Una proposta che sta facendo discutere, quella del segretario del Pd Enrico Letta sul fronte tasse, con l’idea di un’imposta sulla successione che ha scatenato accesi dibattiti anche all’interno del governo Draghi. E che però ha trovato subito d’accordo Vincenzo Visco, ex ministro del Tesoro e personaggio centrale nei governi Prodi, D’Alema e Amato, che ha subito mostrato la sua solidarietà al leader dem definendo la sua proposta “politicamente giusta”.
Intervistato da La Stampa, Visco ha infatti subito spiegato: “È chiaro che l’imposta di successione che abbiamo adesso non sta in piedi ed è sacrosanto cercare di colpire, far contribuire i patrimoni più elevati. Bisognerebbe mantenere gli attuali livelli di esenzione e poi mettere degli incentivi per redistribuire il patrimonio anche fuori dal nucleo famigliare e fare in modo che la gente sia aiutata a lasciare i soldi magari a un ospedale o a un ente benefico”.
Lo stesso Visco ha sottolineato come, a suo dire, in Italia “di gente con patrimoni superiori ai 5 milioni di euro ce n’è parecchia. Poi bisognerà infatti creare un’anagrafe patrimoniale, che tutti i Paesi civili hanno e noi no, bisogna valutare a prezzi di mercato tutto quello che c’è, comprese opere d’arte e gioielli”. Respingendo certe accuse che vorrebbero la sinistra sempre pronta a mettere le mani in tasca agli italiani: “Solo stupidate! Il problema semmai è come redistribuire: se i proventi delle tasse di successione vengono utilizzati per abbassare le tasse sui consumi e sul lavoro, va benissimo”.
Visco è convinto, insomma, della necessità di intraprendere la strada già tracciata da Enrico Letta, spingendo ancora di più però sull’acceleratore. E Draghi? “Ma figuriamoci se Draghi non è d’accordo con le cose che sto dicendo. Ha solo voluto dare un segnale, che occorre una riforma organica, imponendola in qualche modo ai partiti.
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