Una app che mette in contatto chi deve spedire, un qualsiasi oggetto, con chi si sposta ogni giorno: è l’idea di social transport lanciata dalla startup “Take my things”. Un sistema di trasporto condiviso che diventa anche business.
A quanti non è capitato di preparare con cura le valigie per la vacanza tanto attesa e rendersi conto, poi, una volta giunti alla meta, di aver dimenticato a casa qualcosa di estremamente indispensabile? Un po’ quello che è successo a Francesco Demichelis, 39 anni, ingegnere elettrico di Saluzzo, provincia di Cuneo, inventore – insieme all’amico Guido Balbis – della app per il social transport “Take my things”. Un social transport del tutto particolare, però, perché riguarda solo ed esclusivamente il trasporto di oggetti.
L’idea alla base è molto semplice: utilizzare una piattaforma condivisa nella quale chi ha necessità di un oggetto qualsiasi può chiedere, agli utenti disponibili, di farselo recapitare a domicilio.
“Era il 31 dicembre del 2014. Volevo festeggiare il Capodanno nella mia casa al mare. Ma, quando sono arrivato a Sanremo, quel pomeriggio, mi sono accorto di aver dimenticato le chiavi a Saluzzo” racconta Francesco Demichelis; “ho cercato un’app che potesse risolvere il problema, per non percorrere altri 150 chilometri. Cercavo qualcuno che avrebbe percorso quel tratto di strada e avrebbe potuto portarmi le chiavi. Non l’ho trovato. Ne ho parlato con il mio amico Guido Balbis. E abbiamo iniziato a lavorare al progetto”.
I due giovani fondatori hanno dato vita alla loro idea nel 2015, con la creazione della startup innovativa “Take my things”, mentre il lancio ufficiale della app per il social transport è avvenuto nel Gennaio del 2016 – con funzionalità inizialmente circoscritta al solo cuneese – e ha da subito riscosso un discreto successo, muovendo, in pochi mesi, più di 1.000 pacchi. Ad oggi, la copertura del servizio si è estesa a Torino e Milano, ma cresce ogni giorno perché in tutta Italia si iscrivono, tutti i giorni, nuovi utenti.
Il social transport di “Take my things”: semplice, chiaro, remunerativo ed eco-friendly
La app “Take my things” è assolutamente gratuita e disponibile sia sull’Apple Store che su Google Play. Il funzionamento è estremamente lineare ed intuitivo. Gli utenti che si iscrivono possono inserire l’oggetto di cui hanno bisogno, l’indirizzo di ritiro e di consegna – indicandone la data e l’ora massima – e specificare la cifra che sono disposti a pagare per il trasporto. La piattaforma poi, acquisiti i dati, li incrocia in modo tale da individuare quegli utenti che sono in grado di rispondere alla richiesta inserita.
Il sistema funziona 24 ore su 24 e sette giorni su sette, così da garantire che ogni oggetto venga prelevato e consegnato nella stessa giornata, a differenza dei delivery tradizionali tramite corriere, che solitamente nel week end sono fermi.
Inoltre, il servizio di social transport offerto da “Take my things” è un’ottima opportunità di guadagno: è possibile, infatti, registrarsi come “Trasportatore”, indicando luoghi, giorni e orari in cui si è disponibili ad effettuare il servizio di ritiro, trasporto e consegna dei pacchi; sarà poi la app a inviare le notifiche ogni qualvolta ci sarà una richiesta di spedizione nell’area che si è indicata con specificati il tipo di oggetto da trasportare, i dati di chi vuole spedire il pacco, gli orari di ritiro e consegna e gli indirizzi a cui effettuarli. In più, insieme a tutti i dati relativi alla spedizione, viene indicato anche il compenso in euro che chi ha necessità del trasporto è disposto a offrire per il servizio.
Il “Trasportatore”, quindi, è perfettamente in grado di decidere se candidarsi a gestire ritiro e trasporto dell’oggetto, con conseguente guadagno.
Ovviamente, ad un numero maggiore di trasporti effettuati, corrisponderà un guadagno maggiore.
E allora può esserci chi ha dimenticato il pc nel bed & breakfast dove ha appena trascorso il week end, e se lo fa portare direttamente a casa; oppure chi ha necessità di recapitare un plico urgente; o ancora c’è la farmacia che vuole avviare un servizio di trasporto e consegna a domicilio dei medicinali, oppure un negozio che deve consegnare un acquisto ad un cliente e non ha il fattorino.
In questo modo, insomma, è possibile – da un lato – ottimizzare tempi e costi, puntando alla cooperazione tra privati grazie al social transport, ma anche – dall’altro – avere il giusto riguardo per l’ambiente, considerato il fatto che si viaggia lungo i percorsi su cui ci si sposta quotidianamente, senza perciò immettere nel traffico cittadino ulteriori mezzi inquinanti.
Fonte originale principale: corriere.it