Nel 2019 accade ancora che, in Svizzera, un padre tenti di uccidere il figlio per la sua omosessualità. Il gravissimo episodio si è verificato nel Cantone di Berna. “Sei gay? Sei gay?”, ha continuato a chiedere pieno di rabbia il padre al figlio, mentre infieriva su di lui con un coltello. Il tutto è avvenuto in una famiglia di origine irachena. La vittima di questo bruttissimo atto di omofobia e violenza è un 17enne che è riuscito a sopravvivere per miracolo alla brutale aggressione del genitore.
In piena notte, il ragazzo si sveglia con una lama premuta alla gola. Ad impugnare il coltello è il padre, un fervente musulmano. E quella domanda ossessiva, carica di disprezzo, sulla sua sessualità, sul suo essere o non essere gay, che l’uomo continua rivolgergli mentre cerca di ucciderlo.
Il ragazzo riesce come può a difendersi e scappa sul balcone per chiedere aiuto. I vicini, allarmati dal trambusto, danno subito l’allarme. Sul posto arriva la polizia e un’ambulanza. Il giovane è in gravi condizioni: ha ferite sul collo e sul torace. Per poco il coltello non gli ha reciso la carotide, anche se la trachea ha subito gravi danni. Ricoverato d’urgenza all’ospedale di Berna, i medici prima di operarlo gli inducono il coma farmacologico.
Il padre, invece, è arrestato. Da quella tragica notte sono passati sei mesi. Il ragazzo nel frattempo è andato via da casa, ha trovato il coraggio di raccontare solo ora la violenza subita. Ancora oggi il 17enne non si spiega come il padre sia venuto a sapere del suo essere gay.
“Ho sempre nascosto la mia omosessualità alla mia famiglia”, sostiene amaramente. A ricordare per sempre l’aggressione ci sono ora le cicatrici sul collo, sul torace, sulla schiena e sulle braccia. “Le vedo allo specchio – afferma – o quando faccio delle foto. Mi accompagneranno per il resto della mia vita”. E non sono solo cicatrici sul corpo, purtroppo.
Il ragazzo oggi dice di stare bene e di sentirsi “una persona più libera di prima”. Ma i rapporti con la sua famiglia ormai sono compromessi. “Mia madre si vergogna per quanto è successo. Io mi sono nascosto abbastanza a lungo, ormai è finita”. È per questo che ha deciso di pubblicare la sua storia e le sue foto su Instagram, anche per essere da incoraggiamento per altri omosessuali di origine musulmana o islamica. La storia è stata raccontata dal quotidiano svizzero Tio20minuti.
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