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Questo è il ballo della Tav: un’altra analisi costi-benefici “dimezza” gli svantaggi

Se c’è un tema che in questi giorni sta scaldando il governo gialloverde è quello della Tav. Una spaccatura ormai storica quella tra le due anime dell’esecutivo, con la Lega che spinge per la realizzazione dell’opera e il Movimento Cinque Stelle barricato sul no. In mezzo le ormai famigerate analisi costi-benefici, sulle quali si discute ormai da tempo immemore. Una prima versione, sbandierata dai grillini, aveva infatti mostrato tutti i problemi legati all’alta velocità Torino-Lione. Dal Carroccio, però, erano arrivati dati contrari.

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha annunciato che una decisione arriverà a strettissimo giro. Ma tra i grillini restano spaccature feroci. Un solco nel quale si è inserita una nuova analisi che sembra, stando alle anticipazioni pubblicate da La Repubblica, molto meno negativa della prima. A chiederla era stato il premier Giuseppe Conte, che aveva annunciato di aver chiesto all’ingegnere Marco Ponti la stesura di un altro rapporto costi-benefici che tenesse conto solo delle spese che devono essere effettuate dall’Italia.Stando a quanto anticipato dalla testata, lo scenario sarebbe radicalmente mutato. Lo stesso Ponti parla di un dimezzamento del saldo negativo. Infatti, a fronte degli oltre sette miliardi di cui si parlava nel rapporto originario, adesso i costi ammonterebbero a 3,5 miliardi in più dei ricavi . E così nel Movimento è tornata prepotente l’idea di una Tav in tono minore ma da portare comunque a termine.

Il tutto, però, proprio mentre due volti storici del partito, Alessandro Di Battista e Beppe Grillo, ribadiscono la totale contrarietà dei Cinque Stelle all’opera. Il timore è che un eventuale cedimento venga interpretato come l’ennesimo segnale di cedimento di fronte a un Salvini cannibale che continua a crescere nelle preferenze e a vincere le elezioni regionali.

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