Continuano gli episodi, disgustosi, di prezzi gonfiati e vendita di attrezzature mediche a prezzi esorbitanti attraverso il mercato nero, casi che mostrano come, purtroppo, ci sia anche chi in Italia riesce a tirare fuori il peggio di sé in situazioni di grave emergenza e che richiederebbero, invece, la collaborazione di tutti i cittadini. L’ultima, terribile scoperta è stata fatta in varie Regioni italiane: alcuni laboratori di analisi avrebbero svolto abusivamente e a pagamento tamponi per la ricerca del nuovo coronavirus chiedendo cifre tra i 120 e i 150 euro per ogni test.
La scoperta è stata effettuata dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e sanità diretti dal colonnello Vincenzo Maresca a Napoli e a Catania: i responsabili sono stati subito denunciati all’autorità giudiziaria. I controlli a campione dei militari dei Nas nei laboratori di analisi sono scattati nell’ambito delle attività di contrasto ai fenomeni speculativi sorti per l’emergenza coronavirus in Italia come l’aumento dei prezzi di dispositivi sanitari quali le mascherine.Dagli accertamenti è emerso che alcuni laboratori, approfittando della paura scatenata dal rischio contagio in tutta Italia, avevano iniziato a vendere tamponi rino-faringei per la ricerca del virus, a volte anche a domicilio a casa dei pazienti che lo richiedevano. Dopo la scoperta dei test per la ricerca del virus, l’attività dei laboratori è stata immediatamente inibita dagli stessi militari dell’Arma. Si tratta infatti di una attività che necessita della preventiva autorizzazione delle Autorità sanitarie competenti e che in questo caso mancava del tutto.
Nelle scorse ore era arrivata da Parma un’altra vicenda tristemente simile: alcuni dipendenti della Asl locale avevano trafugato mascherine e gel igienizzanti dalle strutture ospedaliere per poi rivenderli a prezzi esorbitanti al mercato nero. Anche in quel caso i responsabili erano stati immediatamente denunciati.
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