Trump Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/trump/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Tue, 12 Jan 2021 14:12:15 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Trump Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/trump/ 32 32 Salvini e i tweet in favore della repubblicana che ha incitato l’assalto a Capital Hill https://www.business.it/salvini-e-i-tweet-in-favore-della-repubblicana-che-ha-incitato-lassalto-a-capital-hill/ Tue, 12 Jan 2021 14:12:15 +0000 https://www.business.it/?p=73160 Se c’è una cosa che Matteo Salvini non sembra aver imparato, nonostante i recenti cali di consenso e una crescente insoddisfazione nei suoi confronti anche da parte degli elettori di centrodestra, è che i social hanno la memoria lunga, molto lunga. E che certe gaffe sono poi impossibili da cancellare in maniera definitiva. Tra le… Leggi tutto »Salvini e i tweet in favore della repubblicana che ha incitato l’assalto a Capital Hill

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Se c’è una cosa che Matteo Salvini non sembra aver imparato, nonostante i recenti cali di consenso e una crescente insoddisfazione nei suoi confronti anche da parte degli elettori di centrodestra, è che i social hanno la memoria lunga, molto lunga. E che certe gaffe sono poi impossibili da cancellare in maniera definitiva. Tra le tante, anche l’appoggio dato nel luglio del 2020 a Lauren Boebert, che aveva appena sconfitto alle primarie del Partito Repubblicano il deputato uscente Scott Tipton. Un messaggio che, all’epoca, aveva spiazzato un po’ tutti.Chi è questa Boebert con la quale Salvini si congratulava tanto? Una candidata dalle posizioni estreme, tanto che diversi democratici avevano fatto confluire voti sul suo rivale repubblicano pur di ostacolarne l’elezione. 33 anni, residente nel Colorado, come riportato da Tpi è una “fervente sostenitrice delle armi, oltre ad avere posizioni di sostegno nei confronti di QAnon, la strampalata teoria che sostiene l’esistenza di un complotto per sovvertire la presidenza di Trump e che da tempo ciancia di network di pedofilia e satanismo tra i potenti del mondo”.Non proprio un nome qualunque, insomma. Finita tra l’altro sui giornali nei mesi scorsi perché era rifiutata di chiudere il suo ristorante durante le restrizioni imposte per la pandemia. Un locale all’interno del quale, dettaglio non da poco, lei e le cameriere sfilano con le armi in bella mostra. Durante l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, Boebert ha lanciato numerosi tweet segnalando ai manifestanti gli spostamenti dei senatori e della speaker della Camera Nancy Pelosi, suscitando un enorme sdegno nell’opinione pubblica americana e spingendo diversi politici dem e associazioni dei diritti civili a sottoscrivere una lettere in cui la si accusa di avere “incitato alla violenza”. La scelta migliore, caro Salvini, per mostrarsi solidali.

“Resa dei conti? Renzi deve trattenere l’orgasmo”. E Bersani fa impazzire i social

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Trump fa retromarcia: “Scioccato dalle violenze, ora serve una riconciliazione” https://www.business.it/trump-fa-retromarcia-scioccato-dalle-violenze-ora-serve-una-riconciliazione/ Fri, 08 Jan 2021 07:59:52 +0000 https://www.business.it/?p=73047 Per la prima volta Donald Trump ha riconosciuto la sconfitta alle elezioni presidenziali americane, ammettendo che il 20 gennaio sarà il turno di una nuova amministrazione destinata a insediarsi. Lo ha fatto in un discorso durante il quale ha preso le distanze dalle violenze dell’assalto al Congresso, senza però mai nominare direttamente il nuovo inquilino… Leggi tutto »Trump fa retromarcia: “Scioccato dalle violenze, ora serve una riconciliazione”

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Per la prima volta Donald Trump ha riconosciuto la sconfitta alle elezioni presidenziali americane, ammettendo che il 20 gennaio sarà il turno di una nuova amministrazione destinata a insediarsi. Lo ha fatto in un discorso durante il quale ha preso le distanze dalle violenze dell’assalto al Congresso, senza però mai nominare direttamente il nuovo inquilino della Casa Bianca, Joe Biden: “Il mio obiettivo ora è di assicurare una transizione dei poteri tranquilla e ordinata”.Un colpo di scena arrivato attraverso un video apparso su Twitter in cui, dopo i tragici eventi che hanno scosso l’America e il mondo in queste ore, Trump si è rivolto agli americani condannando le violenze e lanciando un appello alla riconciliazione. “È l’ora di raffreddare gli animi e di ripristinare la calma. Bisogna tornare alla normalità dell’America” ha affermato il presidente uscente.

Poi la condanna ai manifestanti di Capital Hill: “Voi non rappresentate il nostro Paese. E coloro che hanno infranto la legge pagheranno” ha affermato, dicendosi scioccato da quanto accaduto e ribadendo come l’America deve essere il Paese del ‘law and order’. Nessun cenno, stavolta, a presunti brogli elettori e nessuna denuncia di elezioni truccate, ma solo un richiamo alla lotta per difendere la democrazia americana e assicurare l’integrità del voto.Una presa di posizione arrivata dopo che si sono a lungo rincorse voci su una possibile rimozione dall’incarico di Trump prima del 20 gennaio, giorno in cui Biden si insedierà alla Casa Bianca. I leader democratici in Congresso, Nancy Pelosi e Chuck Schumer, hanno richiesto il ricorso al venticinquesimo emendamento e, in caso contrario, si sono detti pronti anche a un nuovo impeachment. Ma il vicepresidente Mike Pence, che ha un ruolo fondamentale per innescare l’eventuale rimozione del presidente, si è detto contrario, così come Joe Biden.

Uniti anche nella morte, marito e moglie muoiono a distanza di poche ore

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Rotondi (Forza Italia): “La deriva del trumpismo archivia il centrodestra” https://www.business.it/rotondi-forza-italia-la-deriva-del-trumpismo-archivia-il-centrodestra/ Thu, 07 Jan 2021 15:47:00 +0000 https://www.business.it/?p=73019 Il vicepresidente di Forza Italia alla Camera Gianfranco Rotondi ha preso le distanze dai drammatici avvenimenti che hanno scosso l’America in queste ore, con l’assalto di alcuni sostenitori di Donald Trump al Congresso sfociato in duri scontri e costato, complessivamente, quattro morti: “”Non sono mai stato prevenuto verso Trump ma la deriva del trumpismo e… Leggi tutto »Rotondi (Forza Italia): “La deriva del trumpismo archivia il centrodestra”

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Il vicepresidente di Forza Italia alla Camera Gianfranco Rotondi ha preso le distanze dai drammatici avvenimenti che hanno scosso l’America in queste ore, con l’assalto di alcuni sostenitori di Donald Trump al Congresso sfociato in duri scontri e costato, complessivamente, quattro morti: “”Non sono mai stato prevenuto verso Trump ma la deriva del trumpismo e i suoi emuli italiani e europei, archiviano il centrodestra”.“Sono stato venticinque anni fa un ideologo – da direttore del ‘Popolo’ – dell’incontro del centro con la destra democratica ma c’erano la Thathcher, Reagan, Fini. Sì, Gianfranco Fini che molti vorrebbero dimenticare ma che ha dato all’Italia una destra democratica, europea e di governo. Adesso non me la sento. Il cinismo porterebbe a piegarci alla convenienza dei numeri ma un realismo politico più generoso deve portare il Centro a ridarsi un chiaro confine a destra, e gli intellettuali e dirigenti di destra a tornare di corsa a Fiuggi”. Parole arrivate poco dopo la presa di posizione del parlamentare azzurro Stefano Mugnai, che aveva subito tuonato: “Sono in politica perché non sopporto gli ‘ismi’: sono sempre delle tragiche scorciatoie inutili, superficiali e pericolose” aveva detto, invitando tutti a condannare quanto accaduto in America.“Son mi rassegno a un centrodestra italiano, la mia casa politica, che si autodefinisca ‘ista’ e che magari, dopo averlo visto all’opera, tifi fino in fondo per Trump. Impresentabile, sotto tutti i profili. Dal profilo democratico fino a quello estetico”.

Italia Viva ancora contro il governo: “C’è una maggioranza nella maggioranza”

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L’assalto dei sostenitori di Trump? I Simpson lo avevano già previsto https://www.business.it/lassalto-dei-sostenitori-di-trump-i-simpson-lo-avevano-gia-previsto/ Thu, 07 Jan 2021 14:05:51 +0000 https://www.business.it/?p=73010 Come già accaduto in passato con altri storici eventi, sembra proprio che il creatore dei Simpson Matt Groening avesse previsto il folle assalto dei fan di Trump al Campidoglio che ha fatto precipitare nella paura gli Stati Uniti. Scene analoghe, in maniera inquietante, a quelle messe in scena dai celebri personaggi gialli del piccolo schermo… Leggi tutto »L’assalto dei sostenitori di Trump? I Simpson lo avevano già previsto

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Come già accaduto in passato con altri storici eventi, sembra proprio che il creatore dei Simpson Matt Groening avesse previsto il folle assalto dei fan di Trump al Campidoglio che ha fatto precipitare nella paura gli Stati Uniti. Scene analoghe, in maniera inquietante, a quelle messe in scena dai celebri personaggi gialli del piccolo schermo nella puntata Bart to the Future, andata in onda nel 2000, e che vedeva Lisa diventare il primo presidente donna degli Usa succedendo, guarda caso, proprio a Donald Trump, che aveva lasciato il Paese in bancarotta.Un evento che, nella celebre serie di cartoni animati, dava il là a un susseguirsi di episodi tra i quali proprio l’assalto di una folla inferocita, in maniera non troppo dissimile da quanto realmente accaduto in queste ore, e che culminava poi nella distruzione della città messa a ferro e fuoco, con l’episodio che si chiudeva, drammaticamente, con l’immagine di Homer seduto sul tetto di casa sua con in braccio un fucile. Un parallelismo che gli utenti hanno subito sottolineato in rete.Come detto, non è la prima volta che i Simpson diventano di colpo famosi per le loro “previsioni” avverate nel giro di pochi anni. In passato, Homer e la sua famiglia si erano rivelati provetti Nostradamus soprattutto nell’immaginare in anticipo l’impatto delle nuove tecnologie sulla vita delle persone: dal traduttore del linguaggio infantile descritto nel 1992 e e realizzato nel 2009, all’iPod disegnato già nel 1996.Anche l’esistenza del bosone di Higgs era stata anticipata dai Simpson, nel 1999. Nel 1994 era invece stato previsto lo scandalo della carne di cavallo e nel 2007 quello successivo alle intercettazioni dell’Nsa. Nel 2008 era stata la volta del caos causato dalle macchine per votare, che avevano finito per sbagliare il candidato.

 

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Trump, gli avvocati alzano bandiera bianca: ritirata la causa in Arizona https://www.business.it/trump-gli-avvocati-alzano-bandiera-bianca-ritirata-la-causa-in-arizona/ Sat, 14 Nov 2020 07:48:15 +0000 https://www.business.it/?p=71588 Passi avanti lungo la strada che porta al riconoscimento da parte di Donald Trump della sconfitta nel corso dell’ultima tornata elettorale, un passaggio considerato di fondamentale importanza dall’opinione pubblica americana e che ha visto invece, finora, il presidente uscente non tendere la mano al vincitore, il democratico Joe Biden. Nelle ultime ore, però, qualcosa ha… Leggi tutto »Trump, gli avvocati alzano bandiera bianca: ritirata la causa in Arizona

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Passi avanti lungo la strada che porta al riconoscimento da parte di Donald Trump della sconfitta nel corso dell’ultima tornata elettorale, un passaggio considerato di fondamentale importanza dall’opinione pubblica americana e che ha visto invece, finora, il presidente uscente non tendere la mano al vincitore, il democratico Joe Biden. Nelle ultime ore, però, qualcosa ha iniziato a muoversi intorno all’ormai ex inquilino della Casa Bianca.Gli avvocati della campagna di Donald Trump hanno infatti ritirato la causa in Arizona, riconoscendo che il suo esito non avrebbe ad ogni modo spostato abbastanza voti per modificare il risultato elettorale nello stato. “Dalla chiusura dell’udienza di ieri, il conteggio dei voti ha reso inutile una sentenza in merito ai voti per le presidenziali” ha dichiarato l’avvocato di Trump Kory Langhofer a una corte dello stato dell’Arizona. Nelle ore precedenti era stato reso noto che lo studio legale Porter Wright Morris & Arthur che assisteva la campagna Trump nel tentativo di bloccare la proclamata vittoria di Joe Biden in Pennsylvania si era ritirato dal caso. L’ex presidente, da par suo, non sembra ancora intenzionato ad arrendersi ma nelle ultime ore ha spostato il bersaglio delle polemiche, concentrandosi sull’arrivo del vaccino contro il Covid-19 piuttosto che sull’esito delle tornata elettorale.Il presidente americano Donald Trump ha annunciato che da aprile 2021 “sarà disponibile per tutta la popolazione americana ” il vaccino Pfzier. Con la sola eccezione di New York, dove si dovrà attendere “l’autorizzazione del governatore ” che finora “per motivi politici” si è rifiutato di collaborare.

Anziani meno soli: nasce “la stanza degli abbracci”

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La Commissione Etica Usa: “Se Trump non riconosce la sconfitta, interverremo” https://www.business.it/la-commissione-etica-usa-se-trump-non-riconosce-la-sconfitta-interverremo/ Thu, 12 Nov 2020 17:25:38 +0000 https://www.business.it/?p=71510 Mentre Donald Trump continua a non riconoscere la vittoria del suo rivale Joe Biden, ormai ufficialmente presidente degli Stati Uniti d’America, cresce la tensione legata agli strascichi del voto. Il senatore repubblicano dell’Oklahoma, James Lankford, si è unito al coro dei suoi colleghi democratici preoccupati per la mancata apertura di una fase di transizione presidenziale. Lankford, alla… Leggi tutto »La Commissione Etica Usa: “Se Trump non riconosce la sconfitta, interverremo”

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Mentre Donald Trump continua a non riconoscere la vittoria del suo rivale Joe Biden, ormai ufficialmente presidente degli Stati Uniti d’America, cresce la tensione legata agli strascichi del voto. Il senatore repubblicano dell’Oklahoma, James Lankford, si è unito al coro dei suoi colleghi democratici preoccupati per la mancata apertura di una fase di transizione presidenziale. Lankford, alla guida della Commissione Etica del Senato americano, ha dichiarato che interverrà direttamente se entro la fine della settimana l’amministrazione Trump non avrà ancora consentito al de facto presidente eletto Joe Biden di accedere ai briefing quotidiani dell’intelligence. Accedere hai briefing dell’intelligence è uno dei primi diritti di un presidente eletto ed è cruciale per assicurare una transizione efficacie oltre che per garantire l’assenza di gaps nella sicurezza nazionale. A sostengo dell’urgenza di muovere in questa direzione, Lankford ha citato come vi sia un consenso bipartisan che la transizione abbreviata a seguito delle contestate elezioni delle 2000 abbia contribuito ad esporre gli Stati Uniti agli attacchi terroristici dell’11 settembre.Da par suo Joe Biden ha dichiarato che i briefing quotidiani “sarebbero utili, ma non necessari” e che il suo vice, Kamala Harris, ha comunque accesso alle informazioni rilevanti essendo membro della Commissione Intelligence del Senato. Biden ha tuttavia espresso frustazione per come il presidente Trump sta gestendo, malamente, questa delicata fare di transizione.Una frustrazione condivisa anche nel partito Repubblicano, dove sempre più esponenti di primo piano ritengono che Trump stia solo perdendo tempo e che muovendo accuse infondate, destinate a non cambiare nulla del risultato odierno, la tensione avrà solo l’effetto di rafforzare la base cospirazionista che inneggia al presidente uscente e compromettere la futura stabilità del paese.

Come riportato dalle testate americane, altre figure di spicco del partito repubblicano si sono subito aggiunte a Lankford. Tra loro spiaccano il decano del GOP in congresso Senatore Chuck Grassley, una delle stelle nascenti che in passato fu candidato alle primarie del partito, il Sen. Marco Rubio e infine il capogruppo repubblicano al senato, John Thune. Tra i favorevoli ad iniziare la transitione spicca anche un nome curioso, quello di Lindsey Graham uno dei parlamentari “più vicini al Presidente che in questi giorni ha sostenuto con forza la battaglia di Trump e lo ha spinto a non concedere la vittoria a Biden.”

Figlio di migranti, in lotta coi pregiudizi: oggi Ugur è “l’uomo che sconfiggerà il Covid”

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Trump sempre più in imbarazzo: il conteggio dei voti è diventato umiliante https://www.business.it/trump-sempre-piu-in-imbarazzo-il-conteggio-dei-voti-e-diventato-umiliante/ Thu, 12 Nov 2020 14:10:26 +0000 https://www.business.it/?p=71502 Passano i giorni, non diminuiscono le polemiche sul fronte elezioni negli Stati Uniti. Ma aumenta, in maniera crescente, l’imbarazzo degli ambienti vicini all’ex presidente Donald Trump, che rifiuta ancora di riconoscere come legittimo vincitore del voto il rivale democratico Joe Biden, neo inquilino della Casa Bianca. Mentre il mondo ha celebrato il successo di quest’ultimo,… Leggi tutto »Trump sempre più in imbarazzo: il conteggio dei voti è diventato umiliante

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Passano i giorni, non diminuiscono le polemiche sul fronte elezioni negli Stati Uniti. Ma aumenta, in maniera crescente, l’imbarazzo degli ambienti vicini all’ex presidente Donald Trump, che rifiuta ancora di riconoscere come legittimo vincitore del voto il rivale democratico Joe Biden, neo inquilino della Casa Bianca. Mentre il mondo ha celebrato il successo di quest’ultimo, il magnate suo predecessore insiste ancora con la storia dei brogli, invocando l’annullamento della consultazione. Ma i numeri sono sempre meno dalla sua parte.Come evidenziato dai media americani, infatti, più lo scrutinio va avanti e più aumenta la distanza tra i due candidati, a sottolineare come la vittoria di Biden non sia in realtà nemmeno mai stata in dubbio. Una volta che anche i voti postali sono stati quasi del tutto conteggiati, anche se l’esito è ormai chiaro, la forbice è sempre più larga: nelle ultime ore, Biden ha addirittura distanziato Trump di oltre 5 milioni di preferenze.Anche sul fronte dei grandi elettori, Trump arranca in maniera sempre più evidente. L’ex presidente americano sembra infatti destinato a fermarsi a quota 232, mentre Biden sembra lanciato verso i 306. Un divario talmente grande da rendere superfluo qualsiasi riconteggio, accusa di brogli o quant’altro, come sottolineato anche dai media americani.Alcuni consiglieri del presidente uscente hanno confermato alla Nbc che, comunque, Trump potrebbe non riconoscere mai il successo del rivale. “Potrebbe dire qualcosa come: non credo ai risultati ma non li contesto, in modo da uscirsene di scena senza comunque aver ammesso di aver perso”.

Cosa c’è davvero dietro la trattativa Cdp-Benetton e perché lo Stato rischia di perderci

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Per i giornali americani Salvini diventa “la cheerleader di Trump” https://www.business.it/per-i-giornali-americani-salvini-diventa-la-cheerleader-di-trump/ Fri, 06 Nov 2020 15:47:48 +0000 https://www.business.it/?p=71271 Aveva sorpreso un po’ tutti, Matteo Salvini, sfoggiando nelle sue ultime uscite in pubblico una mascherina griffata con il logo della campagna elettorale del presidente americano Donald Trump, impegnato in una corsa alla Casa Bianca che però, mentre gli spogli non sono ancora terminati, lo vede probabile sconfitto a vantaggio del rivale Joe Biden. Una… Leggi tutto »Per i giornali americani Salvini diventa “la cheerleader di Trump”

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Aveva sorpreso un po’ tutti, Matteo Salvini, sfoggiando nelle sue ultime uscite in pubblico una mascherina griffata con il logo della campagna elettorale del presidente americano Donald Trump, impegnato in una corsa alla Casa Bianca che però, mentre gli spogli non sono ancora terminati, lo vede probabile sconfitto a vantaggio del rivale Joe Biden. Una scelta, quella del leader della Lega, che non aveva mancato di far discutere. E che non è passata inosservata nemmeno al di là dell’Oceano.Salvini, oltre a lasciarsi immortalare con la mascherina dedicata a Trump, in questi giorni aveva manifestato ulteriormente la sua vicinanza al presidente uscente degli Stati Uniti con un messaggio in cui sposava la linea dei possibili brogli elettorali a vantaggio di Biden, gettando benzina sul fuoco delle polemiche: “Ha ragione Trump, fa bene a chiedere di controllare voto per voto. Ci sono posti dove ci sono più voti che votanti. Ci saranno sorprese, aspettatevele. Confido che possano arrivare delle sorprese”.Di fronte all’attacco dell’ex ministro degli Interni, però, molte testate americane non sono rimaste in silenzio, sottolineando come di fatto i post condivisi da Salvini per dar credito alla sua teoria, quella dei brogli anti-Trump, fossero delle palesi bufale provenienti da siti non troppo affidabili. L’amore per il presidente Usa è però servito al Capitano per guadagnarsi un altro soprannome: “Trump’s Italian cheerleader”, ovvero la cheerleader italiana di Trump.Ad affibbiare a Salvini questo nomignolo è stato l’Independent, scherzando sull’atteggiamento di totale devozione adottato in questi giorni dal leghista. Scherzandoci sopra, molti utenti hanno anche fatto notare un dettaglio: considerando l’esito quasi sicuramente a favore di Biden del voto, forse al numero uno del Carroccio non si addice il ruolo di portafortuna.

Conte replica a Salvini: “Non stiamo dando schiaffi alle Regioni, fermiamo il Covid”

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Trump parla senza mascherina, per gli americani “nasconde i colpi di tosse” https://www.business.it/trump-parla-senza-mascherina-per-gli-americani-nasconde-i-colpi-di-tosse/ Tue, 06 Oct 2020 13:06:19 +0000 https://www.business.it/?p=70156 Il primo gesto di Donald Trump appena dimesso dal Walter Reed Medical Center, nonostante in questi giorni abbiano dovuto somministrargli un cocktail sperimentale e un farmaco considerato salvavita nei pazienti gravi per Covid, è stato quella di togliere la mascherina dal viso. Il presidente, che ha avuto due volte necessità di ossigeno di recente, si è subito rituffato,… Leggi tutto »Trump parla senza mascherina, per gli americani “nasconde i colpi di tosse”

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Il primo gesto di Donald Trump appena dimesso dal Walter Reed Medical Center, nonostante in questi giorni abbiano dovuto somministrargli un cocktail sperimentale e un farmaco considerato salvavita nei pazienti gravi per Covid, è stato quella di togliere la mascherina dal viso. Il presidente, che ha avuto due volte necessità di ossigeno di recente, si è subito rituffato, così, nella campagna elettorale che lo vede impegnato in una nuova corsa verso la Casa Bianca. Ma molti utenti hanno criticato il suo atteggiamento.Il presidente americano è sceso dal Marine One, l’elicottero presidenziale che dall’ospedale militare dove era stato ricoveratolo ha riportato sul prato di 1600 Pensylvania Avenue, e ha alzato i pollici. Scena ovviamente preparata a tavolino e che però ha scatenato l’indignazione di tanti cittadini, con tanto di aria solenne e il saluto militare. Poco dopo sull’account Twitter di Trump è comparso un video di 90 secondi in cui lancia un nuovo messaggio agli americani: “State attenti, siate prudenti, ma uscite fuori, non lasciate dominarvi dal virus, si può combattere. Dobbiamo riaprire la nostra economia”.Un concetto che Trump aveva già espresso in un tweet prima di essere dimesso, invitando tutti a non farsi condizionare dalla pandemia che – ha sottolineato – si può battere con i farmaci e le competenze a disposizione. “Mi sento più forte di 20 anni fa” ha detto poi Trump in un video rilasciato al suo rientro. “Lo dica alle famiglie degli oltre 205 mila americani già morti per il Covid” ha replicato lo sfidante Joe Biden parlando da Miami, in quella Florida che ancora una volta sarà uno stato chiave per decidere chi uscirà vincitore dalle urne delle presidenziali del 3 novembre.Molti utenti si sono concentrati sul modo di parlare di Trump, sostenendo che nel pronunciare il suo discorso il presidente stava evidentemente trattenendo dei colpi di tosse, per non mostrarsi ancora debilitato dal Covid-19. Le sue parole sono state bollate come “scellerate” e “irresponsabili” da molti americani, che non hanno per niente gradito lo show del presidente uscente, in difficoltà secondo i sondaggi nella corsa alla riconferma.

“Cosa ho imparato dal Covid: vi racconto le mie ore in ospedale e le grida dei pazienti”

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Nervi tesi in famiglia Trump: Melania attacca la politica del marito https://www.business.it/nervi-tesi-in-famiglia-trump-melania-attacca-la-politica-del-marito/ Fri, 02 Oct 2020 11:42:08 +0000 https://www.business.it/?p=69996 Una notizia che ha fatto salire la tensione anche all’interno della famiglia Trump, quella della positività sua e della first lady Melania. I due, d’altronde, già in passato avevano mostrato un orientamento ben diverso nei confronti dell’emergenza. La moglie del presidente, infatti, non era sembrata in linea con la sufficienza del marito, che aveva a… Leggi tutto »Nervi tesi in famiglia Trump: Melania attacca la politica del marito

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Una notizia che ha fatto salire la tensione anche all’interno della famiglia Trump, quella della positività sua e della first lady Melania. I due, d’altronde, già in passato avevano mostrato un orientamento ben diverso nei confronti dell’emergenza. La moglie del presidente, infatti, non era sembrata in linea con la sufficienza del marito, che aveva a lungo anche rifiutato di indossare la mascherina. Lei, invece, ad aprile dava consigli per evitare il contagio attraverso una serie di tweet. Proprio attraverso un cinguettio Melania ha commentato la sua positività con delle parole non casuali.“Come hanno già fatto troppi americani quest’anno, io e il presidente siamo in quarantena a casa dopo essere risultati positivi al test per il Covid-19 – ha scritto la donna- Stiamo bene e ho posticipato tutti i prossimi impegni. Mi raccomando, state al sicuro e supereremo tutto questo insieme”.  La stampa americana ha già parlato di “più grave minaccia alla salute di un presidente degli Stati Uniti, anche perché l’età di Trump, 74 anni, e il suo peso (lo scorso anno il suo medico lo aveva definito tecnicamente obeso, anche se in salute) lo inseriscono nella categoria più in pericolo. La stessa Melania, a 50 anni, è a rischio di complicazioni. Per ora il medico Sean Conley scrive che “entrambi stanno bene”, e che il presidente continuerà a esercitare le sue funzioni, nonostante la possibilità riconosciutagli dalla legge di trasferire il suo potere al vice Mike Pence in caso di emergenza.Bloccati alla Casa Bianca, dove dormono in stanze separate, Donald e Melania si ritrovano ora a confrontarsi con un virus che ha colpito circa 7,2 milioni di persone negli Stati Uniti, uccidendone oltre 207 mila. A contagiarli è stata la consigliera del presidente Hope Hicks, che nei giorni scorsi era risultata positiva dopo aver viaggiato senza mascherina sull’Air Force One verso il dibattito di Cleveland e poi verso il comizio di Duluth, in Minnesota. Proprio l’assenza di precauzioni avrebbe fatto infuriare Melania, spesso indispettita dalle politiche del marito.
Cazzullo contro Conte: “Eccessiva la proroga dello stato di emergenza fino a gennaio”

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L’allarme dagli Usa: “Il coronavirus avrà effetti devastanti su Trump” https://www.business.it/lallarme-dagli-usa-il-coronavirus-avra-effetti-devastanti-su-trump/ Fri, 02 Oct 2020 06:43:27 +0000 https://www.business.it/?p=69970 Donald Trump e la first lady Melania sono positivi al coronavirus. La conferma è arrivata su Twitter dallo stesso capo della Casa Bianca, che ha cinguettato: “La First Lady ed io siamo risultati positivi al Covid-19. Iniziamo subito la quarantena e il processo di guarigione. INSIEME ce la faremo!”. Il medico del presidente ha confermato la… Leggi tutto »L’allarme dagli Usa: “Il coronavirus avrà effetti devastanti su Trump”

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Donald Trump e la first lady Melania sono positivi al coronavirus. La conferma è arrivata su Twitter dallo stesso capo della Casa Bianca, che ha cinguettato: “La First Lady ed io siamo risultati positivi al Covid-19. Iniziamo subito la quarantena e il processo di guarigione. INSIEME ce la faremo!”. Il medico del presidente ha confermato la notizia della positività di Donald e Melania, affermando che stanno bene. “Donald continuerà a portare avanti i suoi compiti “senza alcuna interruzione” ha aggiunto. Ma la Casa Bianca ha annunciato che il presidente ha annullato il viaggio in Florida previsto per oggi, nell’ambito della sua campagna elettorale. E in molti si chiedono ora come potrà il presidente americano far fronte ai tanti impegni in agenda in vista delle prossime elezioni. Il sospetto che Trump potesse essere positivo era stato già avanzato dopo i risultati del test di una delle sue consigliere più fidate, Hope Hicks.Nei giorni scorsi la donna aveva volato al fianco del presidente – senza mascherina – accompagnandolo prima a Cleveland dove si è tenuto il primo dibattito televisivo di questa campagna 2020. Poi a Duluth, Minnesota, dove Trump ne aveva tenuto uno all’aperto. Il risultato del test di Trump potrebbe avrà difficoltà immediate per il futuro della sua campagna contro l’ex vicepresidente Joseph R. Biden Jr., il suo sfidante democratico, a soli 33 giorni dalle elezioni del 3 novembre. Anche se Trump, 74 anni, rimane asintomatico, dovrà ritirarsi dal percorso della campagna elettorale e rimanere isolato alla Casa Bianca per un periodo di tempo indeterminato.Il test positivo potrebbe inoltre rivelarsi devastante per l’immagine di un presidente che per mesi ha sminuito la gravità della pandemia, anche mentre il virus stava devastando il Paese e uccidendo circa mille americani in più ogni giorno. Trump aveva ripetutamente predetto che il coronavirus “sta per scomparire”, affermando che ormai la situazione era sotto controllo e insistitendo sul fatto che il Paese stava “girando l’angolo” fino alla fine. Ha anche sempre messo in dubbio gli scienziati dicendo che si erano sbagliati sulla gravità della situazione.

La soluzione di Johnson per fermare l’immigrazione: “Mettere i migranti su navi a largo delle coste”

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Scontro Chiesa-Usa: “Pompeo non sarà ricevuto, Trump vuole strumentalizzare il papa” https://www.business.it/scontro-chiesa-usa-pompeo-non-sara-ricevuto-trump-vuole-strumentalizzare-il-papa/ Wed, 30 Sep 2020 11:14:58 +0000 https://www.business.it/?p=69869 Scontro frontale tra la Chiesa e gli Stati Uniti, in un momento particolarmente caldo per la storia politica americana che si prepara a elezioni di fuoco. Mike Pompeo, segretario di Stato americano, non sarà infatti ricevuto dal papa, che ha voluto così mettersi al riparo da eventuali polemiche o tentativi di strumentalizzazione. Una notizia che… Leggi tutto »Scontro Chiesa-Usa: “Pompeo non sarà ricevuto, Trump vuole strumentalizzare il papa”

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Scontro frontale tra la Chiesa e gli Stati Uniti, in un momento particolarmente caldo per la storia politica americana che si prepara a elezioni di fuoco. Mike Pompeo, segretario di Stato americano, non sarà infatti ricevuto dal papa, che ha voluto così mettersi al riparo da eventuali polemiche o tentativi di strumentalizzazione. Una notizia che ha preso in controtempo la stessa Casa Bianca.“C’è un tentativo di strumentalizzare Papa Francesco nella partecipazione del segretario di Stato Usa Mike Pompeo a un simposio in Vaticano” sono state le parole di monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati, che ha così anticipato la decisione del pontefice.“Questa è una delle ragioni per cui il Papa non lo riceve” ha poi aggiunto Gallagher, a margine del simposio sulla libertà religiosa organizzato dall’ambasciata degli Usa presso la Santa Sede e aperto proprio da Pompeo, che aveva detto: “Giovanni Paolo II ha sfidato la tirannide, facendo questo ha dimostrato come la Santa Sede può muovere il mondo in una direzione più umana come nessuna altra istituzione”.Pompeo aveva poi espresso un suo augurio affinché “possiamo essere così coraggiosi nel nostro tempo”. Il segretario di Stato americano aveva avuto in precedenza un colloquio di circa un’ora con il premier Giuseppe Conte.

Salvini non lo dice, ma anche il presidente dell’Inail (scelto da lui) ha avuto l’aumento

 

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Trump all’Onu: “La Cina va considerata responsabile per il coronavirus” https://www.business.it/trump-allonu-la-cina-va-considerata-responsabile-per-il-coronavirus/ Tue, 22 Sep 2020 15:19:53 +0000 https://www.business.it/?p=69596 Donald Trump ha detto davanti all’Onu che dovremmo rendere responsabile la Cina “che ha diffuso questa piaga nel mondo”. Il presidente degli Stati Uniti ha parlato anche di ‘China virus’ e di ‘nemico invisibile’. Trump ha sorpreso l’Assemblea dell’Onu con un intervento registrato alla Casa Bianca e durato molto meno dei 15 minuti riservati a ogni… Leggi tutto »Trump all’Onu: “La Cina va considerata responsabile per il coronavirus”

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Donald Trump ha detto davanti all’Onu che dovremmo rendere responsabile la Cina “che ha diffuso questa piaga nel mondo”. Il presidente degli Stati Uniti ha parlato anche di ‘China virus’ e di ‘nemico invisibile’. Trump ha sorpreso l’Assemblea dell’Onu con un intervento registrato alla Casa Bianca e durato molto meno dei 15 minuti riservati a ogni leader nel corso del dibattito generale.Il discorso di Trump è stato quasi completamente incentrato sull’attacco alla Cina. “Sono orgoglioso di aver messo l’America al primo posto”, ha detto il presidente degli Usa. “Settantacinque anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la fondazione dell’Onu, ci troviamo ancora una volta impegnati in una battaglia globale. Negli Stati Uniti abbiamo lanciato la mobilitazione più aggressiva dalla Seconda Guerra Mondiale”.Trump ha poi  i progressi fatti sul fronte della costruzione dei ventilatori polmonari, delle cure, e dei vaccini, tre dei quali “arrivati alle fasi finali della sperimentazione”, mentre già se ne stanno producendo milioni di dosi. “Distribuiremo un vaccino, sconfiggeremo il virus, e metteremo fine alla pandemia ed entreremo in un’era di prosperità, pace e cooperazione senza precedenti” ha concluso Trump.Immediata la replica cinese: “La pandemia va affrontata insieme, uniti, e seguendo la scienza. Ogni tentativo di politicizzare o stigmatizzare la pandemia deve essere respinto”. Lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping all’assemblea generale dell’Onu, in un video pre-registrato.

Salvini schiacciato dall’Europa: gli italiani hanno scelto di fidarsi dell’Ue

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Ora per Trump indossare la mascherina “è un gesto da veri patrioti” https://www.business.it/ora-per-trump-indossare-la-mascherina-e-un-gesto-da-veri-patrioti/ Tue, 04 Aug 2020 09:59:42 +0000 https://www.business.it/?p=68132 Schiacciato da sondaggi che lo vedono come sicuro sconfitto nella prossima corsa alla Casa Bianca e criticato per la gestione dell’emergenza coronavirus, Donald Trump cerca una rapida retromarcia per riguadagnare almeno un po’ del consenso perduto tra gli elettori. Passando così in pochi giorni dal disprezzo per le misure di sicurezza anti-Covid, più volte bollate… Leggi tutto »Ora per Trump indossare la mascherina “è un gesto da veri patrioti”

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Schiacciato da sondaggi che lo vedono come sicuro sconfitto nella prossima corsa alla Casa Bianca e criticato per la gestione dell’emergenza coronavirus, Donald Trump cerca una rapida retromarcia per riguadagnare almeno un po’ del consenso perduto tra gli elettori. Passando così in pochi giorni dal disprezzo per le misure di sicurezza anti-Covid, più volte bollate come inutili, a una dichiarazione di tutt’altro stampo: “I patrioti indossano la mascherina”.Un passaggio che ha scatenato non poche ironie intorno al presidente americano, che in passato aveva rifiutato di usare la protezione per il viso in varie occasioni. Oggi, invece, Trump esorta i suoi sostenitori a indossare la mascherina per contrastare la diffusione del coronavirus. In una email mandata dalla sua campagna e firmata da lui si legge: “Siamo in questa situazione tutti insieme e mentre so che c’è stata un po’ di confusione sull’uso delle mascherine, penso che è qualcosa che dovremmo tutti cercare di fare quando non siamo in grado di mantenere il distanziamento sociale”.“Non mi piace indossarle – ha ammesso Trump nella mail dal titolo I patrioti indossano la mascherina – ma possono forse aiutarci a ritornare al nostro modo di vivere americano che molti di noi giustamente amavano prima che fossimo colpiti in modo così terribile dal virus cinese”. Il presidente ha proseguito sostenendo che “non abbiamo nulla da perdere, anzi tutto da guadagnare, compreso il prossimo capitolo nel futuro del nostro Paese”. Così tenendo “aperto tutto, che siano le scuole o attività commerciali”. Infine, Trump ha ricordato di aver di recente twittato che “molti considerano indossare la mascherina un atto patriottico e non c’è nessuno più patriottico di me”.
L’annuncio (senza senso) di Salvini: “L’emergenza coronavirus è finita”

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Gli americani invidiano l’Italia: “Loro hanno saputo gestire il coronavirus” https://www.business.it/gli-americani-invidiano-litalia-loro-hanno-saputo-gestire-il-coronavirus/ Fri, 31 Jul 2020 11:31:37 +0000 https://www.business.it/?p=68032 “Perché l’America di Trump non riesce a imitare l’Italia?”. Non una provocazione, ma la domanda che si è realmente posto Paul Krugman, da vent’anni opinionista di spicco del New York Times, riflettendo sulla gestione dell’emergenza coronavirus, che continua a spaventare gli Stati Uniti con dati allarmanti su decessi e numero di contagiati. Un interrogativo al… Leggi tutto »Gli americani invidiano l’Italia: “Loro hanno saputo gestire il coronavirus”

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“Perché l’America di Trump non riesce a imitare l’Italia?”. Non una provocazione, ma la domanda che si è realmente posto Paul Krugman, da vent’anni opinionista di spicco del New York Times, riflettendo sulla gestione dell’emergenza coronavirus, che continua a spaventare gli Stati Uniti con dati allarmanti su decessi e numero di contagiati. Un interrogativo al quale si sono uniti molti utenti del quotidiano americano, che hanno rilanciato: “Siamo arrivati al punto in cui è il resto del mondo a provare pena per noi”.Vincitore del Nobel per l’economia nel 2008, Krugman ha pubblicato sul New York Times un’approfondita analisi delle differenze tra Italia e Stati Uniti sulla gestione della crisi Covid-19, sostenendo che l’Italia, Paese segnato negli anni dalle difficoltà legate a una classe politica instabile, all’assenza di una visione strategica e all’impatto minimo delle riforme, è comunque riuscita a mettere in piedi una strategia vittoriosa nel momento più difficile, prima fra tutti i Paesi occidentali a fare i conti con il patogeno.A funzionare è stato innanzitutto il senso di unità di una nazione che si è stretta attorno alle sue istituzioni e rispettato le imposizioni, pur faticosamente. Canti dal balcone, applausi all’eroismo dei sanitari impegnati giorno e notte nelle corsie degli ospedali. Tutti aspetti sconosciuti all’America di Trump, che ha invece espresso rabbia e frustrazione. Il presidente è ormai considerato addirittura da tante testate americano come “distrutto”, “da compatire”, vittima del suo ego anche nella scriteriata gestione delle proteste successive alla morte di George Floyd.E così alla fine l’Italia si è trasformata nel termine di paragone di Trump: “A questo punto, possiamo solo agognare al successo dell’Italia nel contenere il coronavirus”. Per Krugam il Bel Paese, pur con i suoi problemi, non era “schiacciato dalla disastrosa leadership americana”. E molti utenti sono subito accorsi a dargli ragione: “Gli italiani sono lontani dalla perfezione, ma le persone mostrano solidarietà nei tempi difficili. È un posto dove sei apparentemente ignorato dai tuoi vicini, fino a quando non hai davvero bisogno e li vedi arrivare, in un modo o nell’altro”. E ancora: “Dopo anni passati a spiegare perché avrebbe dovuto emulare gli aspetti positivi della nostro stile di vita, adesso l’Italia è satura di esempi del fallimento americano”.

Open Arms, tutta l’arroganza di Salvini: “Io a processo? E chi se ne frega”

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Indietro nei sondaggi e in mezzo alle polemiche, Trump vuole “rinviare le elezioni” https://www.business.it/indietro-nei-sondaggi-e-in-mezzo-alle-polemiche-trump-vuole-rinviare-le-elezioni/ Thu, 30 Jul 2020 16:10:16 +0000 https://www.business.it/?p=67971 Donald Trump vorrebbe che le prossime presidenziali, in programma a novembre, fossero posticipare per “evitare frodi”. La proposta è arrivata dallo stesso inquilino della Casa Bianca che attraverso Twitter ha condiviso il suo pensiero con gli americani: “Un’elezione dove si vota esclusivamente per posta sarebbe inaccurata e fraudolenta. Un grande imbarazzo pee gli Stati Uniti.… Leggi tutto »Indietro nei sondaggi e in mezzo alle polemiche, Trump vuole “rinviare le elezioni”

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Donald Trump vorrebbe che le prossime presidenziali, in programma a novembre, fossero posticipare per “evitare frodi”. La proposta è arrivata dallo stesso inquilino della Casa Bianca che attraverso Twitter ha condiviso il suo pensiero con gli americani: “Un’elezione dove si vota esclusivamente per posta sarebbe inaccurata e fraudolenta. Un grande imbarazzo pee gli Stati Uniti. Non sarà il caso di posticipare le elezioni fin quando si potrà votare in modo corretto e sicuro???”.Per qualcuno si tratta di una provocazione di un leader in caduta libera nei sondaggi e che tenterebbe così di prendere tempo: al momento Trump è dato nei sondaggi otto punti dietro rispetto all’avversario Joe Biden, un divario che per molti sarebbe ormai incolmabile. Per altri, un modo di mettere le mani avanti in vista di una sconfitta ormai imminente. “Devo vedere. Non vi dirò di sì e non vi dirò di no. Non sono un buon perdente, non mi piace perdere”.  “Spetta al Congresso decidere la data per le elezioni della Casa Bianca”, ha ricordato la speaker democratica della Camera Nancy Pelosi, in risposta al tweet del presidente. Pelosi ha replicato a sua volta su Twitter, citando “l’articolo II, sezione I della Costituzione, che stabilisce: ‘Il Congresso può determinare il tempo della scelta degli elettori ed il giorno in cui esprimeranno il loro voto, giorno che sarà lo stesso in tutti gli Stati Uniti”.Il tweet di Trump è infatti arrivato pochi minuti dopo la pubblicazione dei dati del Dipartimento del Commercio che vedono gli Stati Uniti entrare ufficialmente in recessione nel secondo trimestre, col Pil a meno 32,9, il peggior risultato dal 1947, da quando, cioè, sono iniziate le rilevazioni ufficiali del governo. Inoltre, a breve il predecessore Barack Obama parlerà al funerale dell’icona dei diritti civili John Lewis. E gli occhi dell’intera nazione saranno puntati su di lui. Insomma, potrebbe benissimo essere un diversivo per far parlare d’altro la stampa di mezzo mondo.

Salvini: “Non temo condanne, conto su un giudice diverso da Palamara”

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Trump dichiara guerra ai social cinesi: il nuovo nemico è TikTok https://www.business.it/trump-dichiara-guerra-ai-social-cinesi-il-nuovo-nemico-e-tiktok/ Tue, 07 Jul 2020 12:51:50 +0000 https://www.business.it/?p=66898 Bloccare TikTok, social network la cui popolarità è in ascesa costante tra i giovanissimi, per sfidare a visto aperto Pechino. Stando a quanto riportato dalle testate americane, sarebbe questo il piano di Donald Trump e della sua amministrazione, che valuta la possibilità di introdurre un divieto per le app dei social media cinesi, tra le quali… Leggi tutto »Trump dichiara guerra ai social cinesi: il nuovo nemico è TikTok

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Bloccare TikTok, social network la cui popolarità è in ascesa costante tra i giovanissimi, per sfidare a visto aperto Pechino. Stando a quanto riportato dalle testate americane, sarebbe questo il piano di Donald Trump e della sua amministrazione, che valuta la possibilità di introdurre un divieto per le app dei social media cinesi, tra le quali proprio TikTok. A confermarlo è stato il segretario di Stato Mike Pompeo in un’intervista a Fox News, aggiungendo: “Stiamo prendendo molto sul serio la possibilità”.Secodo Pompeo, scaricando l’app si consegnano “informazioni private nelle mani del Partito comunista cinese”. La Cina è d’altronde ormai il bersaglio scelto sul fronte esterno da Trump, che all’interno dei confini a stelle e strisce è invece andato all’attacco dei democratici definendoli “nullafacenti” e di Joe Biden, suo rivale nella corsa alla Casa Bianca, al quale ha dato senza troppi giri di parole del corrotto.“La Cina ha causato gravi danni agli Stati Uniti e al resto del mondo” ha detto Trump nel corso del suo ultimo discorso, preparando la strada a nuovi interventi che riguarderanno “immigrazione e prezzi dei medicinali”. Ma anche “far rientrare dall’estero il manifatturiero per garantire sostegno ai lavoratori americani”. Quello che il presidente Usa vuole è una nuova impennata sul fronte occupazione, così da sbandierare in faccia agli analisti dati confortanti in un momento in cui la pandemia continua a spaventare l’America e la gestione Trump è costantemente sotto attacco.La Cina, allora, diventa un’altra occasione per mostrare i muscoli. Trump vuole continuare ad attribuire a Pechino l’origine dei disastri che il coronavirus sta facendo negli Stati Uniti e allo stesso tempo lottare contro il 5G cinese, non solo per questioni di pura sicurezza.

Decreto Semplificazioni, Conte: “Così facciamo ripartire l’Italia: non c’è spazio per criminalità”

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L’ultima gaffe di Trump: usa il logo di un’aquila che ricorda quella nazista https://www.business.it/lultima-gaffe-di-trump-usa-il-logo-di-unaquila-che-ricorda-quella-nazista/ Thu, 02 Jul 2020 11:39:41 +0000 https://www.business.it/?p=66698 Ancora bufera su Donald Trump, nel momento forse più difficile dell’intera presidenza del magnate americano. Alle prese con i danni, tantissimi, di un’emergenza sanitaria che tiene ancora in scacco gli Stati Uniti, con numeri sempre più drammatici e la gestione della Casa Bianca finita nel mirino. E, nelle ultime ore, anche con le accuse di… Leggi tutto »L’ultima gaffe di Trump: usa il logo di un’aquila che ricorda quella nazista

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Ancora bufera su Donald Trump, nel momento forse più difficile dell’intera presidenza del magnate americano. Alle prese con i danni, tantissimi, di un’emergenza sanitaria che tiene ancora in scacco gli Stati Uniti, con numeri sempre più drammatici e la gestione della Casa Bianca finita nel mirino. E, nelle ultime ore, anche con le accuse di aver utilizzato un logo che richiamerebbe in maniera diretta l’esperienza nazista.In una recente campagna a sostegno di Trump, infatti, ecco comparire un’aquila che afferra uno scudo con la bandiera americana, somigliante a quello del Reichsadler nazista. Un’immagine che ha fatto subito il giro dei social, con Twitter e anche alcuni siti americani indicando che hanno puntato il dito contro il logo riprodotto su una maglietta in vendita per 30 dollari che si trova sullo shop del sito del presidente.Rawstory ha segnalato la differenza tra il Great Seal dell’aquila che risale al 1782 e l’uso che ne fa la campagna di Trump. A segnalare la scelta del simbolo anche il Lincoln Project gestito dai repubblicani. L’ennesimo attacco a un presidente alle prese con la difficilissima sfida della riconferma, che al momento pare sempre più difficile.Gli ultimi sondaggi vedono infatti Trump in netta difficoltà nella ricorsa allo sfidante Biden, avanti secondo alcune testate anche di dieci punti e più. Una situazione talmente delicata che in molti stanno invitando il presidente al passo indietro, rinunciando alla corsa al bis per evitare di compromettere la tornata elettorale di un Partito Repubblicano che rischia di uscire a pezzi dal confronto.

Calenda: “Salvini non è Orban. Conte parla e non dice niente. E Renzi…”

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I sondaggi sono uno schiaffo in faccia Trump. Che ora pensa al ritiro https://www.business.it/i-sondaggi-sono-uno-schiaffo-in-faccia-trump-che-ora-pensa-al-ritiro/ Wed, 01 Jul 2020 12:47:09 +0000 https://www.business.it/?p=66658 Può Donald Trump essere caduto così tanto in basso da essere ormai prossimo al ritiro, preferibile a delle elezioni che rischiano di trasformarsi in un naufragio? Stando ai sondaggi americani e alle indiscrezioni pubblicate da alcuni giornali d’oltre Oceano l’ipotesi sarebbe realmente sul tavolo dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Con gli stessi esponenti della destra… Leggi tutto »I sondaggi sono uno schiaffo in faccia Trump. Che ora pensa al ritiro

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Può Donald Trump essere caduto così tanto in basso da essere ormai prossimo al ritiro, preferibile a delle elezioni che rischiano di trasformarsi in un naufragio? Stando ai sondaggi americani e alle indiscrezioni pubblicate da alcuni giornali d’oltre Oceano l’ipotesi sarebbe realmente sul tavolo dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Con gli stessi esponenti della destra repubblicana a spingere l’imprenditore al passo indietro, convinti di poter così almeno provare ad arginare il successo democratico.Le percentuali al momento sono drammatiche: il rivale di Trump, Biden, sarebbe avanti di oltre il 10% delle preferenze, con la stagione del coronavirus che avrebbe inferto, previsioni alla mano, il colpo di grazia a una presidenza già discussa. Le proteste razziali, nel bel mezzo delle quali il presidente non ha certo fatto la migliore delle sue figure, avrebbero fatto il resto.Insomma il rischio è di una vera e propria implosione da parte del Partito Repubblicano, che in caso di conferma di Trump come suo candidato alla presidenza rischierebbe di perdere le elezioni senza nemmeno provare a lottare. Meglio dunque una scelta ragionata che una batosta, con Trump che assumerebbe di colpo sembianze più responsabili rinunciando alla corsa.L’ipotesi è al momento smentita dallo staff della Casa Bianca, che ha parlato di fake news e puntato il dito contro sondaggi che, a detta di Trump, sarebbero stati gonfiati a favore dei democratici. Eppure le voci di una sua rinuncia alla tornata elettorale si fanno sempre più insistenti. O forse sono solo gli auspici dei colleghi repubblicani, più preoccupati che mai dall’esito finale.

Salvini, la campagna per il Sud è un fallimento: la Lega non attira più

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L’intervento di Trump è poco più di un buffetto agli agenti di polizia https://www.business.it/lintervento-di-trump-e-poco-piu-di-un-buffetto-agli-agenti-di-polizia/ Tue, 16 Jun 2020 13:44:33 +0000 https://www.business.it/?p=65992 Una grossa fetta dell’opinione pubblica americana aveva invocato misure ferree che regolassero il comportamento degli agenti di polizia e servissero così a tacitare gli animi, sempre più agitati, dei manifestanti. Quello di Trump, invece, è stato poco più di un buffetto: raccomandazioni su come migliorare l’addestramento, un database per individuare casi di ripetuti abusi, l’invito… Leggi tutto »L’intervento di Trump è poco più di un buffetto agli agenti di polizia

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Una grossa fetta dell’opinione pubblica americana aveva invocato misure ferree che regolassero il comportamento degli agenti di polizia e servissero così a tacitare gli animi, sempre più agitati, dei manifestanti. Quello di Trump, invece, è stato poco più di un buffetto: raccomandazioni su come migliorare l’addestramento, un database per individuare casi di ripetuti abusi, l’invito ad avvalersi di psicologi e operatori sociali in casi particolarmente gravi. Niente di più. Non ci sono stati, al contrario di quanto auspicato, interventi su immunità qualificata, strette al collo, irruzioni senza bussare e altre pratiche considerate ormai triste, violenta routine della polizia, soprattutto quanto si trova di fronte minoranze etniche. Queste, secondo l’Huffington Post, i contenuti dell’atto che il presidente americano firmerà nelle prossime ore e che non mancheranno, se confermati, di gettare altra benzina su un fuoco pericolosamente già vivo.Il messaggio inviato da Trump è netto, evidente. Ok intervenire ma ignorando di fatto il tema di una violenza da parte degli agenti nei confronti soprattutto della comunità afroamericana, nonostante i tanti episodi che avevano portato all’esplosione della rabbia, con la morte di Floyd a fare da classica goccia traboccata. Il testo conterrebbe essenzialmente delle raccomandazioni per un migliore addestramento degli agenti da parte dei vari Dipartimenti di polizia.Raccomandazioni e indicazioni che in sostanza lasciano inevasi i grandi temi della violenza e del razzismo, che restano appesi alle discussioni del Congresso e alle decisioni dei singoli amministratori locali. Secondo quanto rivelato da un funzionario dell’amministrazione, l’ordine esecutivo incentiverà la polizia ad addestrare meglio i propri uomini favorendo per le sovvenzioni federali quei dipartimenti che rispondono a determinati requisiti di addestramento. Si tratterà poi di istituire un database nazionale per poter individuare eventuali violazioni in modo da evitare che agenti contro i quali siano state presentate ripetute denunce possano farsi spostare e assumere in diversi dipartimenti.

Torna libero il boss Carminati: Bonafede manda gli ispettori

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La strana alleanza Trump-Viganò: uniti dal nemico comune Bergoglio https://www.business.it/la-strana-alleanza-trump-vigano-uniti-dal-nemico-comune-bergoglio/ Thu, 11 Jun 2020 16:18:14 +0000 https://www.business.it/?p=65796 Una strana alleanza per sfidare Papa Francesco, il pontefice scomodo a entrambi. A Donald Trump e a Carlo Maria Viganò, l’arcivescovo che in passato aveva contribuito alle dimissioni di Benedetto XVI e che per questo si era guadagnato il soprannome, presso certa stampa, di “Sterminatore di Papi”. Il presidente Usa non a caso gli ha… Leggi tutto »La strana alleanza Trump-Viganò: uniti dal nemico comune Bergoglio

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Una strana alleanza per sfidare Papa Francesco, il pontefice scomodo a entrambi. A Donald Trump e a Carlo Maria Viganò, l’arcivescovo che in passato aveva contribuito alle dimissioni di Benedetto XVI e che per questo si era guadagnato il soprannome, presso certa stampa, di “Sterminatore di Papi”. Il presidente Usa non a caso gli ha tributato un vero e proprio endorsement su Twitter, segno di una comunanza di intenti che vede nel comune mirino proprio Bergoglio.Viganò aveva scritto una lettera a Trump pubblicata sul sito della destra cattolica americana Lifestitenews in cui metteva in guardia il presidente Usa, spiegando che la crisi sanitaria e e le rivolte per la morte di George Floyd fossero entrambe fasi dell’eterna lotta tra il bene e il male. Aggiungendo che alle prossime elezioni ci sarebbero forze pronte a sostenere “con convinzione” chi “vuole la realizzazione degli scopi degli apparati e che gli atti di vandalismo e di violenza favoriranno chi vuole la dissoluzione ‘dell’ordine sociale’ per instaurare un ordine massonico universale”.Seguono passaggi in cui si parla di una frangia all’interno della Chiesa “contraria ai doveri verso Dio” e attacchi ai media mainstream. A rispondere è stato Padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica e uno dei più ascoltati consiglieri di Francesco, che in un tweet ha scritto: “Lo schema teopolitico fondamentalista vuole instaurare il regno di una divinità qui e ora. E la divinità ovviamente è la proiezione ideale del potere politico”. Aggiungendo poi: “Oggi il presidente Trump guida la lotta contro un’entità collettiva più ampia e generica dei ‘cattivi’. A volte i toni usati dai suoi sostenitori in alcune campagne assumono significati che potremmo definire epici”.Tra i precedenti che confermano il legame tra i due, la raccolta firme del sito conservatore Lifesite (che ha pubblicato la nuova lettera di Viganò) per spingere l’arcivescovo di Washington Gregory a scusarsi con Trump, dopo aver bollato come “sconsiderate” le manipolazioni dei principi religiosi di cui il presidente Usa aveva dato sfoggio. Una strana alleanza che pare destinata a proseguire. Cementificata da un nemico comune: papa Francesco.

Salvini bocciato ancora in economia: i numeri sulla disoccupazione sono falsi

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Trump: “Il virus creato nel laboratorio di Wuhan, ne ho le prove” https://www.business.it/trump-il-virus-creato-nel-laboratorio-di-wuhan-ne-ho-le-prove/ Fri, 01 May 2020 09:17:04 +0000 https://www.business.it/?p=63773 Donald Trump si dice sicuro della provenienza del coronavirus: sarebbe stato effettivamente creato in maniera artificiale nel laboratorio di Wuhan. Un annuncio arrivato nel corso dell’ultima conferenza stampa del presidente americano, che senza troppi giri di parole si è detto sicuro delle sue parole, con tanto di “prove” che le confermerebbero. Non ci sono stati… Leggi tutto »Trump: “Il virus creato nel laboratorio di Wuhan, ne ho le prove”

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Donald Trump si dice sicuro della provenienza del coronavirus: sarebbe stato effettivamente creato in maniera artificiale nel laboratorio di Wuhan. Un annuncio arrivato nel corso dell’ultima conferenza stampa del presidente americano, che senza troppi giri di parole si è detto sicuro delle sue parole, con tanto di “prove” che le confermerebbero. Non ci sono stati chiari riferimenti all’ipotesi che fosse allo studio in Cina un’arma batteriologica, ovviamente, ma evidenze che il Covid-19 sia frutto della mano umana sì. Anche se il presidente Usa ha chiarito di non poter al momento mostrare gli indizi raccolti.Gli Usa, questo è certo, continuano a indagare. La Cina da par suo ha sempre negato ogni coinvolgimento del Wuhan National Biosafety Laboratory nel dilagare della pandemia, negando qualsiasi correlazione tra il nuovo coronavirus e le ricerche svolte all’interno della struttura. La versione ufficiale della Repubblica popolare è piuttosto centrata sull’origine naturale del Covid-19, tesi che però continua a non convincere gli americani, capeggiati proprio dal presidente Trump.Ma la Casa Bianca punta il dito contro Pechino non solo per la presunta creazione del virus in laboratorio, ma anche per come è stata gestita la fase iniziale della pandemia, con una mancanza di informazioni e una confusione generale che avrebbe spinto anche altri Paesi del mondo a commettere errori che si sarebbe potuto evitare. Trump a tal proposito continua a mettere nel mirino anche l’Oms, accusata di proteggere la Cina fornendole giustificazioni quando andrebbe invece inchiodata alle sue responsabilità.Trump ha così annunciato che gli Usa ridurranno i finanziamenti all’Oms, in protesta per i recenti sviluppi della vicenda, e ha ribadito la sua convinzione in una rapida ripresa dell’economia americana. Spiegando, infine, che la Cina farà il possibile per evitare una sua rielezione, favorendo piuttosto il rivale Joe Biden anche per la vicinanza tra il Partito Democratico e gli interessi del Dragone guidato da Xi Jinping.

Prima il rimpasto, poi la spallata: il piano di Renzi per far fuori Conte

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Trump suggerisce di “iniettarsi la candeggina per uccidere il coronavirus” https://www.business.it/trump-suggerisce-di-iniettarsi-la-candeggina-per-uccidere-il-coronavirus/ Fri, 24 Apr 2020 07:34:27 +0000 https://www.business.it/?p=63393 Donald Trump contro il mondo della scienza. Una polemica fortissima quella che si è accesa nelle ultime ore a seguito delle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, che si è rivolto agli esperti suggerendo loro alcune soluzioni da testare per trovare una soluzione al coronavirus. Tra queste la luce solare, i raggi ultravioletti o il… Leggi tutto »Trump suggerisce di “iniettarsi la candeggina per uccidere il coronavirus”

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Donald Trump contro il mondo della scienza. Una polemica fortissima quella che si è accesa nelle ultime ore a seguito delle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, che si è rivolto agli esperti suggerendo loro alcune soluzioni da testare per trovare una soluzione al coronavirus. Tra queste la luce solare, i raggi ultravioletti o il disinfettante iniettato direttamente nel corpo. Indicazioni che sono subito state bollate come “estremamente pericolose”, visto che potrebbero “spingere le persone a provare da soli questi metodi all’interno delle propri abitazioni, con conseguenze potenzialmente anche letali”.  Molti esperti non hanno esitato a usare parole di fuoco contro Trump, sempre più nella bufera in questi giorni drammatici dove il numero di morti negli Stati Uniti continua a schizzare verso l’altro. “Irresponsabile” e “scellerato” sono tra i più teneri aggettivi usati nei confronti dell’inquilino della Casa Bianca, mentre il conto delle vittime sul suolo americano dall’inizio della pandemia ha superato quota 50 mila. “Vedo che il disinfettante lo distrugge in un minuto. Un minuto. Non c’è un modo di fare qualcosa di simile, iniettandolo? Sarebbe interessante verificarlo” aveva detto Trump nel corso del breafing quotidiano sul Covid-19. Invitando poi gli americani a “prendere il sole” e suggerendo l’uso di raggi ultravioletti.Trump aveva messo le mani avanti, specificando di non essere un dottore e che le sue erano soltanto proposte, spunti sui quali il mondo della scienza avrebbe potuto ragionare. Non escludendo, nel frattempo, la possibilità di estendere le linee guida sul distanziamento sociale fino all’estate: “Le adotteremo fino a quando non ci sentiremo sicuri. Non sono d’accordo con il super esperto Anthony Fauci sul fatto che gli Stati Uniti sono ancora indietro sui test per il coronavirus. Molti paesi al mondo vogliono i nostri test. Siamo coloro che ne stanno facendo di più”.Negli Stati Uniti la Camera ha approvato lo stanziamento di 484 miliardi di dollari in aiuti per le piccole e medie imprese e per gli ospedali che fronteggiano la crisi causata dal coronavirus, ma anche per poter condurre un numero maggiore di test. Il contributo andrà a finanziare il Payckek Protection Program, il piano che la scorsa settimana ha esaurito i 350 miliardi stanziati in precedenza con gli stessi obiettivi. Le polemiche intorno alla gestione dell’emergenza dell’amministrazione Trump continuano però feroci.

Il Cavaliere ritrovato: Berlusconi si riavvicina al governo sfidando Salvini-Meloni

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Negli Usa c’è ormai più di un morto al minuto. E tutti se la prendono con Trump https://www.business.it/negli-usa-ce-ormai-piu-di-un-morto-al-minuto-e-tutti-se-la-prendono-con-trump/ Mon, 13 Apr 2020 09:56:21 +0000 https://www.business.it/?p=62718 Nervi scoperti alla Casa Bianca, nel momento più drammatico della recente storia degli Stati Uniti. I dati arrivati nelle ultime ore sono terribili, scioccanti: i morti per il coronavirus hanno superato quota 22 mila secondo quanto registrato dalla Johns Hopkins University, con oltre 555 mila positivi in tutto il territorio. Numeri che fanno degli Usa il Paese… Leggi tutto »Negli Usa c’è ormai più di un morto al minuto. E tutti se la prendono con Trump

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Nervi scoperti alla Casa Bianca, nel momento più drammatico della recente storia degli Stati Uniti. I dati arrivati nelle ultime ore sono terribili, scioccanti: i morti per il coronavirus hanno superato quota 22 mila secondo quanto registrato dalla Johns Hopkins University, con oltre 555 mila positivi in tutto il territorio. Numeri che fanno degli Usa il Paese più colpito dalla pandemia, e che hanno scatenato polemiche a non finire nell’opinione pubblica, con il presidente Trump messo duramente sotto attacco da scienziati, opinionisti e avversari politici.Trump ha manifestato disagio nei confronti di Anthony Fauci, il superesperto di malattie infettive consulente del governo Usa, dopo che il medico ha affermato: “Se il Paese fosse stato chiuso prima, altre vite sarebbero state risparmiate”. Parole che hanno fatto infuriare il presidente  dal coronavirus. Il presidente ha prontamente ritwittato un post che si concludeva con la frase “Time to #FireFauci”, ovvero un più che esplicito “È ora di licenziare Fauci”, facendo così trapelare pubblicamente tutta la propria irritazione.Anche la stampa americana è però finita nel mirino della Casa Bianca. Il New York Times ha messo nel mirino la risposta dell’amministrazione Trump alla pandemia, definendola “troppo lenta”. Il presidente ha risposto, senza mezzi termini: “L’articolo è falso, così come è falso il quotidiano. Sono stato criticato per essermi mosso troppo velocemente quando ho imposto restrizioni dei viaggi dalla Cina”. La spia di una tensione crescente, anche perché in ballo c’è anche il futuro politico dell’attuale inquilino della Casa Bianca.Il tutto a vantaggio del futuro candidato presidente Joe Biden, che ha illustrato proprio in queste ore il suo piano per vincere la sfida: “Primo, dobbiamo far calare in modo significativo il numero dei casi. Questo vuol dire che il distanziamento sociale deve continuare e che le persone che lavorano in prima fila devono avere le apparecchiature di cui hanno bisogno. Secondo, c’è bisogno di test diffusi, disponibili e facili, ma anche di una strategia di tracciamento che tuteli la privacy. Terzo, dobbiamo essere sicuri che gli ospedali siano attrezzati per il riemergere del virus che potrebbe verificarsi quando l’attività economica inizierà a crescere. Dobbiamo smetterla di pensare che la risposta economica e quella sanitaria sono separate”.

Salvini accusa Conte di essere un dittatore, ma è lui il più presente sulle tv italiane

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Trump scarica Salvini: alla reunion dei repubblicani invita solo la Meloni https://www.business.it/trump-scarica-salvini-alla-reunion-dei-repubblicani-invita-solo-la-meloni/ Fri, 31 Jan 2020 11:04:44 +0000 https://www.business.it/?p=58850 Giorgia Meloni continua a scalare le gerarchie del centrodestra. Agli occhi degli italiani, che stando agli ultimi sondaggi iniziano a pendere dalla sua parte togliendo invece preferenze alla Lega. Ma anche di fronte al mondo: sarà infatti la leader di Fratelli d’Italia a prendere parte alla grande reunion annuale dei repubblicani, un incontro affollato da leader… Leggi tutto »Trump scarica Salvini: alla reunion dei repubblicani invita solo la Meloni

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Giorgia Meloni continua a scalare le gerarchie del centrodestra. Agli occhi degli italiani, che stando agli ultimi sondaggi iniziano a pendere dalla sua parte togliendo invece preferenze alla Lega. Ma anche di fronte al mondo: sarà infatti la leader di Fratelli d’Italia a prendere parte alla grande reunion annuale dei repubblicani, un incontro affollato da leader e esponenti politici che tentano di farsi guidare dai valori di riferimento e dalla preghiera nei loro programmi e nel loro operato.Una due giorni che vivrà il suo momento clou con l’intervento di Donald Trump alle 7 del mattino del 6 febbraio. Molto presto, con il sole appena sorto, perché l’evento in scena a Washington avrà un ritmo scandito con l’inizio delle preghiere e delle riflessioni già prestissimo sulla tabella di marcia. E che ha suo modo è storica, per il nostro Paese: all’evento, che andrà in scena a Washington è infatti stata invitata proprio lei, Giorgia Meloni.Gli animatori del National Prayer Breakfast che ospiterà il meeting nei prossimi giorni hanno infatti scelto di puntare sulla numero uno di Fratelli d’Italia, che il Times ha anche inserito tra i 20 personaggi che potrebbero cambiare il mondo nel corso del 2020. Salvini, invece, rimarrà a casa. Preoccupato dell’ascesa che l’amica-nemica continua a far segnare. Lo scorso anno il Capitano era stato protagonista di un faccia a faccia col segretario di Stato Mike Pompeo e col vicepresidente Mike Pence ma qualcosa, scrivevano le testate americane, non era girata per il verso giusto e il tentativo di far breccia nella Casa Bianca era andato a vuoto.A guastare definitivamente i rapporti tra Trump e Salvini era stato poi lo scandalo Moscopoli, con la Lega accusata di aver ricevuto un sostanzioso appoggio economico da parte della Russia di Putin. La Meloni è stata invitata anche al Cpac 2020, il Conservative Political Action Conference in programma nel Maryland dal 26 al 29 febbraio. Altro appuntamento dei conservatori americani al quale Salvini era stato invitato un anno fa, salvo poi disertare, travolto dai mille vertici riparatori coi 5S al governo. Ora, l’interlocutore con cui i repubblicani vogliono interagire è Giorgia Meloni.

Firenze, turisti cinesi insultati dai passanti: “Andate a tossire a casa vostra”

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Trump sbeffeggia gli ambientalisti: “Sono dei profeti di sventura” https://www.business.it/trump-sbeffeggia-gli-ambientalisti-sono-dei-profeti-di-sventura/ Tue, 21 Jan 2020 14:16:46 +0000 https://www.business.it/?p=58294 Donald Trump non conosce il significato della parole retromarcia. E anzi, nonostante le sue posizioni sul tema dei cambiamenti climatici siano tra le più contestate dai suoi detrattori, tira dritto lungo la sua strada, senza nemmeno accennare a dei ripensamenti. Il presidente americano si è presentato a Davos per il dibattito del World Economic Forum per… Leggi tutto »Trump sbeffeggia gli ambientalisti: “Sono dei profeti di sventura”

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Donald Trump non conosce il significato della parole retromarcia. E anzi, nonostante le sue posizioni sul tema dei cambiamenti climatici siano tra le più contestate dai suoi detrattori, tira dritto lungo la sua strada, senza nemmeno accennare a dei ripensamenti. Il presidente americano si è presentato a Davos per il dibattito del World Economic Forum per ribadire quanto già sostenuto in passato, senza sorprese. Con un messaggio, quello di sempre: “Il sogno americano di nuovo qui, più grande, migliore e più forte che mai”.Trump ha elencato tutti i risultati ottenuti dalla sua presidenza, spiegando di aver visto l’America prosperare grazie al ritorno delle fabbriche (“12 milioni, che saliranno 60 mila”) e al moltiplicarsi dei posti di lavoro (“Sono stati creati 7 milioni di nuovi posti, un numero impensabile”) per poi aggiungere che i salari stanno nuovamente salendo così come gli investimenti degli Stati Uniti (un quarto di tutti gli investimenti esteri diretti nella prima metà del 2019). A dispetto della Federal Reserve che “ha rialzato i tassi di interesse troppo in fretta e li ha tagliati troppo lentamente”.Il presidente ha poi citato l’accordo della fase 1 firmato con la Cina e anticipato che “presto comincerà il negoziato per la fase 2” e il nuovo trattato commerciale che ha sostituito il “disastroso Nafta”. Ora è tempo di un nuovo modello che “protegge il settore manifatturiere e i posti di lavoro, possibile grazie ai dazi, li useremo anche con altri. L’Europa è avvertito. Gli Usa, che hanno raggiunto l’indipendenza energetica, stanno per avviarsi verso un periodo di crescita straordinaria”. Unica apertura sul fronte del clima l’annuncio che gli Stati Uniti aderiranno all’iniziativa del Wef di piantare mille miliardi di alberi entro il decennio.Poi il passaggio più discusso, quello in cui si è riferito indirettamente agli ambientalisti e alle critiche che gli sono state mosse in questi mesi: “Dobbiamo respingere i profeti perenni della sventura. Questo non è il momento del pessimismo. Questo è il momento dell’ottimismo” ha detto Trump. Un intervento arrivato poco dopo quello di Greta Thunberg. Il presidente Usa ha aggiunto che “la paura e il dubbio non sono buoni consiglieri. Per abbracciare e accogliere le possibilità di domani dobbiamo respingere questa apocalisse che ci era stata prospettata. Dobbiamo dimenticare quelli che ieri ci prospettavano un futuro buio e cupo”.

Salvini, spunta la foto in cui mostrava cartelli in cui le donne erano definite “tro**”

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La promessa di Trump: “L’Iran non avrà mai la bomba atomica” https://www.business.it/la-promessa-di-trump-liran-non-avra-mai-la-bomba-atomica/ Wed, 08 Jan 2020 17:04:05 +0000 https://www.business.it/?p=57579 Secco e deciso, Donald Trump ha pronunciato il suo discorso mettendo al centro innanzitutto un punto: “Chiederò alla Nato di diventare molto più coinvolta nel processo mediorientale”. Questo il passaggio centrale nelle parole del presidente degli Stati Uniti, che è tornato a parlare in pubblico dopo gli attacchi missilistici dell’Iran contro basi irachene che ospitano forze… Leggi tutto »La promessa di Trump: “L’Iran non avrà mai la bomba atomica”

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Secco e deciso, Donald Trump ha pronunciato il suo discorso mettendo al centro innanzitutto un punto: “Chiederò alla Nato di diventare molto più coinvolta nel processo mediorientale”. Questo il passaggio centrale nelle parole del presidente degli Stati Uniti, che è tornato a parlare in pubblico dopo gli attacchi missilistici dell’Iran contro basi irachene che ospitano forze Usa, la risposta iraniana al raid del 3 gennaio in cui è stato ucciso il generale Qasem Soleimani.Trump ha parlato subito alla nazione, chiarendo: “L’Iran sembra allentare le tensioni e in questo momento è una cosa positiva per noi e per tutto il mondo”. Mentre l’inquilino della Casa Bianca parlava, alle sue spalle c’era tutto lo stato maggiore della sua amministrazione, dal vicepresidente Mike Pence, al segretario di stato Mike Pompeo al capo del Pentagono Mark Esper: “Tutte le opzioni restano sul tavolo per contrastare la minaccia dell’Iran”.Il presidente nel complesso ha utilizzato toni più morbidi rispetto al recente passato, ma ha chiarito: “L’Iran non avrà mai la bomba atomica”, promettendo poi di aver messo in conto la possibilità di colpire Teheran con nuove sanzioni”. Trump ha poi ribadito l’importanza degli attacchi che hanno portato alla morte di Soleimani, per nulla pentito della scelta fatta: “Era l’uomo chiave dietro gli attacchi terroristici provenienti dalla regione”.

Secondo quanto riporta la Cnn, gli iraniani, prima di colpire le basi, hanno informato gli iracheni, i quali avrebbero allertato in anticipo gli americani. Baghdad avrebbe comunicato a Washington “quali basi sarebbero state colpite” dopo averne ricevuto comunicazione dagli iraniani. Non solo: sempre secondo Cnn, si sta facendo strada tra alcuni membri dell’amministrazione Trump la convinzione che Teheran possa aver intenzionalmente mancato le aree delle basi popolate dagli americani, evitando così di proposito di fare vittime tra gli statunitensi.

Libia, meeting a sorpresa: Conte riceve a Palazzo Chigi il generale Haftar

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Trump pronto a bombardare i siti di culto iraniani: a rischio secoli di storia https://www.business.it/trump-pronto-a-bombardare-i-siti-di-culto-iraniani-a-rischio-secoli-di-storia/ Wed, 08 Jan 2020 14:59:37 +0000 https://www.business.it/?p=57557 Non ci ha girato intorno Donald Trump, chiarendo fin da subito via Twitter che “qualora l’Iran dovesse colpire qualsiasi persona o bersaglio americano, gli Usa reagiranno rapidamente e in modo assoluto, forse in modo sproporzionato”. Stando alle indiscrezioni dei giornali americani, tra le intenzioni del presidente ci sarebbe anche quella di bombardare, se necessario, i siti… Leggi tutto »Trump pronto a bombardare i siti di culto iraniani: a rischio secoli di storia

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Non ci ha girato intorno Donald Trump, chiarendo fin da subito via Twitter che “qualora l’Iran dovesse colpire qualsiasi persona o bersaglio americano, gli Usa reagiranno rapidamente e in modo assoluto, forse in modo sproporzionato”. Stando alle indiscrezioni dei giornali americani, tra le intenzioni del presidente ci sarebbe anche quella di bombardare, se necessario, i siti culturali iraniani, una posizione che lo ha messo in contrasto con il Pentagono. Il segretario della Difesa Mark Esper ha chiarito alla Cnn che “gli Stati Uniti rispetteranno le leggi dei conflitti armati”.Il Guardian a tal proposito ha deciso di spiegare cosa accadrebbe se il presidente decidesse davvero di attaccare i luoghi simbolo dello Stato iraniano. Tra le bellezze distrutte ci sarebbe ad esempio Persepoli, capitale dell’impero achemenide, uno dei siti archeologici più grandi al mondo risalente  al VI sec. a.C. e ancora oggi, nonostante i tanti saccheggi negli anni, custode di innumerevoli bellezze come statue e bassorilievi.In Iran è presente anche il più grande edifico adobe del mondo. La cittadella di Bam, costruita nel VI sec. a.C. e posizionata in cima a una collina, è una vera e propria fortezza con strade, case e bazar delimitate da mura alte sette metri. Non meno interessante è la capitale achemenide Parsargadae costruita da Ciro il Grande, del quale è presente la tomba. Una città caratterizzata da palazzi a colonne ed edifici disposti su giardini separati dai corsi d’acqua, che è stata fonte di ispirazione per la realizzazione dell’indiana Taj Mahal e l’Alhambra, in Andalusia.Sul fronte religioso, gli armeni hanno costruito la Cattedrale di Vank, vicino a Isfahan (città dell’Iran centrale), ricca di affreschi e intagli dorati. A rischio sarebbe anche, in caso di bombardamenti, la Moschea Shan Cheragh, situata nella città di Shiraz, luogo di pellegrinaggio famosa per i mosaici a specchio che creano un incredibile spettacolo di luci. La moschea più grande del mondo, che accoglie ben 25 milioni di fedeli l’anno, è invece il santuario dell’Imam Reza, a Mashhad. Tra le torri più alte al mondo c’è anche quella funeraria Gonbad-e Kavus (oltre 50 metri) costruita agli inizi del XI secolo. 

Sondaggi, inizio amaro per la Lega: nel 2020 scende sotto il 30%

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Salvini difende Trump, ma stavolta anche i leghisti gli si scagliano contro https://www.business.it/salvini-difende-trump-ma-stavolta-anche-i-leghisti-gli-si-scagliano-contro/ Sun, 05 Jan 2020 11:23:21 +0000 https://www.business.it/?p=57432 Un primo endorsement era già arrivato sui social nelle scorse ore, quelle immediatamente successive allo scoppio della crisi iraniana. Matteo Salvini non aveva esitato un secondo a prendere posizione, schierandosi dalla parte del presidente Trump. “Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione Europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per… Leggi tutto »Salvini difende Trump, ma stavolta anche i leghisti gli si scagliano contro

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Un primo endorsement era già arrivato sui social nelle scorse ore, quelle immediatamente successive allo scoppio della crisi iraniana. Matteo Salvini non aveva esitato un secondo a prendere posizione, schierandosi dalla parte del presidente Trump. “Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione Europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo” era stato il messaggio lanciato subito dopo la morte di Soleimani, con la tensione che saliva alle stelle.Un messaggio che aveva diviso gli utenti: anche tra i fedelissimi del Capitano, infatti, non tutti avevano gradito una presa di posizione così netta, ricordando al leader della Lega i rischi dell’azione americana. Salvini non si è però per nulla pentito del messaggio e ha rilanciato poco dopo: “Fra, da un lato, l’estremismo e la violenza islamica e, dall’altro, la libertà, non ho dubbi su cosa scegliere: sempre e comunque la libertà, la pace, il rispetto dei diritti umani e dei nostri valori cristiani”.Un modo, tra l’altro, per tentare di riavvicinarsi a quel Trump che durante la crisi d’agosto, quel del Papeete e della nascita del governo giallorosso, aveva improvvisamente voltato le spalle alla Lega per lodare “Giuseppi” Conte. Anche in questo caso, però, sono subito arrivati messaggi molto critici nei confronti di Salvini: “Mi dispiace, ma dopo ieri il mio voto non sarà più per te! Ricorda che il generale che ieri è stato ucciso per mano degli americani e dallo stato d’Israele, ha combattuto contro l’isis e i loro tagliagole di cristiani” scrive ad esempio Claudio.E ancora, rilancia Marcello: “Dov’è la tua carità cristiana? Sai che il Vangelo dice di porgere l’altra guancia?”. Oppure: “U$A portatori di libertà e rispetto dei popoli. Proprio un bel discorso da sovranista telecomandato da Washington. Almeno fatevi chiamare Statiunizzati e non sovranisti” nota Augusto. Infine Lucio: “Soleimani ha difeso i cristiani molto più di quanto non lo abbia fatto nessun altro. Cambia consiglieri per gli esteri, i looney tunes non sono adeguati”.

Anziano intrappolato nel grattacielo in fiamme: lo salva un pompiere italiano

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Salvini: “Io come Trump, vittima di una sinistra che sovverte la volontà popolare” https://www.business.it/salvini-io-come-trump-vittima-di-una-sinistra-che-sovverte-la-volonta-popolare/ Thu, 19 Dec 2019 13:53:12 +0000 https://www.business.it/?p=56765 Matteo Salvini si sente un po’ Donald Trump. No, niente manie di grandezza. Il leader della Lega è consapevole di essere finito colpevolmente all’opposizione, in una posizione ben diversa da quella dell’inquilino della Casa Bianca. Ad accomunarli però, nella lettura del leader della Lega, sono i guai con una giustizia che tenta di combatterne l’azione… Leggi tutto »Salvini: “Io come Trump, vittima di una sinistra che sovverte la volontà popolare”

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Matteo Salvini si sente un po’ Donald Trump. No, niente manie di grandezza. Il leader della Lega è consapevole di essere finito colpevolmente all’opposizione, in una posizione ben diversa da quella dell’inquilino della Casa Bianca. Ad accomunarli però, nella lettura del leader della Lega, sono i guai con una giustizia che tenta di combatterne l’azione politica nelle aule di tribunale. Il riferimento è ovviamente all’impeachment contro il presidente Usa appena approvato dalla Camera dei Rappresentanti statunitense.La Giunta per le Immunità non sembra stavolta avere in serbo notizie positive per il leader leghista, che in passato era stato invece salvato di fronte alle accuse per il caso Diciotti. Salvini rischia di non trovare abbastanza voti per far scattare l’immunità rispetto alla richiesta di autorizzazione a procedere per le vicende della nave Gregoretti, con l’accusa di sequestro di persona mossa nei suoi confronti. I tempi in cui i Cinque Stelle erano alleati pronti a tendergli la mano sono ormai lontani, lontanissimi.Lo spettro di una scossa giudiziaria aleggia in casa leghista da alcuni giorni. Alla Camera, Salvini parla di “reazione del sistema politico, mediatico e giudiziario, non solo in Italia. Pensiamo agli Usa: con i risultati economici che la presidenza Trump sta ottenendo dati alla mano, c’è un presidente che deve passare le sue giornate preoccupandosi di difendersi da un impeachment che lo vedrebbe come traditore del popolo. E poi c’è il premier israeliano Netanyahu che non sta trascorrendo momenti molto diversi. Evidentemente in giro per il mondo, c’è qualcuno che a sinistra usa qualsiasi arma a disposizione per sovvertire la volontà popolare”. per Salvini i leader di tutto il mondo sono in pericolo a causa di una giustizia troppo spesso amica delle sinistre. Parole, le sue, non troppo lontane da quelle pronunciate da Donald Trump nel corso di un comizio in Michigan, subito dopo il voto della Camera. “La Camera sta cercando di annullare il voto di milioni di americani e il risultato elettorale con l’impeachment” aveva detto il presidente. Con il presidente Usa si è schierato anche Vladimir Putin, che ha parlato di “accuse inventate”.

Gli eroi del London Bridge? Tra loro anche l’assassino di una ragazza disabile

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Il nuovo amore del presidente: Trump scarica Salvini per Giorgia Meloni https://www.business.it/il-nuovo-amore-del-presidente-trump-scarica-salvini-per-giorgia-meloni/ Thu, 28 Nov 2019 14:23:23 +0000 https://www.business.it/?p=55512 Un po’ a pesare è la vicenda Metropol, quella che vede la Lega accusata di aver ricevuto finanziamenti da parte della Russia di Putin a ridosso delle elezioni europee con Savoini, fedelissimo di Matteo Salvini, a svolgere il ruolo di intermediario. Un po’ dev’essere la collocazione della Lega in Europa, ancora ambigua nei rapporti con… Leggi tutto »Il nuovo amore del presidente: Trump scarica Salvini per Giorgia Meloni

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Un po’ a pesare è la vicenda Metropol, quella che vede la Lega accusata di aver ricevuto finanziamenti da parte della Russia di Putin a ridosso delle elezioni europee con Savoini, fedelissimo di Matteo Salvini, a svolgere il ruolo di intermediario. Un po’ dev’essere la collocazione della Lega in Europa, ancora ambigua nei rapporti con le altre forze politiche. Sopratutto, è il rapporto troppo stretto con il Cremlino a far storcere il naso a Donald Trump, uno che in passato aveva guardato con favore al Carroccio e al suo Capitano. E che ora pare volgere altrove le attenzioni.Come raccontato da Repubblica, infatti, tra il presidente degli Stati Uniti e la Lega i rapporti si sarebbero di colpo raffreddati. Trump starebbe così pensando di allentare definitivamente i legami con l’ex ministro dell’Interno, tenuti principalmente da Giorgetti, per abbracciare l’altro astro nascente della destra italiana, Giorgia Meloni. Lo scorso 12 novembre la leader di Fratelli d’Italia avrebbe infatti incontrato a Villa Taverna l’ambasciatore statunitense Lewis Eisenberg per un lungo colloquio.Secondo Repubblica, “l’Amministrazione Usa punta a sollecitare e sostenere in Europa interlocutori certamente di stampo sovranista, preferibilmente antieuropeisti e sicuramente fedeli alla Nato”. Per questo motivo, la scommessa statunitense si starebbe volgendo verso la Meloni, tra l’altro pupilla di Steve Bannon. La casa Bianca sembra disponibile ad accoglierla all’inizio del 2020 per un incontro con il presidente Donald Trump o con il suo vice Mike Pence.Una situazione che creerebbe non poco imbarazzo nella Lega, con Salvini che rischia di vedersi scavalcato dall’alleato nel ruolo di “prediletto” di Trump. Il presidente americano tende da sempre a non fidarsi troppo di chi ha contatti stretti con la Russia di Putin, e così il Carroccio potrebbe essere soppiantato da Fratelli d’Italia. Una situazione di insofferenza, sottolineata dalla recente tendenza dell’ex ministro dell’Interno a non nominare più la Meloni, citata sempre indirettamente con soprannomi del mondo delle fiabe.

Apre una birreria con i soldi destinati ai disabili: a giudizio l’ex assessore di Fratelli d’Italia

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Trump, rischio impeachment altissimo: l’ambasciatore Usa testimonia contro il presidente https://www.business.it/trump-rischio-impeachment-altissimo-lambasciatore-usa-testimonia-contro-il-presidente/ Wed, 20 Nov 2019 15:18:18 +0000 https://www.business.it/?p=55112 Cresce la tensione intorno alla possibile messa sotto accusa del presidente americano Donald Trump: l’ambasciatore Usa in Ue Gordon Sondland, testimone d’accusa chiave nell’indagine sull’impeachment, ha infatti dichiarato di fronte alla Commissione Intelligence della Camera di aver pressato Kiev a indagare sui Biden agendo sotto “ordini diretti” di Donald Trump e con il consenso del… Leggi tutto »Trump, rischio impeachment altissimo: l’ambasciatore Usa testimonia contro il presidente

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Cresce la tensione intorno alla possibile messa sotto accusa del presidente americano Donald Trump: l’ambasciatore Usa in Ue Gordon Sondland, testimone d’accusa chiave nell’indagine sull’impeachment, ha infatti dichiarato di fronte alla Commissione Intelligence della Camera di aver pressato Kiev a indagare sui Biden agendo sotto “ordini diretti” di Donald Trump e con il consenso del segretario di Stato Mike Pompeo. “Abbiamo seguito gli ordini del presidente” ha dichiarato di fronte alla Commissione Intelligence della Camera, aggiungendo che Trump aveva forzato lui e altri diplomatici statunitensi a lavorare con il suo avvocato personale, Rudolph Giuliani: “Non volevamo lavorare con Giuliani. Semplicemente, abbiamo giocato le carte che ci sono state servite”. Ma non c’è solo questo. Come spiega l’Huffington Post, Sondland ha anche detto di aver sollevato preoccupazioni con il vice presidente Mike Pence per un evidente collegamento tra gli aiuti militari all’Ucraina e le indagini. Quando gli è stato chiesto di possibile “quid pro quo” nelle interazioni tra la Casa Bianca e il governo ucraino, la risposta è stata infatti “sì”. Trump ha messo come condizione per un prezioso invito del presidente Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca l’avvio di indagini sul suo principale rivale politico. Sondland è uno dei protagonisti dei quel “canale diplomatico altamente irregolare” messo in piedi dalla Casa Bianca nei processi informativi e decisionali con Kiev, secondo quanto denunciato nella prima audizione pubblica della saga dell’impeachment da William Taylor, incaricato d’affari americano in Ucraina. La testimonianza di Sondland rischia di aggravare parecchio anche la posizione del segretario di Stato Mike Pompeo: secondo il New York Times, Pompeo fu infatti costantemente aggiornato sugli sviluppi della campagna di pressioni sull’Ucraina dall’ambasciatore negli Usa in Ue. Secondo il Time, Pompeo pensa di dimettersi da segretario di Stato e di correre per un seggio in Senato nello Stato del Kansas il prossimo anno. Finora era intenzionato a restare alla guida del dipartimento di Stato sino all’inizio della prossima primavera, ma l’indagine sull’impeachment sta danneggiandolo politicamente e guastando le sue relazioni con Donald Trump, spingendolo a rivedere i tempi per una exit strategy sicura.

Salvini, ancora polemiche dopo il caso Cucchi: “Aboliremo il reato di tortura”

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Trump gioca di sponda coi sovranisti: “L’Italia starebbe meglio fuori dall’Ue” https://www.business.it/trump-gioca-di-sponda-coi-sovranisti-litalia-starebbe-meglio-fuori-dallue/ Fri, 01 Nov 2019 10:04:18 +0000 https://www.business.it/?p=54234 Una provocazione forte, netta. Pensata per dare nuovamente corda a quel filone sovranista, già radicato ormai nel nostro Paese, che guarda sempre con disprezzo oltre i confini, in direzione Bruxelles. E che ora trova nuova sponda nelle parole del presidente degli Stati Uniti Donald Trump: “L’Italia starebbe molto meglio fuori dall’Ue”. Parole nette, chiare, pronunciate… Leggi tutto »Trump gioca di sponda coi sovranisti: “L’Italia starebbe meglio fuori dall’Ue”

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Una provocazione forte, netta. Pensata per dare nuovamente corda a quel filone sovranista, già radicato ormai nel nostro Paese, che guarda sempre con disprezzo oltre i confini, in direzione Bruxelles. E che ora trova nuova sponda nelle parole del presidente degli Stati Uniti Donald Trump: “L’Italia starebbe molto meglio fuori dall’Ue”. Parole nette, chiare, pronunciate nel corso di un’intervista alla radio londinese LBC (Leading Britain’s Conversation).Le parole del presidente Usa sono arrivate mentre si trovava ospite del suo vecchio amico (a sua volta ovviamente sovranista) inglese Nigel Farage, leader del Brexit Party e storico euroscettico del Regno Unito, che ha un programma fisso sulla stessa LBC. Un intervento a suo modo storico, visto che Trump sinora non si era mai espresso così esplicitamente contro l’appartenenza dell’Italia all’Ue.
Tutto è avvenuto subito dopo un intervento in cui Trump cercava di tranquillizzare gli ascoltatori britannici, promettendo che le relazioni commerciali tra Usa e Regno Unito sarebbero proseguite serenamente anche dopo la Brexit: “Noi non vogliamo avere niente a che fare con la vostra sanità pubblica. Parliamo soltanto di commercio, che nel vostro caso, se faceste un accordo con noi, sarebbe quattro-cinque volte più grande di adesso, e la vostra economia ne gioverebbe moltissimo. Ma oggi voi siete bloccati dall’Unione Europea, come altri Paesi nell’Ue. Anche l’Italia e altri Paesi starebbero molto meglio senza l’Unione Europea”.  Una citazione non casuale, in un momento in cui l’Italia continua a mostrarsi affascinata dalle sirene antieuropeiste: “Se questi Paesi vogliono rimanere in Ue, ok – ha aggiunto Trump – Ma sappiate che in Europa governano persone con le quali è molto difficile negoziare, mentre con me sarebbe tutto più facile: faremmo subito un accordo commerciale con voi”.

Halloween azzurro: Berlusconi vede nella Carfagna lo spettro di Fini

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Trump: “Turchi e curdi sono come due bambini. Li ho fatti combattere un po’” https://www.business.it/trump-turchi-e-curdi-sono-come-due-bambini-li-ho-fatti-combattere-un-po/ Fri, 18 Oct 2019 13:28:36 +0000 https://www.business.it/?p=53550 Parole forti, fortissime. Beffarde, in un momento in cui il mondo guarda con apprensione quanto sta succedendo in Siria tra la Turchia di Erdogan e i curdi siriani, dopo il ritiro Usa che ha dato il via libera, di fatto, all’invasione da parte di Ankara. Uno scenario descritto da Donald Trump come se i protagonisti… Leggi tutto »Trump: “Turchi e curdi sono come due bambini. Li ho fatti combattere un po’”

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Parole forti, fortissime. Beffarde, in un momento in cui il mondo guarda con apprensione quanto sta succedendo in Siria tra la Turchia di Erdogan e i curdi siriani, dopo il ritiro Usa che ha dato il via libera, di fatto, all’invasione da parte di Ankara. Uno scenario descritto da Donald Trump come se i protagonisti fossero “due bambini che hanno necessità di dover combattere un po’ prima di essere separati”.Parole che il presidente degli Stati Uniti ha pronunciato parlando davanti ai suoi sostenitori in Texas, occasione durante la quale è tornato sull’accordo per una tregua di 120 ore in Siria, ottenuta dal vice presidente Mike Pence nel corso di una missione ad Ankara.“Non è stato convenzionale quello che ho fatto. A volte devi lasciarli combattere un po’. A volte devi lasciarli combattere come due bambini e poi li separi”, ha dichiarato Trump riferendosi a turchi e curdi. “Hanno combattuto per pochi giorni ed è stato parecchio violento”, ha proseguito il capo della Casa Bianca, sottolineando che “neanche una goccia di sangue americano” è stata versata.


Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, oltre 500 persone, tra cui decine di civili, in gran parte curdi, sono morti dall’inizio dell’operazione ‘Fonte di pace’ lanciata dalla Turchia nel nord-est della Siria la scorsa settimana. Gli stessi attivisti sostengono che gli scontri hanno provocato 300mila sfollati.

Quell’Italia che ha un disperato bisogno di una destra moderata, buona

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Le smorfie dell’interprete di Mattarella fanno impazzire i social https://www.business.it/le-smorfie-dellinterprete-di-mattarella-fanno-impazzire-i-social/ Fri, 18 Oct 2019 07:47:03 +0000 https://www.business.it/?p=53529 Le tensioni tra Stati Uniti e Italia, al netto delle parole rassicuranti provenienti da entrambi i Paesi, ci sono e sono palpabili. La minaccia dei dazi in arrivo da parte americana, che potrebbero colpire al cuore il meglio dell’export del Bel Paese, ha generato agitazioni e polemiche già nelle scorse settimane, con i produttori a… Leggi tutto »Le smorfie dell’interprete di Mattarella fanno impazzire i social

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Le tensioni tra Stati Uniti e Italia, al netto delle parole rassicuranti provenienti da entrambi i Paesi, ci sono e sono palpabili. La minaccia dei dazi in arrivo da parte americana, che potrebbero colpire al cuore il meglio dell’export del Bel Paese, ha generato agitazioni e polemiche già nelle scorse settimane, con i produttori a chiedere tutele da parte del governo di fronte alle esternazioni, non troppo rassicuranti, dell’attuale amministrazione a stelle e strisce. Occhi puntati, allora, sull’incontro andato in scena alla casa bianca tra Donald Trump e il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella, volato al di là dell’Oceano per tentare a sua volta di calmare gli animi e rafforzare l’immagine di due Paesi che, al netto dei contrasti, lavorano per trovare la soluzione migliore per entrambi. Un meeting che ha visto un protagonista a sorpresa.Sì perché in mezzo ai due capi di Stato impegnati a mostrare il loro sorriso migliore, ecco saltar fuori lei, la traduttrice italiana che ha partecipato all’incontro bilaterale con il compito di aiutare il nostro presidente ad avere sempre chiaro il pensiero del suo dirimpettaio. E finita al centro di un video esilarante che sta spopolando in rete, eroina della giornata senza esserne consapevole. Il passaggio che più ha sconvolto la donna è stato quello sui server dell’Fbi, con la traduttrice a fare smorfie attonite di fronte alle parole di Trump. Montando ad arte le espressioni più divertenti della malcapitata, il video creato da un utente del social, è già un fenomeno del web. Giallo, poi, su altri punti del discorso che, al momento, sono irreperibili online. Pare che, gaffe dopo gaffe, Trump abbia chiamato Mattarella il “Presidente Mozzarella” e che abbia dichiarato di rispettare il rapporto tra i due Paesi anche per il fatto che Stati Uniti e Italia sarebbero alleati “dai tempi degli Antichi romani”.

La Brexit scricchiola già: la rabbia irlandese mette a rischio l’accordo

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Il generale Usa Allen: “Il presidente Trump ha le mani sporche di sangue” https://www.business.it/il-generale-usa-allen-il-presidente-trump-ha-le-mani-sporche-di-sangue/ Mon, 14 Oct 2019 12:52:06 +0000 https://www.business.it/?p=53332 “Il presidente Donald Trump ha le mani sporche di sangue per aver abbandonato i nostri alleati curdi”: è durissimo il giudizio dell’ex comandante della coalizione internazionale anti-Isis, il generale americano John Allen, che ricoprì l’incarico durante l’amministrazione Obama dopo esser stato capo delle forze Usa in Afghanistan.“Le conseguenze dell’attuale crisi erano del tutto prevedibili e… Leggi tutto »Il generale Usa Allen: “Il presidente Trump ha le mani sporche di sangue”

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“Il presidente Donald Trump ha le mani sporche di sangue per aver abbandonato i nostri alleati curdi”: è durissimo il giudizio dell’ex comandante della coalizione internazionale anti-Isis, il generale americano John Allen, che ricoprì l’incarico durante l’amministrazione Obama dopo esser stato capo delle forze Usa in Afghanistan.“Le conseguenze dell’attuale crisi erano del tutto prevedibili e nonostante questo gli Usa hanno dato la luce verde”, denuncia Allen che parla di “pulizia etnica in corso” voluta dal leader turco Recep Tayip Erdogan. “Questo è quello che succede quando il presidente Trump segue il suo istinto e si allinea con gli autocrati”. Intanto l’esercito siriano è arrivato al confine con la Turchia entrando nella città di Tel Tamer, secondo quanto riportano i media locali, dove con ogni probabilità si confronterà con le forze armate di Ankara. E dopo 6 anni sono entrati per la prima volta nella città di Ayn Issa, al confine tra Turchia e Siria. Area che si trova all’interno della zona soggetta all’intervento militare turco e in cui ci sono i campi dove sono rinchiuse le famiglie dei miliziani dell’Isis. Operazioni militari che fanno seguito all’accordo tra Damasco e le forze guidate dai curdi per contrastare l’invasione da parte della Turchia.“Per evitare e affrontare questa aggressione è stato raggiunto un accordo con il governo siriano. In questo modo l’esercito siriano può essere dispiegato lungo il confine siro-turco per aiutare le Forze democratiche siriane (Fds)”, si legge sulla pagina Facebook dell’amministrazione curda.

Zuckerberg sta con Trump? Solo una fake news che, però, la dice lunga su Facebook

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Zuckerberg sta con Trump? Solo una fake news che, però, la dice lunga su Facebook https://www.business.it/zuckerberg-sta-con-trump-solo-una-fake-news-che-pero-la-dice-lunga/ Mon, 14 Oct 2019 11:33:27 +0000 https://www.business.it/?p=53326 Una dura battaglia, quella che la possibile candidata dem alla Casa Bianca Elizabeth Warren porta avanti da tempo contro i social network e le società della Silicon Valley. E che si arricchisce ora di un nuovo passaggio, emblematico. La politica è nota per le proprie posizioni che mirano a sviscerare i colossi tech per dividerli in… Leggi tutto »Zuckerberg sta con Trump? Solo una fake news che, però, la dice lunga su Facebook

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Una dura battaglia, quella che la possibile candidata dem alla Casa Bianca Elizabeth Warren porta avanti da tempo contro i social network e le società della Silicon Valley. E che si arricchisce ora di un nuovo passaggio, emblematico. La politica è nota per le proprie posizioni che mirano a sviscerare i colossi tech per dividerli in più aziende singole, ma nell’ultimo spot si è soffermata principalmente su Facebook ed il suo CEO.Secondo la Warren, infatti, “Facebook è una macchina che produce disinformazione a fine di lucro”. Ecco perché invita i suoi sostenitori a firmare per “obbligarla ad assumersi le sue responsabilità”. Non solo: la senatrice prende di mira anche l’amministratore delegato del colosso dei social network Mark Zuckerberg, accusato di essere un sostenitore di Donald Trump.L’accusa è stata mossa attraverso un’inserzione pubblicitaria pagata e pubblicata proprio sul social network, in cui viene affermato che Mr.Facebook avrebbe dato il proprio endorsement a Trump per la rielezione come presidente degli Stati Uniti. Poco dopo i comitato elettorale della Warren ha specificato che si trattava di una notizia falsa, pubblicata volutamente sul social network per permettere ai moderatori di sperimentare con le loro mani le conseguenze nocive delle “pratiche illegali ed anti competitive grazie alla quale Trump ha la libertà di mentire sulle più grande piattaforme social”.La Warren è infatti da tempo avversa a Facebook per la modalità sbagliata con cui riesce comunque alla fake news, teoricamente nel mirino del social, di diffondersi e creare scompiglio, con smentite che nella maggior parte dei casi passano in secondo piano rispetto agli effetti causati. Un malcostume che ha cercato di dimostrare in maniera diretta.

“I preti sposati? L’unico modo per far sopravvivere la Chiesa”

 

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Trump all’attacco dell’Ue: in arrivo dazi per 7 miliardi https://www.business.it/trump-allattacco-dellue-in-arrivo-dazi-per-7-miliardi/ Sun, 29 Sep 2019 10:10:16 +0000 https://www.business.it/?p=52599 7 miliardi di euro, tariffe pesanti in arrivo dagli Usa e che potrebbero colpire aerei e parti di aerei prodotte in Europa ma anche altri settori, in primis l’agroalimentare. È quanto scrive l’Ansa citando fonti di Bruxelles, dove è attesa per la settimana prossima la pubblicazione del documento del Wto che stabilisce l’entità delle compensazioni che… Leggi tutto »Trump all’attacco dell’Ue: in arrivo dazi per 7 miliardi

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7 miliardi di euro, tariffe pesanti in arrivo dagli Usa e che potrebbero colpire aerei e parti di aerei prodotte in Europa ma anche altri settori, in primis l’agroalimentare. È quanto scrive l’Ansa citando fonti di Bruxelles, dove è attesa per la settimana prossima la pubblicazione del documento del Wto che stabilisce l’entità delle compensazioni che gli Stati Uniti possono chiedere all’Ue per gli aiuti a Airbus giudicati illegali dalla stessa organizzazione mondiale per il commercio.
Il verdetto del Wto, su cui erano circolate indiscrezioni mai confermate già una decina di giorni fa, potrebbe arrivare lunedì o martedì prossimi. E proprio per martedì è stata convocata dalla presidenza di turno finlandese dell’Ue una colazione di lavoro informale con i ministri del Commercio estero dei Paesi membri. Tra i temi in discussione, quello dei rapporti con gli Usa e il Wto.Nel maggio scorso il presidente americano Trump aveva annunciato dazi per oltre 20 miliardi di dollari su aerei e parti di aerei prodotte in Europa – misure destinate a colpire soprattutto Germania, Francia e Regno Unito – ma anche su una lunga serie di prodotti industriali e agricoli, tra cui vini e formaggi italiani.
La richiesta formale americana al Wto è stata comunque di circa la metà (11 miliardi) e, secondo le notizie trapelate a Bruxelles, il documento finale fisserebbe le penali a 7 miliardi di euro. Abbastanza, secondo gli addetti ai lavori, per colpire non solo l’industria aeronautica europea ma anche l’agroalimentare. La politica dei dazi di Trump ha sempre messo nel mirino i comparti economici in cui gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale e questo è il caso dell’agroalimentare europeo e italiano. Gli Usa sono il primo acquirente delle specialità del Vecchio mondo, con particolare predilezione per l’Italia.

Lavoro, iva, quota 100: così prende forma la legge di Bilancio giallorossa

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Diffuse le telefonate di Trump: chiese a Zelenskij di indagare Biden https://www.business.it/diffuse-le-telefonate-di-trump-chiese-a-zelenskij-di-indagare-biden/ Wed, 25 Sep 2019 14:44:34 +0000 https://www.business.it/?p=52455 Lo aveva annunciato nelle scorse ore attraverso i social, dando ora seguito a quanto dichiarato di fronte ad accuse pesanti che rischiano di costargli addirittura l’impeachment. “Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha diffuso la trascrizione declassificata e senza omissis del suo colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodimir Zelenskij del 25 luglio del 2019”. Così una nota… Leggi tutto »Diffuse le telefonate di Trump: chiese a Zelenskij di indagare Biden

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Lo aveva annunciato nelle scorse ore attraverso i social, dando ora seguito a quanto dichiarato di fronte ad accuse pesanti che rischiano di costargli addirittura l’impeachment. “Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha diffuso la trascrizione declassificata e senza omissis del suo colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodimir Zelenskij del 25 luglio del 2019”. Così una nota della Casa Bianca, che al messaggio allega la trascrizione.Un botta e risposta che conferma come durante la telefonata Trump chiese al presidente ucraino di contattare il ministro della Giustizia Usa William Barr per discutere la possibile apertura di un’indagine per corruzione su Joe Biden e suo figlio. Zelenskij avrebbe dovuto collaborare con il suo avvocato personale, l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, e con il segretario alla giustizia, William Barr, per “guardare” (ossia indagare) sui Biden.Trump ha detto che la telefonata era stata “molto amichevole e totalmente appropriata”. Secondo gli ultimi articoli del Washington Post e del New York Times, però, nella settimana precedente alla richiesta del presidente Usa la sua amministrazione aveva sospeso un consistente pacchetto di aiuti finanziari all’Ucraina, apparentemente per aumentare la sua influenza e ricattare il governo ucraino spingendolo ad accogliere la richiesta su Biden e suo figlio. Intanto sono 205 i deputati americani finora a favore dell’inchiesta per aprire l’impeachment contro Trump, secondo i calcoli del New York Times. Il quotidiano scrive che oltre due terzi dei 235 deputati democratici hanno già dato il loro sostegno. La maggioranza richiesta è di 218: una cifra che si starebbe quindi pericolosamente avvicinando.

La rivincita di Greta: la Thunberg risponde così agli sfottò di Trump

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La rivincita di Greta: la Thunberg risponde così agli sfottò di Trump https://www.business.it/la-rivincita-di-greta-la-thunberg-risponde-cosi-agli-sfotto-di-trump/ Wed, 25 Sep 2019 14:12:30 +0000 https://www.business.it/?p=52450 Golia contro Davide, nel rispetto dell’epica: da un lato l’uomo più potente del mondo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump famoso per il suo carattere borioso e la sfacciataggine. Dall’altro Greta Thunberg, la bambina diventata famosa in tutto il pianeta per le sue battaglie in difesa del clima e che però, nel momento stesso… Leggi tutto »La rivincita di Greta: la Thunberg risponde così agli sfottò di Trump

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Golia contro Davide, nel rispetto dell’epica: da un lato l’uomo più potente del mondo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump famoso per il suo carattere borioso e la sfacciataggine. Dall’altro Greta Thunberg, la bambina diventata famosa in tutto il pianeta per le sue battaglie in difesa del clima e che però, nel momento stesso in cui ha incontrato la fama, si è trovata anche al centro di polemiche infinite. I due si sono incrociati e sfidati. Ovviamente, visti i tempi che corrono, via social.“Una ragazza molto felice in attesa di un futuro luminoso e meraviglioso” si definisce Greta Thunberg sul proprio profilo Twitter nella sezione dedicata alla propria descrizione. Una bio che la giovane attivista svedese ha cambiato subito dopo il tweet postato da Donald Trump sempre su Twitter. Il presidente americano, infatti, aveva scritto postando il discorso della Thunberg al vertice delle Nazioni Unite sul clima: “Sembra una ragazza molto felice in attesa di un futuro luminoso e meraviglioso”. 
Un tweet-sfottò, con il chiaro intento di prendere in giro la ragazzina che non gli aveva risparmiato delle occhiatacce una volta al suo cospetto, a cui la giovane ha deciso di rispondere a tono modificando la sua bio (che prima ospitava una semplice descrizione di se stessa: “16 anni, attivista per il clima con la sindrome di Asperger”, malattia dalla quale Greta è afflitta).I due non si sono mai sfidati a duello di persona, al di fuori dell’arena virtuale. Al Palazzo di Vetro, però, non è passato inosservato il volto della Thunberg quando ha incrociato il presidente Usa che si è fermato per 15 minuti ad ascoltare gli interventi della cancelliera tedesca Angela Merkel e del premier indiano Narendra Modi.

Il discorso di Greta all’Onu? Tweet sarcastico di Trump. Che figuraccia il presidente Usa

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L’incubo impeachment si abbatte su Trump: gli Usa col fiato sospeso https://www.business.it/lincubo-impeachment-si-abbatte-su-trump-gli-usa-col-fiato-sospeso/ Tue, 24 Sep 2019 07:30:39 +0000 https://www.business.it/?p=52368 L’incubo dell’impeachment continua a turbare i sonni di Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti costretto a convivere con l’idea di poter finire sotto accusa e vedere finire in anticipo al suo mandato. La richiesta era già stata avanzata nei mesi scorsi, al termine delle indagini sul Russiagate, lo scandalo sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi… Leggi tutto »L’incubo impeachment si abbatte su Trump: gli Usa col fiato sospeso

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L’incubo dell’impeachment continua a turbare i sonni di Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti costretto a convivere con l’idea di poter finire sotto accusa e vedere finire in anticipo al suo mandato. La richiesta era già stata avanzata nei mesi scorsi, al termine delle indagini sul Russiagate, lo scandalo sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Il procuratore speciale Robert Mueller, che se ne era occupato, aveva scoperto tra l’altro che il presidente aveva provato ad intralciare le indagini in almeno undici casi.Stavolta la Russia non c’entra, però: i guai nascono da una chiamata tra Trump e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, risalente allo scorso 25 luglio. Secondo quanto è emerso negli ultimi giorni, l’inquilino della Casa Bianca avrebbe chiesto al suo omologo di avviare un’inchiesta su Hunter Biden, ex membro del consiglio di amministrazione di una società ucraina del gas, e su suo padre, Joe Biden, nel tentativo di danneggiare quest’ultimo in vista delle presidenziali 2020.Joe Biden, che è stato vicepresidente nell’amministrazione Obama, si è candidato alla Casa Bianca e potrebbe sfidare Trump alle prossime elezioni. La chiamata è diventata di dominio pubblico dopo che un funzionario del governo, di cui non si conosce l’identità, aveva presentato il 12 agosto scorso una denuncia contro Trump accusandolo di aver fatto una promessa inopportuna al leader di un paese straniero. Il nome di Zelensky è emerso solo in questi giorni perché l’intelligence ha ritenuto la denuncia fondata, credibile e di urgente preoccupazione e diversi giornali americani hanno iniziato a occuparsene, aggiungendo ulteriori dettagli.Secondo il Wall Street Journal, Trump avrebbe esortato ben otto volte Zelensky a lavorare alle indagini sui due Biden con Rudy Giuliani, l’ex sindaco di New York e attuale consigliere della Casa Bianca per la sicurezza informatica. Le indagini dovevano ruotare intorno al licenziamento di Viktor Shokin, il procuratore generale che aveva indagato sulla società per cui lavorava Hunter Biden e di cui Joe Biden aveva sollecitato il licenziamento quando era vicepresidente degli Stati Uniti. Una fonte anonima ha detto che Trump voleva dimostrare che Biden padre si era intromesso nella vicenda solo per proteggere il figlio, anteponendo i suoi interessi personali a quelli del paese.

I politici americani che chiedono l’impeachment non contestano solo il presunto obiettivo di Trump, ma anche il modo in cui avrebbe cercato di raggiungerlo: secondo alcuni, non è infatti possibile escludere che il presidente abbia condizionato (o promesso di farlo) l’invio di aiuti militari all’Ucraina come ricompensa per le indagini sui due Biden, arrivando a manipolare la politica estera statunitense.

La Raggi apre le porte di Roma al Pd: “Possibile collaborare su temi condivisi”

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Anche Trump fa il tifo per Conte: “Speriamo rimanga premier” https://www.business.it/anche-trump-fa-il-tifo-per-conte-speriamo-rimanga-premier/ Tue, 27 Aug 2019 14:49:15 +0000 https://www.business.it/?p=51249 Un endorsement pesante, quello arrivato in favore di Giuseppe Conte. Indicato addirittura da Donald Trump in persona come personaggio ideale per guidare il prossimo governo italiano, che è tornato a tingersi di rosso e giallo dopo la ripresa delle trattative tra Cinque Stelle e Pd, arenate nelle scorse ore proprio intorno al nome del futuro… Leggi tutto »Anche Trump fa il tifo per Conte: “Speriamo rimanga premier”

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Un endorsement pesante, quello arrivato in favore di Giuseppe Conte. Indicato addirittura da Donald Trump in persona come personaggio ideale per guidare il prossimo governo italiano, che è tornato a tingersi di rosso e giallo dopo la ripresa delle trattative tra Cinque Stelle e Pd, arenate nelle scorse ore proprio intorno al nome del futuro inquilino di Palazzo Chigi.Tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio alla fine è arrivata la schiarita: Giuseppe Conte rimarrà, se ci sarà l’accordo, al suo posto. I nodi da sciogliere sono piuttosto altri e riguardano innanzitutto la figura dei vicepremier. Secondo quanto fatto trapelare dalle fonti dem nelle scorse ore, il leader grillino aveva avanzato in questo senso la sua stessa candidatura. Il passo indietro ufficiale del Movimento, che prima dell’inizio delle consultazioni ha smentito queste ricostruzioni, ha ridisteso di colpo i toni.Su Conte, come detto, è arrivato all’improvviso la benedizione di Trump che ha twittato: “Starting to look good for the highly respected Prime Minister of the Italian Republic, Giuseppi Conte. Represented Italy powerfully at the G-7. Loves his Country greatly & works well with the USA. A very talented man who will hopefully remain Prime Minister!”.Trump ha sottolineato quindi l’amore di Conte per il suo Paese e il rispetto di cui gode a livello internazionale. Un endorsement che segue quello già arrivato da parte dell’Unione Europea, e che spinge ulteriormente la figura del premier verso la conferma, mai così scontata. Il Pd ne ha ormai preso atto. Resta il nodo dello schema di governo: i dem chiedono una rottura della precedente impostazione (con due vicepremier) per dare un segnale di discontinuità ed evitare che la propaganda di Salvini possa mettersi in moto. I grillini non sono ancora convinti. Nelle prossime ore, gli sviluppi decisivi.

Senza Salvini, Malta riapre il dialogo con l’Italia (e accoglie i migranti)

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Trump trema sul Russiagate: “Possibile incriminarlo a fine mandato” https://www.business.it/trump-trema-sul-russiagate-possibile-incriminarlo-a-fine-mandato/ Wed, 24 Jul 2019 14:46:37 +0000 https://www.business.it/?p=50133 Donald Trump non può tirare definitivamente un sospiro di sollievo sul caso Russiagate: il presidente degli Stati Uniti, infatti, potrebbe essere incriminato a fine mandato. Davanti alla Commissione Giustizia della Camera, l’ex procuratore Robert Mueller ha testimoniato di aver trovato prove insufficienti della colpevolezza dell’inquilino della Casa Bianca nella cospirazione con i russi, sottolineando che “cospirazione” e “collusione” non sono sinonimi. Respingendo l’affermazione di un “totale esonero” del tycoon (“Non… Leggi tutto »Trump trema sul Russiagate: “Possibile incriminarlo a fine mandato”

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Donald Trump non può tirare definitivamente un sospiro di sollievo sul caso Russiagate: il presidente degli Stati Uniti, infatti, potrebbe essere incriminato a fine mandato. Davanti alla Commissione Giustizia della Camera, l’ex procuratore Robert Mueller ha testimoniato di aver trovato prove insufficienti della colpevolezza dell’inquilino della Casa Bianca nella cospirazione con i russi, sottolineando che “cospirazione” e “collusione” non sono sinonimi. Respingendo l’affermazione di un “totale esonero” del tycoon (“Non è quello che il mio rapporto dice” ha affermato), Mueller ha spiegato che la sua indagine “non ha affrontato la collusione, che non è un termine legale”, contraddicendo così quanto sostenuto da Trump che, sottolinea l’ex procuratore, “rifiutò di farsi interrogare”. Mueller ha aggiunto che nonostante dieci potenziali istanze di ostruzione della giustizia, “in base alle linee guida del ministero della Giustizia abbiamo deciso di non prendere una decisione” sul fatto “se il presidente ha commesso un crimine”. Di certo, ha spiegato Mueller, “lo sforzo del governo russo per interferire nelle nostre elezioni è tra i più gravi” attacchi “alla nostra democrazia” che “ho visto nel corso della mia carriera” e “questo merita l’attenzione di ogni americano”. L’inchiesta condotta, ha aggiunto l’ex procuratore speciale per il Russiagate, “ha evidenziato che il governo russo ha interferito nelle nostre elezioni” in maniera “ampia e sistematica”. “La nostra indagine sugli sforzi per ostacolare l’inchiesta e mentire agli inquirenti è stata di importanza cruciale. L’ostruzione alla giustizia colpisce al cuore lo sforzo del governo di trovare la verità e mettere le persone davanti alle proprie responsabilità per atti scorretti” afferma ancora.

La Boschi dice no ai 5 Stelle: “Mai con loro, sono come la Lega”

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Salvini come Trump: “Un muro anti-immigrati tra Italia e Slovenia” https://www.business.it/salvini-come-trump-un-muro-anti-immigrati-tra-italia-e-slovenia/ Thu, 27 Jun 2019 14:01:17 +0000 https://www.business.it/?p=48696 Non si sono ancora placati gli echi dell’intervento di Matteo Salvini dal Viminale, durante il quale il vicepremier ha affrontato tante tematiche che spaziano dalla sicurezza al caso Sea Watch. Lanciando, però, una proposta/provocazione che sta facendo discutere parecchio: “Parlando della frontiera Est con il Friuli-Venezia Giulia, ho sentito il presidente Fedriga. Si parla sempre… Leggi tutto »Salvini come Trump: “Un muro anti-immigrati tra Italia e Slovenia”

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Non si sono ancora placati gli echi dell’intervento di Matteo Salvini dal Viminale, durante il quale il vicepremier ha affrontato tante tematiche che spaziano dalla sicurezza al caso Sea Watch. Lanciando, però, una proposta/provocazione che sta facendo discutere parecchio: “Parlando della frontiera Est con il Friuli-Venezia Giulia, ho sentito il presidente Fedriga. Si parla sempre di numeri ridotti rispetto al passato però c’è segnale di riapertura della rotta balcanica via terra”. Salvini ha citato un protocollo firmato da poco da Italia e Slovenia, che lo stesso ministro dell’Interno annunciava su Twitter il 22 giugno: “Previsti pattugliamenti misti delle polizie di frontiera per proteggere i confini, bloccare eventuali sfruttatori e fermare l’immigrazione irregolare” scriveva il leader della Lega sopra alla foto con lo slogan: “Abbiamo bloccato gli ingressi via mare e ora rafforziamo la vigilanza per proteggere le frontiere via terra”.Il vicepremier nelle scorse ore ha rilanciato parlando di ” pattugliamenti misti tra polizia italiana e slovena che partiranno dal 1 luglio per intercettare in territorio sloveno gli immigrati clandestini che entrano attraverso i 232 chilometri di frontiera a Est. Se questo non fosse sufficiente, il presidente del Friuli chiederà al governo una sospensione di Schengen, visto che la Slovenia è Paese membro per controllare con maggiore efficacia entrate e uscite. Poi ripeto, un conto è controllare la frontiera via mare, un conto è controllare la frontiera via terra”.Spero di non essere costretto ad arrivare a tanto – ha spiegato il leader della Lega – però, se non si riuscisse con le vie diplomatiche a interrompere il flusso d’ingresso via terra alle frontiere orientali, non escludiamo nessun tipo di altro intervento permesso dalla normativa vigente, compreso quello di barriere fisiche”. Un’idea ripresa proprio dal presidente della Regione, il leghista Massimiliano Fedriga, che ha spiegato: “Alzare barriere ai confini per fermare gli arrivi è un’ipotesi al vaglio, testimonia l’attenzione del Viminale per gli ingressi irregolari”.

Nel frattempo l’Unione europea ha fatto sapere tramite una sua portavoce di non sapere nulla del pattugliamento del confine tra Italia e Slovenia: “Non abbiamo ricevuto alcuna informazione dall’Italia per la reintroduzione di controlli temporanei alle frontiere interne con Schengen”.

Scosse elettriche e lavaggio del cervello ai bambini, strappati alle loro famiglie

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Salvini bocciato in “immigrazione”: “Italia incapace di fare espulsioni” https://www.business.it/salvini-bocciato-in-immigrazione-italia-incapace-di-fare-espulsioni/ Fri, 21 Jun 2019 09:12:16 +0000 https://www.business.it/?p=48376 C’è un Salvini che vola felice negli Stati Uniti, mostrandosi felice e sorridente di fronte ai vertici dell’amministrazione a stelle e strisce legittimando così, di fatto, quel ruolo di premier che al momento non gli spetta ancora ma del quale spera di potersi fregiare a breve. E c’è, però, anche un’America che non sembra affatto… Leggi tutto »Salvini bocciato in “immigrazione”: “Italia incapace di fare espulsioni”

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C’è un Salvini che vola felice negli Stati Uniti, mostrandosi felice e sorridente di fronte ai vertici dell’amministrazione a stelle e strisce legittimando così, di fatto, quel ruolo di premier che al momento non gli spetta ancora ma del quale spera di potersi fregiare a breve. E c’è, però, anche un’America che non sembra affatto felice del numero uno e della Lega e del suo operato, al netto di tanti proclami. Il dipartimento di Stato americano ha infatti declassato il nostro Paese per quanto riguarda le attività di contrasto al traffico di esseri umani. In sostanza, per rimanere in tema visto che ci troviamo nei giorni degli esami di maturità per tanti liceali sparsi per l’Italia, gli Usa hanno bocciato Matteo Salvini su quello che doveva essere il suo cavallo di battaglia, la lotta all’immigrazione clandestina.A diffondere i dati è stato lo stesso dipartimento: lo Stivale è stato declassato a Tier 2. “Il governo dell’Italia non ha raggiunto – si legge all’interno della relazione – gli standard minimi per l’eliminazione del traffico, anche se sta facendo degli sforzi significativi per farlo”.Ad accompagnare le parole del Dipartimento americano, i dati che mostrano un calo negli arresti dei trafficanti. Insomma, rispetto alle precedenti esperienze di governo, quella che vede Salvini nel ruolo di ministro dell’Interno fa segnare un passo indietro, almeno secondo gli americani. Un’analisi che stona, e parecchio, con i sorrisi di un vicepremier tornato dal territorio statunitense convinto di aver incassato un endorsement a tutti gli effetti da parte della cerchia vicina al presidente Trump.

Carfagna alla riscossa: “Con me Forza Italia non succube di Salvini”

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Usa-Iran a un passo dalla guerra: Trump ordina l’attacco, poi il dietrofront https://www.business.it/usa-iran-a-un-passo-dalla-guerra-trump-ordina-lattacco-poi-il-dietrofront/ Fri, 21 Jun 2019 06:53:51 +0000 https://www.business.it/?p=48367 Tensione altissima tra Usa e Iran, dopo che l’abbattimento di un drone statunitense in territorio iraniano aveva fatto scoppiare l’ennesimo caso diplomatico tra le due nazioni. Le Guardie della rivoluzione (i pasdaran) avevano informato di aver aperto il fuoco contro il piccolo velivolo all’interno della zona aerea del distretto di Kouhmobarak, nella provincia meridionale iraniana di Hormuzgan.… Leggi tutto »Usa-Iran a un passo dalla guerra: Trump ordina l’attacco, poi il dietrofront

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Tensione altissima tra Usa e Iran, dopo che l’abbattimento di un drone statunitense in territorio iraniano aveva fatto scoppiare l’ennesimo caso diplomatico tra le due nazioni. Le Guardie della rivoluzione (i pasdaran) avevano informato di aver aperto il fuoco contro il piccolo velivolo all’interno della zona aerea del distretto di Kouhmobarak, nella provincia meridionale iraniana di Hormuzgan. Poi era arrivata anche la conferma da fonti americane.
 Il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Abbas Mousavi aveva commentato l’accaduto parlando di “violazione illegale e invasione dei cieli del Paese da parte di nessun oggetto volante straniero”. Secondo gli iraniani il drone si trovava nel sud dell’Iran, mentre per Washington era nello spazio aereo internazionale sullo stretto di Hormuz. “Gli invasori sono pienamente responsabili per questo atto provocatorio” aggiungevano i rappresentanti di Teheran. Di avviso ben diverso gli Stati Uniti, che raccontano di un “attacco immotivato” non provocato da alcuna azione americana. Il comando Usa ha definito “falsa” la spiegazione di Teheran secondo la quale il drone sarebbe stato abbattuto mentre sorvolava illegalmente il territorio iraniano, con Trump a twittare subito “L’Iran ha commesso un grave errore”.Secondo il New York Times, la tensione sarebbe cresciuta alle stelle: Trump avrebbe dato l’ok agli attacchi militari in Iran, salvo poi fare dietrofront dopo aver dispiegato tutte le forze aeree e militari. Tra gli obiettivi dell’operazione ci sarebbero stati radar e batterie di missili, ma il tutto è stato annullato prima che potesse iniziare. Al momento non risulta chiaro se lo stop sia temporaneo e se sia stato dovuto a una decisione presidenziale o a problemi strategici e militari.

Scintille Europa-Usa, Trump all’attacco: “L’Ue fa concorrenza sleale”

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Scintille Europa-Usa, Trump all’attacco: “L’Ue fa concorrenza sleale” https://www.business.it/scintille-europa-usa-trump-allattacco-lue-fa-concorrenza-sleale/ Tue, 18 Jun 2019 17:01:38 +0000 https://www.business.it/?p=48216 Trump va all’attacco di Mario Draghi attraverso il proprio account Twitter: “Ha appena annunciato il possibile arrivo di altri stimoli, facendo immediatamente calare l’euro contro il dollaro, e rendendo ingiustamente più facile per loro (l’Europa) competere con gli Stati Uniti. Sono anni che lo stanno facendo, insieme alla Cina e ad altri”. Un attacco che ha un… Leggi tutto »Scintille Europa-Usa, Trump all’attacco: “L’Ue fa concorrenza sleale”

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Trump va all’attacco di Mario Draghi attraverso il proprio account Twitter: “Ha appena annunciato il possibile arrivo di altri stimoli, facendo immediatamente calare l’euro contro il dollaro, e rendendo ingiustamente più facile per loro (l’Europa) competere con gli Stati Uniti. Sono anni che lo stanno facendo, insieme alla Cina e ad altri”. Un attacco che ha un bersaglio preciso, il presidente uscente della Banca Centrale Europea. 
La colpa di Draghi? Aver promesso, durante la conferenza di Sintra in Portogallo, “ulteriori stimoli in assenza di miglioramenti dell’economia tali da favorire il ritorno all’inflazione”. Il presidente della Bce ha parlato di un rilancio del quantitative easing e di ulteriore taglio dei tassi di interesse: “Se la crisi ci ha insegnato qualcosa, è che noi useremo tutta la flessibilità disponibile. Lo faremo ancora in futuro per rispondere a qualsiasi sfida all’obiettivo di stabilità dei prezzi”.
Parole che, ricorda Open, suonano sulla falsariga di quel “Whatever it takes” pronunciato nel 2012 per mettere fine alle speculazioni sull’euro che avrebbero potuto abbattere i Paesi più deboli dell’eurozona. Grazie a questa mossa, lo spread Btp-Bund, ovvero la differenza tra i rendimenti buoni del tesoro italiani e quelli tedeschi, è sceso sotto i 250 punti, ai minimi da aprile. L’euro è scivolato sotto gli 1,12 dollari, diventando così più competitivo, la borsa è in rialzo.Quando Mario Draghi parla di “taglio dei tassi” fa riferimento ai tassi di interesse sui soldi che le banche prestano a famiglie e imprese sotto forma di mutui o prestiti. Si tratta di una misura di politica economica molto utile nelle fasi di stagnazione (mancata crescita) e, più in generale, quando l’economia di uno o più Paesi è in difficoltà.

Il meccanismo funziona così: la Banca centrale europea “presta” soldi alle banche a un tasso più basso e le banche fanno lo stesso con imprese e famiglie. In questo modo, si favoriscono gli investimenti (se il denaro “costa meno” si è più propensi a chiederlo in prestito perché si dovranno restituire meno interessi) stimolando l’economia.

Le tre mosse di Bonafede per cambiare la Giustizia che irritano Salvini

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Uragano Trump sulle borse: a picco i listini asiatici dopo le minacce a Pechino https://www.business.it/trump-allattacco-delle-borse-il-crollo-dopo-le-minacce-usa/ Mon, 06 May 2019 11:32:52 +0000 https://www.business.it/?p=45795 Donald Trump lancia la sua nuova offensiva sul fronte commerciale, un colpo che ha mandato a picco i listini asiatici in una giornata che si preannuncia difficile per tutto il mondo. Anche l’Europa tratta in profondo rosso: a metà mattina Milano cede il 2,18%. Nessuno, tra i titoli del listino principale Ftse Mib, è in rialzo. Variazioni simili… Leggi tutto »Uragano Trump sulle borse: a picco i listini asiatici dopo le minacce a Pechino

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Donald Trump lancia la sua nuova offensiva sul fronte commerciale, un colpo che ha mandato a picco i listini asiatici in una giornata che si preannuncia difficile per tutto il mondo. Anche l’Europa tratta in profondo rosso: a metà mattina Milano cede il 2,18%. Nessuno, tra i titoli del listino principale Ftse Mib, è in rialzo. Variazioni simili nel resto del Vecchio continente: Francoforte perde il 2,1%, Parigi il 2,13% mentre Londra è chiusa per festività.I principali indici in estremo Oriente registrano alla conclusione degli scambi un rosso pesantissimo: il Composite di Shanghai crolla del 5,58%, mentre Shenzhen sprofonda del 7,38%. Hong Kong lascia sul parterre il 2,9%. A innescare la paura degli investitori, il tweet con cui il presidente americano ha annunciato dazi al 25% sull’import di 200 miliardi di dollari di beni “made in China” che dovrebbero scattare a partire da venerdì 10 maggio. Una mossa a sorpresa proprio mentre è in corso il rush finale dei negoziati che avrebbero dovuto invece portare a una tregua commerciale tra i due Paesi, con un’intesa che secondo alcuni osservatori sarebbe potuta arrivare proprio questo venerdì.Pechino in un primo momento aveva lasciato intendere di valutare anche l’annullamento della visita del vice premier Liu He a Washington, ma in mattinata ha fatto sapere che la delegazione cinese “si sta preparando per andare negli Usa” per il nuovo round negoziale sul commercio dell’8 maggio, come da programma. Il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, ha aggiunto di sperare che “Usa e Cina possano trovare una soluzione a metà strada”.Sul fronte valutario è stabile l’euro: la moneta unica si posiziona a 1,119 dollari. Il contraccolpo si è sentito invece sullo yuan, la valuta cinese che ha ceduto altro terreno sul biglietto verde per arrivare a uno spot rate di 6,7882. Partenza di settimana invece al rialzo per lo spread: il differenziale Btp-Bund schizza in avvio a 259 punti dai 253 della chiusura di venerdì. Il rendimento del nostro titolo decennale si attesta al 2,59%. L’effetto Trump si è fatto sentire anche sul petrolio, le cui quotazioni sono in deciso ribasso.

Donna, lesbica, afroamericana: Lori, il sindaco di Chicago che ribalta le certezze di Trump

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Benzina alle stelle, ecco perché: chi gioca con le tasche degli italiani https://www.business.it/benzina-alle-stelle-ecco-perche-la-scelta-di-trump-fa-impennare-i-prezzi/ Tue, 23 Apr 2019 05:44:49 +0000 https://www.business.it/?p=45077 Non rinnovare le esenzioni per l’import di petrolio iraniano che scadranno all’inizio di maggio: questa la decisione del presidente americano Donald Trump, che ha annunciato ufficialmente la sua presa di posizione netta spiegando di essere arrivato a questa decisione perché “mira ad azzerare l’export di petrolio iraniano, negando al regime la sua principale fonte di entrate”. Tra… Leggi tutto »Benzina alle stelle, ecco perché: chi gioca con le tasche degli italiani

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Non rinnovare le esenzioni per l’import di petrolio iraniano che scadranno all’inizio di maggio: questa la decisione del presidente americano Donald Trump, che ha annunciato ufficialmente la sua presa di posizione netta spiegando di essere arrivato a questa decisione perché “mira ad azzerare l’export di petrolio iraniano, negando al regime la sua principale fonte di entrate”. Tra gli otto Paesi cui erano state concesse le esenzioni c’era anche l’Italia. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha detto che non ci saranno proroghe dopo il primo maggio e che l’amministrazione sta già discutendo con i paesi coinvolti per aiutarli a rinunciare alle importazioni da Teheran.Trump in persona ha anche annunciato di aver parlato al telefono con il premier italiano Giuseppe Conte. Palazzo Chigi ha confermato la circostanza, senza precisare se il colloquio abbia riguardato anche la questione iraniana. La decisione americana sul petrolio di Teheran è stata criticata duramente dalla Cina. Pechino si oppone “alle sanzioni unilaterali e alla giurisdizione ad ampio raggio”, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, per il quale gli accordi siglati da Pechino con Teheran sono “ragionevoli e legittimi”. La Cina è tra i principali importatori di greggio dall’Iran. Una mossa che ha fatto schizzare il prezzo del petrolio, volato a massimi da 6 mesi. Al Nymex il Wti avanza del 2,81% a 65,80 dollari al barile, il Brent guadagna il 3,21% a 74,28 dollari al barile (in precedenza era arrivato a +3,3%, ai massimi da novembre).Intanto, spiega La Repubblica, l’Arabia Saudita  fa sapere che si coordinerà con gli altri produttori di petrolio per assicurare forniture adeguate e per accertarsi che il mercato resti in equilibrio. Riad – ha riferito il il ministro dell’Energia saudita, Khalid Al-Falih – sta monitorando gli sviluppi sul mercato del petrolio e si consulterà con gli altri produttori per assicurare un mercato stabile.

Alla faccia dei tagli: benzina alle stelle con Salvini e Di Maio

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Amanti, divorzi, foto hot: la sfida a suon di colpi bassi tra Trump e il re di Amazon https://www.business.it/trump-contro-bezos-una-sfida-piena-di-colpi-bassi-tra-due-titani/ Sat, 09 Feb 2019 08:53:10 +0000 https://www.business.it/?p=40286 Una sfida tra titani, con da un lato l’uomo più potente del mondo per definizione, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e dall’altro il padrone di Amazon ed editorialista del Washington Post Jeff Bezos. Uno contro l’altro, in una sfida piena di veleni e colpi bassi, bassissimi. Con il proprietario della più famosa azienda… Leggi tutto »Amanti, divorzi, foto hot: la sfida a suon di colpi bassi tra Trump e il re di Amazon

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Una sfida tra titani, con da un lato l’uomo più potente del mondo per definizione, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e dall’altro il padrone di Amazon ed editorialista del Washington Post Jeff Bezos. Uno contro l’altro, in una sfida piena di veleni e colpi bassi, bassissimi. Con il proprietario della più famosa azienda di commercio statunitense travolto da uno scandalo che gli è costato il matrimonio e dietro il quale le testate americane vedono chiara la mano del rivale.Che tra i due non corra buon sangue è d’altronde cosa nota. Una sfida iniziata quattro anni fa, quando Bezos scelse di scendere in campo candidandosi alla nomination repubblicana. E iniziando a bastonare il presidente degli Stati Uniti grazie al Washington Post, giornale storico caduto in disgrazia e acquistato dal magnate per trasformarlo in sua personale arma. Chi di testata colpisce, però, di testata perisce, e così ecco arrivare il contrattacco di Trump.Il tabloid National Enquirer, specializzato nel rovistare nella vita dei vip alla ricerca di gossip scottanti, ha infatti rivelato una relazione extraconiugale tra Bezos e una presentatrice Fox, Lauren Sanchez. Un storia immortalata anche da alcune fotografie molto esplicite dei due, intenti a baciarsi con passione. La moglie di lui non l’ha ovviamente presa bene, facendo subito scattare il divorzio.Non basta, però: Bezos ha infatti rivelato di essere ricattato dal National Enquirer, in possesso anche di alcune immagini piuttosto hot ottenute chissà come. Difficile capire davvero cosa ci sia dietro questa storia intrigata e piena di zone d’ombre. Di sicuro, una battaglia ormai arrivata a livelli di ferocia inaudita. Tutto è valido, nessun colpo è proibito. E di qui ai prossimi mesi si rischia di vederne davvero delle belle.

Una nuova guerra fredda: la mossa di Trump, la reazione di Putin. Una partita a scacchi che spaventa il mondo

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Una nuova guerra fredda: la mossa di Trump, la reazione di Putin. Una partita a scacchi che spaventa il mondo https://www.business.it/la-mossa-degli-stati-uniti-la-reazione-russa-per-i-giornali-e-guerra-fredda/ Sat, 02 Feb 2019 11:18:28 +0000 https://www.business.it/?p=39897 Una notizia che sta terrorizzando il mondo, con i giornali di ogni latitudine a scrivere già di “una nuova guerra fredda” dopo l’annuncio del Segretario di Stato americano Mike Pompeo del ritiro degli Usa dall’accordo sulla limitazione delle armi nucleari “Inf”. Una notizia che ha subito scatenato la reazione del presidente russo Vladimir Putin, che ha risposto: “la… Leggi tutto »Una nuova guerra fredda: la mossa di Trump, la reazione di Putin. Una partita a scacchi che spaventa il mondo

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Una notizia che sta terrorizzando il mondo, con i giornali di ogni latitudine a scrivere già di “una nuova guerra fredda” dopo l’annuncio del Segretario di Stato americano Mike Pompeo del ritiro degli Usa dall’accordo sulla limitazione delle armi nucleari “Inf”. Una notizia che ha subito scatenato la reazione del presidente russo Vladimir Putin, che ha risposto: “la Russia farà altrettanto”.In una riunione con i ministri degli Esteri e della Difesa della Federazione russa, il presidente ha elencato una serie di mosse che Mosca prenderà nel settore delle armi nucleari a medio raggio (quelle che rientrano nell’Inf), accettando fra l’altro la proposta del ministro della Difesa Shoigu di avviare la produzione di un nuovo missile nucleare supersonico a gittata intermedia. “Forniremo una risposta speculare – ha detto Putin – i partner americani hanno annunciato la sospensione della loro partecipazione al trattato e anche noi la sospenderemo”. Pompeo aveva motivato l’abbandono dicendo che “la Russia ha messo ripetutamente a rischio la sicurezza degli Stati Uniti. Non ci lasceremo più limitare da un trattato che Mosca continua a violare spudoratamente”. Lo stesso presidente Trump, con un tweet aveva confermato che gli Usa andranno avanti “con lo sviluppo di nostre opzioni militari, lavorando con la Nato per negare ai russi ogni vantaggio derivato dal loro comportamento illegale”. Gli Usa accusano la Russia di aver violato l’accordo in almeno trenta diverse occasioni.Così è venuto a mancare un trattato trentennale firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov, che aveva segnato la prima tappa del disgelo fra Russia e Stati Uniti.  Sotto accusa ci sono oggi i missili russi Navator 9M729 con gittata tra i 500 e i 5000 chilometri apparsi per la prima nel 2015. In grado di colpire l’Europa occidentale e, se collocati in Siberia, potenzialmente capaci di raggiungere anche la costa occidentale degli Stati Uniti.Per gli analisti vero scopo di Trump oggi non è tanto litigare con Mosca, ma usare l’uscita dal trattato per forzare la Cina che ne è libera a firmarne uno analogo. Pechino ha finora sempre rifiutato di aderire all’Inf perché la costringerebbe a distruggere il 95% dei suoi missili che invece le servono a cementare il dominio sul Pacifico occidentale. Cancellare il trattato dunque per Washington può significare non solo trovare un modo di arginare i cinesi. Ma anche di imbrigliare i nemici di sempre, Corea del Nord e l’Iran.

Conte ha studiato da vero premier: Salvini, ora, si ritrova il nemico in casa

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Usa-Cina, alta tensione: Trump ha scelto il suo mastino per trattare con Pechino https://www.business.it/trump-ha-scelto-robert-lighthizer-per-trattare-con-la-cina/ Thu, 03 Jan 2019 14:49:49 +0000 https://www.business.it/?p=38081 Da un lato c’è Donald Trump che cerca di gettare acqua sul fuoco, provando a rassicurare i mercati azionari e spiegando che le trattative con la Cina per la soluzione della guerra commerciale stanno andando nella giusta direzione. Dall’altro c’è invece il suo uomo di fiducia Robert Lighthizer che, stando ai giornali, pare convinto della necessità di altri dazi… Leggi tutto »Usa-Cina, alta tensione: Trump ha scelto il suo mastino per trattare con Pechino

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Da un lato c’è Donald Trump che cerca di gettare acqua sul fuoco, provando a rassicurare i mercati azionari e spiegando che le trattative con la Cina per la soluzione della guerra commerciale stanno andando nella giusta direzione. Dall’altro c’è invece il suo uomo di fiducia Robert Lighthizer che, stando ai giornali, pare convinto della necessità di altri dazi contro le importazioni dall’Est, necessari affinché  gli Stati Uniti ottengano concessioni evitando di accettare “promesse vuote” come l’aumento temporaneo degli acquisti di semi di soia americana.Secondo il New York Times, infatti, lo “zar commerciale” americano è pronto a volare a Pechino per riprendere le trattative. L’indiscrezione fa temere un’escalation delle tensioni tra le due potenze mondiali che nel corso del 2018 si sono colpite a vicenda con dazi.  Ciò renderebbe difficile il raggiungimento di un accordo entro il primo marzo prossimo, la data in cui scadrà la tregua commerciale siglata il primo dicembre scorso tra il presidente americano e quello cinese Xi Jinping.Ieri, intanto, Trump ha affermato che i negoziati tra Stati Uniti e Cina “procedono molto bene”, aggiungendo poi un “vedremo cosa succede” pronunciato con il sorriso tra i denti.Non manca però chi fa notare come l’ottimismo messo in mostra in più occasioni dal presidente Usa sia in realtà esagerato, di facciata, pensato principalmente per tentare di calmare il mercato azionario a stelle e strisce che ha chiuso l’anno appena trascorso facendo segnare record negativi, i peggiori dal 2008 a oggi.

Trump arma la Turchia: pronti i missili per Erdogan. Un accordo che fa tremare tutti

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Tutti i guai del presidente: Trump, altra batosta in arrivo dagli elettori. Un amore ormai davvero agli sgoccioli https://www.business.it/trump-rischia-di-perdere-la-california-il-voltafaccia-degli-elettori-americani/ Sat, 03 Nov 2018 09:20:45 +0000 https://www.business.it/?p=34558 Una roccaforte repubblicana per tradizione, la California. Dove Jeff Denham, vicino a Trump, si presenta agli elettori come uno di loro, coltivatore e reduce di guerra, sfidato dall’altra parte della barricata da un trentenne di nome Josh Harder proveniente dal mondo della finanza tecnologica. Fino a qualche anno, fa non si sarebbe nemmeno parlato di… Leggi tutto »Tutti i guai del presidente: Trump, altra batosta in arrivo dagli elettori. Un amore ormai davvero agli sgoccioli

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Una roccaforte repubblicana per tradizione, la California. Dove Jeff Denham, vicino a Trump, si presenta agli elettori come uno di loro, coltivatore e reduce di guerra, sfidato dall’altra parte della barricata da un trentenne di nome Josh Harder proveniente dal mondo della finanza tecnologica. Fino a qualche anno, fa non si sarebbe nemmeno parlato di competizione vera e propria, troppo scontata per essere vera. E invece, in un’America che cambia e continua a voltare le spalle al suo presidente, le sorti sembrano essersi rovesciate.Sondaggi alla mano, Harder è infatti favorito su Denham quando mancano ormai pochi giorni al voto. Il segno che anche un mondo per natura conservatore, quello che popola un’area prevalentemente agricola, è rimasto deluso dalle politiche di Trump. A pesare, scrive il Corriere della Sera, le guerre commerciali che hanno finito per frenare export di prodotti della terra e la guerra agli immigrati, che ha reso problematico reclutare la manodopera nelle
stagioni dei raccolti. Non solo. In una spirale negativa per Trump che ha finito pere alterare il suo rapporto con quegli americani che lo avevano preferito a sorpresa alla Clinton sono anche fenomeni come il movimento Me Too, che hanno visto coalizzarsi insieme donne e movimenti etnici. Tutti con un solo bersaglio cui puntare: il presidente degli Stati Uniti.I democratici hanno fiutato la possibilità del colpaccio e hanno fatto forti investimenti per la campagna elettorale. Trump ha tentato il tutto per tutto con una promessa: accesso facilitato all’acqua per gli agricoltori della California, sempre più arida. Secondo le previsioni, però, non basterà questo a ribaltare le sorti della contesa.

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“Ecco dov’è il suo corpo”. L’orribile ipotesi dietro la scomparsa del dissidente saudita Jamal Khashoggi, una teoria agghiacciante https://www.business.it/la-sinistra-ipotesi-che-si-fa-largo-dietro-la-scomparsa-di-jamal-khashoggi/ Mon, 15 Oct 2018 14:22:41 +0000 https://www.business.it/?p=33318 Un’ipotesi agghiacciante, che potrebbe mettere la parola fine al caso di Jamal Khashoggi, dissidente saudita scomparso nel nulla dopo essere entrato nel consolato del suo Paese a Instabul. La terribile teoria è che il suo corpo sia stato sciolto nell’acido. La polizia turca, scrive il quotidiano Haberturk, sta indagando proprio in questa direzione. Secondo il quotidiano, che cita fonti… Leggi tutto »“Ecco dov’è il suo corpo”. L’orribile ipotesi dietro la scomparsa del dissidente saudita Jamal Khashoggi, una teoria agghiacciante

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Un’ipotesi agghiacciante, che potrebbe mettere la parola fine al caso di Jamal Khashoggi, dissidente saudita scomparso nel nulla dopo essere entrato nel consolato del suo Paese a Instabul. La terribile teoria è che il suo corpo sia stato sciolto nell’acido. La polizia turca, scrive il quotidiano Haberturk, sta indagando proprio in questa direzione. Secondo il quotidiano, che cita fonti dell’indagine, l’ipotesi – su cui stanno lavorando anche gli agenti del Mit, i servizi segreti di Ankara – è partita da una denuncia di Turan Kislakci, amico di Khashoggi e capo dell’Associazione dei media turco-arabi, che sin dalle prime ore aveva sostenuto che gli assassini si sarebbero immediatamente disfatti del corpo. Secondo la polizia turca sarebbe stato ucciso da un commando saudita. Il 7 ottobre diversi media internazionali riportavano che il giornalista sarebbe stato ucciso all’interno dell’edificio degli uffici della rappresentanza diplomatica del suo Paese. La prima a dare la notizia era stata la Reuters, ipotesi che era subito stata sposata anche dal Washington Post, quotidiano con cui Khashoggi collaborava e che ora si batte per scoprire la verità. Secondo l’agenzia Bloomberg, il re saudita Salman ha ordinato l’avvio di un’indagine interna, mentre Donald Trump ha fatto sapere che il sovrano “nega qualsiasi conoscenza di cosa possa essere successo”, aggiungendo poi che i due “stanno lavorando strettamente con la Turchia per trovare una risposta”.Il vice primo ministro kuwaitiano, Anas al-Saleh, ha difeso la monarchia saudita parlando di teorie complottiste e attacchi gratuiti, invitando tutti ad attendere i risultati delle indagini da parte delle “autorità competenti” prima di giudicare il caso. Il vice primo ministro ha quindi ribadito il sostegno del Kuwait all’Arabia Saudita “di fronte ai tentativi di danneggiare la sua sovranità”, apprezzando il ruolo del regno nel “rafforzare la pace e la sicurezza”.

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20 milioni per combattere l’immigrazione”. Il piano di Trump che ha fatto infuriare gli americani: cos’ha in mente il presidente Usa https://www.business.it/donald-trump-20-milioni-al-messico-per-combattere-limmigrazione-clandestina/ Thu, 13 Sep 2018 11:21:50 +0000 https://www.business.it/?p=31126 Donald Trump pronto a investire 20 milioni per combattere l'immigrazione: il suo piano ha già scatenato un putiferio

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Aveva promesso ai suoi elettori e al popolo americano che avrebbe eretto un muro al confine. E che, oltretutto, le spese per la costruzione sarebbero state in gran parte a carico del Messico. Ora Donald Trump si prepara invece a una clamorosa retromarcia, che potrebbe gravare non poco sulle case degli Stati Uniti. A lanciare la notizia è stato in queste ore il New York Times, che spiega come il presidente starebbe pensando di dare soldi proprio allo stato dal quale continuano a entrare in America immigrati clandestini. Per la precisione, la bellezza di 20 milioni di dollari, somma che servirebbe allo stesso Messico per organizzare un servizio di bus e aerei e deportare, di fatto, oltre 17mila persone che si trovano illegalmente al di là del confine.Non sono solo i messicani a entrare su suolo a stelle e strisce in maniera clandestina. Persone provenienti da ogni stato del Centro e Sud America arrivano infatti in Messico per poi tentare la fortuna in America: Trump spera così di dare un segnale forte su un tema, l’immigrazione, sul quale aveva puntato forte durante la campagna elettorale raccogliendo poi ampiamente i frutti. Una notizia confermata, almeno parzialmente, da una portavoce del Dipartimento per la Sicurezza Interna, Katie Waldman: “Stiamo lavorando intensamente con i nostri colleghi messicani per trovare una soluzione a un problema che continua a preoccupare le famiglie americane”.Al momento non sono arrivati commenti in merito da parte delle autorità messicane. Stando sempre al New York Times, il nuovo piano di contrasto all’immigrazione clandestina fa parte di una strategia di accelerazione decisa dallo stesso Trump, che avrebbe scelto di destinare a questo settore fondi teoricamente destinati altrove fino a pochi mesi fa: tra questi, milioni di dollari che sarebbe dovuti servire a un programma per portare maggiore stabilità in Siria e supportare le scuole e gli ospedali in Palestina.

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Ivanka Trump chiude la sua azienda di abbigliamento: ecco cosa c’è dietro https://www.business.it/ivanka-trump-chiude-la-sua-azienda-di-abbigliamento-ecco-cosa-ce-dietro/ Tue, 31 Jul 2018 06:30:43 +0000 https://www.business.it/?p=29999 Da quando il padre è diventato uno dei presidenti più discussi d’America, Ivanka Trump è quasi sempre alla ribalta delle cronache.

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Da quando il padre è diventato uno dei presidenti più discussi d’America, Ivanka Trump è quasi sempre alla ribalta delle cronache.

Insieme al marito, è lei la vera First Lady, con un ruolo più che mai riconosciuto e attivo rispetto alla defilata Melania, moglie in carica di Donald Trump.

Chi è Ivanka Trump?

Prima figlia femmina del Presidente Donald (tra il primogenito e Eric, il terzogenito), a sua volta mamma di tre figli, è la prediletta del padre. Ha studiato economia frequentando scuole e Univesrità di prestigio. Dopo un periodo da modella, come fu sua madre, si dedica prima alle imprese di famiglia, poi scrive libri e fonda una linea di abbigliamento e accessori.

É sposata con Jared Kushner, imprenditore ebreo, religione alla quale anche la Trump si è convertita prima di sposarsi. Con l’ingresso di Donal Trump come inquilino della casa Bianca, Kushner ottiene il ruolo di Senior Advisor, mentre Ivanka quello di consigliera.

Forse non tutti sanno che Ivanka è ideatrice e proprietaria di un marchio di abbigliamento e accessori che porta il suo nome.

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Lo scandalo dell’azienda di abbigliamento omonima

Qualche tempo fa era stata investita da uno scandalo: contro Trump circolava un video che metteva in luce la sua misoginia, ed ecco che si è ritorto contro tutta la famiglia, Ivanka compresa, con la conseguenza che numerosi siti di e-commerce hanno deciso di non distribuire più i suoi prodotti. Così la compagnia di produzione cambiato il nome in Adrienne Vittadini, senza l’approvazione di Ivanka, secondo la quale il suo marchio sarebbe ancora di grande successo.

Poi, improvvisamente la notizia: il marchio a suo nome stoppa la produzione e chiude.
Il brand non era dunque in netta crescita? Cosa c’è dietro la scioccante decisione?

Ivanka Trump ha espresso chiaramente la volontà di dedicarsi totalmente ed esclusivamente alla politica. In qualità di consulente Senior del Presidente (suo padre) ha deciso che quella è la strada giusta da percorrere, senza alcuna distrazione. Lo deve anche ai membri del suo staff politico.

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La politica è la priorità

Che Ivanka avesse preso le doti di intraprendenza e il naso per gli affari dal padre Donald, diventando una perfetta business woman non c’erano dubbi. Ma l’ascesa verso la politica c’entra poco con ciò che è successo con la sua azienda. Si dice più che altro che fosse stata presa di mira per violazioni della privacy e leggi sull’etica ma primo fra tutti c’entrava il conflitto di interesse tra il ruolo ottenuto alla casa Bianca e quello da imprenditrice.

Alcuni danno la colpa ai profitti, che hanno registrato un calo importante dopo l’elezione del presidente Trump e il conseguente ingresso politico di Ivanka.

Di fatto, per non  destare troppo scalpore e dare un’immagine maggiormente positiva di sé e dei suoi progetti, Ivanka ha scelto la via del politically correct. C’è già chi la vede candidarsi alle prossime elezioni, e chi invece la dà come perdente perché troppo offuscata dalla personalità e dalle scelte discutibili di The Donald. Staremo a vedere il prossimo passo in attesa di una eventuale svolta da commentare.

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Dov’è finita Melania Trump e cosa sta facendo https://www.business.it/dove-finita-melania-trump-cosa-sta-facendo/ Tue, 05 Jun 2018 05:08:04 +0000 https://www.business.it/?p=27938 Che fine ha fatto la first lady statunitense? La domanda, mentre si rincorrono teorie cospirative di tutti i tipi sui media americani, rimbalza da una parte all’altra del mondo a ormai quasi un mese dall’ultima apparizione pubblica della 48enne moglie del presidente Donald Trump. Voci alimentate anche dalla notizia che Melania non avrebbe trascorso questo weekend con il marito… Leggi tutto »Dov’è finita Melania Trump e cosa sta facendo

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Che fine ha fatto la first lady statunitense? La domanda, mentre si rincorrono teorie cospirative di tutti i tipi sui media americani, rimbalza da una parte all’altra del mondo a ormai quasi un mese dall’ultima apparizione pubblica della 48enne moglie del presidente Donald Trump. Voci alimentate anche dalla notizia che Melania non avrebbe trascorso questo weekend con il marito a Camp David, ritiro della coppia presidenziale nei fine settimana.

Tra l’altro la moglie del presidente Donald Trump, Melania Trump, salterà il summit del G7 di questa settimana in Quebec e non prevede di partecipare al previsto vertice del 12 giugno a Singapore con la Corea del Nord, ha detto la Casa Bianca domenica. “Non parteciperà al G7 e non ci sono piani per lei per viaggiare a Singapore in questo momento”, ha detto la sua portavoce, Stephanie Grisham, in una e-mail di Domenica.

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Quando è stata vista l’ultima volta Melania Trump?

 

Melania è stata vista l’ultima volta in pubblico lo scorso 10 maggio accanto al presidente Trump nell’accogliere tre cittadini americani rilasciati dalla Corea del Nord. Il 14 maggio la Casa Bianca ha annunciato il suo ricovero in ospedale dove è stata sottoposta ad un intervento al rene per una patologia “benigna’”. Avrebbe dovuto lasciare l’ospedale poco dopo, ma non è stata più vista, scatenando folli speculazioni sul fatto che fosse tornata a New York o stesse collaborando con il consulente speciale Robert Mueller.

Per mettere a tacere i rumors, qualche giorno fa Melania ha scritto su Twitter: “Vedo che i media stanno facendo gli straordinari speculando su dove sono e cosa sto facendo. State tranquilli, sono qui alla @WhiteHouse con la mia famiglia, mi sento bene, e lavoro duramente per conto dei bambini e degli americani! “. Ha scritto su Twitter. La first lady Usa ha quindi tranquillizzato tutti spiegando di sentirsi bene e di essere alla Casa Bianca con la sua famiglia a lavorare duramente “per conto dei bambini e degli americani”. Speculazioni ci sono state anche sul suo stato di salute dopo l’operazione e sui suoi rapporti con il marito sull’onda di un articolo del Washington Post, che, qualche tempo fa, descriveva la coppia come di fatto “separata in casa” con due routine e due stili di vita completamente diversi.

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Ma il post di twitter è stato scritto proprio da lei?

 

Il suo cinguettio però non è riuscito a mettere fine alle speculazioni, con alcuni utenti di Twitter scettici sul fatto che il post fosse stato scritto proprio da lei e non invece da un assistente, se non addirittura dallo stesso Trump. “Donald ha comunicato in passato con gli pseudonimi John Barron, John Miller e David Dennison”, ha scritto lo scrittore Nick Jack Pappas. “Sembra che possiamo aggiungere ‘Melania Trump’ a quella lista.” L’Huffington Post ha sottolineato che le frasi “lavoro straordinario”, “speculazione”, “lavoro duro” e “a nome del popolo americano” sono spesso presenti nei tweet del presidente. Mentre l’editorialista del New York Times Charles M Blow ha scritto: “Chiunque tu sia, restituisci a Melania il suo telefono …”. Naturalmente tutte le congetture a parte, ovunque lei sia e qualunque cosa stia facendo, si spera che stia bene.

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Economia Venezuela: Trump contro Petro coin https://www.business.it/economia-venezuela-trump-contro-petro-coin/ Thu, 22 Mar 2018 10:19:55 +0000 https://www.business.it/?p=21198 Economia del Venezuela: vicino al collasso? $ 150 miliardi  in altri paesi con un bolivar (la sua valuta) praticamente senza valore, un tasso di disoccupazione di quasi il 30% e una situazione in cui i venezuelani medi non possono permettersi cibo o cure mediche. Quindi, naturalmente, stanno facendo affidamento sull criptovaluta per salvarli. E, naturalmente, questo sforzo ha… Leggi tutto »Economia Venezuela: Trump contro Petro coin

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Economia del Venezuela: vicino al collasso? $ 150 miliardi  in altri paesi con un bolivar (la sua valuta) praticamente senza valore, un tasso di disoccupazione di quasi il 30% e una situazione in cui i venezuelani medi non possono permettersi cibo o cure mediche. Quindi, naturalmente, stanno facendo affidamento sull criptovaluta per salvarli. E, naturalmente, questo sforzo ha appena colpito una grande protuberanza.

il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un’ordine esecutivo che proibiva agli americani di prendere parte a qualsiasi transazione riguardante “qualsiasi valuta digitale (emessa da, per, o per conto del governo del Venezuela)” a partire dal 9 gennaio 2018. Tale divieto include il petro controverso, la criptovaluta legata al valore delle riserve di petrolio greggio del Venezuela.

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La decisione di Trump e la risposta del Venezuela

Diosdado Cabello, vicepresidente del Partito socialista unito del Venezuela, ha risposto alla decisione di Trump via Twitter: “Ancora una volta, l’imperialismo si sbaglia nell’annunciare sanzioni e blocchi contro il popolo coraggioso e dignitoso del Venezuela, i fanatici del tesoro sbavano di piacere quando il nostro popolo soffre. Alza le bandiere di Bolívar e Chávez, prevarremo! “.

Ad Agosto 2017 Trump firma un’ordine esecutivo che impone sanzioni economiche al Venezuela a causa, apparentemente, del governo venezuelano impegnato in violazioni dei diritti umani, corruzione e violenza. Ai cittadini statunitensi è vietato prestare denaro in Venezuela. L’ordine proibisce anche “qualsiasi transazione che elude o evita” l’ordine.

Dicembre 2017 : il presidente venezuelano Nicolás Maduro annuncia il petro. “Questo ci consentirà di avanzare verso nuove forme di finanziamento internazionale per lo sviluppo economico e sociale del nostro paese”, racconta al paese durante un’annuncio televisivo.

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Il 20 febbraio 2018: il  Venezuela lancia la prevendita privata, durante la quale presumibilmente raccolgono $ 5 miliardi (una cifra che è ancora non verificata). Eppure, senza dubbio almeno alcuni cittadini statunitensi raccolsero il petro durante la prevendita, e ora, grazie al nuovo ordine esecutivo di Trump, quelle criptogenine sono poco più che fermacarte digitali. Durante la prevendita, erano stati messi in palio 38,4 milioni di gettoni.

Il 20 marzo 2018 Viene lanciata l’offerta iniziale di monete (ICO), che offre 44 milioni di petro in più. E i cittadini statunitensi non sono autorizzati legalmente a comprare nessuno di loro. “È un bel colpo”, ha detto a Bloomberg Russ Dallen, l’amministratore delegato di Caracas Capital . “Dal momento che la maggior parte delle criptovalute non è realmente supportata da nulla di reale, la speculazione sulla criptovaluta si basa sulla teoria degli sciocchi  –  posso comprarlo a $ 100 perché c’è qualcuno che è un idiota più grande che sta per comprarlo a $ 200. Quando togli gli Stati Uniti da questa equazione, riduci l’interesse e il potenziale per quella speculazione.” In altre parole, il gruppo di potenziali pazzi del Venezuela è diventato molto più piccolo grazie a Trump.

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L'account Twitter di Trump rischia il ban: ecco la risposta di Twitter in un post https://www.business.it/account-twitter-di-trump-rischia-il-ban-la-risposta-di-twitter-in-un-post/ Fri, 19 Jan 2018 06:30:55 +0000 http://www.business.it/?p=16846 L'account Twitter di Trump e i suoi "cinguettii minacciosi" hanno infuocato l'opinione pubblica americana che ha chiesto al social network di bannare in modo definitivo il profilo del tycoon

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L’account Twitter di Trump è sotto accusa per via dei suoi contenuti, giudicati da molti offensivi, bizzarri, paranoici, e poco in linea con lo stile comunicativo che una figura istituzionale come il Presidente degli Stati Uniti d’America dovrebbe avere. L’opinione pubblica ha fatto sentire la sua voce muovendo istanze a Twitter per invocare la chiusura del profilo del magnate americano.

Trump e Twitter

The Donald ha sempre saputo come far parlare di sé. Fin dagli albori della campagna elettorale la sua figura è sempre stata sulla cresta dell’onda con le sue “gesta” riprese dalle testate giornalistiche di tutto il mondo. Twitter ha rappresentato una costante nello stile comunicativo “Trumpiano”. Questo strumento gli ha reso possibile scavalcare i tradizionali canali di informazione per esprimere, quello che alcuni hanno definito, un ego sconfinato e antistituzionale quasi senza alcuna mediazione.
Sull’account Twitter di Trump sono ormai “celebri” i numerosi tweet compulsivi fatti di sproloqui, minacce ed errori grossolani, tanto da essere diventati in parte il suo marchio di fabbrica. Per esempio, basti ricordare le sue invettive contro l’attrice hollywoodiana Meryl Streep, o il provvedimento per escludere i transgender dall’ esercito e ancora i numerosi attacchi alla stampa accusata di diffondere fake news sul suo conto. Un altro tratto tipico e distintivo di Trump sono gli insulti infantili, come “Sloppy Steve Bannon”, “Crooked Hillary” e l’ultimo riservato al dittatore nordcoreano Kim Jong-un, definito come “Rocket Man” (uomo razzo).
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trump-twitter-2Le proteste e la risposta di Twitter

Di fronte all’account Twitter di Trump l’opinione pubblica ha cominciato ad indignarsi chiedendo a gran voce che il colosso dei social prendesse dei provvedimenti. Le proteste si sono intensificate dopo che Trump ha pubblicato dei post riguardanti la Corea del Nord che in molti hanno reputato essere equivalenti a vere e proprie minacce internazionali. Il silenzio iniziale di Twitter lo ha trascinato nel vortice delle proteste, accusato da più parti di applicare i propri termini di servizio in modo non egualitario tra i suoi utenti.
Ma il 5 gennaio la risposta dell’azienda è finalmente arrivata attraverso un post, pubblicato sul blog ufficiale del social network, intitolato “World Leaders on Twitter”. In apertura il post fa presente che Twitter ha una “mission”, ovvero quella di permettere la comunicazione e il dibattito pubblico tra i suoi utenti a livello mondiale. Dal momento che i leader politici hanno una vasta ed estesa influenza sulle masse, bloccare i loro account equivarrebbe a celare delle informazioni importanti che tutta la collettività dovrebbe avere modo di conoscere.

tweet-di-trumpL’intervento di Bruce Daisley

Il post di Twitter, anche se ha chiarito alcuni aspetti della questione, per alcuni versi si è rivelato un po’ troppo retorico e ufficioso, affrontando la vicenda indirettamente. Il testo, infatti, non si è mai riferito in modo diretto al presidente Trump, ma ha parlato più in generale del ruolo dei “leader mondiali”. Ad integrare il comunicato di Twitter ci ha pensato Bruce Daisley, il vicepresidente di Twitter per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa, che qualche giorno dopo ha partecipato ad un intervento radiofonico con BBC Radio 5 dal vivo.
Daisley, sollecitato dalla conduttrice Emma Barnett, ha definito l’espulsione dalla piattaforma come “l’estrema ratio” possibile solamente in caso di gravi violazioni. Il Manager ha poi dichiarato che ci sono forme di infrazione su cui Twitter è particolarmente accorta e non transige, come il caso in cui un profilo pubblichi informazioni private di altre persone senza consenso.
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Pena di morte: Trump la ritiene necessaria per punire chiunque commetta atti terroristici https://www.business.it/pena-di-morte-trump-la-ritiene-necessaria-per-punire-chiunque-commetta-atti-terroristici/ Thu, 21 Dec 2017 06:30:55 +0000 http://www.business.it/?p=15998 Pena di morte: il Presidente Donald Trump scatena l'ennesimo putiferio, dichiarandosi del tutto favorevole alla condanna a morte di chi compie azioni terroristiche sul suolo americano

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Trump richiede la pena di morte per i terroristi

Pena di morte per coloro che si rendono responsabili di atti di terrorismo contro gli Stati Uniti d’America: questa è la risposta di Donald Trump all’attentato compiuto da un cittadino bengalese nel sottopassaggio della metropolitana di New York e che, tuttavia, non ha causato vittime.
Il Presidente americano, rinunciando per una volta alle esternazioni tramite il suo account su Twitter, ha consegnato a una nota ufficiale le riflessioni dopo l’ennesimo attacco da parte di un ”lupo solitario” non affiliato all’ISIS, ma comunque ispirato dalla retorica jihadista del sedicente Califfato Islamico: e, nel giro di poche ore, le sue parole hanno acceso un nuovo dibattito nell’opinione pubblica.
A rinfocolare tale dibattito sono state le prime dichiarazioni di Akayed Ullah a seguito dell’arresto: il ragazzo, rimasto ferito dalla deflagrazione del suo stesso ordigno, ha spiegato di avere agito per vendetta contro chi ha bombardato il Bangladesh, pur non riferendosi a nessun episodio conclamato.

Le precedenti dichiarazioni di Trump

È la pena di morte la soluzione ai ”malvagi atti di terrore” che, sempre con più frequenza, vengono perpetrati ai danni della democrazia americana: è questo, in estrema sintesi, il fulcro del comunicato che l’entourage di Donald Trump ha emanato a sole poche ore di distanza dall’attentato compiuto dal 27enne bengalese Akayed Ullah in uno dei sottopassaggi della metropolitana della Grande Mela che collegano le stazioni di Times Square e Port Authority.
Il riferimento di ”The Donald” alla pena di morte ha sollevato un piccolo caso politico, subito dopo che la suddetta nota era stata diramata ai principali media. Il Presidente degli Stati Uniti aveva spiegato che la soluzione andava applicata in quelli che lui ha chiamato i casi appropriati” e, di fatto, riprendendo quanto aveva detto in due precedenti occasioni, ovvero nel dicembre 2015 (quando era ancora lontana la sua elezione alla Casa Bianca) e poi ancora lo scorso novembre.
Nella prima circostanza, l’allora candidato repubblicano aveva avanzato la proposta di condannare a morte chiunque, terrorista o semplice delinquente, uccidesse un poliziotto mentre nella seconda si era rivolto espressamente a Sayfullo Saipov, l’attentatore di origine uzbeka che, con un furgone, aveva travolto e ucciso otto passanti su una pista ciclabile a New York.
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trump-pena-di-morte-2L’opinione pubblica americana si divide

Il dibattito sulla pena di morte, riaccesosi in questi giorni sui media e social network, divide l’opinione pubblica tra sostenitori della proposta di Trump e coloro che, invece, ne criticano la spregiudicatezza. Il 71enne magnate originario proprio di New York ha infatti spiegato che l’America deve rimanere ben salda contro il terrorismo e gli estremismi di qualsiasi matrice, auspicando che le istituzioni possano fare fronte a questi atti malvagi.
Non solo: a detta dell’inquilino della Casa Bianca, chiunque venga condannato per essere stato coinvolto in azioni terroristiche dovrebbe essere sanzionato con “le sentenze più severe” previste dalla legge, inclusa la pena capitale.
“Una dichiarazione pubblica di una persona così potente come il Presidente influenzerebbe di certo qualsiasi giuria”, aveva sostenuto già in passato Anna Cominsky, avvocato ed esperta di Diritto presso la New York Law School: a suo dire la legge americana, per quanto orribile sia un delitto, non funziona in questo modo e i messaggi come quelli di Trump potrebbero avere, al contrario, un effetto allarmante.
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Net neutrality: Trump rivoluziona il modo di usare la rete, gerarchie anche nella connessione https://www.business.it/net-neutrality-trump-rivoluziona-il-modo-di-usare-la-rete-gerarchie-anche-nella-connessione/ Wed, 20 Dec 2017 06:30:01 +0000 http://www.business.it/?p=15475 Internet a due velocità: il Presidente Donald Trump spiazza gli States e decide di dedicare un binario web ai soli utenti ''privilegiati''

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La net-revolution di Trump

Passata la proposta per Internet a due velocità negli Stati Uniti: dopo che nel 2015 l’amministrazione guidata da Barack Obama aveva regolamentato il settore delle reti di comunicazioni secondo il principio della ”net neutrality” (la neutralità della rete), adesso un piano presentato da Donald Trump e sostenuto dal Partito Repubblicano cambierà le carte in tavola.
Infatti, Ajit Varadaraj Pai, il presidente della Federal Communication Commission (FCC) nominato dall’inquilino della Casa Bianca dopo il suo insediamento, ha annunciato che il board dell’agenzia governativa riunitosi il 14 dicembre, ha approvato quei cambiamenti radicali che, negli ultimi giorni, avevano portato a un durissimo scontro tra i rappresentati del Partito Democratico e ”The Grand Old Party”.

trump-internet-a-due-velocitàAddio alla “net neutrality”?

Ma in cosa consiste l’idea di Internet a due velocità e quali sono invece i cardini del principio di ”net neutrality” che verranno smantellati, adesso che la riforma voluta da Trump è stata approvata? Innanzitutto, una rete a banda larga è considerata neutrale se è priva di restrizioni arbitrarie sui vari dispositivi che sono connessi e anche sul modo in cui gli utenti usufruiscono dei servizi forniti da questi device.
Secondo l’idea di parità introdotta dalla riforma voluta da Obama, il traffico andrebbe gestito indipendentemente dall’utente finale e da quanto si paga per quel servizio, evitando che gli Internet Service Provider forniscano prestazioni migliori (o anche più veloci) solo a chi spende di più: non è infatti un caso che da tempo gli ISP vengano considerati alla stregua delle aziende telefoniche, ovvero compagnie di pubblica utilità.
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Le posizioni di democratici e repubblicani

Quella di un Internet a due velocità, tuttavia, è uno dei pilastri della politica di riforme che l’amministrazione Trump alla Casa Bianca intende realizzare nei prossimi anni, spazzando via definitivamente la net neutrality: entrambi i principali partiti americani si sono dati battaglia fino al 14 dicembre, dato che ognuno riteneva di portare avanti una battaglia di libertà nel delicato settore delle ICT (Information and Communication Technlogies). I democratici criticano aspramente quella che, ai loro occhi, si configura come una discriminazione sociale. A loro dire, limita la libertà di accesso alle informazioni sulla Rete e anche lo sviluppo di nuove start up in un segmento di mercato dove è il volume di investimenti iniziali a determinare il successo di un progetto. Dal canto loro, i repubblicani rispondono che la nuova regolamentazione stimolerà nuovi investimenti e porterà ad una maggiore trasparenza.
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Cosa cambia per gli ISP americani?

Un’altra diretta conseguenza della riforma sarà la predisposizione di veri e propri tariffari customizzati da parte dei maggiori ISP statunitensi, tra cui Verizon, AT&T e Comcast che potranno anche scegliere di distribuire determinati contenuti su canali privilegiati a discapito di altri, favorendo ad esempio alternativamente Netflix, NBC Universal oppure Google. Prima del voto del 14 dicembre (il cui esito pareva già scontato, data la maggioranza repubblicana nel board della FCC), si ricordava che un’altra novità riguarderà la supervisione del mercato.
Le funzioni di vigilanza non saranno più ad esclusivo appannaggio della suddetta agenzia governativa, ma anche alla Federal Trade Commission (FTC), un’autorità indipendente antitrust che si occupa della tutela della concorrenza. Ad ogni modo è probabile che, caduto il principio di net neutrality, i democratici presenteranno ricorso alla magistratura americana per dichiarare illegittimo il provvedimento. Maura Healey, procuratore generale del Massachusetts, si fa portavoce della denuncia al disinteresse  con cui la Fcc ha ignorato il parere generale, accettando 2 milioni falsi. Il procuratore prende quindi posizione, annunciando che il Massachusetts prenderà parte alla coalizione di Stati – di cui fanno parte anche New York, California e Washington – intenzionati a entrare in causa contro la decisione.

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Bufera tweet di Trump, il presidente condivide un video dell'ultradestra https://www.business.it/bufera-tweet-di-trump-il-presidente-condivide-un-video-dellultradestra/ Tue, 12 Dec 2017 06:30:35 +0000 http://www.business.it/?p=15722 Tweet di Trump: il presidente degli Stati Uniti è tornato al centro delle polemiche dopo un video retwittato. Il contenuto era contro l'Islam ed era stato pubblicato da un gruppo di estrema destra britannico

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Tweet di Trump, ancora polemiche per il presidente degli Stati Uniti

Ancora una polemica, di nuovo un problema di comunicazione. L’ennesimo tweet di Trump fa scatenare i detrattori del presidente USA, spesso sotto attacco per delle azioni poco ortodosse perpetrate durante il suo primo anno di mandato. Il numero uno della Casa Bianca è tornato alla ribalta per via di un video contro l’Islam condiviso dal suo profilo Twitter ufficiale.
Il contenuto ha sicuramente fatto discutere l’opinione pubblica. A quanto pare i video sono ben tre e sono stati pubblicati da Jayda Fransen, numero due del gruppo Britain First. Questo partito raccoglie tutti i simpatizzanti del nazionalismo. I membri del gruppo accusano i governanti di aver permesso un processo di islamizzazione di tutta la Gran Bretagna, una denuncia per quanto riguarda il processo sociale dell’immigrazione.
Il presidente statunitense è stato accusato da Theresa May: il premier britannico ha definito un vero e proprio errore il gesto di Trump, che non dovrebbe schierarsi in questa maniera. Stando alle parole del portavoce della May, il gruppo antislamico tende a dividere l’opinione pubblica con la diffusione di video costruiti ad arte e spesso contenenti informazioni non veritiere.
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trump-internet-a-due-velocitaTweet di Trump, immediata la risposta del presidente

La risposta al tweet di Trump da parte della May non si è fatta attendere, ma la contro risposta di Donald Trump è arrivata immediatamente tramite lo stesso social network. Infatti lo staff ha scritto un messaggio inequivocabile, in cui Trump invitava la May ad occuparsi dell’islamizzazione del suo paese anziché pensare a lui.
Una risposta e una reazione poco consone per uno dei leader mondiali, ma il presidente degli Stati Uniti continua sulla sua linea di pensiero.
Le accuse piovute dalle controparti rimangono comunque notevoli, anche perché molti esponenti della politica si sono schierati contro la posizione di Donald Trump. Un segnale forte, ma che rischia di diventare un vero e proprio scontro tra titani su una questione molto delicata. La presenza dell’Islam in Europa ha portato ad una serie di conseguenze e di dibattiti che possono continuare ad accendersi giorno dopo giorno, soprattutto dopo le numerose prese di posizione del presidente USA.

I messaggi di stima dopo il Tweet di Trump

Non solo accuse o prese di posizione contrarie. Infatti il presidente degli Stati Uniti ha ricevuto anche numerosi attestati di stima. Si schiera dalla parte del tweet di Trump David Duke, ex capo del Ku Klux Klan. che tramite lo stesso mezzo elogia il leader della Casa Bianca.
L’ex gran maestro dell’organizzazione razzista Ku Klux Klan spiega il motivo per cui Trump è molto amato. A quanto pare molti media oscurerebbero volontariamente i diversi crimini di razzismo contro gli uomini bianchi. Queste dichiarazioni porteranno sicuramente a nuove polemiche.
I contenuti dei tre video sono molti forti e presentano delle situazioni in cui dei presunti islamici riversano il loro odio su simboli del cristianesimo o su persone di razza bianca. Dei filmati che fanno discutere e porteranno ad un ennesimo scontro. Intanto Donald Trump continua sulla sua linea di pensiero: condannare la religione islamica e le persone che la professano senza nessuna possibilità di appello. Il presidente USA, dopo il Muslim Ban, si conferma saldo sulle sue posizioni di condanna per una delle tre più grandi religioni monoteiste del pianeta.
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Trump o Papa Francesco? Il leader più popolare su Twitter ora è The Donald https://www.business.it/trump-o-papa-francesco-il-leader-piu-popolare-su-twitter-ora-e-the-donald/ Wed, 06 Dec 2017 06:40:06 +0000 http://www.business.it/?p=15533 Donald Trump è il capo di Stato più popolare su Twitter. Il tycoon statunitense supera anche papa Francesco, ma è ancora molto lontano dal suo predecessore Barack Obama

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Come diventare popolare su Twitter? Per informazioni, chiedere al 45° presidente degli Stati Uniti d’America. Donald Trump, secondo l’ultima indagine, risulta il capo di Stato più seguito al mondo sul social network californiano.
Trump ha infatti superato anche Papa Francesco che, con i suoi vari account @pontifex, era fino a questo momento il leader in carica con più followers.

Il sorpasso

Donald Trump è riuscito nell’impresa di superare Papa Francesco in numero di seguaci in meno di un anno dalla sua ascesa alla Casa Bianca. L’account @realDonaldTrump conta oltre 40 milioni di followers. I vari profili di papa Francesco su Twitter, racchiusi nelle versioni in diverse lingue dell’account @pontifex, arrivano a 39,5 milioni di seguaci.
Numeri importanti che testimoniano innanzitutto quanto sia diventata fondamentale la comunicazione via social e, in particolar modo, tramite Twitter. Infatti, se Facebook continua ad essere preferito ad altre piattaforme online sotto molti punti di vista, i cinguettii restano il mezzo di comunicazione preferito di capi di Stato e personaggi famosi di diversi settori della vita pubblica e dello spettacolo.
Donald Trump, in particolare, è diventato molto popolare su Twitter durante la campagna elettorale che lo ha visto contrapposto alla candidata democratica Hillary Clinton. I suoi cinguettii conoscevano una risonanza enorme a livello mondiale. Tra critiche, polemiche e qualche consenso, la tattica si è rivelata vincente.
Una volta eletto, anche dalla Casa Bianca The Donald ha continuato ad utilizzare Twitter scalando ulteriormente la classifica dei leader mondiali più seguiti. Così, quello che molti ritengono essere il presidente meno amato nella storia degli Stati Uniti, ora è il capo di Stato più popolare su Twitter.
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Papa Francesco e gli altri

Il leader più popolare su Twitter è oggetto di un’indagine condotta su 890 account di capi di Stato. Come detto, alle spalle di Donald Trump c’è ancora Papa Francesco. I profili @pontifex, fin dall’elezione del nuovo capo dello Stato Pontificio, hanno ottenuto un grande seguito in tutto il mondo.
Papa Francesco ed il suo staff sono molto presenti su Twitter. Con cinguettii abbastanza frequenti, Bergoglio utilizza anche il canale social per trasmettere il messaggio cristiano a tutto il mondo. I seguaci, fedeli ma non solo, di certo non mancano e la strategia si sta rivelando molto efficace soprattutto dal punto di vista mediatico.
L’altro leader sul podio dei capi di Stato più popolari su Twitter è Narendra Modi. Il primo ministro indiano, dal 2014 a oggi, ha aumentato in maniera esponenziale il numero di seguaci sul social arrivando ad oltre 37 milioni di followers.

Leader europei e… Obama

I capi di Stato del Vecchio Continente hanno meno appeal su Twitter. Il francese Macron conta poco più di 2 milioni di seguaci; Merkel e May non utilizzano il social in questione.
In Italia, molto indietro il premier Paolo Gentiloni, che conta meno di 344.000 seguaci; l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi supera i 3 milioni di followers.
Il re di Twitter resta comunque l’ex presidente degli Usa Barack Obama, che ha superato i 97 milioni di seguaci. Tra tweet impegnati e foto con la famiglia, Obama resta l’esponente politico più seguito a livello planetario.

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Resistenza green, la California contro le politiche ambientali di Trump https://www.business.it/resistenza-green-la-california-contro-le-politiche-ambientali-di-trump/ Tue, 05 Dec 2017 06:30:12 +0000 http://www.business.it/?p=15535 Resistenza green nella culla dell'ecologismo. Il governatore della California Jerry Brown ha dichiarato: "La posizione anti-scienza ed anti-realtà" di Trump è intollerabile. A che punto è la battaglia degli ecologisti californiani

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La California sta vivendo un’importante fase di resistenza green contro le politiche ambientali attuate dal presidente Donald Trump. Le nuove nomine e soprattutto la nuova Epa (Environmental Protection Agency) scontentano gli attivisti di una delle patrie dell’ecologismo.

La patria dell’ecologismo

La California può essere considerata la vera e propria culla dell’ecologismo moderno. Più di un secolo fa, già l’ingegnere e naturalista John Muir si batteva per la conservazione del primo parco nazionale dello Yosemite, istituito dal presidente Abraham Lincoln.
Da queste lontane battaglie derivano i moderni Greenpeace, Earth First e gli altri movimenti che si battono per la difesa dell’ambiente.
Per questo parlare di politiche ambientali in California rappresenta un tasto molto delicato da toccare.
In questo Stato, già negli anni Sessanta, il governatore Ronald Ronald decise di istituire il California Air Resources Board, l’organo che, in grande autonomia, si occupa di monitorare le condizioni dell’aria. Basti pensare che il suo scopo principale, entro il 2030, è ridurre l’inquinamento fino al 40% sotto i livelli del 1990.
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trump-resistenza-green-della-CaliforniaEcologia e mercato delle auto

La resistenza green in California va però a toccare sfere molto importanti dell’economia statale. Il riferimento principale è all’industria automobilistica.
Tra i vari provvedimenti a tutela delle condizioni ambientali, l’Air Resources Board ha anche imposto l’obbligo di vendere una percentuale di veicoli ad emissione zero. In questo modo si tende ad incrementare il mercato delle auto elettriche e a ridurre le emissioni (mossa non gradita a molti industriali del settore, oltre che al presidente Trump).

L’ascesa di Trump

L’ecologismo californiano sembrava andare a braccetto con le politiche ambientali di Obama, come dimostrano anche gli accordi di Parigi firmati dall’ex presidente. Con l’insediamento di Trump a Washington le cose sono cambiate aumentando così l’acredine di una resistenza green molto forte in tutto lo stato. Il presidente repubblicano ha più volte detto di reputare il cambiamento climatico una grossa “bufala” e lo sta dimostrando anche nei fatti con decisioni che non piacciono agli ecologisti di tutto il pianeta.
Trump ha dato seguito alle sue idee sul cambiamento climatico anche attraverso le nomine. A partire da Scott Pruitt, ex avvocato di un’industria petrolifera, ora capo dell’Epa (Environmental protection agency), l’agenzia per la protezione dell’ambiente creata da Nixon nel 1970. In linea col pensiero di Trump, la nuova Epa ha annunciato la fine dei limiti di emissioni industriali che erano stati varati da Obama negli accordi di Parigi.
Inoltre, da quando Trump è alla Casa Bianca ci sono stati cambiamenti importanti all’interno dell’organico dell’Epa. A partire dal trasferimento all’ufficio contabilità dello scienziato Joel Clement, esperto degli effetti del cambiamento climatico sulle comunità indigene dell’Alaska.

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Il governatore Brown contro Trump

Il governatore Jerry Brown si sta opponendo alle nuove politiche ambientali di Trump restando coerente con la sua formazione politica ed ambientalista: “La California farà tutto ciò che è in suo potere per mantenere la rotta e incrementare il progresso ambientale in ogni stato, provincia e paese”, ha dichiarato Brown. Il governatore ha inoltre dichiarato di trovare intollerabile la “posizione anti-scienza e anti-realtà” di Trump.
Ma il presidente Usa minaccia di revocare al suo Stato il waiver, ovvero il permesso di stabilire le norme sulla qualità atmosferica in autonomia.
Intanto, anche Arnold Schwarzenegger ha detto la sua sulla questione precisando che “non si può tornare indietro, dobbiamo andare avanti e possiamo farcela. La California è la sesta economia mondiale pur essendo del 40% più efficiente nei consumi del resto degli Usa”.
Si tratta di una partita molto importante che, dai confini californiani, si sposta in tutto il resto del mondo.

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Milionari degli Stati Uniti chiedono a Trump di non tagliare le tasse sulle loro imprese https://www.business.it/milionari-degli-stati-uniti-chiedono-a-trump-di-non-tagliare-le-tasse-sulle-loro-imprese/ Thu, 30 Nov 2017 06:30:54 +0000 http://www.business.it/?p=15300 I milionari e miliardari statunitensi hanno scritto e inviato una lettera ufficiale a Trump, in cui chiedono al presidente di non diminuire e tagliare le tasse per evitare di aumentare la diseguaglianza sociale

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La richiesta dei milionari degli Stati Uniti

In queste ore sta facendo il giro del mondo la richiesta di più di 400 tra milionari e miliardari americani che hanno deciso di scrivere una lettera al Congresso degli USA. Nel documento si chiede ufficialmente di non approvare la proposta del presidente Trump di tagliare le tasse, perché questo non farebbe altro che alimentare le diseguaglianze sociali e penalizzare un Paese già fortemente danneggiato dalle piaghe della povertà e dalla mancanza di effettive opportunità per i ceti sociali più bassi.
I milionari degli Stati Uniti starebbero cercando di fare il possibile per portare dalla propria parte i deputati e i senatori che, in questi mesi, stanno valutando una riforma fiscale. I repubblicani guidati da Trump hanno richiesto minore pressione sulle grandi imprese, ma gli stessi proprietari vogliono rinunciare a questo diritto, sostenendo che le condizioni del debito pubblico peggiorerebbero ulteriormente.
I firmatari della lettera hanno sostenuto a più riprese che tagliando le tasse ai ricchi i fondi a disposizione del governo diminuirebbero e i tanti interventi necessari già lasciati da parte rischierebbero di non essere mai realizzati. Se non ci sono soldi da investire nella ricerca, nell’istruzione, nell’assistenza e nelle infrastrutture, alleggerire le tasse potrebbe solo diminuire ancora la liquidità a disposizione.

milionari-degli-stati-uniti-lettera-a-trump-2La situazione in parlamento

Attualmente le Camere del parlamento non hanno ancora trovato un accordo ed è in corso un tentativo per cercare di conciliare le due versioni della legge di riforma, in modo da presentare il prima possibile un progetto ufficiale. Nonostante i dissidi, i leader principali della Camera e del Senato sono fiduciosi e affermano con risoluzione che la legge sarà pronta a breve. Molti parlamentari ritengono che entro la fine dell’anno i documenti saranno sulla scrivania del presidente in attesa di una sua firma.
L’ex presidente di Goldman Sachs Gary Cohn, oggi messo a capo del Consiglio Economico della Casa Bianca, cerca di calmare gli animi e dare sicurezze ai milionari che si sono opposti alla riforma fiscale, assicurando il massimo impegno del parlamento.
Nella stesura dei documenti si è già tenuto in considerazione il bisogno di incoraggiare in qualsiasi modo gli investimenti, per migliorare le condizioni economici degli americani meno ricchi. La legge garantirà fondi sufficienti allo Stato, pur riducendo gli oneri fiscali e abolendo le tasse ereditarie per i patrimoni sotto ai 5,5 milioni.

milionari-degli-stati-uniti-lettera-a-trump-3I protagonisti della protesta

I milionari degli Stati Uniti che si stanno opponendo con fermezza alla nuova proposta fiscale appartengono per lo più all’associazione progressista Responsible Wealth che, come suggerisce il nome, si spende per fare in modo che la ricchezza di pochi vada a gravare troppo sugli interessi del Paese.
I membri del gruppo provengono in gran parte da Stati a maggioranza democratica, come New York, Connecticut, California e Massachusetts. Tra i nomi più conosciuti ci sono Rockefeller, Ben Cohen, Jerry Greenfield, George Soros e Eileen Fisher. Accanto a loro ci sono anche firmatari ignoti al grande pubblico, che tuttavia hanno entrate annuali importanti.
Nella lettera si spiega che la maggior parte delle grandi imprese ha già profitti da record e ai ricchi non servono altri soldi, mentre i dati sulle disuguaglianze sociali non erano così negativi da quasi un secolo. Per la prima volta nella storia i ricchi vogliono avere meno denaro.

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Il piano fiscale Trump: tra lo scetticismo di Wall Street e un abbassamento delle imposte conveniente per tanti https://www.business.it/il-piano-fiscale-trump-tra-lo-scetticismo-di-wall-street-e-un-abbassamento-delle-imposte-conveniente-per-tanti/ Fri, 20 Oct 2017 05:30:36 +0000 https://www.business.it/?p=13541 Il piano fiscale Trump per rilanciarsi dopo la mancata revoca dell'Obamacare

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La proposta del piano fiscale Trump

A poche settimane di distanza dal fallimentare tentativo di abrogare l’Affordable Care Act, passato alla storia come Obamacare, il Tycoon e i suoi sostenitori repubblicani cercano di far dimenticare velocemente il proprio insuccesso, cominciando a diffondere la proposta di un nuovo piano fiscale Trump, già da tempo anticipato durante la propaganda per le elezioni presidenziali.
Il team del presidente americano cerca di riguadagnare credibilità e, non avendo rispettato le importanti promesse sulla lotta all’Obamacare, cerca ora di ottenere consensi riproponendo quella riforma fiscale tanto pubblicizzata nelle campagne elettorali alla fine dello scorso anno. Il chiaro obiettivo di Trump è arrivare alla fine dei primi dodici mesi del proprio mandato potendo dire che qualcosa è veramente cambiato.
La proposta di riforma non è stata presa molto sul serio, vista la mancanza di indicazioni logistiche dettagliate per compensare il calo delle entrate e le probabili lotte lobbiste per far passare leggi vantaggiose per una parte piuttosto che un’altra. Nonostante l’entusiasmo per il possibile abbassamento delle imposte societarie, Wall Street sta sottovalutando la situazione, non dando molte speranze ad un piano fiscale che invece potrebbe riservare qualche sorpresa.
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Perché il piano fiscale Trump potrebbe avere successo

In una recente intervista Evan Brown, responsabile degli asset di UBS Asset Management, ha spiegato che, analizzando l’andamento e gli attuali livelli dei mercati, Wall Street dà già per spacciato il piano fiscale Trump. Questo scetticismo sarebbe dovuto al recente insuccesso incassato dalla nuova legge sanitaria, segno che l’attuale amministrazione non è capace di convincere e ottenere successi concreti. In verità proprio questa sconfitta ha già messo Trump e il suo staff con le spalle al muro, quindi è evidente che con questa nuova proposta fiscale farà di tutto per non fallire per la seconda volta.
Pur non chiarendo come sarebbe possibile alleggerire la pressione fiscale sulle aziende, il piano fiscale Trump offrirebbe grandi vantaggi alle grandi imprese e multinazionali, che vedrebbero scendere le imposte societarie dal 35% attuale ad almeno il 20%. Per questo motivo la proposta sta riscuotendo un notevole entusiasmo da parte degli imprenditori più facoltosi, che hanno indubbiamente influenza sul Consiglio e potrebbero spingere per l’approvazione del piano.
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I principali vantaggi del taglio delle imposte

Appare evidente che le aziende che trarrebbero maggiore vantaggio dal piano fiscale Trump sono quelle che pagano più tasse, ovvero le imprese tecnologiche. L’andamento in borsa di queste società è apparso strettamente legato all’operato del Tycoon e già la sola proposta di un abbassamento delle aliquote ha fatto aumentare il valore delle azioni di tali aziende.
Se da un lato la riforma porterebbe alle imprese i guadagni legati all’aumento delle loro quotazioni in borsa, dall’altra parte il risparmio sulle tasse libererebbe fondi da poter mettere da parte o reinvestire in profitti generati all’estero. Per alleggerire la pressione fiscale, molte aziende hanno preferito finora investire in altri Paesi, con imposte più convenienti; riportare in patria almeno una parte di quei capitali potrebbe favorire l’economia statunitense. Non bisogna dimenticare poi che i fondi risparmiati potrebbero servire a riacquistare azioni proprie, spingendo al rialzo i titoli e favorendo sia gli azionisti che il mercato interno.
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Trump: tutto quello che c'è da sapere sull'uomo più potente del mondo https://www.business.it/trump-quello-ce-sapere-sul-uomo-piu-potente-del-mondo/ Sat, 12 Aug 2017 06:00:10 +0000 https://www.business.it/?p=11995 Trump, il presidente businessman Trump, come ogni presidente statunitense, viene studiato, seguito, osservato. In questo caso in particolare, poi, essendo anche un personaggio davvero unico e originale, ci si sofferma sugli aspetti più astrusi e bizzarri. Certo è che si tratta di un presidente che ha già fatto parlare tantissimo di sè: ogni suo intervento… Leggi tutto »Trump: tutto quello che c'è da sapere sull'uomo più potente del mondo

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Trump, il presidente businessman

Trump, come ogni presidente statunitense, viene studiato, seguito, osservato. In questo caso in particolare, poi, essendo anche un personaggio davvero unico e originale, ci si sofferma sugli aspetti più astrusi e bizzarri. Certo è che si tratta di un presidente che ha già fatto parlare tantissimo di sè: ogni suo intervento politico, ogni sua partecipazione in video, ogni sua affermazione, reca con sè strascichi di commenti e polemiche.

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Ricco e famoso prima di essere presidente

Alcuni aspetti di Donald Trump sono noti a tutti. Si tratta sempre di caratteristiche che riguardano comunque non il presidente da un punto di vista politico, quanto da un punto di vista umano. Innanzitutto si sa che il 45esimo presidente americano è ultramiliardario, al punto tale che si è detto che la Casa Bianca, famosa dimora presidenziale, è più piccola della sua abitazione. Il suo patrimonio lo ha accumulato grazie al suo business: si è sempre occupato di real estate. Attualmente, vista la sua carica istituzionale, ha passato il testimone ai suoi figli. È un personaggio famoso, non solo per il suo immenso patrimonio: ha avuto anche clamore televisivo avendo partecipato in prima persona, e poi anche come produttore al programma “The Apprentice”. Per chi non lo conoscesse, in Italia il medesimo programma ha visto come protagonista l’imprenditore nostrano Briatore.

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trump il presidente milionarioUna delle residenze più grandi al mondo: la Trump Tower

Esistono però alcuni aspetti della vita del Presidente Trump che non tutti conoscono, ma di cui si inizia a parlare, e che potrebbero essere davvero utili per inquadrare ancora meglio il personaggio. Per 20 lunghi anni, la Trump Tower, che sarebbe la sua residenza newyorkese, ha mantenuto il primato per l’edificio residenziale più grande del mondo. Questo fino al 2003, quando il primato è passato ad un edificio arabo, la Century Tower di Dubai. Peraltro la Trump Tower è stata utilizzata come scenografia di uno dei film della saga di Batman. Si tratta del film dal titolo “Il cavaliere oscuro – Il ritorno”, nel quale il protagonista utilizza la cd. Wayne Enterprise, come edificio di sua proprietà (Wayne è in realtà Batman in versione borghese): le scene sono state girate proprio nella Trump Tower.

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Una star televisiva fonte di ispirazione

Ma l’attuale presidente statunitense è famoso non solo per la sua abitazione: si è già detto che è stato produttore per il programma “The Apprentice“. Questo ruolo gli è valso una stella sulla Walk of Fame di Hollywood. Quando invece di questo programma televisivo era proprio il protagonista, la sua frase “you’re fired!” (“sei licenziato!”, che in Italia per bocca di Briatore è diventato “sei fuori!”), è diventata così famosa, che egli stesso ha tentato di ottenerne un marchio registrato. Inoltre ha pure interpretato una parte nel sequel della celebre pellicola “Mamma, ho perso l’aereo”. Si tratta del film dal titolo “Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York”. E anche senza volerlo la sua figura è stata utilizzata come fonte di ispirazione in un altro film. Il cattivo della serie “Ritorno al Futuro”, Biff Tannen, è stato creato ispirandosi proprio a Donald Trump: lo ha ammesso lo stesso regista Bob Gale.

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trump tutte le cose da sapere sul presidente

A debita distanza da alcool e … germi

Se poi si vuole cercare qualcosa che in qualche modo possa rendere Trump più “umano”, basta sapere che, per esempio, ha frequentato una severa scuola militare. Inoltre ha vissuto una tragedia familiare che lo ha segnato: ha perso un fratello a causa del suo vizio di alcoolismo. Questo lo ha reso assolutamente astemio. Infine, le sue difficoltà, evidenti in pubblico, di avere un contatto fisico o di stringere la mano, dipendono da un serio problema psicologico: è germofobico, ha cioè paura di poter entrare in contatto con i germi altrui.

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Giulio Cesare come Donald Trump: una tragedia firmata William Shakespeare https://www.business.it/giulio-cesare-donald-trump-tragedia-firmata-william-shakespeare/ Fri, 16 Jun 2017 10:08:41 +0000 https://www.business.it/?p=9525 In scena a Central Park la tragedia più famosa del mondo. Ma il protagonista somiglia troppo al Presidente Trump e la stampa si scatena tra difensori dell’arte come espressione di critica al potere e sostenitori del politically correct. Donald Trump continua a far parlare di sé. Il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America è oggetto… Leggi tutto »Giulio Cesare come Donald Trump: una tragedia firmata William Shakespeare

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In scena a Central Park la tragedia più famosa del mondo. Ma il protagonista somiglia troppo al Presidente Trump e la stampa si scatena tra difensori dell’arte come espressione di critica al potere e sostenitori del politically correct.

Donald Trump continua a far parlare di sé. Il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America è oggetto dell’attenzione mediatica ormai quotidiana da quando, circa sei mesi fa, si è insediato ufficialmente alla Casa Bianca. Le sue scelte in materia politica, interna e internazionale, spaccano l’America tra sostenitori e dissidenti. Ma spesso e volentieri il tycoon attira i riflettori su questioni che con la politica hanno molto poco a che fare.

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In scena il Giulio Cesare di Shakespeare a New York: il dittatore somiglia a Trump

Ogni estate a Central Park (New York) il Public Theatre allestisce spettacoli all’aperto producendo testi innovativi molto apprezzati da pubblico e critica. Dal 1992 va in scenata una rassegna  dal titolo “Shakespeare in the Park”, dove il Bardo viene divulgato al grande pubblico con immutato successo, vista l’attualità e l’immortalità dei suoi testi teatrali. Qual’è dunque la novità di quest’anno? Il 23 maggio ha debuttato il “Giulio Cesare”, per la regia di Oskar Eustis, che del Public Theatre è Direttore Artistico dal 2005. E pare che tutto il mondo abbia notato una fortissima somiglianza tra il console romano e il Presidente Trump. Rivisitato in chiave contemporanea, tutti gli interpreti vestono costumi moderni, compreso il protagonista, che non manca di indossare un completo scuro, camicia bianca, cravatta rossa e ciuffo biondastro tirato all’insù.

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Le polemiche sui soldi dei contribuenti

Fra i primi a commentare il caso è stato Donald Trump Jr., figlio del Presidente: “ecco come vengono spesi i soldi dei contribuenti. Può questa rappresentazione definirsi arte?”

Che il protagonista, interpretato dall’attore Gregg Henry, sia palesemente somigliante al tycoon con c’è alcun dubbio. Inoltre, l’attrice che interpreta il ruolo della moglie di Cesare, veste tacchi alti e parla in accento slavo. Infine la scena dell’assassinio è stata da molti criticata per la sua brutalità. Il New York Times ha addirittura scritto che molti spettatori non hanno applaudito, sconvolti per aver assistito sulla scena all’omicidio simulato del Presidente.

Le reazioni della stampa non si sono fatte attendere. Il sito Breitbart.com e Fox News hanno strenuamente difeso l’attacco al Presidente definendo lo spettacolo un’istigazione all’assassinio del Presidente degli Stati Uniti. Ma il regista Eustis esprime il suo parere sullo spettacolo come di “un testo che parla della fragilità della democrazia, e di come può essere distrutta in un istante”. Eustis può contare sull’appoggio dell’intera Hollywood che invita la produzione a non farsi intimorire. The show must go on.

Biglietti introvabili e gli sponsor che decidono di ritirare il proprio contributo economico

I biglietti della rassegna “Shakespeare in the park” sono gratuiti eppure, adesso, praticamente introvabili. Il grande clamore suscitato dal Giulio Cesare ha inoltre fatto fare marcia indietro a due dei più importanti sponsor: la compagnia aerea Delta e la Bank of America. Hanno entrambe ritirato il proprio contributo economico e asserito che lo spettacolo non riflette i valori in cui credono. “La direzione artistica ha oltrepassato il limite del buon gusto”. Ma senza questi cospicui fondi lo show rischia di avere vita breve. Sono infatti più di dieci anni che il Public Theatre conta anche su promotori esterni, riuscendo ad mettere in scena produzioni che possano permettersi allestimenti scenici all’avanguardia e celebri attori sul palcoscenico. Senza Delta e Bank of America, la compagnia rischia dunque un notevole abbassamento di qualità.

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Trump alla ribalta tra fake news e il “blocco” a Stephen King

Polemiche su polemiche, critiche, commenti al vetriolo. La popolarità del Presidente Trump non gode certo di vita facile, soprattutto sui social. Se da un lato può vantare una enorme e positiva fama, dall’altro viene quotidianamente attaccato in maniera plateale, soprattuto da intellettuali e artisti di sinistra che proprio non riescono a tollerare la sua poltrona. L’ultimo caso è quello del romanziere Stephen King. Con un post su twitter dove chiedeva se era possibile riavere indietro Obama all Casa Bianca, due giorni fa Donald Trump in persona gli ha risposto “bloccandolo”. Il commento di King alla reazione del Presidente è stata: “forse dovrei uccidermi”. E non sono mancati i consigli dei fan a proposito di un possibile nuovo lavoro con protagonista un Presidente Malvagio. Sembra insomma che Donald Trump non abbia tregua e, a prescindere dalla posizione politica o ideologica, tutti lo vedono come il protagonista di una tragedia.

fonti: ilfattoquotidiano, larepubblica, america24

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Melania Trump torna alla Casa Bianca: è di nuovo di famiglia https://www.business.it/melania-trump-torna-alla-casa-bianca-famiglia/ Tue, 13 Jun 2017 08:08:02 +0000 https://www.business.it/?p=9459 Dopo alcuni mesi di separazione, Melania Trump ha deciso di tornare a vivere sotto lo stesso tetto del marito, il Presidente americano Donald. Grazie al figlio Barron. La coppia presidenziale degli Stati Uniti d’America continua ad essere la più chiacchierata di sempre. Dopo appena sei mesi dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il Presidente… Leggi tutto »Melania Trump torna alla Casa Bianca: è di nuovo di famiglia

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Dopo alcuni mesi di separazione, Melania Trump ha deciso di tornare a vivere sotto lo stesso tetto del marito, il Presidente americano Donald. Grazie al figlio Barron.

La coppia presidenziale degli Stati Uniti d’America continua ad essere la più chiacchierata di sempre. Dopo appena sei mesi dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il Presidente e la consorte hanno trascorso, secondo la stampa, un periodo a dir poco burrascoso. Lei è andata a vivere e New York con il figlio Barron, lui è rimasto da solo a districarsi tra le fitte trame della politica americana, soprattutto dopo l’ultima controversa uscita dagli accordi di Parigi sul clima.

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Il No degli Usa: Trump si ritira dagli accordi di Parigi sul cambiamento climatico

Il mondo intero è rimasto con il fiato sospeso, sperando in un ripensamento del Presidente Trump, che alla fine non è arrivato. Gli accordi di Parigi sul clima prevedono un agenda da rispettare fino al 2025: tutti i paesi partecipanti devono infatti collaborare con una serie di norme per ridurre l’inquinamento ambientale attraverso le emissioni di Co2. L’America, che insieme alla Cina, risulta essere il paese più inquinante del mondo, aveva stipulato il patto secondo il quale s’impegnava a ridurre del 28% le emissioni inquinanti entro 8 anni. Ma Trump si è tirato indietro. Ha proposto una rinegoziazione dell’accordo, che gli è stato negato sia da Macron, neo eletto premier francese, sia dal Commissario Europeo per l’energia Miguel Arias Canete, che ha commentato: “questa decisione distruggerà gli Stati Uniti e il pianeta”.

Anche la figlia prediletta, Ivanka, si è pronunciata contro il padre. Ivanka, eletta consigliera e da molti definita la vera “first lady” americana, è riuscita  in passato ad influenzare il tycoon su diverse questioni. Stavolta però ha fallito, ed ha voluto quindi rilasciare una lunga intervista a Us Weekly nella quale dichiara di non essere in sintonia  col padre su numerosi temi sociali riguardanti l’intero paese.

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Melania e Donald Trump: un matrimonio apparente?

Circa un mese fa il web era impazzito per un “like” che l’account di Melania Trump aveva dato al tweet del giornalista Andy Ostroy, blogger democratico: “sembra che l’unico muro costruito da Donald Trump sia quello fra lui e Melania”. L’account era davvero quello privato della first lady? Pare proprio di sì. Magari la ex modella slovena è più ironica di quanto vuole apparire. O forse desiderava lasciar intendere che quel commento aveva colpito nel segno. Sta di fatto che da mesi  i due coniugi non vivevano più insieme. Melania aveva lasciato la Casa Bianca per raggiungere il figlio nell’Upper East Side. Barron, 11 anni, stava concludendo l’anno scolastico alla Columbia Grammar and Preparatory School col benestare dei genitori.

Ma il “like” di Melania non è l’unica fonte dalla quale prendono spunto i media. Sul web esistono numerosi video che riprendono i due coniugi in atteggiamenti sprezzanti e a dir poco astiosi. Melania ha il portamento di una consorte beneducata, ma poco affabile e incline ad atteggiamenti affettuosi verso il marito. E’ apparsa impacciata al suo fianco, sopratutto durante eventi ufficiali. E spesso si è tenuta in disparte, lontano dalla luci della ribalta che l’hanno invece rilanciata grazie alla vittoria delle elezioni presidenziali di Trump.

Adesso la scuola è finita.  E sull’account twitter ufficiale della first Lady è apparsa una foto nella quale intravede l’obelisco da una delle sontuose finestre della White House. Il commento recita: “In attesa di avere ricordi nella nostra nuova casa”.

Melania e il figlio Barron sono infatti tornati alla White House domenica sera, con un volo dell’Air Force One. Ora si preparano a vivere da “famiglia”, fino al prossimo scoop.

Fonti: adnkronos, quotidiano.net, usweekly

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Trump licenzia Comey, ancora uno scandalo, silurato il direttore dell'FBI https://www.business.it/trump-licenzia-comey-ancora-uno-scandalo-silurato-direttore-dellfbi/ Thu, 11 May 2017 09:50:10 +0000 https://www.business.it/?p=8732 Trump licenzia Comey: altro colpo di scena alla Casa Bianca, questa volta il Tycoon pare davvero che abbia esagerato. Un vero e proprio colpo di mano, quello che ha escluso dai giochi l’ormai ex direttore dell’FBI James Comey, una mossa che ha scatenato un inferno mediatico che stenta a placarsi. Pare che il numero uno… Leggi tutto »Trump licenzia Comey, ancora uno scandalo, silurato il direttore dell'FBI

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Trump licenzia Comey: altro colpo di scena alla Casa Bianca, questa volta il Tycoon pare davvero che abbia esagerato.

Un vero e proprio colpo di mano, quello che ha escluso dai giochi l’ormai ex direttore dell’FBI James Comey, una mossa che ha scatenato un inferno mediatico che stenta a placarsi.

Pare che il numero uno della polizia statunitense stesse indagando sullo scandalo elettorale che ha coinvolto Donald Trump, favorito da strane mosse di hacker russi assoldati dal Cremlino.

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Tutto ciò ha dato il via ad una profonda crisi istituzionale, l’agenzia investigativa e di sicurezza più famosa al mondo, sta attraversando un momento d’incredulità, i vertici sono scossi e molto turbati.

Il gesto del presidente Trump potrebbe avere conseguenze devastanti, sia in termini di opinione pubblica, sia all’interno degli organi federali americani.

5 i possibili successori, 5 candidati alla sostituzione di James Comey, una scelta che potrebbe protrarsi per diverso tempo, visto che servirà l’assenso del Congresso, i cui componenti non riescono a vedere ben chiaro dietro a tutta questa spiacevole vicenda.

Il rapporto tra l’ex direttore dell’FBI ed il presidente degli Stati Uniti, era ai ferri corti già da diverso tempo, l’abitudine del Tycoon, di circondarsi di ‘yes man’, fin dai suoi albori imprenditoriali, non ha permesso la digestione del rapporto con un personaggio con cui, più volte, si è arrivati ad uno scontro irruento.

Ultima e decisiva goccia che fa traboccare il vaso della sopportazione presidenziale, pare sia stata una dichiarazione abbastanza scottante dell’ex capo dei servizi di sicurezza a stelle e strisce.

Accusato da tempo, di aver indirizzato l’esito delle elezioni di novembre verso la vittoria di Trump, a causa della famosa indagine sulle mail private di Hilary Clinton, che avrebbe messo la rivale dell’attuale presidente, in cattiva luce, Comey ha risposto di essere “leggermente nauseato” da questa affermazione.

In sintesi, l’ex direttore dell’FBI, non ha voluto, per nessuna ragione, passare come colui che ha condizionato l’esito delle elezioni americane, probabilmente affermando qualcosa di sacrosanto.

Non per Donald Trump, che dopo vari dissapori, ha considerato le dichiarazioni di Comey, come l’ennesimo guanto di sfida in faccia, ed ha deciso di procedere con un provvedimento che sta facendo parlare il mondo intero: Trump licenzia Comey

Non si erano risparmiati ‘insulti reciproci’ già da tempo, Comey, senza nascondersi troppo, considerava Trump un “folle anormale”, ritenendo incoscienti e senza senso, molte azioni del presidente dal momento della sua elezione in poi.
Dal canto suo, Donald Trump, parlava del capo della polizia americana, come di un personaggio sleale, scorretto ed inaffidabile.

Un fuoco che ardeva da mesi, la benzina per l’incendio finale l’ha gettata lo scandalo elettorale su cui Comey stava indagando.

Proprio negli ultimi giorni, aveva chiesto ulteriori fondi e strumenti per poter andare a fondo in una questione, che pareva riportare alle grida scandalistiche del famoso caso ‘Watergate’. In molti, infatti, sostengono che ci sia stato un decisivo intervento di alcuni pirati del web, sostenuti dal governo russo, a favore dell’elezione del presidente Donald Trump, una manovra tanto oscura da aggirare, inizialmente, ogni tipo di sospetto. Ultimamente, però, troppe questioni bollenti erano venute a galla e Comey era decisamente intenzionato a fare chiarezza.

Un rischio troppo alto per il presidentissimo che non ha fatto attendere il suo ennesimo colpo di mano rischiatutto.

Trump licenzia Comey: sembra davvero che Donald Trump si stia giocando la presidenza della nazione americana, come una grande partita a poker, con mosse ai limiti del credibile, dando vita a colpi di scena che fanno esplodere l’imbarazzo delle istituzioni e l’interesse di tutti i media.

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100 giorni di Trump, Stati Uniti meno green https://www.business.it/100-giorni-di-trump-stati-uniti-meno-green/ Wed, 03 May 2017 10:23:35 +0000 https://www.business.it/?p=8556 Stati Uniti meno green dopo i primi 100 giorni del presidente Donald Trump. Dopo aver cancellato alcune delle più importanti misure per lo sviluppo sostenibile approvate, non senza difficoltà e opposizioni, da Barak Obama, Trump ha annunciato ‘una grande decisione’ sull’accordo di Parigi sul clima, negoziato proprio dal precedente inquilino della Casa Bianca. L’accordo internazionale… Leggi tutto »100 giorni di Trump, Stati Uniti meno green

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Stati Uniti meno green dopo i primi 100 giorni del presidente Donald Trump. Dopo aver cancellato alcune delle più importanti misure per lo sviluppo sostenibile approvate, non senza difficoltà e opposizioni, da Barak Obama, Trump ha annunciato ‘una grande decisione’ sull’accordo di Parigi sul clima, negoziato proprio dal precedente inquilino della Casa Bianca. L’accordo internazionale di Parigi, come si ricorderà, è lo storico patto sottoscritto, fra gli altri, da Europa, Usa, Cina e India, per la riduzione della produzione di Co2. Donald Trump ha fatto sapere che ‘non possiamo accettarlo così com’è’, perchè, a suo dire, rappresenta un ostacolo alla crescita economica degli Stati Uniti.
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Accordo di Parigi. Cosa intende fare Donald Trump

Stati Uniti meno greenSiglato nel dicembre 2015, l’accordo di Parigi impegna tutti i sottoscrittori a limitare l’aumento delle temperature medie del pianeta a 2 gradi centigradi, attraverso una progressiva riduzione della Co2 prodotta, a partire dal 2020. Insomma, meno inquinamento da industrie, meno anidride carbonica, meno riscaldamento globale. A tale proposito, Trump già in campagna elettorale aveva espresso la propria contrarietà, preannunciando Stati Uniti meno green e più sostegno all’industria tradizionale statunitense.
Ma la riduzione della Co2 è solo uno dei punti qualificanti dell’accordo di Parigi su cui Trump aveva storto il naso. A Parigi, i Paesi sottoscrittori si sono impegnati anche a sostenere il Green Climate Fund, un fondo internazionale per sostenere gli investimenti nelle rinnovabili in aree del mondo poco industrializzate. A detta di Trump, gli Usa sarebbero costretti a versare troppo, in questo fondo, mentre Cina, India e Russia troppo poco. Ecco perché, secondo gli analisti politici, la ‘grande decisione’ che ha annunciato Trump in merito all’accordo di Parigi non è un rifiuto completo dello stesso, quanto piuttosto una revisione in merito agli investimenti sulle rinnovabili in altre aree del pianeta.
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Non solo Parigi. Usa meno green

Stati Uniti meno greenLa revisione dell’accordo di Parigi, ormai sempre più imminente, è solo una delle decisioni di Trump che stanno rendendo gli Stati Uniti meno green. Il presidente ha già espresso la volontà di cancellare le norme previste dal Clean Power Plan, il Piano per l’Energia Pulita, approvato sempre da Obama nel 2015, con il quale gli Stati Uniti si impegnavano a ridurre le emissioni di gas a effetto serra nelle centrali a combustibili fossili. In particolare, la norma green prevedeva una riduzione delle emissioni delle centrali elettriche a carbone del 32% rispetto al 2005, da raggiungere entro il 2030. Nella liste delle norme da cancellare, anche la direttiva dell’agosto 2016 sul «costo sociale del carbone», così come il divieto temporaneo di rilasciare nuove concessioni per l’apertura di miniere di carbone, valido da quasi 14 mesi.
Gli Stati Uniti meno green a sostengo, invece, dell’industria tradizionale, ritenuta un vettore potentissimo per la crescita economica del Paese ma anche un miniera, è proprio il caso di dire,  di posti di lavoro.
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Trump vs magistrati federali: la battaglia continua https://www.business.it/trump-vs-magistrati-federali-la-battaglia-continua/ Fri, 28 Apr 2017 10:25:08 +0000 https://www.business.it/?p=8516 Prosegue il tenzone in armatura da guerra tra i potenti magistrati statunitensi ed il presidente Donald Trump: battaglie di proposte bocciate e di provvedimenti bloccati, uno scontro tra l’idea e la legge, tra la volontà e la dottrina, tra la missione ed il credo. Dal primo giorno d’insediamento del Tycoon alla Casa bianca, molti giudici… Leggi tutto »Trump vs magistrati federali: la battaglia continua

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Prosegue il tenzone in armatura da guerra tra i potenti magistrati statunitensi ed il presidente Donald Trump: battaglie di proposte bocciate e di provvedimenti bloccati, uno scontro tra l’idea e la legge, tra la volontà e la dottrina, tra la missione ed il credo.

Dal primo giorno d’insediamento del Tycoon alla Casa bianca, molti giudici federali, già apertamente schierati contro la sua elezione, hanno cercato di ostacolare i decreti del neo-presidente.

Secondo molti magistrati federali c’è una distinzione netta tra lo spazio di manovra di un presidente che governa e l’applicazione della legge americana, certe procedure, principi, articoli, non possono essere violati, pena: la deriva della democrazia.

James Robart, magistrato federale dello stato di Washington, fu il primo a sfidare Donald Trump, esattamente pochi giorni dopo l’insediamento alla Casa Bianca.

27 gennaio, Florida, il presidente atterra col suo jet privato ed immediatamente apprende che la sua decisione di bloccare i visti per i cittadini di 7 paesi mediorientali, è stata bocciata, congelata dai magistrati federali che dimostrano, da subito, che il potere di Trump non sarà certo illimitato.

I giudici della Virginia, del Massachusetts e di New York si uniscono alla truppa capitanata da Washington, emettendo provvedimenti contro il bando ai visti proposto dal Tycoon.

Da subito, il presidente si scaglia contro Robart, usando la sua arma letale preferita: il tweet

I giudici insorti avevano denunciato il decreto come anticostituzionale e discriminante, nonché un grave danno per le centinaia di migliaia di residenti negli Stati Uniti, provenienti dai 7 paesi in questione.

Donald Trump attacca la magistratura affermando che sia ridicolo dover sottostare alle opinioni di un semplice giudice federale, quando la volontà del popolo americano ha parlato chiaro, eleggendo il suo presidente. Definisce molto grave il fatto che una Nazione non possa decidere chi può andare e venire al suo interno.

Una polemica che ha spezzato l’opinione pubblica, da una parte i sostenitori del nuovo inquilino della Casa Bianca, dall’altra, coloro che si sono schierati dalla parte di un uomo retto, profondo conoscitore della legge a stelle e strisce.

James Robart, settantenne di Seattle, fu nominato giudice federale da George W. Bush, si è dedicato una vita al volontariato, finanziatore della Seattle Children’s Home, associazione che si prende cura dei bambini con disagi mentali, prendendo parte ad altre numerose iniziative di assistenza ai più deboli.

Due facce opposte di un paese che, nel suo profilo, ha sempre avuto queste due distinte anime: una spregiudicata e volta al sogno di una vita perfetta, l’altra dedita ai più deboli ed agli sfortunati.

Due colossi che si scontrano a colpi di atti e decreti.

Ma Robart non è stato sul solo a lanciare il guanto di sfida al presidentissimo: Derrick Watson, magistrato federale delle Hawaii, si è opposto anche alla versione seguente, quella un po’ più leggera, del bando ai visti di Trump.

A marzo Derrick Watson affermò che il decreto del presidente danneggiava fortemente il business del turismo delle isole Hawaiane, bloccando ulteriormente il provvedimento.

Anche in questa occasione Donald Trump non la prende affatto bene: definisce l’azione del giudice un vero e proprio ‘abuso di potere’, atto a far sembrare debole l’amministrazione americana, a ritrarla come semplice ‘schiava’ della magistratura.

Il ‘Travel Ban’ proposto da Trump ed applicato nell’immediato, prima di essere bloccato e molto ridimensionato dai giudici, aveva già creato grande scompiglio negli aeroporti del Paese e provocato pericolose proteste di massa.

Adesso siamo di fronte ad un nuovo episodio simile: il giudice federale di San Francisco ha bloccato la decisione del presidente di tagliare i fondi alle cosiddette ‘città santuario’, ovvero le città che proteggono gli immigrati illegali.

Scontri d’ideologie e di ideali, è davvero complicato riuscire ad entrare nel meccanismo, per potersi schierare.

I magistrati chiedono a Trump di agire e portare avanti il suo operato, rispettando le leggi americane, il presidente, dal canto suo, vuole mettere in atto i provvedimenti per seguire la linea promessa ai suoi elettori.

Si tratta di uno scontro appena iniziato e che dovrà durare ancora molti anni: secondo voi i magistrati che ostacolano questi provvedimenti operano nell’interesse della legge, oppure in quello degli avversari di Donald Trump?

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Trump: arrestato hacker russo che avrebbe truccato le elezioni americane https://www.business.it/trump-arrestato-hacker-russo-che-avrebbe-truccato-le-elezioni-americane/ Tue, 11 Apr 2017 07:10:04 +0000 https://www.business.it/?p=8187 Trump: un’altra bufera? Per adesso sono soltanto silenziosi rumors assordanti, bombe ad orologeria che se, per caso esplodessero, manderebbero in pezzi un intero ecosistema, frantumandolo irrimediabilmente. Si tratta di una notizia battuta quasi in sordina dalle agenzie internazionali, parla di un arresto avvenuto venerdì scorso all’aeroporto di Barcellona. Nessun fuggiasco armato, nessun terrorista pronto a… Leggi tutto »Trump: arrestato hacker russo che avrebbe truccato le elezioni americane

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Trump: un’altra bufera?

Per adesso sono soltanto silenziosi rumors assordanti, bombe ad orologeria che se, per caso esplodessero, manderebbero in pezzi un intero ecosistema, frantumandolo irrimediabilmente.

Si tratta di una notizia battuta quasi in sordina dalle agenzie internazionali, parla di un arresto avvenuto venerdì scorso all’aeroporto di Barcellona.

Nessun fuggiasco armato, nessun terrorista pronto a farsi saltare in aria in nome di qualche divinità, si tratta di un mago, un mago dei computer.

Si chiama Pyotr Levashov, è un informatico russo ed è accusato di essere un hacker.

Ma che crimini cibernetici avrebbe commesso quest’uomo, tanto gravi da guadagnarsi addirittura una richiesta di estradizione dagli Stati Uniti d’America?

Una storia che si tinge di giallo intenso quando si cerca di capire il reale capo d’accusa: Levashov avrebbe giocato un ruolo decisivo nell’hackeraggio della campagna elettorale degli USA in novembre.

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In spicciole ma roboanti parole, avrebbe truccato i risultati delle urne, consegnando una vittoria macchiata di menzogna all’attuale uomo più potente del mondo: Donald Trump.

La moglie, Maria Levashova, avrebbe dichiarato al canale televisivo Russia Today, che il marito è stato arrestato per un cyber crimine, riguardante questioni decisamente scottanti.

Sembra che la donna abbia espressamente affermato che un virus creato dal compagno, sia stata la causa di un’enorme frode delle elezioni americane.

Un episodio tutt’altro che isolato, sempre a Barcellona, lo scorso gennaio, era stato fermato un altro informatico russo, di nome Stanislav Lisov, sospettato di essere implicato nella truffa elettorale che ha condotto il Tycoon alla Casa Bianca.

elezioniamericaneUn altro scandalo che travolge il presidente Trump e la bandiera a stelle e strisce: i servizi di intelligence statunitensi, infatti, sono fermamente convinti di un’anomala ingerenza russa nel percorso che ha portato il miliardario alla vittoria.

Uno scandalo, questo, che se confermato e provato, supererebbe tutti gli altri intrighi in cui è stato coinvolto Donald Trump, provocando una scossa di dodicesimo grado della scala Mercalli, un terremoto assoluto, con l’epicentro a Washington e danni in ogni anglo del mondo.

Ma abbiamo anche imparato a diffidare delle notizie che rimbalzano per il pianeta come palline in un campetto da squash, in molti, troppi, sarebbero pronti a tutto pur di far crollare il trono di spade su cui si è seduto Trump.

Illazioni e falsità giungono da ogni parte del globo alla velocità della luce e non ci sarebbe da stupirsi se tutto questo fosse l’impalcatura di una trappola.

Esattamente come non potremmo cadere dalle nuvole se, effettivamente, una cibernetica, segreta regia russa, avesse orchestrato l’inganno del secolo.

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Guerra dei dazi. Ecco i prodotti Ue bannati da Trump https://www.business.it/guerra-dei-dazi-ecco-i-prodotti-ue-bannati-da-trump/ Wed, 05 Apr 2017 07:00:14 +0000 https://www.business.it/?p=8032 Sempre più vicina la guerra dei dazi fra Usa e Ue. Dopo gli annunci e le indiscrezioni, rese note dalle più importanti redazioni giornalistiche americane, il presidente Donald Trump ha firmato nei giorni scorsi due decreti che, di fatto, avviano una stretta sulle importazioni e che sono pertanto destinate ad avere importanti ricadute sull’economia europea… Leggi tutto »Guerra dei dazi. Ecco i prodotti Ue bannati da Trump

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Sempre più vicina la guerra dei dazi fra Usa e Ue. Dopo gli annunci e le indiscrezioni, rese note dalle più importanti redazioni giornalistiche americane, il presidente Donald Trump ha firmato nei giorni scorsi due decreti che, di fatto, avviano una stretta sulle importazioni e che sono pertanto destinate ad avere importanti ricadute sull’economia europea e mondiale.

Al via la guerra commerciale

La guerra dei dazi è di fatto già cominciata. Due i decreti, siglati da Donald Trump, finalizzati a «punire gli abusi commerciali», secondo le dichiarazioni dello stesso Trump. Il primo decreto avvierà la revisione del deficit commerciale degli Usa, ovvero il riequilibrio del saldo fra importazioni ed esportazioni delle merci. Si tratta, evidentemente, di una revisione in chiave protezionistica, a tutto vantaggio delle esportazioni e con una stretta sulle importazioni. L’altro decreto sottoscritto è ancora più esplicito. Si tratta infatti di rafforzare le regole antidumping, cioè quelle regole introdotte per limitare l’arrivo nel mercato interno di merci a prezzi molto più bassi, o addirittura sottocosto rispetto alla produzione interna. La misura è pensata, in particolare, per Paesi come la Cina e il Messico. Le misure rientrano nella revisione del libero scambio, uno dei capisaldi del suo programma elettorale.

La guerra dei dazi arriva anche in Europa

Nuove misure restrittive sono allo studio anche contro l’Europa. Così come anticipato da alcuni giornalisti statunitensi, Trump sta valutando l’ipotesi di applicare a circa 90 prodotti made in Ue dei «superdazi punitivi», fino al 100% del valore del singolo prodotto. La «punizione» commerciale sarebbe la risposta degli Usa alle restrizioni dell’Ue sull’importazione della carne americana agli ormoni. La vicenda risale a più di 10 anni fa, dal divieto europeo di importare carne di marzo trattata con gli ormoni. Nel 2008, il Wto, l’organizzazione del commercio mondiale, dichiarò illegale il divieto europeo, perché troppo esteso e formulato male. L’anno successivo, Ue e Usa si accordarono per una revisione del divieto che ammetteva nei supermercati europei la carne di manzo americana purché allevata senza ormoni. Secondo gli Stati Uniti, questo accordo non è stato rispettato dagli stati europei che continuano a comprare ancora troppa poca carne americana. Di qui, l’ipotesi di una guerra dei dazi di tipo punitivo. Si tratta, è bene precisarlo, solo di un’ipotesi e, anche qualora dovesse diventare realtà, saranno necessari almeno 6 mesi.

La guerra dei dazi: ecco i prodotti che Trump vuole bannare

guerra dei daziLeggi sul commercio internazionale alla mano, il Wto potrebbe autorizzare dazi punitivi in modo proporzionale al valore perso per la carne bovina invenduta. Si tratta, dunque, di circa 100 milioni per prodotti selezionati. Le indiscrezioni di stampa parlano di alcuni prodotti-icona del made Ue che potrebbero essere utilizzati nella guerra dei dazi. Nella black list sono finite la Vespa della Piaggio, alcuni prosciutti italiani, l’acqua San Pellegrino, ora proprietà della svizzera Nestlé, l’acqua francese Perrier, il formaggio francese Roquefort, gli scooter svedesi KTM e decine di prodotti agroalimentare “di nicchia”.

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Trump cancella le misure green di Obama https://www.business.it/trump-cancella-le-misure-green-di-obama/ Tue, 04 Apr 2017 07:02:55 +0000 https://www.business.it/?p=8029 Trump cancella le misure green di Obama. Con la firma dell’ultimo ordine esecutivo, l’attuale presidente degli Stati Uniti ha revocato buona parte delle norme, indicazioni e direttive del suo predecessore alla Casa Bianca, Barak Obama in tema di energie pulite, clima e ambiente, continuando così, passo dopo passo, la demolizione delle linee di governo approvate… Leggi tutto »Trump cancella le misure green di Obama

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Trump cancella le misure green di Obama. Con la firma dell’ultimo ordine esecutivo, l’attuale presidente degli Stati Uniti ha revocato buona parte delle norme, indicazioni e direttive del suo predecessore alla Casa Bianca, Barak Obama in tema di energie pulite, clima e ambiente, continuando così, passo dopo passo, la demolizione delle linee di governo approvate negli anni dell’amministrazione Obama.

Clima e ambiente. Ecco le novità introdotte da Trump

Nei giorni scorsi, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo con cui demanda all’Epa, l’agenzia per la protezione ambientale, e ad altre agenzie che si occupano di ambiente e tutela del territorio, una revisione dei regolamenti vigenti, in particolare quelli approvati da Barak Obama che contengono misure restrittive sulle emissioni di anidride carbonica. In questo modo, Trump intende potenziare la produzione interna di energia, rilanciare l’industria del carbone e ottenere, così, nuovi posti di lavoro. Le aziende statunitensi, secondo l’attuale inquilino della Casa Bianca, devono essere libere di produrre energia, anche a danno dell’ambiente, anche in barba agli accordi nazionali e internazionali sul clima. La scelta, pertanto, è perfettamente in linea con la richiesta di revisione delle norme sul libero scambio e, finanche, sulla guerra dei dazi in corso con l’Unione europea.

Trump cancella le misure green di Obama: ecco quali

Obama cancella le misure greenLe prime norme da cancellare sono quelle previste dal Clean Power Plan, il Piano per l’Energia Pulita, approvato da Obama nel 2015, con il quale gli Stati Uniti si impegnavano a ridurre le emissioni di gas a effetto serra nelle centrali a combustibili fossili. Il particolare, la norma green prevedeva una riduzione delle emissioni delle centrali elettriche a carbone del 32% rispetto al 2005, entro il 2030. La norma, in realtà, non è mai stata applicata perché diverse aziende statunitensi e molti stati governati dai repubblicani hanno fatto opposizione in tribunale. La norma, con cui Trump cancella le misure green di Obama, è strettamente legata all’accordo di Parigi, firmato sempre da Obama nel 2015, storico patto internazionale finalizzato proprio alla riduzione della produzione di CO2. Trump ha già annunciato, in campagna elettorale, l’intento di sfilarsi dall’accordo di Parigi. Al momento, però, nessuna decisione è stata ancora presa sull’argomento. Potrebbe presto essere cancellata la direttiva dell’agosto 2016 sul «costo sociale del carbone», così come il divieto temporaneo di rilasciare nuove concessioni per l’apertura di miniere di carbone, valido da quasi 14 mesi.

Moore: “È cominciata l’estinzione della vita umana sulla terra”

Se Trump cancella le misure green di Obama, le reazioni non potevano mancare. Da segnalare, le dichiarazioni di Michael Moore, registra, fra gli altri, di ‘The Big One’ e ‘Fahrenheit 9/11’: ‘Ha inizio l’estinzione della vita umana sulla terra. Trump ha dichiarato guerra al pianeta e ai suoi abitanti”.
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Trump: la presidenza è un business di famiglia https://www.business.it/trump-la-presidenza-un-business-famiglia/ Mon, 03 Apr 2017 07:00:48 +0000 https://www.business.it/?p=8010 Diventare presidente degli Stati Uniti d’America è un vero e proprio business di famiglia, Donald Trump continua a mettere succulenta carne al fuoco e la parte poco “vegetariana” della critica mondiale se la mangia in un sol boccone. Negli ultimi giorni sono arrivate altre decisioni quantomeno curiose, da parte del Tycoon, che in barba ai… Leggi tutto »Trump: la presidenza è un business di famiglia

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Diventare presidente degli Stati Uniti d’America è un vero e proprio business di famiglia, Donald Trump continua a mettere succulenta carne al fuoco e la parte poco “vegetariana” della critica mondiale se la mangia in un sol boccone.

Negli ultimi giorni sono arrivate altre decisioni quantomeno curiose, da parte del Tycoon, che in barba ai protocolli sulle raccomandazioni, rende il suo avvento alla Casa Bianca un business di famiglia.

Nasce una nuova figura, inedita nei quadri del governo, “assistente speciale del presidente”: a ricoprire questa carica sarà nientemeno che la figlia del presidentissimo: Ivanka Trump.

Sarà dunque una sorta di “first daughter” e farà le veci della “first lady”, che di raggiungere Donald a Washington, pare non volerne sapere.

Melania, infatti, finge di non sentire quando il marito le chiede di raggiungerlo nella capitale, lasciando la Trump Tower sulla Fifth Avenue a New York, dove vive con il figlio Barron. 

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Quindi, al fianco dell’uomo più potente del mondo, non ci sarà la moglie, ma un’altra donna; l’unico precedente che siamo riusciti a scovare nei meandri della storia riguarda una figura tanto speciale quanto controversa.

Si chiamava Jeanne Antoinette Poisson, ma il mondo la conobbe come “Madame de Pompadour”, la reginetta, o, come dicevano i francesi dell’epoca “la Reine a gouche”, (la regina che sedeva alla sinistra del Re, a destra stava la regina vera, per diritto matrimoniale).

Madame de Pompadour fu l’amante di uno dei più potenti sovrani della storia, il Re di Francia Luigi XV, bisnipote del Re Sole, fu anche lei un’assistente speciale, in quanto svolgeva effettive funzioni di governo, avendo accesso anche agli archivi segreti della Corona.

Un pò come succederà ad Ivanka: nel suo ufficio personale alla Casa Bianca, disporrà di tutte le informazioni classificate del governo USA, anche quelle Top Secret.

“Proprio per questo -spiega Ivanka in una dichiarazione diffusa alla stampa- è stata presa la decisione di rendermi dipendente federale a tutti gli effetti. La mia presenza qui a Washington aveva sollevato diverse preoccupazioni di tipo etico.”

Così il presidente-Sole ha deciso: la presidenza sarà un business di famiglia.

Sua figlia, però, avrà a disposizione telefoni e computer, ma non percepirà neppure un dollaro, (si vocifera stia già cercando un secondo lavoro in un fast-food nei pressi della Casa Bianca) proprio come un altro familiare nel quadro presidenziale, il marito di Ivanka stessa, il discussissimo Jared Kushner, consigliere esperto, vicinissimo al presidente (anche lui non retribuito, quindi costretto ad una seconda occupazione part-time in un supermercato!).

La bellissima figlia di Trump sarà addirittura “gli occhi e le orecchie del padre”, ha affermato la legale Jamie Gorelick, che giura anche che il ruolo della first daughter sarà soggetto alle regole standard che valgono per tutti i dipendenti federali.

Se state pensando che quest’ultima affermazione non sia veritiera ricredetevi subito perché è stato anche lo stesso Donald Trump a garantirlo!

Ma non finisce qui! Il business di famiglia si allarga a macchia d’olio e arriva un altro tassello del Trump puzzle: si chiama Lara ed è la moglie del figlio Eric.

Lara è stata assunta come consulente dalla Giles-Parscale, un marchio web texano coinvolto  nella campagna elettorale del presidente.

34 anni, ex producer tv, in attesa del primo figlio, Lara Yunaska Trump farà da collegamento tra la società, che ha sede a San Antonio, e la campagna che il presidente continua a promuovere con diversi mezzi.

Un altro controverso episodio, che rende, ormai, le vicende della Casa Bianca, vicinissime ad una serie comedy della Fox.

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La Politica estera di Trump stavolta investe l'elettronica https://www.business.it/la-politica-estera-di-trump-stavolta-investe-lelettronica/ Thu, 23 Mar 2017 10:10:03 +0000 https://www.business.it/?p=7900 La politica estera di Trump continua a rimbombare sulle pareti del mondo intero, il presidente degli Stati Uniti con decisioni che a definirle “bizzarre” si rischia di cadere nell’ambito degli eufemismi, fa parlare di sé, scatenando azioni e reazioni in ogni angolo del pianeta. Dopo i due ordini esecutivi che congelano i visti per i… Leggi tutto »La Politica estera di Trump stavolta investe l'elettronica

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La politica estera di Trump continua a rimbombare sulle pareti del mondo intero, il presidente degli Stati Uniti con decisioni che a definirle “bizzarre” si rischia di cadere nell’ambito degli eufemismi, fa parlare di sé, scatenando azioni e reazioni in ogni angolo del pianeta.

Trump1Dopo i due ordini esecutivi che congelano i visti per i cittadini provenienti da alcuni Paesi a maggioranza islamica, per ora sospesi dalla magistratura, l’amministrazione americana ha dato il via ad un bando molto particolare.

Secondo il cosiddetto Eletronics ban, sui voli diretti negli Stati Uniti, provenienti da alcuni paesi del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale, non è più concesso ai passeggeri di portare a bordo dispositivi elettronici più grandi di uno smartphone.

Niente iPad né computer portatili, nessuna telecamera o macchina fotografica, fortunatamente questo atto di politica estera di Trump non prevede il divieto per quanto riguarda le apparecchiature mediche.

Gli scali colpiti sono dieci, suddivisi in otto Stati: Amman, Kuwait City, Cairo, Istanbul, Riad e Gedda, Casablanca, Doha, Dubai e Abu Dhabi.

Il provvedimento investe la bellezza di circa 50 voli al giorno, e le compagnie aeree hanno soltanto 96 ore di tempo per rendere operativo il divieto, il rischio è che i loro voli siano banditi dagli Usa.

IpadpcLa nuova iniziativa della Casa Bianca è decisamente piaciuta alla Gran Bretagna, che si è accodata prontamente agli Stati Uniti, adottando un provvedimento molto simile.

In totale sono 14 le compagnie aeree coinvolte, la motivazione di questa battaglia elettronica di Trump, è rinchiusa in una presunta minaccia terroristica giunta alla vigilia del vertice della coalizione internazionale anti-Isis, a Washington, a cui prenderanno parte 68 Paesi.

Da alcuni dirigenti dell’amministrazione statunitense trapela che la misura di politica estera di Trump sia stata suggerita da attente analisi dell’intelligence.

Secondo alcune relazioni delle commissioni antiterroristiche,  pericolosi gruppi come Al Qaeda e Al-Shabab stanno tentando di inserire ordigni esplosivi all’interno dei dispositivi elettronici portatili.

Sulla base di queste informazioni, il segretario per la Sicurezza Nazionale, e l’amministratore della Transportation Security Administration hanno stabilito la necessità di migliorare le procedure di sicurezza per i passeggeri in arrivo.

David Lapan, portavoce del Dipartimento di Sicurezza Nazionale, ha spiegato che la direttiva sarà in vigore fino al 14 ottobre, potrebbe essere estesa per un altro anno qualora la valutazione della minaccia rimarrà autentica.

Il rovescio della medaglia è ben descritto da alcuni esperti di sicurezza aerea, che hanno parlato dei rischi di trasportare nella stiva le apparecchiature elettroniche, rischi che contemplano un aumento dei furti dei bagagli e pericoli di incendio delle batterie dei computer portatili.

Protesta tempestiva da parte della Turchia, che attraverso le parole del ministro dei trasporti Ahmet Arslan, ha chiesto di rivedere il bando sullo scalo Ataturk di Istanbul.

Per quanto riguarda il provvedimento adottato nel Regno Unito, invece, le restrizioni riguardano i voli da e per Turchia, Libano, Giordania, Egitto, Tunisia e Arabia Saudita.

Il governo di Londra, in un comunicato,  ha affermato di comprendere la frustrazione ed il disagio dei passeggeri colpiti dal provvedimento, ma per garantire la sicurezza dei cittadini britannici, è indispensabile adottare queste precauzioni, precisando di aver lavorato a stretto contatto con l’amministrazione statunitense, riguardo a questo ambito delicato.

Un’altra puntata della serie condotta dal presidente degli Stati Uniti, la politica estera di Trump stavolta si scaglia contro i dispositivi elettronici, che dovranno essere obbligatoriamente relegati nella stiva.

A questo punto la domanda sorge spontanea: ma se i pericolosissimi ordigni inseriti negli oggetti elettrici esplodessero nella stiva, in che modo i cittadini statunitensi e britannici, sarebbero al sicuro?

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