nordest, è boom del franchising: nell’arco di poche settimane sono sorti nuovi punti vendita relativi al campo del cibo e della moda. Padova e Venezia, ad esempio,  avranno presto  nuove filiali Queen’s Chips, mentre a Marghera sorgerà un nuovo centro La Piadineria, già presente presso noti centri commerciali del territorio. In Italia sbarcherà anche Roadhouse Grill (Gruppo Cremonini) che metterà radici ad Affi (Verona), dando lavoro a ben 30 nuovi assunti. Per  quel che riguarda il mondo della moda, alle porte di Udine sta per nascere un nuovo centro Pittarosso .
Spostandoci sul campo dell’erboristeria, invece, è stata programmata l’espansione della catena Lavanda di Venzone tanto in Friuli Venezia Giulia quanto in Veneto (con punti vendita sparsi tra Belluno, Pescheria del Garda, Treviso, Verona, Mestre, Caorle e Padova). E poi ancora Thun, azienda di oggettistica di origine bolzanese, aprirà un nuovo negozio a Castelfranco veneto. Grosse novità anche per il campo dell’ottica, che con il gruppo Nau!, conoscerà tre nuovi punti a Conegliano, Padova e Verona.
Mario Resca, presidente Confimprese, sottolinea come i punti di vendita franchising ‹‹appartengano a settori merceologici diversi e provano la vitalità della particolare formula distributiva, che permette anche a fronte di investimenti iniziali contenuti di avviare una attività autoimprenditoriale sotto la protezione del franchising››. Del resto i numeri parlano chiaro.  Nel mese di gennaio 2016, si è registrata una crescita del +1% in Veneto e Trentino Alto Adige, mentre si risconta una leggera flessione solo per il Friuli Venezia Giulia.
Francesco Rossi

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