Giorgia Meloni pubblica un video sui social per smentire di aver mai promesso il taglio delle accise sui carburanti durante l’ultima campagna elettorale. Il presidente del Consiglio prova così a mettere fine alle polemiche scoppiate dopo che il prezzo della benzina ha ricominciato ad aumentare in seguito alla mancata conferma dello sconto sulle accise. La Meloni, però, viene smentita a sua volta dall’ultimo programma elettorale presentato dal suo partito, Fratelli d’Italia. Nel documento vengono citate le misure che Fdi avrebbe adottato in caso di vittoria elettorale, come ad esempio la “sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e l’automatica riduzione di Iva e accise”.
“Invece di spalmare 10 miliardi abbiamo deciso di concentrare le risorse su chi ne aveva più bisogno. – così si giustifica la Meloni su Fb per il mancato taglio delle accise – Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è di giustizia sociale. Ci dicono che abbiamo sbagliato i calcoli. Ho sentito di tutto, io il prezzo della benzina lo sto monitorando. Il dato che è stato pubblicato sul sito ministero Made in Italy era 1.812, un prezzo che ci piacerebbe più basso però quanto cambia rispetto a quello vissuto negli anni precedenti”.
“Gira un video del 2019 in cui io chiedevo di tagliare le accise sulla benzina. – prosegue poi Giorgia Meloni – Sono ancora convinta che sarebbe ottima cosa tagliarle, ma dal 2019 ad oggi il mondo è cambiato, stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci impone di fare alcune scelte. Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina”.
“La gran parte dei benzinai in Italia si sta comportando in maniera onesta e responsabile e soprattutto a tutela loro dobbiamo lavorare insieme per verificare se vi è qualcuno che si vuole approfittare di una situazione delicata. – conclude il premier – Sono fortemente speranzosa della possibilità che prima o poi potremo tagliare le accise sulla benzina, un taglio strutturale e non temporaneo. Ma questo necessita di una situazione diversa e cioè di rimettere in moto la crescita economica. Per fare alcune cose servono risorse e per trovarle serve la crescita”.
“Quindi, alla fine, Meloni che fa. – la attacca Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera – Qualche cartello da esporre nei distributori, qualche volante della Guardia di Finanza sovraccaricata dall’ennesima infruttuosa caccia all’evasore, tante giustificazioni, come quella di non aver tagliato le accise così da poter incrementare di due miliardi il Fondo sulla sanità. Peccato che la premier non dica che quei soldi servono a coprire i maggiori costi energetici che hanno investito anche quel settore, ma non a finanziare preziose borse di studio per gli specializzandi o ad assumere migliaia di medici e infermieri per tagliare quelle inaccettabili liste d’attesa con cui fanno i conti quotidianamente gli italiani. Questo governo ha fatto, e male, il compitino, tradendo le aspettative di quelle tante famiglie ed imprese a cui hanno chiesto voto e fiducia”.
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