La Francia gela l’Italia rinviando la realizzazione della tratta di accesso della TAV Torino-Lione in territorio francese a dopo il 2043, ovvero dieci anni dopo l’entrata in funzione del tunnel del Moncenisio. L’infrastruttura è uno dei progetti simbolo del nostro Paese e il rinvio dei lavori rischia di rendere la TAV inefficiente e di riaprire un fronte di contestazione. Di fronte al clamore suscitato però, il ministro dei Trasporti francese, Clément Beaune, è costretto a rilasciare una dichiarazione all’Ansa affermando che “il governo francese non ha deciso nessun rinvio nel calendario relativo alla Tav Lione-Torino. Le notizie di rinvii nella costruzione di determinate strutture fanno riferimento non a decisioni prese, ma ad un rapporto indipendente consegnato al governo. Non si tratta in nessun caso di una decisione del governo e il nostro calendario resta immutato”, conclude.
Leggi anche: La Francia attacca ancora l’Italia: “Incapace a gestire l’immigrazione”, Tajani cancella incontro diplomatico
Tav Torino-Lione: la decisione della Francia
La galleria di confine della TAV Torino-Lione, che corre sotto le Alpi per 57,5 chilometri, ha un costo di nove miliardi di euro e necessita di essere collegata a una rete ferroviaria adeguata su entrambi i versanti. In Italia arriverà in tempo, mentre in Francia la rete adatta arriverà solo nel 2043, dieci anni dopo l’entrata in funzione del tunnel transfrontaliero.
Il documento del “Coi” (Conseil d’orientation des infrastructures), contenente grafici e valutazioni sul cronoprogramma della TAV, è stato messo sul tavolo del governo francese in vista della prossima Conferenza intergovernativa Italofrancese. Inoltre, la Francia ha chiesto un rinvio delle scelte sulle tratte nazionali, nonostante abbia definito l’opera come “strategica”.
La contestazione alla TAV è stata molto forte in alcuni passaggi, con seri problemi di ordine pubblico. Il rispetto degli impegni presi risulta quindi essere un punto cruciale. L’opera della Torino-Lione è il tratto centrale del Corridoio Mediterraneo, finanziata al 50% dalla UE, che attraversa la Val di Susa. Il costo complessivo del tratto italiano è di circa 2 miliardi di euro, e i tempi per la realizzazione dei lavori stanno venendo rispettati. Il rinvio dei lavori della tratta di accesso in Francia potrebbe nuovamente ridare fiato ai “No TAV”, che da anni contestano l’opera per l’inefficienza della linea e gli impatti ambientali.
Leggi anche: La Francia non ci manda indietro i terroristi