L'articolo La mobilità elettrica arriva nel settore dell’ospitalità proviene da Business.it.
]]>I consumatori sono sempre più consapevoli delle proprie scelte d’acquisto e tendono a prediligere brand e imprese impegnati concretamente nella riduzione dell’impatto ambientale, favorendo un modello basato sull’energia pulita e sulla tutela dell’ambiente. Questo approccio è particolarmente rilevante nel settore del food e dell’ospitalità, dove offrire servizi innovativi e sostenibili rappresenta un elemento fondamentale per attrarre nuovi clienti. La mobilità elettrica si pone come una delle scelte più sostenibili a disposizione dei cittadini. Grazie a Enel, le imprese del settore Ho.Re.Ca. possono facilitare l’accesso alla mobilità elettrica mettendo a disposizione dei clienti stazioni di ricarica. In questo modo, il pit stop diventa un’occasione per un pranzo o un caffè e, al tempo stesso, per ricaricare l’auto elettrica in modo semplice e comodo.
Set&Charge: la ricarica elettrica che rinnova il business
Set&Charge è la soluzione made-in Enel sviluppata per supportare le imprese nei settori dell’hospitality, ristorazione, wellness e retail nell’integrazione della mobilità elettrica tra i propri servizi. L’offerta permette di installare stazioni di ricarica per veicoli elettrici, mettendole a disposizione dei propri clienti o di un pubblico più ampio, attirando così nuovi utenti. La proposta si distingue per la sua integrità e completezza, oltreché per l’ampia possibilità di personalizzazione, offrendo infrastrutture di ricarica, un software gestionale intuitivo – Net Enterprise – e la fornitura di energia elettrica.
Net Enterprise consente ai titolari di configurare il servizio in base alle proprie esigenze, ottimizzando le operazioni e accreditando i ricavi direttamente in bolletta, riducendo i costi energetici complessivi. Un ulteriore punto di forza è l’integrazione con l’App Enel X Way, che mostra a tutti gli e-driver, che la usano, le stazioni di ricarica su mappe digitali. Questa funzione facilita la localizzazione delle stazioni di ricarica, aumentando la visibilità dell’attività e attirando sia viaggiatori che aziende con flotte di veicoli elettrici.
Scegliere la sostenibilità e l’energia pulita con Enel
Le imprese del settore alberghiero che desiderano adottare soluzioni sostenibili e ridurre i costi energetici possono avvalersi di diverse proposte Enel. Tra queste figurano l’ammodernamento dei sistemi di HVAC, come riscaldamento, ventilazione e aria condizionata, e il comfort management, che grazie a tecnologie avanzate migliora la qualità dell’aria e il comfort termico negli ambienti. Altre opzioni includono i sistemi di Power Quality, come Save Up, progettati per ottimizzare la qualità dell’energia, e l’installazione di impianti fotovoltaici che generano energia pulita, aumentando l’autonomia dell’impresa, riducendo le emissioni di CO2 e contenendo i costi in bolletta.
Integrare soluzioni sostenibili ed energia pulita nelle proprie attività non solo permette di offrire servizi innovativi e utili, ma consente anche di distinguersi come un’azienda responsabile, attenta al proprio impatto ambientale.
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]]>L'articolo Smartphone, ecco quali sono (davvero) i più resistenti: la classifica proviene da Business.it.
]]>Gli smartphone, spesso soggetti a incidenti, possono cadere e rompersi facilmente, soprattutto nelle mani di chi lavora all’aperto o di chi li porta in avventure estreme. Per queste situazioni, i dispositivi rugged sono una scelta ideale: progettati per resistere a urti, polvere e acqua, sono perfetti per ambienti difficili o condizioni climatiche estreme. Questo articolo esplora i migliori modelli di smartphone rugged del 2024, secondo diverse classifiche e test.
Questi telefoni, noti per la loro robustezza, rispettano standard militari come il MIL-STD-810G/H e sono certificati IP68/IP69K, garantendo resistenza alla polvere e immersione in acqua fino a profondità significative. Molti modelli includono caratteristiche come batterie di lunga durata, display luminosi e funzionalità speciali come sensori termici o di visione notturna. Ad esempio, il Doogee V31GT integra una fotocamera termica e una batteria da 10.800 mAh, ideale per gli esploratori o i lavoratori in ambienti estremi. Allo stesso tempo, il Nokia XR21 offre un design più tradizionale con un’esperienza Android quasi stock e aggiornamenti software regolari.
Un aspetto importante da considerare nella scelta di uno smartphone rugged è l’autonomia. Dispositivi come l’Oukitel WP33 Pro, con una batteria da 22.000 mAh, assicurano settimane di utilizzo con una sola ricarica. Tuttavia, il peso e le dimensioni possono essere uno svantaggio. I modelli più compatti, come il Cat S75, equilibrano robustezza e maneggevolezza, integrando tecnologie innovative come la messaggistica satellitare per comunicare anche in aree senza copertura.
Sebbene la qualità della fotocamera non sia il punto forte di questi dispositivi, molti offrono prestazioni sufficienti per documentare viaggi o attività lavorative. Il Samsung Galaxy Xcover6 Pro, ad esempio, unisce resistenza e versatilità con un display a 120Hz e una struttura impermeabile e resistente agli urti, dimostrandosi adatto anche per l’uso quotidiano. Considerando le diverse opzioni disponibili, vale la pena valutare attentamente le proprie esigenze per scegliere il modello più adatto.
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]]>L'articolo Whatsapp, come accorgerti se qualcuno ti sta spiando. Il trucco proviene da Business.it.
]]>È possibile che qualcuno stia intercettando le nostre conversazioni su WhatsApp? Assolutamente sì. E come possiamo accorgercene? Esiste un metodo semplice per scoprirlo. WhatsApp, l’app di messaggistica più diffusa al mondo, rappresenta un bersaglio allettante per hacker e malintenzionati. Nonostante la crittografia end-to-end garantisca un alto livello di sicurezza, ci sono comunque modi attraverso cui terze parti possono accedere alle nostre conversazioni.
Uno dei sistemi più comuni utilizzati dai cybercriminali consiste nello sfruttare WhatsApp Web, ma anche il phishing tramite link fraudolenti o file dannosi è una tecnica frequente. Come possiamo allora individuare eventuali intrusioni? E quali precauzioni possiamo prendere? Ecco una guida pratica.
Secondo quanto riportato da Money.it, ci sono segnali inequivocabili che potrebbero indicare un accesso non autorizzato al tuo account WhatsApp. Uno dei metodi più diffusi è l’uso di WhatsApp Web, che consente a chi spia di leggere tutte le tue conversazioni da un altro dispositivo. Come verificare se questa tecnica viene utilizzata sul tuo account? Come suggerisce Luna Luciano, ecco i passaggi da seguire:
Oltre a questo, ci sono altri segnali che possono indicare attività sospette, come comportamenti anomali dell’app. Per esempio, potresti trovare messaggi già letti o altre azioni non riconducibili a te.
Questi rischi evidenziano l’importanza di proteggere il proprio account. Per migliorare la sicurezza, si raccomanda di attivare l’autenticazione a due fattori (Impostazioni -> Account -> Verifica in due passaggi -> configura un PIN di sei cifre), mantenere l’app sempre aggiornata, ed evitare di aprire link o file ricevuti da contatti sconosciuti. Infine, abilita il backup crittografato per proteggere anche le copie delle tue conversazioni (Impostazioni -> Chat -> Backup delle chat).
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]]>L'articolo I cimiteri delle auto elettriche: il green che inquina proviene da Business.it.
]]>Nelle periferie di Hangzhou, la vista è colpita da un “cimitero” surreale. Centinaia, forse migliaia, di veicoli elettrici giacciono abbandonati tra campi e parcheggi. Questi veicoli, un tempo simboli del progresso e dell’innovazione, ora testimoniano l’eccesso di produzione e il rapido sviluppo dell’industria automobilistica cinese. L’inchiesta di Bloomberg.
Leggi anche: È vero che le auto elettriche soffrono il caldo? Come “salvare” la batteria in estate
Dai rapporti emergono immagini inquietanti. Molte auto hanno ancora giocattoli peluche sui cruscotti, segni di un abbandono improvviso. In alcuni casi, le piante crescono dai bagagliai, suggerendo che questi veicoli siano stati lasciati lì per anni.
Questo scenario ricorda la crisi del bike-sharing del 2018 in Cina. Allora, decine di milioni di biciclette vennero abbandonate dopo il fallimento di startup come Ofo e Mobike. Questa volta, la causa sembra essere la bancarotta delle aziende di ride-hailing proprietarie di questi veicoli, o l’obsolescenza delle auto in un mercato che continua a lanciare nuovi modelli con migliori funzionalità e autonomia.
La situazione rappresenta un problema ambientale significativo. L’idea iniziale di puntare sulle auto elettriche per ridurre l’inquinamento si è trasformata in un boomerang ecologico. Nel 2022, la Cina ha prodotto circa 6 milioni di veicoli elettrici o ibridi, il 60% della flotta mondiale. Molti di questi veicoli sono sulle strade, ma tanti sono abbandonati.
Questi cimiteri di auto non solo sono una vista sgradevole, ma rappresentano anche un problema di smaltimento. Cambiare continuamente auto elettrica significa maggior produzione di emissioni inquinanti nelle fabbriche, annullando il vantaggio rispetto alle auto a combustione interna. Inoltre, le batterie esaurite contengono ingredienti preziosi come nickel, litio e cobalto, il cui smaltimento sostenibile è ancora una questione irrisolta.
Il governo di Hangzhou ha promesso di eliminare le auto, accumulatesi dal 2019. Tuttavia, recenti visite hanno rivelato diversi siti pieni di veicoli abbandonati nei distretti di Yuhang e West Lake.
La spinta della Cina per diventare un gigante dell’auto elettrica ha creato un panorama di obsolescenza e spreco. Le discariche di veicoli a batteria sono un monito per il futuro. Anche l’Europa potrebbe trovarsi ad affrontare un problema simile. Per incentivare l’acquisto di veicoli elettrici, la Cina ha introdotto sconti e agevolazioni, limitando le auto a benzina e diesel. Questo approccio ha fatto esplodere il mercato, ma ha anche creato una miriade di produttori e un eccesso di offerta.
Il Green deal europeo segue un percorso simile. La domanda è: tra qualche anno vedremo anche in Europa cimiteri di auto a batteria inutilizzate?
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]]>L'articolo Internet in vacanza, ecco cosa conviene usare. Dalla saponetta, all’hotspot, tutte le risposte per restare connessi (e risparmiare) proviene da Business.it.
]]>Con l’estate arriva il momento delle vacanze e, tra le mille cose da organizzare, c’è anche la necessità di rimanere connessi a internet. Che si tratti di lavoro, svago o semplicemente per mantenere i contatti, avere una connessione affidabile è diventato fondamentale. Ma come si può risparmiare? Qual è la soluzione migliore? Ecco tutte le risposte per navigare senza pensieri.
Una delle soluzioni più semplici è utilizzare una chiavetta internet con una SIM mobile. Matteo Marano di Altroconsumo spiega: “Basta una chiavetta dotata di SIM, che si appoggia a una rete mobile. È fondamentale verificare la copertura nella zona in cui ci si recherà”. Con questo sistema, si può collegare solo il dispositivo in questione. Diverse le tariffe disponibili:
È importante ricordarsi di bloccare il pagamento quando non si utilizza più il servizio, contattando il servizio clienti.
Una soluzione alternativa è la saponetta internet, o router Wi-Fi mobile. Con un costo variabile tra i 30 e i 100€, permette di usare le stesse SIM della chiavetta, anche temporanee o dati a tempo. Ecco alcune offerte consigliate da Altroconsumo:
Il tethering è un’altra opzione conveniente, permettendo di usare lo smartphone come hotspot per connettere altri dispositivi. In Italia, attualmente non ci sono costi aggiuntivi per il tethering. Tuttavia, è necessario avere un piano dati con abbastanza giga, altrimenti si rischia di incorrere in costi extra.
Se si dispone di una seconda casa al mare o in montagna, la connessione fissa può essere una buona scelta. Alcuni operatori offrono sconti per la seconda casa. Ad esempio, Vodafone propone una connessione internet per la seconda casa a 21,90€ al mese. Anche Eolo offre una soluzione interessante con la sua tariffa “Eolo Quando Vuoi Max”. Questa prevede l’installazione di un’antenna satellitare per 99€, più il costo del modem, garantendo una velocità minima di download di 300 Mb/s e navigazione illimitata. Il costo delle ricariche è di 5,00€ per i primi due giorni, 1,50€/giorno dal 3° al 60° e 1,00€/giorno dal 61° al 90°.
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]]>L'articolo Riconoscimento facciale per il Giubileo? Interviene il Garante: come stanno le cose proviene da Business.it.
]]>A Roma è allarme riconoscimento facciale. L’Ansa ha riportato la notizia che la Capitale introdurrà un nuovo sistema di videosorveglianza con riconoscimento facciale nelle sue metropolitane in vista del Giubileo. La nuova strumentazione è stata inserita nelle gare d’appalto per l’ammodernamento delle stazioni ferroviarie sotterranee.
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La notizia non è stata annunciata ufficialmente. Le procedure però sono partite. L’Indipendente sottolinea un contrasto con la moratoria in vigore fino al termine del 2025 che vieta l’installazione di sistemi di riconoscimento facciale in Italia. Per questo motivo, il Garante della Privacy ha chiesto ufficialmente al Comune di Roma maggiori informazioni in merito.
L’assessora alle politiche della sicurezza di Roma, Monica Lucarelli, ha risposto all’istruttoria del Garante, dichiarando che non saranno introdotte telecamere a riconoscimento facciale. Tuttavia, i documenti scoperti dai giornalisti raccontano un’altra storia. Il Comune parla di “madornale fraintendimento”.
La notizia riportata dall’Ansa riferiva di un‘audizione delle commissioni Giubileo e Mobilità del 6 maggio. L’assessore alla mobilità di Roma, Eugenio Patanè, aveva evidenziato la necessità di avviare due gare d’appalto da 100 milioni di euro per rimodernare le stazioni della metropolitana, inclusi i sistemi di videosorveglianza. Si è discusso di strumenti “in grado di verificare azioni scomposte” su banchine e vagoni o, come ha chiarito l’assessora Lucarelli all’Adnkronos, di identificare “comportamenti sospetti” adottati dai passeggeri.
Il Garante ha dei dubbi procedurali. Come possono le videocamere espletare un simile compito pur rispettando la privacy dei viaggiatori e dei cittadini? Ferri conclude: “L’intenzione è comparare il feed delle telecamere con un archivio di soggetti che, come sostiene Patanè, ‘si sono resi protagonisti in passato di atti non conformi e non idonei’”. Non è questo riconoscimento facciale? Nonostante le rassicurazioni delle istituzioni, resta un grande dubbio. Il Garante promette di studiare meglio il caso.
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]]>L'articolo Instagram blocca i contenuti? Ecco come evitare i ban e sfuggire alla censura dei social proviene da Business.it.
]]>Instagram blocca i contenuti? Ecco come evitare i ban e sfuggire alla censura dei social
Instagram blocca i contenuti di natura politica. Molti vedono una coincidenza con l’approssimarsi delle elezioni europee e quelle per la presidenza degli Stati Uniti. Meta, la società che possiede Instagram, Facebook e WhatsApp, ha annunciato che non promuoverà contenuti politici negli account che gli utenti non seguono. Le nuove regole, attive dal 25 marzo negli Stati Uniti, sono in vigore in Italia dal 28 aprile. Instagram ha disattivato la distribuzione dei post politici nelle sezioni “Esplora”, “Reels” e nei contenuti suggeriti.
Adam Mosseri, dirigente di Meta, aveva annunciato il cambiamento lo scorso 9 febbraio. Ora è realtà. L’algoritmo riduce la visibilità dei contenuti politici basandosi sul numero di “Mi Piace”. Instagram continuerà a mostrare i contenuti degli account seguiti, ma non raccomanderà quelli politici.
Esiste un modo per aggirare la censura di Instagram. Si va sul proprio profilo, si clicca in alto a destra sul simbolo con le tre righe e si accede all’area Impostazioni. Nella barra di ricerca si scrive “contenuti suggeriti” e si clicca su “contenuti di natura politica”. Qui si può selezionare “non limitare i contenuti di natura politica delle persone che non segui”. Il problema è che molti non sono a conoscenza del blocco, promesso da Instagram senza una adeguata campagna divulgativa.
instagram quietly introducing a “political” content preference and turning on “limit” by default is insane? pic.twitter.com/1abnLYpbja
— matt (@mattxiv) March 22, 2024
Per molti giovani, i social network sono la principale fonte di informazione. Questa è spesso una informazione “passiva”, dove gli utenti non cercano attivamente notizie, ma delegano agli algoritmi la scelta. Questi algoritmi ora offrono meno informazione agli utenti.
Meta ha spiegato al Washington Post che i temi sociali includono contenuti che identificano problemi influenzati dall’azione o inazione degli altri, come le relazioni internazionali o il crimine. Non è chiaro chi stabilisca cosa sia un contenuto politico, lasciando ampio spazio alla discrezionalità di Meta. Secondo Taylor Lorenz e Naomi Nix del Washington Post, la limitazione si applica agli account piuttosto che ai singoli post, penalizzando i creatori di contenuti che condividono spesso post politicamente orientati.
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]]>L'articolo L’uso di talco aumenta il rischio di cancro dell’ovaio? Lo studio chiarisce tutti i dubbi proviene da Business.it.
]]>È un fulmine a ciel sereno per molti consumatori. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha recentemente classificato il talco come “probabilmente cancerogeno” per l’uomo. Questa decisione è basata su una serie di studi scientifici. Essi suggeriscono una possibile associazione tra l’uso del talco e l’insorgenza di tumori, in particolare alle ovaie e ai polmoni.
Il verdetto della IARC non è stato preso alla leggera. Un gruppo di 29 scienziati provenienti da 13 paesi ha analizzato in modo approfondito la letteratura scientifica. Ecco gli effetti del talco privo di amianto sulla salute umana. “Numerosi studi hanno dimostrato un aumento dell’incidenza del cancro alle ovaie negli esseri umani. Questi hanno utilizzato il talco nella regione perineale”, spiega l’agenzia. Sottolineando anche che ricerche precedenti avevano evidenziato un aumento dei tumori ovarici nelle donne impiegate nell’industria cartaria. In entrambi i casi, la possibilità di contaminazione del talco con amianto non è stata completamente esclusa.
Il talco, un composto naturale di silicato di magnesio, è ampiamente utilizzato in molti settori, specialmente nella cosmetica. È presente in materiali plastici, carta, ceramica, mangimi e numerosi prodotti di bellezza e cura personale come cipria, fondotinta e polveri per il corpo utilizzate per l’igiene intima o per evitare la frizione della pelle durante l’attività sportiva.
Un’indagine condotta nel 2013 dal Brigham and Women’s Hospital di Boston ha rilevato che le donne che usano regolarmente il talco sulle parti intime hanno un rischio superiore del 24% di sviluppare il cancro alle ovaie. Anche in questo studio, non è stato possibile escludere completamente la possibilità di contaminazione del talco con amianto, complicando così la valutazione del rischio specifico.
Le prove degli effetti cancerogeni del talco sugli animali da laboratorio sono invece considerate sufficienti. Il talco ha provocato il cancro alle ghiandole surrenali e ai polmoni nei topi femmina e ha causato neoplasie benigne e maligne nei ratti maschi.
È importante sottolineare che le indagini analizzate dalla IARC sono principalmente studi di associazione e non dimostrano un rapporto di causa effetto diretto. Per questo motivo, la sostanza è stata inserita nell’elenco di quelle “probabilmente cancerogene”, poiché le prove attuali sono limitate. I dettagli della ricerca “Carcinogenicity of talc and acrylonitrile” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet Oncology.
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]]>L'articolo Tesla choc: “Le auto pulite sono una sporca bugia!”. In centinaia assaltano la fabbrica di Elon Musk (VIDEO) proviene da Business.it.
]]>Momenti di confusione e paura si sono susseguiti stamattina e per tutta la giornata presso uno dei principali siti di produzione di automobili elettriche Tesla in Europa, situato a Grunheide, vicino a Berlino. Non si è trattato di una semplice protesta, ma di un vero e proprio atto di guerriglia organizzata. Centinaia di manifestanti, appartenenti al movimento ambientalista Robin Hood, si sono diretti verso lo stabilimento con intenzioni bellicose. Molti di loro, vestiti di nero e con i volti coperti, hanno creato un’atmosfera di tensione già dalle prime ore del mattino.
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Gli attivisti hanno tentato di superare i confini del sito industriale, ma sono stati prontamente respinti dalle forze di polizia. La situazione è degenerata quando i manifestanti si sono divisi: alcuni sono riusciti a entrare nel perimetro della fabbrica, mentre altri si sono dispersi nei boschi circostanti, apparentemente con l’intento di bloccare i percorsi di accesso al sito.
Le Forze dell’Ordine e i manifestanti sono entrati in collisione, con scontri violenti che hanno portato al ferimento di una ragazza e di tre agenti, tutti bisognosi di assistenza medica. Mentre a Grunheide la situazione era esplosiva, a Berlino, nei pressi del centro commerciale Mall of Berlin dove si trova un punto vendita Tesla, altri attivisti hanno inscenato una protesta rumorosa con urla e striscioni. Tra questi, uno recitava: “Le auto pulite sono una sporca bugia.”
È significativo che tali accuse e conseguenti proteste provengano dagli ambientalisti stessi. Questo sembra suggerire che il “progetto auto elettrica” stia fallendo. Molti hanno ormai compreso che questi veicoli non rappresentano il toccasana che per anni le case produttrici e le istituzioni hanno promesso. La disillusione è palpabile e l’era delle auto elettriche potrebbe durare molto meno di quanto si pensasse, come conferma il calo generalizzato delle vendite un po’ ovunque.
L'articolo Tesla choc: “Le auto pulite sono una sporca bugia!”. In centinaia assaltano la fabbrica di Elon Musk (VIDEO) proviene da Business.it.
]]>L'articolo Tessera Sanitaria, Carta d’identità e Patente, cambia tutto. Ecco dove saranno “caricati” da gennaio 2025. Ma c’è chi lancia l’allarme… proviene da Business.it.
]]>Nei programmi delle autorità, nel prossimo futuro, c’è la volontà di spostare dati, documenti e altre informazioni sensibili di ogni cittadino dovranno sulle piattaforme digitali. Il progetto, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, punta a “ridisegnare l’identità digitale tutelando trasparenza e sicurezza”, e a “semplificare l’esperienza degli utenti nella fruizione di servizi fisici e online”. Il Governo punta a raggiungere questi obiettivi con il primo portafoglio digitale italiano, che si chiamerà It Wallet. Il progetto prevede che i documenti essenziali per i cittadini, dalla Tessera Sanitaria, alla Patente e alla Carta d’Identità, da inizio 2025 siano utilizzabili su qualsiasi smartphone. Il progetto si lega a quello Europeo, che si chiama European Digital Identity Wallet, che sostituirà Spid e Cie. Secondo Alessio Butti, sottosegretario con delega all’Innovazione Tecnologica, la nuova piattaforma permetterà “una significativa semplificazione per gli utenti, che potranno gestire identità digitali e credenziali in un unico strumento”.
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“Inoltre”, prosegue Butti, “il Wallet ridurrà la necessità di intermediari e aumenterà sicurezza e trasparenza. Il Wallet trasformerà il rapporto fra cittadini e PA, rendendo i processi più veloci, sicuri e accessibili”. Ma questa visione idilliaca non è condivisa da tutti. C’è innanzitutto il problema della privacy e della possibile sottrazione di dati sensibili. Non proprio una cosa da niente, se pensiamo che le informazioni sanitarie di migliaia di italiani sono finite in Rete dopo un attacco hacker ai laboratori Synlab. Secondo alcuni analisti, poi, il progetto di transizione digitale voluto dall’Unione Europea è pericoloso perché, una volta entrati, non si potrà più uscirne. E nel caso di emergenze (come quella vissuta durante la pandemia del Covid 19), se saranno poste misure restrittive, il controllo sui cittadini diventerà totale. Specie se, come prevedibile, in futuro con l’evoluzione tecnologica su queste piattaforme saranno caricati anche altri dati, come quelli delle carte di credito.
Il rischio è che l’identità digitale, con il passaggio di tutti i dati sensibili personali sulle piattaforme, permetta di esercitare una forma di controllo totalizzante sui cittadini. Sono domande che si è poste, per esempio, un sito italiano che si occupa di questi temi, Guruhitech. Che, come rivela il nome, si occupa di tematiche tecnologiche. “Ti ricordi cosa succedeva a chi era senza Green Pass?”, si legge in un editoriale pubblicato sul sito. “A chi ne era sprovvisto, era negato di fare la spesa o addirittura di entrare in banca o alle Poste. Siamo convinti che in futuro, i disobbedienti verranno puniti con un semplice click. Non paghi le tasse? Non potrai viaggiare in prima classe. Sei passato con il rosso? Ti sospendo la patente. Non obbedisci a una regola? Ti blocco il conto corrente“. Può sembrare una visione eccessivamente pessimista. Ma il fatto che questo sistema sia già in vigore in Cina, sotto il nome di Sistema di Credito Sociale, non rasserena.
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]]>L'articolo “Riconoscimento facciale e telecontrollo”. Il Grande Fratello (reale) arriva nelle città italiane. Ecco chi vuole la “deriva cinese” proviene da Business.it.
]]>Da tempo siamo sottoposti a una sorveglianza costante, i nostri dati personali vengono raccolti e condivisi con o senza il nostro consenso. La tecnologia è in grado di ascoltarci anche quando non ce lo aspettiamo. Basta parlare di un argomento per essere subito inondati di pubblicità pertinenti. Ma tutto questo sembra non bastare ad alcune amministrazioni comunali, che spingono per un controllo ancora più stretto sui cittadini, in una sorta di Orwell 2.0 che si diffonde nelle nostre città.
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A Roma, la Giunta Capitale si distingue per le sue iniziative estreme. Dopo aver proposto la chiusura della città in una grande ZTL con ingressi controllati elettronicamente, un provvedimento che Nicola Porro definisce “assurdo, inutile e liberticida”, la Giunta Gualtieri non si ferma qui. L’Assessore alla Mobilità, Patané, ha infatti introdotto un sistema integrato di migliaia di telecamere “intelligenti” che raccoglieranno dati sensibili, promettendo però di utilizzarli “con discrezione”.
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Il Garante per la Privacy, però, non è altrettanto tranquillo. Dopo aver appreso dell’introduzione di telecamere con riconoscimento facciale nelle metropolitane romane, ha chiesto chiarimenti alla Giunta, ricordando che fino al 2025 vige una moratoria sull’installazione di tali sistemi in luoghi pubblici. L’uso del riconoscimento facciale è consentito solo all’Autorità giudiziaria, e la Giunta ha ora 15 giorni per fornire spiegazioni.
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Nicola Porro, nel suo commento, non esita a definire questo futuro “orwelliano e distopico”. La “deriva cinese” sembra ormai ben avviata, e tutto avviene nel silenzio generale. Le nostre città si trasformano lentamente in un Grande Fratello reale, e i cittadini sembrano accettare tutto questo senza protestare.
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]]>L'articolo Cosa c’è davvero dietro gli studi scientifici. La ricerca che rivela la verità sulle pubblicazioni “scientifiche” proviene da Business.it.
]]>La questione è balzata agli occhi soprattutto in questi anni pandemici che ci siamo, più o meno, lasciati alle spalle. Si tratta di manipolazione dei dati, del modo in cui vengono pubblicati, diffusi e utilizzati alcuni studi scientifici. Il famoso mantra “lo dice la scienza” che sentiamo da tempo, insomma. Eppure tante volte si è tentato di spiegare che certi studi, utilizzati anche per prendere decisioni assai importanti, erano parziali, difettosi, falsi. Ora, sembra un gioco di parole, arriva uno studio a confermare che circa un terzo degli studi pubblicati su riviste di neuroscienze e circa il 24% di quelli pubblicati su riviste scientifiche “sono inventati o plagiati”. È stato messo nero su bianco dalla rivista Science che ha riportato una ricerca che ha esaminato 5mila articoli pubblicati. E cosa è venuto fuori?
Utilizzando un semplice sistema di rilevamento automatizzato, i ricercatori hanno cercato due segnali rivelatori. Se un autore era registrato con un indirizzo e-mail personale, piuttosto che istituzionale, e se l’autore elencava la propria affiliazione come ospedale. Come spiega Dagospia, che ha ripreso lo studio, nel mondo accademico le carriere dipendono molto dallo standard “pubblica o non farai mai passi avanti”. Sono quindi incentivati a mettere i loro nomi sul maggior numero possibile di articoli pubblicati e ad assicurarsi che quegli studi ricevano citazioni. “E in questo loop che si finisce per perdere l’obiettivo della veridicità”. Gli scienziati citano ripetutamente i propri documenti precedenti , anche se non hanno alcuna rilevanza. Ci sono anche “anelli di citazione” di scienziati che accettano di citare gli articoli degli altri, ancora una volta indipendentemente dalla rilevanza.
Ovviamente in tutto questo c’è anche l’aspetto dell’esborso di denaro: alcuni ricercatori, infatti, pagano per vedere pubblicati i loro nomi su articoli che non hanno scritto. Tutti nella scienza conoscono questi problemi. Ma sorprendentemente poche persone fanno qualcosa al riguardo. Uno dei segugi di queste brutte procedure è la microbiologa Elisabeth Bik che ha individuato una miriade di immagini duplicate o contraffatte nelle riviste scientifiche, e ha detto a Nature che anche cinque anni dopo aver denunciato i falsi ai giornali, la maggior parte dei casi non era finito sotto verifica. E tutti possiamo immaginare il perché.
L'articolo Cosa c’è davvero dietro gli studi scientifici. La ricerca che rivela la verità sulle pubblicazioni “scientifiche” proviene da Business.it.
]]>L'articolo “Su ognuno di voi ci sono enormi archivi. Se li vedeste rimarreste scioccati”. Ecco come ci spiano proviene da Business.it.
]]>Micah Lee è un giornalista investigativo, hacker e noto esperto di sicurezza informatica. La sua storia ha preso una piega inaspettata quando, nel 2013, ha protetto la diffusione delle rivelazioni che Edward Snowden ha condiviso con il mondo. Insieme, i due hanno denunciato per la prima volta la sorveglianza di massa a cui tutti siamo sottoposti. Oggi, in una lunga intervista con Elisabetta Russo di Fanpage, Micah ha fornito altre indicazioni su una realtà che teoricamente conosciamo, ma della quale sappiamo pochissimo. E che va oltre la nostra immaginazione. “Se le persone“, ha denunciato Lee, “vedessero gli enormi dossier di informazioni che le aziende tecnologiche raccolgono su di loro, rimarrebbero scioccate“. Ma non solo. L’esperto infatti racconta anche altro. E torna sul suo cavallo di battaglia. Cioè il complesso sistema di sorveglianza governativo che invade le nostre vite come un fantasma invisibile. Ma sempre presente. “Possono raccogliere i tuoi dati, trasformare il tuo telefono in un dispositivo di ascolto registrando audio della stanza in cui ti trovi”, spiega Lee.
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L’esperto denuncia la poca consapevolezza del pubblico di fronte a questo ipercontrollo. Sì, ma che cosa dovremmo fare? Impegnati come siamo a lavorare e a stare con i nostri cari, non possiamo trasformarci in esperti di informatica e passare tutto il nostro tempo a difenderci dallo “spionaggio” di massa. Anche se in teoria “alcuni antidoti ci sono”, spiega ancora Lee. “La crittografia, l’autenticazione a due fattori, o App come Signal che rendono più difficile spiare gli utenti”. Siamo parte di una gigantesca spy story che ci vede involontari protagonisti. E l’impossibilità di passare il tempo a difendersi da questo assalto ci rende rassegnati. Il problema, uno dei problemi, è che in questo modo diventiamo tutti ricattabili. Se mai dovessimo entrare nel mirino di qualcuno, non sapremmo come difenderci. Anche perché, se è vero che sono migliorati i sistemi di “difesa”, lo sono anche i mezzi di chi ci spia. “Le società di sorveglianza private sono molto più attrezzate“, spiega Lee. “Per esempio una società israeliana produce un potente spyware per iPhone e Android chiamato Pegasus. Lo vendono ai governi di tutto il mondo, compresi i regimi autoritari che prendono di mira gli attivisti per i diritti umani“. Quella della sorveglianza è diventata un’industria internazionale. “NSA, Russia, Cina, Iran, Corea del Nord e altri Paesi stanno ancora cercando di spiare tutti”.
“Tutto è spiato”, afferma Micah Lee. “Il governo può guardare semplicemente le tue mail, i tuoi messaggi di testo o qualsiasi prova digitale esistente. Quando invii un messaggio di testo tramite SMS o chiami qualcuno al telefono, passa tutto attraverso il tuo gestore di telefonia che è in grado di spiarti”. E lo stesso vale per i servizi di posta elettronica, o “per le piattaforme come X, Facebook, Istagram o Tik Tok. Tutte queste aziende hanno accesso ai tuoi messaggi“. Quindi, “immaginiamo che il governo stia indagando su di te. Potrebbero inviare richieste legali alle aziende perché consegnino i tuoi dati. E generalmente le aziende fanno ciò che chiede il governo. Per fare un esempio, Google ha ricevuto 463.000 richieste di dati da tutto il mondo solo nei primi sei mesi del 2023“. Se poi qualcuno installa uno spyware sul nostro telefonino, è difficilissimo scoprirlo. E gli spyware hanno accesso a tutti i tipi di dati e possono anche fornire la nostra posizione. Insomma siamo prigionieri di un Grande Fratello invisibile. E per il futuro? “Le società di intelligenza artificiale stanno già raccogliendo un numero spropositato di dati generati dagli utenti per addestrare i loro modelli. Stiamo entrando in un’era in cui le persone dovrebbero essere consapevoli che tutto ciò che pubblicano verrà monetizzato, anche illegalmente. E sarebbe ora di iniziare a pensare a come reagire”.
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]]>Non si è ancora spenta l’eco delle parole di Elon Musk, che in un video su X ha spiegato come secondo lui entro un anno saranno implementate intelligenze artificiali “più intelligenti di qualsiasi essere umano”. Ora, un nuovo allarme viene lanciato da un dirigente italiano di altissimo livello nel campo delle AI. Stiamo parlando di Dario Amodei, CEO di Anthropic, una società specializzata nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Musk e Amodei, insomma, non sono certo gli ultimi arrivati in questo campo. E se entrambi decidono di lanciare il loro allarme a pochi giorni di distanza, forse dovremmo fermarci un attimo a riflettere. Ormai è evidente che le AI non sono un giocattolo innocuo, ma che la loro implementazione sta sollevando dubbi e domande anche tra gli stessi artefici del loro impetuoso sviluppo.
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Amodei, in un’intervista con Ezra Klein del New York Times, ha spiegato che il mondo, nei confronti delle intelligenze artificiali, si trova attualmente a un “livello 2” nella classificazione che la sua stessa azienda aveva realizzato lo scorso anno. Ma il CEO ha anche ammonito che per arrivare al livello 4 potrebbero essere necessari fra 1 e 3 anni – lo stesso lasso di tempo indicato da Elon Musk. In parole semplici, a livello 4 ci sarebbe un rischio “elevato” di uso e comportamento catastrofico delle AI, che potrebbero diventare “autonome”. Lo scenario di livello 4 è quello in cui le AI potrebbero acquisire la capacità di auto-replicarsi e di sopravvivere in natura. Acquisirebbero quindi un’autonomia tale da poter sfuggire al controllo umano. “Non sto parlando di quello che succederà fra 50 anni”, ha ribadito Amodei, “ma del futuro prossimo”.
Soccer players have to master a range of dynamic skills, from turning and kicking to chasing a ball. How could robots do the same?
— Google DeepMind (@GoogleDeepMind) April 11, 2024
We trained our AI agents to demonstrate a range of agile behaviors using reinforcement learning.
Here’s how. https://t.co/RFBxLG6SMn pic.twitter.com/4B4S2YiVLh
E mentre un numero crescente di ricercatori sottolinea l’urgenza di trovare delle soluzioni che proteggano l’umanità dalle AI che presto verranno, c’è anche chi si diverte a far giocare a calcio i robot. Nel filmato che vi proponiamo, questi robot appaiono ancora goffi e non particolarmente coordinati, ma se confrontiamo con video simili girati solo due anni fa, possiamo notare un notevole sviluppo di questa tecnologia. I robot, infatti, sono guidati da un algoritmo di deep reinforcement learning che permette loro di apprendere una grande quantità di movimenti.
“Il robot”, spiega un articolo della rivista Science Robotics, “mostra capacità di movimento robuste e dinamiche, come il rapido recupero dalla caduta, la camminata, la rotazione e il calcio. Ha anche imparato ad anticipare i movimenti della palla e a bloccare i tiri dell’avversario”. Forse, in futuro, vedremo nascere il Messi dei robot. Ma non è una prospettiva che ci entusiasma più di tanto.
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]]>L'articolo “Parlerai con i tuoi cari defunti”. Arriva “Afterlife”, la App per conversare con i morti. L’allarme degli psicologi proviene da Business.it.
]]>Le follie tecnologiche che ci vengono proposte quotidianamente sembrano non avere limiti. Ora gli sviluppatori hanno creato un’App – e non una sola, ma diverse – davvero ai limiti dell’assurdo. Si chiamano App “Afterlife”, e sembrano l’incarnazione di certe produzioni di fiction e fantascienza che diventano realtà. Qualcosa di simile era già stato immaginato dagli sceneggiatori di Black Mirror, la serie che da anni anticipa gli sviluppi delle AI verso un futuro distopico. Ma come funzionano le applicazioni per “parlare con i morti”? Semplicemente, partendo da video e registrazioni, le intelligenze artificiali sono in grado di ricreare le caratteristiche dei nostri cari defunti. E di dare vita a chat in cui questi “surrogati” di persone a noi vicine passate a miglior vita parlano, scrivono e dialogano con noi. E lo fanno in maniera credibile, del tutto somigliante agli originali.
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Queste App sono già in commercio. Le più recenti si chiamano Project December e HereAfter (nome che ricalca il titolo di un bel film di Clint Eastwood). In cambio del pagamento di un abbonamento mensile, offrono la garanzia di “tenere in vita” digitalmente i nostri cari estinti. Ma ovviamente si tratta di un’illusione, che oltretutto presenta, come hanno denunciato gli psicologi dell’Università di Cambridge Tomasz Hollanek e Katarzyna Nowaczyk-Basinka, enormi rischi per la salute mentale delle persone che ne fanno uso. In un articolo sulla rivista Philosophy and Technology, gli esperti hanno lanciato l’allarme, paventando tre scenari “pericolosi” di una tecnologia che espone a rischi soprattutto i minori e le persone fragili psicologicamente. “Il potenziale effetto psicologico”, hanno scritto gli studiosi, “soprattutto in un momento già difficile, potrebbe essere devastante”.
Gli esperti chiedono quindi di applicare un’etica nell’uso della tecnologia. E chiedono innanzitutto di limitare i rischi di questa “immortalità digitale”. Perché l’uso di queste App può avere conseguenze gravissime. Si passa dalle manipolazioni attraverso i sensi di colpa all’impossibilità di elaborare il lutto per la perdita delle persone care. Si rischia di creare un “loop” nel quale, illudendosi di poterle ancora consultare e di poter parlare con loro, le persone cadrebbero vittime di una vera e propria patologia mentale.
E si troverebbero a vivere in un’illusione senza senso, che rischierebbe di trasportarle in un mondo parallelo e inesistente. Gli studiosi sottolineano anche un altro rischio. “Cosa succederebbe”, si domandano, “se App di questo tipo iniziassero a proporre offerte commerciali, magari attraverso la voce dei cari defunti? Oppure se manipolassero psicologicamente gli utilizzatori?”. Si tratta di domande importanti, che fanno capire ancora meglio perché la regolamentazione nell’uso delle AI e della tecnologia sia più che mai urgente. Per il bene di tutti e per la nostra salute mentale.
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]]>L'articolo “Addio alla chemioterapia”. Arrivano ottime notizie per la cura dei tumori al seno proviene da Business.it.
]]>La pubblicazione dei risultati di uno studio su un farmaco di nuova generazione sta aprendo le porte a profondi e positivi cambiamenti nel campo delle cure oncologiche. Il Trastuzumab Deruxtecan, un anticorpo monoclonale, si è rivelato un’arma straordinaria nella battaglia contro il tumore al seno. Testato su donne affette da cancro metastatico, il medicinale ha dimostrato di essere più efficace della chemioterapia nel ridurre il rischio di morte e migliorare i tempi di sopravvivenza delle pazienti.
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Ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati circa 55.000 nuovi casi di tumore al seno. La chemioterapia, spesso necessaria, è una procedura fortemente debilitante. Tuttavia, ora ci sono ottime notizie per le pazienti che affrontano la forma più aggressiva di questa malattia. I risultati dello studio di fase 3, denominato DESTINY-Breast06, sono stati presentati a Chicago durante il congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology. I dati hanno mostrato come il Trastuzumab Deruxtecan sia efficace nel trattamento del tumore al seno metastatico.
Il Trastuzumab Deruxtecan appartiene ai coniugati anticorpo-farmaco, combinando l’utilizzo di un anticorpo che riconosce i recettori ormonali delle cellule tumorali con molecole di farmaci chemioterapici. I risultati della sperimentazione hanno evidenziato che il Trastuzumab è più efficace della chemioterapia nei casi di cancro al seno con bassa espressione della proteina Her2, un recettore ormonale associato a questo tipo di tumori.
I tumori al seno si dividono in due grandi categorie: quelli con presenza e quelli con assenza di recettori ormonali. Negli ultimi anni, i ricercatori hanno scoperto che anche i tumori con recettori non rilevati contengono questi recettori in minime quantità. Le pazienti affette da questa tipologia erano trattate con la chemioterapia, nonostante i suoi limiti e controindicazioni. Ora, con i nuovi farmaci da somministrare subito dopo la terapia ormonale, gli effetti collaterali sono ridotti e i risultati dimostrano l’efficacia del trattamento. Il Trastuzumab ha ridotto del 38% il rischio di morte o di ricomparsa della malattia. In conclusione, il Trastuzumab Deruxtecan rappresenta una svolta promettente nel trattamento del tumore al seno, portando nuove speranze alle pazienti e segnando un passo avanti significativo nella lotta contro il cancro.
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]]>L'articolo “Sempre più tumori fra i 15 e i 39 anni”. L’allarme dell’oncologo Tortora. “Ma non sono quelli tipici dei giovani” proviene da Business.it.
]]>“Faccio l’oncologo da quasi 35 anni. Posso dire che 15, 20 anni fa non vedevo ragazzi di 27-28 anni con tumori al pancreas“. Con queste parole, Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center del Policlinico Gemelli di Roma, ha lanciato un grido d’allarme sulle pagine di Adnkronos Salute. Il celebre oncologo denuncia un preoccupante aumento di casi di tumori tra i giovani, una tendenza che non può più essere ignorata.
Tortora, parlando dei suoi pazienti, spiega come oggi si trovi sempre più spesso di fronte a 40enni o persone ancora più giovani affette da vari tipi di tumori, non solo quelli tipicamente associati alla gioventù. “Chi fa il clinico non vede i numeri, ma i pazienti che entrano in ambulatorio. E ad aumentare in questa fascia d’età sotto i 40 anni sono neoplasie tipiche dell’adulto. Noi oncologi li abbiamo davanti questi pazienti. Quanto incida esattamente il fenomeno in termini epidemiologici lo capiremo quando avremo numeri più grandi o un trend più ampio, ma lo specialista si deve preoccupare e deve approfondire perché sta succedendo ora”.
Per affrontare questa emergenza, il Policlinico di Roma ha lanciato un innovativo progetto chiamato “G-Aya”, dedicato ai tumori negli adolescenti e nei soggetti sotto i 40 anni. Tortora descrive questo progetto come un “maxi contenitore” che raccoglie studi che esplorano molteplici aspetti: dall’epidemiologia alla genetica, passando per le implicazioni sociali e tecnologiche. L’obiettivo è creare un osservatorio e un database a 360 gradi sui tumori degli Under 40, per comprendere meglio il fenomeno e trovare nuove soluzioni.
Secondo l’oncologo, i numeri dell’osservatorio epidemiologico italiano, che tengono conto di vari fattori come l’età e le diagnosi precoci, non sembrano particolarmente allarmanti. Tuttavia, un’analisi recente dell’Università di Edimburgo e di un ateneo cinese ha mostrato un quadro ben diverso, evidenziando un incremento di quasi l’80% dei casi di tumori tra gli Under 50 nell’arco di trent’anni. Questo dato, spiega Tortora, è particolarmente significativo per i tumori dell’apparato digerente, come quelli del colon e del pancreas.
Le cause di questo incremento sono molteplici e complesse. Tortora sottolinea come sia fondamentale esaminare anche l’alimentazione, oltre ai noti fattori di rischio come il fumo, l’alcol, il sovrappeso e l’obesità. Questi elementi possono infatti contribuire all’insorgenza di malattie metaboliche e diabete, aumentando il rischio di sviluppare tumori.
Studi recenti hanno anche evidenziato un fenomeno preoccupante: un invecchiamento cellulare accelerato e un peggioramento dell’età biologica tra i 40-50enni di oggi. Questo invecchiamento cellulare predispone a un maggior numero di mutazioni genetiche, aumentando così la suscettibilità al cancro.
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]]>L'articolo Addio a dentiere e impianti. Arriva il farmaco che fa ricrescere i denti. Ma gli esperti… proviene da Business.it.
]]>Tra le scoperte in campo medico, questa è senza dubbio la più sorprendente e inaspettata. Entro il 2030, la start-up giapponese Toregem Biopharma dovrebbe lanciare un trattamento rivoluzionario in grado di far ricrescere i denti in chi li ha persi o non li ha mai avuti. Un risultato straordinario e senza precedenti a livello mondiale.
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L’azienda ha annunciato di aver terminato la sperimentazione sugli animali (topi e furetti) con risultati eccellenti e senza effetti collaterali significativi. A partire dal primo settembre, Toregem Biopharma inizierà i test sugli esseri umani, che termineranno nell’agosto del 2025. Il farmaco appartiene alla categoria degli anticorpi monoclonali, una frontiera innovativa della medicina per il trattamento di numerose malattie. In questo caso, il prodotto agisce contro la proteina Usag-1, che inibisce la crescita dei denti.
L’anticorpo viene somministrato tramite iniezione endovenosa. Nei topi e nei furetti, una singola dose ha stimolato la formazione e la crescita dei denti sia nei roditori sani sia in quelli con mutazioni genetiche. La sperimentazione sugli esseri umani inizierà con 30 adulti sani tra i 30 e i 64 anni. Se i risultati saranno positivi, i test proseguiranno su bambini tra i 2 e i 7 anni con almeno quattro denti mancanti dalla nascita. Inizialmente, l’anticorpo sarà destinato a curare pazienti con patologie, ma i ricercatori sperano di utilizzarlo anche per far crescere i denti in chi li ha persi a causa di carie o lesioni.
Potremo dire addio alle dentiere e agli impianti dentali complessi? Forse. Tuttavia, la dottoressa Elisa Travagliati, odontoiatra di Firenze, ha espresso alcune perplessità sul funzionamento del farmaco in un’intervista al Fatto Quotidiano. “I denti, sia decidui che permanenti, nascono da una gemma dentale all’interno dell’osso, che scompare quando il dente erompe”, ha spiegato Travagliati. “Non mi è chiaro come un farmaco anticorpale possa far nascere un nuovo dente disattivando una proteina”. La dottoressa si domanda anche se “riusciremo ad avere il dente giusto al posto giusto. Senza la gemma dentale che contiene le informazioni genetiche per ogni dente, potremmo ritrovarci con un molare al posto di un incisivo”.
In attesa di risposte, ciò che sappiamo è che l’anticorpo monoclonale, salvo imprevisti, sarà messo sul mercato entro il 2030 al costo di 9.000 Euro per trattamento. Tuttavia, se avrà il successo sperato, la produzione aumenterà rapidamente e il prezzo calerà. Le agenzie del farmaco dei vari Paesi, come l’AIFA in Italia, potrebbero decidere di includerlo nella copertura sanitaria, rendendolo accessibile a un numero maggiore di persone.
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]]>L'articolo Il “Paese dei morti viventi” è in Svizzera. Ecco cosa fanno i ricchi per sfuggire (forse) alla morte proviene da Business.it.
]]>Il fascino dell’immortalità ha sempre ispirato scrittori di fantascienza, mentre il mistero della morte continua a tormentare l’umanità da tempi immemori. Oggi, però, grazie al progresso tecnologico, nuove possibilità si stanno aprendo. Non si parla di immortalità, ma di un prolungamento della vita che potrebbe rivelarsi significativo, portando non poca gioia agli enti pensionistici. È questa la speranza delle 377 persone che sono arrivate a Raft, un paesino di 4.000 anime nel Cantone di Zurigo, in Svizzera. Qui lavora il dottor Emil Kendziorra, un esperto di criogenizzazione, impegnato in avanzati studi sull’ibernazione di tessuti umani trattati e conservati a temperature estremamente basse. Sebbene il tema non sia nuovo, la tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Per questo, 377 persone, tra cui 15 italiani, hanno scelto di sottoporsi a questo procedimento nella speranza che in futuro qualcuno possa riportarli in vita.
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Il problema principale è che, al momento, non esiste alcuna garanzia di risveglio e ci vorranno almeno 200 o 300 anni perché sia possibile essere “riportati indietro” dal sonno glaciale. Inoltre, non si sa in che condizioni si troveranno i corpi dopo così tanto tempo. Nonostante ciò, c’è chi è disposto a correre il rischio pur di non abbandonare definitivamente questo mondo. Queste persone dispongono di notevoli disponibilità economiche, visto che il “trattamento” costa circa 200.000 euro. Per iscriversi alla start-up Tomorrow Biostasis e “prenotare” l’ibernazione, invece, bisogna pagare una quota d’ingresso di 25 euro mensili (300 euro l’anno).
La lista d’attesa, a quanto pare, conta più di 400 nominativi. Una volta giunto il momento della procedura, il corpo viene congelato con l’uso di azoto liquido e conservato a una temperatura di -196 gradi. Dopo questo, i corpi criogenizzati vengono caricati in ambulanza e portati in un magazzino appositamente attrezzato a Rafz.
Bisogna ammettere che ci vuole un grande coraggio per sottoporsi a un simile trattamento. La paura della morte può essere talmente forte da spingere qualcuno a preferire secoli trascorsi “sotto ghiaccio” in attesa di un risveglio tutt’altro che sicuro. “Sebbene la ricerca medica sia in costante progresso”, avverte il sito di Tomorrow Biostasis, “attualmente non è ancora possibile rianimare un essere umano dopo che è stato criopreservato”. Pensare a un corpo imprigionato nel “sonno freddo” per centinaia di anni fa una certa impressione. Le domande sono molte. Il soggetto proverà qualcosa? Sognerà? O sarà avvolto in un nulla circondato di azoto liquido? O in un incubo senza fine nel quale si troverà sospeso e in solitudine, senza poter comunicare, ad esempio, di avere cambiato idea? Questi interrogativi non sembrano scoraggiare le centinaia di persone benestanti che accettano di correre il rischio. Sperando di risvegliarsi in un mondo nuovo e sconosciuto.
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]]>L'articolo Il mistero della mega città abbandonata. “Techno, lusso e green”, un flop da 100 miliardi di dollari. “Il solo pensiero di tornarci mi fa venire la pelle d’oca” proviene da Business.it.
]]>Nel mondo esistono misteri di difficile spiegazione. A volte riguardano il paranormale, altre volte invece si tratta di previsioni errate di chi si lancia in imprese sensazionali che si rivelano un flop. Quello che è successo a Forest City, avveniristica, ultratecnologica, super ecologica megalopoli progettata dallo studio giapponese Sasaki, supera ogni immaginazione. Anche perché per il progetto sono stati spesi molti soldi, una cifra difficile da immaginare per i comuni mortali: 100 miliardi di dollari. Ora questa imponente “meraviglia”, immersa in un paesaggio da sogno e dotata di impianti tecnologici di avanguardia, è praticamente disabitata. Progettata per ospitare 700.000 abitanti, ora presenta un paesaggio spettrale con una lunga fila di torri residenziali fino a 35 piani completamente vuote. Non esattamente quello che viene in mente quando si parla di “città fantasma”. Cos’è successo dunque per creare quello che probabilmente è uno dei più giganteschi flop immobiliari della storia?
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Innanzitutto, il luogo scelto per costruire Forest City dal consorzio che nel 2016 si è lanciato nell’impresa: una joint venture tra Esplanade Garden Holdings (sostenuta dal governo malese con il 40% delle quote) e la cinese Country Garden (60%). Situata in Malesia, su un’isola artificiale nello Stretto di Johor, a poca distanza da Singapore, Forest City avrebbe dovuto essere un vero e proprio paradiso digitale e vegetale, tutto incentrato sulla “filosofia techno-green” e il “verde verticale”. Oggi invece è un gigantesco deserto “abitato” da sole 2.000 persone, compresi i lavoratori che si occupano della manutenzione dell’area. Un deserto di strade, viali, negozi, appartamenti: tutto vuoto e abbandonato. Non da Country Garden, che dopo questo pazzesco flop si trova in difficoltà finanziarie. Insieme al governo malese, spera di poter in qualche modo rilanciare il progetto. Ma l’impresa appare disperata.
La BBC qualche mese fa ha intervistato un ingegnere informatico 30enne, ex residente di Forest City, che aveva comprato un appartamento al trentesimo piano di un grattacielo affacciato sul mare. “Non mi importava della caparra e dei soldi, volevo solo scappare“, ha dichiarato l’uomo. “Il solo pensiero di tornare lì, in una città deserta senza forme di vita o abitanti, mi fa venire la pelle d’oca“.
Perché, dunque, un luogo che sembra davvero un paradiso futuristico versa in queste condizioni? Semplicemente, perché questo “luogo da sogno alla portata di tutti” in realtà era progettato per gente che si poteva permettere i prezzi altissimi di vendita e di manutenzione. E convincere 700.000 persone facoltose a trasferirsi in un luogo così distante da tutto, in una nazione politicamente instabile, si è rivelata un’utopia insostenibile. Aggiungiamo noi: non era così difficile prevederlo. Ma si sa, i paladini del green e della tecnologia portati all’estremo vivono in un mondo tutto loro. Che non è quello di chi deve campare una famiglia con un normale stipendio.
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]]>L'articolo “Manca solo un anno”. La profezia choc di Elon Musk mette i brividi: “È il punto di non ritorno, poi…” proviene da Business.it.
]]>Quando certe affermazioni vengono fatte da persone comuni, vengono spesso ignorate o accolte con sorrisini di circostanza. Ma se queste parole escono dalla bocca di Elon Musk durante una diretta su X, l’attenzione cambia radicalmente. Musk, noto per aver creato aziende rivoluzionarie come Neuralink, ha lanciato un allarme che merita di essere ascoltato. Oggi, molte persone confondono la rivoluzione delle Intelligenze Artificiali con una semplice “rivoluzione industriale”, pensando che le macchine moderne siano solo computer più sofisticati e sempre dipendenti dall’uomo. In realtà, ciò che ci aspetta è un stravolgimento del nostro modo di vivere e di “esistere” senza precedenti nella storia umana. “Manca solo un anno al punto di non ritorno“, ha dichiarato Musk.
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“La mia ipotesi è che, probabilmente entro la fine del 2025, avremo un’intelligenza artificiale più intelligente di qualsiasi essere umano“. Secondo Musk, questa crescita esponenziale delle AI avrebbe potuto avvenire ancora più rapidamente se non fosse stata ostacolata lo scorso anno dalla carenza di chip. “La gente non riusciva ad avere abbastanza chip Nvidia”, ha spiegato il miliardario, aggiungendo che il problema sarà superato molto presto. “Quest’anno però si passerà all’alimentazione tramite trasformatore di tensione. Tra un anno, due al massimo, le AI funzioneranno solo attraverso la fornitura di elettricità”. Questo salto tecnologico permetterà di sfruttare a pieno le potenzialità delle “macchine intelligenti”, finora limitate dalla mancanza di materie prime.
L’allarme di Musk si lega ad altri due temi particolarmente spinosi. Il primo riguarda l’enorme fabbisogno di elettricità derivante dalle nuove tecnologie, non solo le AI ma anche le automobili elettriche. Se più del 50% del parco macchine fosse alimentato con l’elettricità, molti esperti ritengono che con le attuali capacità non si riuscirebbe a fornire abbastanza energia alla rete mondiale, rischiando drammatici black out e carenze per il funzionamento dei più banali elettrodomestici di uso quotidiano.
Il secondo aspetto inquietante, sollevato da diversi esperti del settore delle AI, riguarda i regolamenti severi che i governi, a partire dall’Unione Europea, stanno cercando di creare per limitare i potenziali pericoli dell’uso di AI. Tuttavia, basta che queste tecnologie siano usate in modo sbagliato da un dittatore di turno per creare grossi guai, poiché tutte le AI esistenti al mondo sono collegate e comunicano fra loro. Se fossero programmate o utilizzate nel modo sbagliato, le conseguenze potrebbero essere disastrose per l’umanità intera. Queste affermazioni di Elon Musk ci costringono a riflettere profondamente sul futuro imminente e sulle azioni necessarie per affrontarlo in modo sicuro e responsabile.
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]]>L'articolo “Le auto elettriche sono dannatamente pericolose”. La clamorosa stroncatura dell’esperto: “Ecco perché” proviene da Business.it.
]]>Jeremy Clarkson, celebre conduttore del programma televisivo britannico Top Gear, è noto per le sue opinioni decise e autorevoli nel mondo delle automobili. Recentemente, ha espresso critiche pungenti nei confronti delle auto elettriche, che secondo lui non mantengono le promesse dei loro produttori. Clarkson, infatti, ha ribadito in un editoriale per The Sun che i veicoli elettrici non percorrono le distanze dichiarate con una singola carica. Questa affermazione è emersa dopo un test condotto da AutoExpress sulla Jeep Avenger elettrica, che ha evidenziato un’autonomia reale inferiore a quella prevista.
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Il famoso presentatore non ha risparmiato le stazioni di ricarica, definendole inefficienti e spesso non funzionanti. “E poi, se riesci a trovare una stazione di ricarica che non sia rotta e che sia adatta alla tua particolare auto, dovrai aspettare 17 ore perché tutti quelli davanti a te in coda consumano un pasto di quattro portate mentre aspettano che le loro auto si ricarichino”, ha scritto con il suo tipico humor britannico.
Non è la prima volta che Clarkson si esprime in modo così netto. Già nell’agosto del 2023, sempre sulle colonne di The Sun, aveva dichiarato che le auto elettriche sono “dannatamente pericolose”. Ha menzionato i numerosi casi di autocombustione che hanno coinvolto veicoli a batterie, sottolineando che queste auto contengono energia esplosiva pari a sei granate a mano. Un episodio significativo è stato l’incendio della nave cargo Fremantle Highway nelle acque olandesi, causato da un’auto elettrica che ha preso fuoco spontaneamente, danneggiando l’intera nave e provocando anche la morte di una persona a bordo.
Clarkson non è solo nella sua battaglia. Akio Toyoda, erede della Toyota, ha più volte criticato i veicoli “green”, sostenendo che inquinano più dei motori tradizionali a causa dell’enorme dispiego di elettricità. La speranza di Clarkson e dei suoi sostenitori è che l’ubriacatura green dell’Unione Europea passi, evitando così la transizione totale al full electric prevista per il 2035. In conclusione, Jeremy Clarkson continua a essere una voce fuori dal coro, mettendo in dubbio il futuro delle auto elettriche con argomentazioni che sollevano dubbi e discussioni su un tema sempre più centrale nel dibattito pubblico.
L'articolo “Le auto elettriche sono dannatamente pericolose”. La clamorosa stroncatura dell’esperto: “Ecco perché” proviene da Business.it.
]]>L'articolo “Legge nel pensiero”. La nuova arma segreta di Putin spaventa il mondo. L’allarme dei governi proviene da Business.it.
]]>In questi giorni non si fa che parlare della misteriosa “Sindrome dell’Avana”, un disturbo diffuso che ha colpito gravemente molti alti funzionari e diplomatici americani durante le loro missioni all’estero. Questo malessere, che comporta seri problemi fisici e psichici, è stato attribuito a onde elettromagnetiche ad alto potenziale emesse dall’intelligence russa, secondo un’inchiesta condotta da giornali americani e tedeschi. Ma c’è di più: sembra che questa tecnologia, già di per sé incredibile, sia stata superata da una nuova “arma segreta” a disposizione di Putin e di altri servizi di intelligence mondiali.
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Questa tecnologia rivoluzionaria, che spaventa i governi di tutto il mondo, è conosciuta come Nooskope, come riportato da un articolo del Giornale d’Italia. Le capacità di questa arma superano davvero l’immaginazione: avrebbe una gittata di ben 12.000 chilometri e funzionerebbe tramite frequenze specifiche che interagiscono con la Noosfera, permettendo di “leggere” e influenzare le menti delle persone. Per chi non lo sapesse, la Noosfera è considerata la terza fase di sviluppo della Terra, successiva alla Geosfera (materia inanimata) e alla Biosfera (vita biologica), e rappresenta la rete che connette tutti gli esseri auto-coscienti.
Secondo le fonti, il Nooskope sarebbe capace di alterare il comportamento di milioni di individui in un’area determinata, aprendo scenari che sembrano usciti da un film di fantascienza. Le tecnologie militari hanno fatto passi da gigante nell’ultimo decennio, e se questa nuova arma dovesse funzionare come descritto, ci troveremmo di fronte a una realtà distopica di proporzioni quasi inconcepibili. La gravità della situazione è tale che gruppi di scienziati starebbero già fornendo informazioni riservate ai governi.
L’ipotetico utilizzo di un dispositivo capace di modificare il comportamento umano e di leggere nelle menti a distanza, come il Nooskope, è motivo di estrema preoccupazione. Se confermato, l’esistenza di questa tecnologia aprirebbe le porte a nuove forme di conflitto mai immaginate prima, ridefinendo completamente il concetto di guerra e sicurezza internazionale.
L'articolo “Legge nel pensiero”. La nuova arma segreta di Putin spaventa il mondo. L’allarme dei governi proviene da Business.it.
]]>L'articolo “Studiare? Non servirà più”. L’allarme del Premio Nobel: “Laureati, le AI vi spazzeranno via”. Quali saranno i lavori del futuro proviene da Business.it.
]]>Per i giovani diplomati di oggi, immaginare il proprio futuro sta diventando sempre più arduo. La società di domani, e non parliamo di un futuro remoto, sarà molto diversa da quella a cui eravamo abituati. Tuttavia, pochi comprendono davvero la portata di questo cambiamento. A lanciare l’allarme è il Professor Pissarides, premio Nobel per l’economia nel 2010 e docente alla London School of Economics. Lo studioso ha avvisato gli studenti che, a suo parere, le facoltà scientifiche, note anche come STEM, hanno un futuro incerto. La ragione è l’avvento delle AI, in particolare le più performanti AGI, progettate per acquisire capacità di ragionamento comparabili a quelle umane. Non stiamo parlando di un avvenire lontano: gli studi in questo campo sono già molto avanzati.
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“Continueremo ad aver bisogno di laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, ma in misura molto minore rispetto a quello che si crede“. Questa, in sintesi, è l’affermazione del Premio Nobel greco. In un’intervista a Repubblica, il Professore ha spiegato che in diversi settori l’Intelligenza Artificiale spazzerà via gli esseri umani, occupando i posti di lavoro ambiti dai giovani che oggi si iscrivono a facoltà scientifiche. A tal proposito, è un segnale preoccupante la decisione di Google di licenziare centinaia di dipendenti, sostituendoli con le AI. E non è l’unico campo in cui si rischia una “sostituzione non umana” delle professioni. Basti pensare ai nuovi punti vendita della grande distribuzione completamente automatizzati e senza personale o alle fabbriche che utilizzano “robot intelligenti” al posto degli operai.
Ma allora, cosa dovrebbero fare i ragazzi? “In futuro”, afferma Pissarides, “ci sarà bisogno di empatia e di soft e social skills“. Tradotto, significa che i lavori del domani saranno legati alla sfera sociale e alla capacità di interagire con il prossimo. I manager dovranno essere, innanzitutto, degli ottimi comunicatori, capaci di coinvolgere i dipendenti, comprendere i problemi altrui e prevedere gli sviluppi dell’economia. Quindi, non si parla di competenze tecniche, ma di capacità umane. Empatia e creatività saranno le competenze più ricercate nel mondo di domani. Le AI, con le loro competenze, non potranno sostituire la creatività e il bisogno di socializzare, che sono parte integrante dell’animo umano.
Secondo il Premio Nobel, il futuro sarà caratterizzato dallo sviluppo dei lavori creativi: nella moda, nell’arte, nell’architettura, nell’intrattenimento. E considerando che viviamo in una società in costante invecchiamento, ci sarà anche una crescente domanda per l’assistenza sanitaria e i servizi ai clienti. È meglio prenderne coscienza, perché il domani è già qui e dal “nuovo mondo” ci separa una porta sempre più sottile.
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]]>L'articolo “Deepfake”, l’Intelligenza Artificiale che ti ‘ruba l’identità’. Cosa non devi assolutamente fare proviene da Business.it.
]]>La tecnologia deepfake funziona utilizzando reti neurali convoluzionali per analizzare enormi quantità di dati visivi di una persona. Questo processo consente al modello di imparare le caratteristiche distintive del volto della persona, come i movimenti facciali, le espressioni e persino le sfumature vocali. Una volta che il modello ha acquisito abbastanza informazioni, può generare video falsi che sembrano autentici, sostituendo il volto di un attore con quello della persona target. La qualità e la precisione di questi video sono così elevate che, in molti casi, è difficile per l’occhio umano distinguere tra un video reale e uno creato con l’Intelligenza Artificiale.
L’applicazione più comune e problematica dei deepfake è la creazione di contenuti di disinformazione e manipolazione. Politici, celebrità e persone comuni possono diventare vittime di questa tecnologia, trovandosi protagonisti di video compromettenti o controversi che non riflettono la realtà. Questo fenomeno rappresenta una minaccia significativa per la privacy, la sicurezza e la reputazione delle persone. Oltre a generare contenuti falsi, i deepfake possono essere utilizzati anche per scopi malevoli come l’estorsione e la diffusione di notizie false, minando così la fiducia nelle informazioni che circolano online.
Considerando l’abilità dei deepfake di creare video e audio falsi così convincenti, diventa essenziale per tutti noi adottare misure di precauzione contro l’Intelligenza Artificiale quando condividiamo contenuti personali sui social media o su internet in generale. Ogni foto o video che pubblichiamo può essere potenzialmente utilizzato per creare un deepfake, esponendoci a rischi di disinformazione e violazione della privacy. Pertanto, è fondamentale essere consapevoli delle impostazioni di privacy sui nostri profili social, limitare la quantità di informazioni personali che condividiamo pubblicamente e prestare attenzione alle fonti da cui provengono i contenuti che vediamo online.
Inoltre, educare se stessi e gli altri sulle tecnologie deepfake e sui loro rischi può contribuire a creare una comunità digitale più sicura e informata. Le piattaforme social e i governi stanno lavorando per sviluppare strumenti e regolamenti per rilevare e combattere i deepfake, ma la prima linea di difesa rimane la consapevolezza individuale. Essere prudenti con i nostri dati personali e rimanere vigili nei confronti dei contenuti digitali sono passi cruciali per proteggere noi stessi e la nostra società dalle minacce poste dalla tecnologia deepfake.
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]]>L'articolo “A rischio milioni di posti di lavoro”. Perché il robot di Elon Musk ora fa davvero paura (VIDEO) proviene da Business.it.
]]>Il Tesla Bot di Elon Musk rappresenta un balzo significativo nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale, ma suscita preoccupazioni profonde per il futuro del mondo del lavoro. Nel video pubblicato da Tesla, si vede il robot, chiamato Optimus, muoversi in modo sempre più umano, memorizzare dettagli dell’ambiente circostante, e manipolare oggetti con una delicatezza notevole, persino toccando un uovo senza romperne il guscio. Utilizza il software di guida autonoma delle auto Tesla per analizzare e navigare l’ambiente.
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Questi progressi tecnici rendono il Tesla Bot un potenziale strumento rivoluzionario per molte industrie, ma sollevano anche preoccupazioni riguardo alla sostituzione dei lavoratori umani. L’intelligenza artificiale del Tesla Bot è programmata per essere addestrata dagli esseri umani, specialmente per quanto riguarda la presa e la manipolazione di oggetti, suggerendo che potrebbe apprendere compiti specifici e ripetuti con grande precisione.
Mostrato per la prima volta durante l’AI Day di Tesla nell’ottobre 2022, il robot ha fatto passi avanti enormi in termini di stabilità e funzionalità, portando a riflettere su come la robotica avanzata potrebbe cambiare drasticamente vari settori industriali e la società in generale. La capacità del Tesla Bot di svolgere compiti autonomamente e con precisione lo rende sia una promessa per l’efficienza produttiva sia una minaccia per i posti di lavoro tradizionali.
In conclusione, mentre il progresso tecnologico del Tesla Bot è impressionante, è fondamentale considerare le implicazioni etiche e sociali di una diffusione massiccia di robot capaci di svolgere una vasta gamma di lavori umani. Le discussioni future dovranno concentrarsi non solo sui benefici tecnici, ma anche sulle strategie per mitigare l’impatto sul mercato del lavoro e sulla società.
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]]>A guardarlo mette un po’ paura, richiamando alla nostra mente i peggiori film distopici in cui i robot prendono il sopravvento sull’essere umano. Stiamo parlando del nuovissimo Tesla Bot di Elon Musk, che desta più di una preoccupazione per il mondo del lavoro. Si rischiano infatti milioni di posti.
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Il video pubblicato dalla nota azienda americana ha mostrato i passi in avanti compiuti dalla nuova versione dell’androide che, secondo le intenzioni di Musk stesso, è destinato a rivoluzionare il mondo del lavoro. Più che una promessa sembra una minaccia. Il Tesla Bot si muove autonomamente e memorizza i particolari dell’ambiente in cui si trova. Un altro aspetto fondamentale è la sua capacità di controllare la forza dei movimenti e di raccogliere oggetti. Ma non è tutto.
Il Tesla Bot è sempre più simile a un umano e si muove apparentemente senza i problemi di stabilità mostrati in passato. Nel filmato, mostrato da Elon Musk a una riunione con gli azionisti, Optimus – questo è il suo nome – è sempre più completo nelle sembianze umane e capace di muoversi – seppur lentamente – in modo abbastanza sicuro. Tesla Bot, a quanto mostra il filmato, sembra molto delicato nella gestione degli oggetti: addirittura tocca un uovo senza che il guscio si rompa. Il Tesla Bot sarebbe anche capace di analizzare l’ambiente e muoversi senza problemi, anche grazie alla intelligenza artificiale e alla capacità di memorizzazione: per farlo utilizza lo stesso software di guida autonoma delle auto Tesla.
Inoltre, l’intelligenza artificiale – spiega il Corriere – sarebbe programmata per venire addestrata dall’uomo, specie per quanto riguarda la presa e la manipolazione di oggetti. Il Tesla Bot fu mostrato per la prima volta da Elon Musk nell’ottobre del 2022, durante l’AI Day della casa automobilistica. A preoccupare è anche il fatto che fino a pochi mesi fa sembrava un modello grezzo che addirittura faticava a camminare. Adesso, invece, i passi in avanti sono notevolissimi. E questo apre enormi scenari di riflessione sul futuro. In tutti i campi.
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]]>L'articolo Alzheimer, uno studio chiarisce le possibili cause e apre alle speranze di cura proviene da Business.it.
]]>Uno studio sul cervello chiarisce le possibili cause della demenza. Si alimentano, dunque, le speranze per una cura. Dall’analisi del cervello di persone decedute con Alzheimer, i ricercatori hanno identificato la possibile causa scatenante della malattia. Tale scoperta potrebbe portare ad approcci terapeutici innovativi contro la neurodegenerazione.
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Oggi non si conoscono ancora pienamente le cause che portano alla formazione del morbo di Alzheimer. La principale forma di demenza al mondo. Si conoscono diversi fattori di rischio importanti, però. L’età avanzata, mutazioni genetiche, stile di vita e condizioni fisiche. Anche essere donna comporta un rischio superiore, circa doppio rispetto agli uomini.
Ancora non è stata fatta piena luce sui processi che determinano la neurodegenerazione, la morte dei neuroni che sfocia nel declino cognitivo, caratterizzato da perdita di memoria, difficoltà a orientarsi, problemi nel linguaggio e altre condizioni.
Un nuovo, pionieristico studio, potrebbe aver scoperto uno dei meccanismi più importanti legati allo sviluppo della malattia e, con esso, la speranza di nuovi approcci terapeutici. L’Alzheimer risulta oggi incurabile.
Gli autori della nuova ricerca hanno osservato che nel cervello delle persone decedute con Alzheimer vi è una percentuale superiore di cellule con segni di invecchiamento, inoltre è stata rilevata un‘interazione ridotta tra il DNA fortemente ripiegato (cromatina) e l’RNA.
Insomma, le cellule cerebrali, come i neuroni e gli oligodendrociti, possono invecchiare in modo uniforme, con alcune che lo fanno più rapidamente e altre meno; l’Alzheimer potrebbe essere innescato proprio da questo invecchiamento rapido, che a sua volta può compromettere la capacità di interazione tra acido desossiribonucleico (DNA) e l’acido ribonucleico (RNA), col secondo responsabile della trascrizione delle informazioni contenute nel primo.
A determinare che nel cervello delle persone con Alzheimer è presente una percentuale superiore di cellule cerebrali più vecchie e che il loro DNA interagisce meno con l’RNA è stato un team di ricerca internazionale. Il team è guidato da scienziati del Programma in Bioinformatica e Biologia dei sistemi dell’Università della California San Diego. Questi hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Bioingegneria e Shu Chien-Gene Lay e dell’Istituto di Ingegneria in Medicina.
I ricercatori, coordinati dal professor Sheng Zhong, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato a fondo il cervello di 14 donatori deceduti. Concentrandosi in particolar modo sulla corteccia frontale. L’età minima era di 59 anni e alcuni erano morti con demenza, altri no. Per condurre le analisi, i ricercatori hanno impiegato un metodo pionieristico. Si chiama MUSIC, acronimo di mappatura dell’interazione dell’acido multinucleico nelle singole cellule. È talmente potente da avere una risoluzione a singola cellula e poter persino osservare le interazioni cromatiniche tra il DNA e l’RNA.
Con il passare del tempo queste interazioni, legate a fondamentali processi biologici, cambiano in modo significativo. Grazie a MUSIC gli autori del nuovo studio hanno scoperto che nel cervello dei pazienti con Alzheimer questi “scambi” sono particolarmente ridotti. Inoltre, come indicato, è stato osservato che nelle persone decedute con Alzheimer c’erano molte più cellule con segni di invecchiamento. In un ulteriore esperimento su modelli murini è stato rilevato che nelle femmine c’è un rapporto superiore di oligodendrociti (cellule cerebrali di supporto) e neuroni invecchiati rispetto ai maschi; questo potrebbe spiegare perché le donne hanno un rischio superiore di demenza degli uomini.
“Con questa tecnologia trasformativa a cellula singola, abbiamo scoperto che alcune cellule cerebrali sono ‘più vecchie’ di altre. Se potessimo identificare i geni disregolati in queste cellule invecchiate e comprendere le loro funzioni nella struttura locale della cromatina, potremmo anche identificare nuovi potenziali bersagli terapeutici”, ha chiosato il professor Zhong. I dettagli della ricerca “Single-cell multiplex chromatin and RNA interactions in ageing human brain” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.
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]]>L'articolo PMI: l’impatto dei software gestionali sui processi e le aree aziendali proviene da Business.it.
]]>Queste risorse permettono di automatizzare – completamente o in parte – diverse funzioni aziendali, dalla contabilità alla gestione della catena di approvvigionamento, passando per il marketing e le vendite, riducendo così il carico di lavoro manuale e aumentando la precisione e l’efficienza delle attività.
L’adozione di questi sistemi è stata accelerata dalla necessità di gestire complessi volumi di dati e dalla crescente domanda di reattività operativa in un mercato dinamico eglobalizzato. Attraverso l’automazione e l’integrazione delle operazioni, i software gestionali offrono alle PMI la possibilità di migliorare l’efficienza operativa e di rispondere con maggiore prontezza alle mutevoli dinamiche di mercato.
L’adozione di software gestionali nelle PMI permette di trasformare profondamente i processi aziendali, incrementando significativamente l’efficienza operativa.
Innanzitutto, l’automatizzare delle attività, oltre a ridurre gli errori umani libera risorse che possono essere reindirizzate verso compiti di maggiore valore strategico.
Inoltre, i software gestionali integrano le funzioni aziendali in un unico sistema, ottimizzando la comunicazione tra i diversi reparti. Questo miglioramento interno favorisce una maggiore trasparenza e consente un monitoraggio in tempo reale delle attività aziendali. La capacità di accedere a informazioni accurate e aggiornate aiuta i decision-maker a identificare prontamente le inefficienze e a prendere decisioni consapevoli, che tengano conto di dati concreti.
I sistemi gestionali offrono anche strumenti avanzati per la gestione HR, tra cui la programmazione del lavoro e il monitoraggio delle prestazioni. Questo consente alle PMI di ottimizzare l’allocazione delle risorse, migliorando la produttività e incentivando un ambiente di lavoro più motivante e orientato agli obiettivi.
Nell’insieme, l’impatto dei software gestionali sui processi aziendali determina una maggiore coesione operativa, con flussi di lavoro più integrati e una gestione più agile ed efficiente delle operazioni quotidiane. Questa trasformazione non solo aumenta la competitività delle PMI nel loro mercato, ma favorisce anche una crescita sostenibile e una maggiore resilienza organizzativa.
L’introduzione dei software gestionali nelle PMI ha un impatto significativo sulle varie aree aziendali, facilitando una gestione più efficiente e integrata che spazia dalle vendite alla produzione, fino alla logistica e alle finanze. Nell’area delle vendite e del marketing, i software gestionali migliorano la capacità delle aziende di comprendere e soddisfare le esigenze dei clienti grazie alla raccolta e analisi di dati dettagliati. Questo permette di personalizzare le offerte e di ottimizzare le strategie di comunicazione e promozione, incrementando così la customer satisfaction e la fidelizzazione.
Nell’area finanziaria, questi strumenti contribuiscono a una gestione più accurata e tempestiva delle operazioni contabili. La centralizzazione delle informazioni finanziarie facilita la generazione di report dettagliati, essenziali per il monitoraggio della salute economica dell’impresa e per la pianificazione strategica. La trasparenza e l’aggiornamento continuo dei dati finanziari aiutano anche a prevenire frodi e a garantire il rispetto delle normative fiscali.
Per quanto riguarda la supply chain e la logistica, i software gestionali ottimizzano i processi di acquisto, gestione delle scorte e distribuzione. La possibilità di monitorare in tempo reale le scorte e di prevedere le necessità di rifornimento riduce per esempio il rischio esaurimento scorte, garantendo al contempo una consegna puntuale ai clienti.
Infine, l’implementazione di questi software permette un rigido e scrupoloso controllo dei processi produttivi. La programmazione della produzione diventa più precisa e flessibile, con la capacità di adattarsi rapidamente a cambiamenti nella domanda o nelle condizioni di mercato. L’eliminazione dei tempi di inattività e l’efficienza migliorata nella gestione delle risorse produttive si traducono in un aumento della capacità produttiva e in una riduzione dei costi operativi.
In sintesi, l’impatto dei software gestionali attraversa trasversalmente le aree aziendali delle PMI, determinando una gestione ottimizzata a 360 gradi, che si riflette in miglioramenti tangibili sia a livello operativo sia strategico.
I software gestionali per aziende sviluppati da TeamSystem risultano perfetti per favorire la digitalizzazione di qualsiasi tipo di business.
Ne costituiscono esempi emblematici TeamSystem Enterprise e TeamSystem Enterprise Power-I, soluzioni ERP progettate per supportare le aziende dei più diversi settori e di ogni dimensione.
TeamSystem Enterprise si distingue per la sua capacità di supportare al meglio tutte le aree aziendali, come l’amministrazione, il magazzino, le relazioni con i clienti, la logistica e le vendite, permettendo di monitorare qualsiasi aspetto al meglio e di gestire efficacemente le attività quotidiane. Questo sistema è modulare, il che permette di essere personalizzato a seconda delle proprie esigenze specifiche.
Parallelamente, TeamSystem Enterprise Power-I si presenta come una soluzione ERP su piattaforma Power-I, che consente di soddisfare al meglio tutte le necessità digitali delle imprese. Questo sistema è adatto per aziende di ogni dimensione e può supportare più aziende o divisioni simultaneamente, essendo in grado di adattarsi a diverse esigenze e scenari di business.
Entrambi i sistemi sono pensati per agevolare la trasformazione digitale delle imprese, sfruttando la tecnologia cloud per garantire l’accessibilità e la scalabilità. Questo aspetto è cruciale per le PMI che desiderano ridurre i costi e migliorare la produttività, beneficiando al contempo di una gestione dati più sicura e centralizzata.
In conclusione, i software gestionali di TeamSystem rappresentano una scelta strategica per le aziende che puntano all’efficienza operativa e alla modernizzazione dei loro processi, essendo soluzioni in grado di crescere ed evolversi insieme all’azienda.
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]]>L'articolo Telefonia e connettività per i business: vantaggi e opportunità proviene da Business.it.
]]>Meta Description: Una guida completa ai pacchetti ad hoc per le telecomunicazioni aziendali e le SIM business, importanti leve strategiche per la competitività aziendale
Nel tessuto sempre più interconnesso del mondo aziendale moderno, la comunicazione tra dipendenti e con i clienti è un pilastro fondamentale per la competitività e per prosperare in un mercato sempre più dinamico e in costante evoluzione. Per questo, le aziende sono sempre alla ricerca di soluzioni innovative per ottimizzare la comunicazione interna ed esterna, sia in ufficio che in movimento, come offerte su misura per la telefonia e la connettività, business SIM e pacchetti ad hoc, che migliorino l’efficienza operativa e l’agilità dei dipendenti.
Il ruolo delle Telco
Nell’arena degli affari, la capacità di adattarsi e innovare è diventata essenziale per le aziende di ogni settore. Tecnologie innovative come la connettività 5G e l’intelligenza artificiale hanno aperto nuove prospettive per le aziende che operano nel mercato delle telecomunicazioni.Adottare soluzioni innovative può migliorare la gestione delle reti di SIM, ottimizzare i processi di distribuzione e offrire servizi più personalizzati ai clienti. Per le Telco, oggi, offrire pacchetti competitivi per il business è una leva strategica fondamentale, che richiede il giusto equilibrio tra competitività nei costi, evoluzione tecnologica e velocità. Ma vediamo più nel dettaglio come si compone un pacchetto per le telecomunicazioni aziendali e quali sono i vantaggi.
Come funziona una SIM aziendale?
Le schede SIM Business operano in modo simile alle tradizionali schede SIM consumer, ma sono progettate specificamente per soddisfare le esigenze di aziende e P.IVA. Una volta attivata, una scheda SIM aziendale viene associata a un piano tariffario che offre tariffe specializzate e vantaggi aggiuntivi per le comunicazioni aziendali. Questo piano può includere tariffe preferenziali per chiamate e messaggi, così come l’accesso a servizi aggiuntivi come il roaming internazionale e l’assistenza dedicata. Le schede SIM aziendali possono anche essere gestite centralmente attraverso piattaforme online dedicate, consentendo alle aziende di monitorare e gestire le schede in modo efficiente e trasparente. Inoltre, possono essere integrate con altri strumenti di comunicazione aziendale, come le soluzioni VoIP o i servizi di messaggistica istantanea, per una maggiore efficienza e produttività.
Vantaggi
Scegliere un’offerta tailor made per il business offre una serie di vantaggi chiave. Come abbiamo visto, i contratti telefonici sono progettati appositamente per soddisfare le esigenze aziendali, offrendo tariffe competitive e vantaggiose per le chiamate e per la connettività. Le tariffe ad hoc sono concordate, per evitare costi nascosti o improvvisi aumenti al prezzo dell’offerta e permettono una gestione del proprio budget efficace e una pianificazione finanziaria più prevedibile che non riservi spiacevoli sorprese in fattura. Inoltre, le aziende possono gestire in modo centralizzato tutte le schede SIM business attraverso piattaforme dedicate, semplificando il monitoraggio e la gestione delle spese telefoniche. I pacchetti per le aziende consentono anche di impostare restrizioni e controlli per garantire un uso appropriato e sicuro delle comunicazioni tra dipendenti e con i clienti.
Le telecomunicazioni nell’ambito del business richiedono una connettività affidabile e una copertura estesa, per questo le schede SIM business sono progettate per consentire al personale di rimanere sempre connesso, sia in ufficio che in viaggio. Oltre a ciò, le aziende possono beneficiare di un supporto costante e immediato da parte di consulenti esperti, che rispondono solitamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7, garantendo la continuità operativa dell’azienda e un tempestivo intervento in caso di problemi.
Un altro vantaggio importante è la possibilità di personalizzazione, che consente alle aziende di utilizzare le comunicazioni senza vincoli contrattuali o limitazioni, che potrebbero compromettere la flessibilità e l’agilità aziendale. Infine, sono sempre inclusi minuti e giga dedicati e utilizzabili in oltre 50 Paesi, per offrire una presenza globale senza interruzioni.
Sicurezza e affidabilità
Oltre a vantaggi tangibili in termini di costi competitivi e gestione semplificata, i pacchetti per le telecomunicazioni business, rappresentano anche un’importante risorsa per garantire la sicurezza e la protezione dei dati sensibili aziendali. Dotate di livelli di sicurezza avanzati e protocolli di crittografia, le schede SIM business forniscono un ambiente protetto, mitigando il rischio di violazioni della privacy e cyber attacchi.
Soluzioni flessibili
Abbracciare un servizio su abbonamento specifico per la comunicazione aziendale si rivela un’astuta decisione per aziende di ogni dimensione e settore. Oltre ai vantaggi già menzionati, l’implementazione di queste soluzioni offre un’ampia gamma di benefici che possono trasformare radicalmente le operazioni aziendali.
Una delle caratteristiche più significative è l’accesso a analisi dettagliate e reportistica personalizzata. Questi strumenti avanzati consentono alle aziende di scrutare oltre i dati superficiali, permettendo loro di monitorare e ottimizzare le spese telefoniche, identificare tendenze di utilizzo e migliorare l’efficienza operativa nel lungo periodo.
Attraverso l’adozione di soluzioni flessibili e innovative come queste, le aziende possono posizionarsi all’avanguardia della trasformazione digitale, ottenendo un vantaggio competitivo significativo nel mercato in continua evoluzione e sempre più dinamico.
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]]>L'articolo Liquidi in aereo, stop al limite dei 100 ml nel bagaglio a mano: come cambiano i controlli proviene da Business.it.
]]>Buone notizie per tutti quei viaggiatori che sono abituati a partire in aereo per qualche giorno, dovendo ogni volta preoccuparsi di cosa poter inserire o no nel proprio bagaglio a mano. Soprattutto per quanto riguarda i liquidi. Attualmente le regole impongono che flaconcini di shampoo, saponi, schiuma da barba e deodoranti non devono superare i 100 ml di capienza, costringendo chi è in partenza ad acquistare specifici contenitori da viaggio. Ma questa situazione sta per cambiare radicalmente in alcuni aeroporti del Regno Unito. E probabilmente in futuro sarà così in tutto il mondo. La svolta è stata resa possibile da una speciale tecnologia che consente di analizzare con estrema precisione il contenuto dei bagagli.
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Il primo aeroporto in Europa ad abolire la norma sul limite dei 100ml di capienza è stato quello di Shannon, in Irlanda, nel marzo del 2022. Adesso è venuto il turno del Regno Unito in cui tutto dovrebbe cambiare entro giugno 2024. Bisognerà però prima installare negli aeroporti la nuova tecnologia. Intanto, però, scali come Newcastle, Teesside e London City Airport hanno già iniziato la sperimentazione.
Attualmente le regole vigenti dal 2006 nell’Unione Europea, pensate per far fronte a eventuali attacchi terroristici, impongono che i liquidi che viaggiano nel bagaglio a mano debbano essere trasportati in contenitori trasparenti (dalla capacità massima di 100 ml), che a loro volta vanno inseriti in un sacchetto di plastica trasparente che non superi in totale la capacità di 1 litro.
Nel Regno Unito vengono invece utilizzati degli Scanner TC. Questi dispositivi utilizzano la Tomografia Computerizzata per esaminare il contenuto dei bagagli. Si tratta di un metodo sviluppato inizialmente per uso medico, che aiuta a identificare la composizione dei liquidi presenti nel bagaglio a mano, distinguendo tra sostanze innocue e non.
Ad oggi invece in Italia di questa tecnologia sono dotati soltanto gli aeroporti di Milano Linate, il Terminal 1 di Milano Malpensa, il Terminal 1 di Roma Fiumicino e quello di Torino.
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]]>L'articolo Ecco come ci spiano nei supermercati! L’elenco dei punti vendita in cui lo fanno (il VIDEO) proviene da Business.it.
]]>Il suo nome è Veesion. Si tratta di un nuovo software spia francese che può monitorare le persone mentre fanno la spesa nei supermercati. All’apparenza sembra un’innovazione innocua, ma in molti già parlando di controllo sociale, in pieno stile cinese e con evidenti ricadute sulla privacy e anche sulle libertà individuali.
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Secondo quanto riporta Il Giornale, in Italia Veesion è già utilizzato da oltre cento punti vendita della catena Carrefour Express e Carrefour Market. I ricercatori della start up nata a Parigi, specializzata in intelligenza artificiale e sicurezza, che hanno sviluppato il software, hanno dichiarato però che non usa il riconoscimento facciale e non tiene neppure conto del tracciamento dei clienti o della registrazione dell’identità.
Veesion funziona invece attraverso il riconoscimento gestuale, mediante l’algoritmo della gestualità. “Si basa sui più recenti progressi del Deep Learning per rilevare automaticamente i gesti associati al furto in tempo reale nei supermercati partendo dalle telecamere di sorveglianza esistenti”, si legge sul sito dell’azienda francese.
Da anni ormai tutti i supermercati, e spesso anche i piccoli negozi, sono dotati di impianti di videosorveglianza. Ma Veesion rappresenta qualcosa di diverso: combinato con le immagini stesse della videosorveglianza, il software può analizzare tutto ciò che registrano le telecamere e avvisare in tempo reale, attraverso alcune notifiche su tablet, telefonini o computer, e anche alle casse, “se tra gli scaffali si aggira qualcuno che sta compiendo strani movimenti”. Una volta che la notifica arriva sul telefono o sul tablet, l’agente di sicurezza “sarà in grado di fermare il ladro prima che scappi”. Il software era stato messo a punto già nel 2018, ma ha iniziato a essere operativo soltanto nel 2021. Al momento i principali clienti in Francia sono Carrefour, MD, Conad, Sigma e Crai.
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L'articolo Ecco come ci spiano nei supermercati! L’elenco dei punti vendita in cui lo fanno (il VIDEO) proviene da Business.it.
]]>L'articolo Movimento a impatto zero con CYCL-e Around™, il servizio di e-bike sharing per le aziende proviene da Business.it.
]]>CYCL-e Around è molto più di un semplice servizio di bike sharing. È un’iniziativa proattiva volta a favorire la transizione verso modalità di trasporto più ecologiche ed efficienti. Grazie a un parco di e-bike di alta qualità e a soluzioni tecniche integrate, offre un’esperienza di mobilità senza precedenti, all’insegna della comodità, della convenienza e della sostenibilità.
Il servizio CYCL-e Around permette alle aziende di offrire un vantaggio unico ai propri dipendenti, ovvero l’utilizzo gratuito di una flotta di premium e-bike, come benefit per incentivare spostamenti più salutari per il personale e per l’ambiente. Il costo di attivazione e la subscription sono interamente a carico dell’azienda, per consentire ai dipendenti di godere dei benefici della mobilità a impatto zero senza spendere nulla.
CYCL-e Around offre flessibilità totale nell’utilizzo delle e-bike. La flotta può essere impiegata sia per agevolare il tragitto casa-lavoro, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti quotidiani, sia per scopi ricreativi durante il tempo libero. Tuttavia, eventuali limitazioni sull’utilizzo possono essere concordate e personalizzate in base alle esigenze specifiche dell’azienda.
L’accesso al servizio è reso estremamente semplice grazie all’app CYCL-e Around, disponibile sia per dispositivi iOS che Android. Attraverso questa piattaforma intuitiva, i fruitori possono prenotare e gestire autonomamente l’utilizzo delle e-bike, selezionando il periodo e il luogo di ritiro più comodo per le proprie esigenze.
Il bike sharing aziendale è una soluzione innovativa e sostenibile, che può fare la differenza per l’annoso tema dell’inquinamento ambientale. In Italia, infatti, si percorrono in media 7 mila km l’anno a persona in auto, pari a una produzione di circa 2,3 tonnellate di CO2. Eppure, gli spostamenti quotidiani per la maggior parte delle persone non superano la distanza di appena 10 km, percorribili in bicicletta in circa 30 minuti. Il dato è facile da interpretare, muoversi in bici è un’abitudine che va incentivata.
Le e-bike offerte da CYCL-e Around rappresentano il perfetto connubio tra tecnologia, comfort e prestazioni. Dotate di tecnologia all’avanguardia, queste biciclette garantiscono un’esperienza di guida sicura e piacevole, con un’autonomia fino a 150 km e una velocità massima di 25 km/h. Inoltre, l’abbonamento include una vasta gamma di servizi all-inclusive e vantaggi.
Alle aziende che decidono di adottare il servizio viene fornito un corner CYCL-e Around, un punto di parcheggio e ricarica allestito ad hoc, che rappresenta una vera e propria area su misura, pensata per offrire un’esperienza completa e accogliente. Include non solo la rastrelliera modulare per le e-bike, ma anche accessori come caschi pieghevoli, catene di sicurezza e borse antipioggia. Inoltre, il concept di ogni corner viene sviluppato e personalizzato insieme al committente per integrarsi perfettamente con l’ambiente circostante e con le esigenze dei dipendenti.
In conclusione, CYCL-e Around rappresenta non solo un modo innovativo per promuovere la mobilità sostenibile all’interno dell’azienda, ma anche un investimento strategico per migliorare la qualità della vita dei dipendenti e ridurre l’impatto ambientale complessivo dell’attività lavorativa.
I vantaggi di adottare CYCL-e Around sono molteplici e tangibili. Questo modello di trasporto rappresenta un’alternativa ecologica e salutare che riduce le emissioni di CO2 e promuove uno stile di vita attivo tra i lavoratori. Inoltre, il bike sharing aziendale può contribuire a migliorare la produttività, la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti. Infine, rappresenta anche un risparmio economico per le imprese, che possono beneficiare di incentivi fiscali e ridurre i costi di gestione dei parcheggi e dei veicoli aziendali oltre alla manutenzione della flotta veicolare, che nel caso di CYCL-e Around è compresa nel servizio.CYCL-e Around non solo rappresenta un’opportunità per abbracciare la mobilità sostenibile, ma anche un investimento strategico per le aziende che desiderano distinguersi per la loro responsabilità ambientale e offrire servizi innovativi ai propri dipendenti.
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]]>L'articolo Apple costretta ad adeguarsi alle nuove regole Ue: cosa cambierà d’ora in poi sui nostri iPhone e perché proviene da Business.it.
]]>Alla fine, per quanto tirato, è arrivato l’ok di Apple nei confronti dell’Unione Europea, che si concretizzerà a partire dal prossimo mese di marzo, e col rilascio del nuovo sistema operativo per iPhone (iOS 17.4). Di fatto, le regole fin qui imposte dalla società americana saranno stravolte: la società di Cupertino ha annunciato il via libera all’arrivo sui suoi dispositivi di Store alternativi, di servizi di pagamento concorrenti ad Apple Pay e altre modifiche dovute all’arrivo, ormai imminente, del nuovo Digital Markets Act voluto fortemente dalla Commissione Ue. La fumata bianca è arrivata nonostante le resistenze di Apple, che aveva sottolineato a lungo come, dal suo punto di vista, le nuove norme approvate da Bruxelles fossero ingiuste.
La decisione è stata di fatto obbligata dall’approvazione del nuovo regolamento europeo sui mercati digitali, il Digital Markets Act, introdotto per combattere le pratiche di mercato sleali e le distorsioni della concorrenza da parte delle Big Tech. Dal giorno dell’entrata in vigore, sono scattati sei mesi di tempo per consentire alle società coinvolte di adeguarsi alle nuove regole. Sei mesi che scadono il prossimo 7 marzo, quando il nuovo regolamento sarà pienamente efficace. In caso di violazioni sono previste multe fino al 20% del fatturato.
Apple ha così deciso di adeguarsi, dopo aver manifestato le proprie rimostranze. Con conseguenze non da poco: il colosso di Cupertino sbloccherà nuove API che consentiranno di sviluppare nuovi servizi di pagamento contactless. In sostanza, dunque, la tecnologia NFC di iPhone non sarà più esclusiva del servizio Apple Pay. Un’opportunità enorme per i player del settore, che tuttavia dovranno confrontarsi con la fidelizzazione degli utenti Apple, solitamente poco inclini ad abbandonare i servizi offerti direttamente dall’azienda e che portano il suo nome. Discorso identico per l’App Store, il negozio di Apple per le applicazioni: sarà possibile avere su iPhone anche negozi differenti su cui scaricare app. Tuttavia, gli sviluppatori dovranno comunque sottoporre le app all’esame di Apple per verificare la presenza di rischi di cybersicurezza e di frodi evidenti.
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]]>L'articolo Radar italiano trova grande riserva di ghiaccio su Marte proviene da Business.it.
]]>È italiano il radar che ha contribuito all’analisi e al ritrovamento di spessi strati di ghiaccio sotto il suolo di Marte. Il radar Marsis ha elaborato i dati che hanno contribuito allo studio clamoroso. Si tratta di uno dei due strumenti a bordo della missione Mars Express, forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana, e vede la partecipazione di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
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Si tratta del più vasto deposito di acqua mai scoperto sul pianeta rosso, individuato nei pressi dell’equatore. Questi depositi furono individuati in una fase iniziale già 15 anni fa. Sono stati ribattezzati “Medusae Fossae”, una vasta regione geologica che si estende per migliaia di chilometri lungo l’equatore di Marte. Mars Express li segnalò nel 2009. Il nuovo studio ne ha quantificato l’ubicazione a 2.5 km di profondità.
Il radar Marsis, uno dei due strumenti a bordo: lo strumento è stato progettato da Sapienza Università di Roma con la partecipazione del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e dell’Università dell’Iowa, negli Usa, e gestito dall’Istituto nazionale di Astrofisica.
I risultati della ricerca sono stati guidati da Thomas Watters della Smithsonian Institution, sono stati pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters. La geolocalizzazione sul pianeta La regione di Medusae Fossae si trova al confine tra le pianure e gli altopiani che caratterizzano la geologia di Marte. Comprende formazioni scolpite dal vento, alte diversi chilometri, che si estendono per centinaia di chilometri e rappresentano uno dei depositi di polvere più vasti del pianeta.
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]]>L'articolo Tumori, la “dieta” che affama le cellule cancerogene proviene da Business.it.
]]>Tumori, arriva una cura che “affama” le cellule. Lo dimostra uno studio dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova attraverso uno screening su centinaia di farmaci già approvati per altre indicazioni applicati a cellule tumorali coltivate in vitro, con l’obiettivo di identificare nuove strategie antitumorali sicure ed economiche. I dati mostrerebbero che brevi e ripetuti cicli di digiuno rendono i tumori sensibili a medicinali già ampiamente usati in clinica. Lo studio pubblicato su Nature Communication.
Lo dimostrerebbe una ricerca appena pubblicata sulla rivista Nature Communication da un team di ricercatori dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, guidati da Alessio Nencioni del Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche (DIMI) dell’Università di Genova. I risultati sono stati ottenuti attraverso lo screening di centinaia di farmaci già utilizzati in clinica su linee di cellule cancerose in vitro e su modelli sperimentali in vivo. Uno studio che potrebbe aprire a possibili terapie economiche e accertate, dunque dall’esito più stabile, grazie a medicinali già testati, più economici e ampiamente tollerati dagli organismi.
Così Alessio Necioni, direttore della Clinica Geriatrica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova e coordinatore dell’indagine assieme ad Amr Khalifa e Irene Caffa. “La cura dei pazienti oncologici ha costi molto elevati, che a volte limitano l’accesso a terapie efficaci soprattutto nei Paesi a basso reddito. Per questo esiste un interesse crescente nel valutare la possibilità di ‘riciclare’ come antitumorali farmaci non oncologici, approvati e impiegati da tempo per altre patologie: si tratta infatti di medicinali che in genere sono a basso costo, essendo scadute le coperture brevettuali, e che grazie all’esperienza di utilizzo su larga scala sappiamo avere un profilo di sicurezza spesso buono”.
“Esempi ben noti di farmaci non oncologici riproposti come anticancro sono la talidomide, dapprima venduta come antinausea e sedativo e ora usata per trattare il mieloma multiplo, e l’acido retinoico, che è ampiamente utilizzato per trattare patologie della pelle ma ha dimostrato anche una grande efficacia nel trattamento della leucemia promielocitica acuta. Tuttavia, nonostante esistano vari studi clinici in corso, l’identificazione di altri farmaci di uso comune che si prestino a essere ‘riproposti’ per trattare malati oncologici procede a rilento”.
I medici dell’ospedale San Martino ipotizzano che i tumori debbano essere esposti a condizioni di “stress nutrizionale”. Nencioni: “Anche alcuni noti antifungini, tra cui terbinafina e miconazolo, hanno infatti dimostrato di possedere attività simile e i dati positivi sono stati confermati in modelli animali di vari tipi di tumore, sottoponendo i topolini a periodi di digiuno e quindi al trattamento con i farmaci più promettenti emersi dallo screening su linee cellulari”.
“Il digiuno è cruciale per potenziare l’attività antineoplastica dei farmaci, tra i due tipi di intervento si crea cioè una positiva sinergia antitumorale. Lo ‘stratagemma dietetico’ del digiuno potrà quindi servire a individuare anche altri farmaci non oncologici da ‘riciclare’ come antitumorali. Intanto, i dati positivi ottenuti con i medicinali anticolesterolo e antifungini dovranno essere confermati attraverso studi clinici che all’Irccs Policlinico San Martino stiamo già ipotizzando, per poter essere presto in grado di offrire ai pazienti oncologici nuove opportunità di cura sicure e a basso costo”.
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]]>L'articolo Allarme Iban Swap, la truffa che può svuotare il conto corrente: ecco come difendersi proviene da Business.it.
]]>Proprio il file allegato alla mail è, in realtà, un malware che si installa nel browser dell’utente al momento dell’apertura, una sorta di cavallo di Troia funzionale allo svolgimento della truffa. Non appena l’utente decide di autenticarsi virtualmente presso un’area riservata della propria banca, infatti, ecco che il virus è procede a modificare i dati del beneficiario di un pagamento. (Continua a leggere dopo la foto)
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Senza accorgersi di nulla, la vittima penserà così che le operazioni disposte attraverso l’app della propria banca siano andate a buon fine. Niente di più sbagliato, invece, visto che il destinatario sarà stato modificato a sua insaputa. Per evitare guai, il primo consiglio è non aprire mail contenenti messaggi e file sospetti e, allo stesso tempo, aggiornare i sistemi antivirus e antimalware. (Continua a leggere dopo la foto)
In caso di operazioni sospette, è buona regola contattare immediatamente il call center della banca e bloccare le carte. Ultimo suggerimento, riportato dal sito dedicato ilsoftware.it proprio a proposito dell’Iban swap: è bene diffidare sempre degli allegati a tale genere di comunicazioni, che siano essi documenti Word, Excel, PDF.
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]]>L'articolo L’annuncio di Meta: social a pagamento. Come funzionerà tra poco proviene da Business.it.
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Zuckerberg mette i social a pagamento, l’annuncio di Meta, la sua multinazionale. In realtà, già nel 2018, il magnate statunitense, davanti al Congresso degli Stati Uniti, aveva discusso la possibilità di un “abbonamento” per gli utenti desiderosi di eliminare la pubblicità. In quell’occasione, Zuckerberg aveva affermato che ci sarebbe sempre stata una versione gratuita di Facebook. Meta, l’azienda dietro Facebook, Instagram e Whatsapp, ha sviluppato questa strategia per adattarsi alle nuove norme europee sulla privacy. Lo scorso dicembre, infatti, l’Unione Europea ha ritenuto inadeguate le modalità con cui Meta chiede ai suoi utenti il consenso per mostrare annunci pubblicitari basati sulla loro attività online. In altre parole, i “termini di servizio” che gli utenti devono accettare per accedere ai social network non sono più sufficienti a giustificare questa pratica.
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Di conseguenza, Meta sta valutando di offrire un’alternativa agli utenti: Facebook e Instagram rimarranno gratuiti per coloro che accettano di visualizzare annunci mirati sulla loro timeline. Gli altri utenti, ovvero coloro che non desiderano condividere la propria attività online con Meta, dovranno sottoscrivere un abbonamento.
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Una versione premium, di fatto, esiste già una versione. In diversi paesi, Italia compresa, Facebook e Instagram presentano la versione “Meta Verified”. Con un costo mensile di 13,99 euro su desktop e 16,99 euro su mobile, gli utenti possono ottenere una spunta blu di verifica dell’account e servizi aggiuntivi che riducono i rischi di furto d’identità. La novità qui è l’introduzione di Facebook e Instagram senza pubblicità, che al momento sarà disponibile solo in Europa, come riportato in un’anteprima da Wsj.
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]]>L'articolo Dengue in Italia: sei casi autoctoni segnalati proviene da Business.it.
]]>La febbre dengue, comunemente nota come “febbre spaccaossa”, ha fatto il suo ingresso in Italia. Il Ministero della Salute ha confermato sei casi autoctoni, uno nel Lazio e cinque in Lombardia, tutti emersi nel mese di agosto. Questi individui non hanno avuto contatti con zone endemiche, il che significa che hanno contratto la malattia sul territorio italiano a causa della puntura della zanzara Aedes. Oltre a questi, sono stati riportati altri 79 casi di persone che sono rientrate da viaggi in zone a rischio.
Il primo focolaio riguarda un uomo di 73 anni di Castiglione d’Adda, in provincia di Lodi. Iniziando dal 3 agosto, l’uomo ha manifestato sintomi quali dolori articolari e muscolari, eruzioni cutanee e febbre alta. Non aveva viaggiato in zone endemiche. Allo stesso modo, un 42enne di Roma ha manifestato sintomi simili dal 2 agosto. Il 28 agosto, sono stati segnalati altri quattro casi a Castiglione d’Adda.
La circolare del Ministero mette in evidenza che non si può escludere l’insorgenza di ulteriori casi autoctoni, soprattutto nelle zone in cui sono già stati identificati. Di conseguenza, le Regioni sono invitate a seguire il Piano di Sorveglianza per le Arbovirosi, e a potenziare il sistema di sorveglianza. I pazienti coinvolti stanno ora migliorando e sono state avviate misure preventive nei luoghi interessati.
Pur essendo abbastanza comune in Italia segnalare casi di dengue, la maggior parte di questi sono solitamente contratti all’estero. Tuttavia, nel 2020, 11 casi autoctoni sono stati segnalati nel Paese. L’anno scorso, la Francia ha segnalato tre focolai autoctoni di febbre dengue, dimostrando che la malattia si sta diffondendo in nuove regioni. Le alterazioni climatiche, con le loro condizioni estreme, stanno facilitando la diffusione di questo virus. L’OMS ha riportato che nei 50 anni passati, l’incidenza della dengue è cresciuta di 30 volte.
La dengue è causata da quattro varianti di un virus trasmesso attraverso zanzare infette. La principale responsabile è la Aedes aegypti, non presente in Italia ma piuttosto in zone tropicali. La zanzara tigre, che è presente in Italia dal 1990, può anche trasmettere il virus, sebbene meno efficacemente.
I sintomi possono manifestarsi dopo circa una settimana dalla puntura e comprendono febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e nausea. In rari casi, può progredire a una forma emorragica con un tasso di mortalità più elevato. Attualmente, esistono due vaccini contro la dengue, uno per chi è già stato esposto al virus e un altro tetravalente per i viaggiatori. Quest’ultimo sarà presto disponibile in Italia per coloro che viaggiano in zone endemiche.
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]]>L'articolo Estratto un verme parassita dal cervello di una donna proviene da Business.it.
]]>La comunità medica è in subbuglio per una scoperta insolita e inquietante. La neurochirurga Hari Priya Bandi dell’ospedale di Canberra ha estratto un verme rotondo parassita di 8 centimetri dal cervello di una paziente australiana. Questo straordinario caso è stato documentato nell’edizione di settembre della rivista ‘Emerging infectious diseases’.
La donna coinvolta è una 64enne residente nel New South Wales sud-orientale. La sua tormentata storia medica inizia nel gennaio 2021, quando è stata ricoverata in un ospedale locale per sintomi allarmanti, tra cui dolori addominali, dissenteria, tosse secca persistente, febbre e sudorazione notturna. Ma nel 2022, il quadro clinico è precipitato con l’aggiunta di sintomi come depressione e perdita di memoria. Una risonanza magnetica del cervello ha evidenziato anomalie gravi che hanno necessitato di un intervento chirurgico.
Il Dr. Sanjaya Senanayake, specialista di malattie infettive dell’ospedale di Canberra, ha commentato: “Non ci aspettavamo di trovare un verme. Anche se i neurochirurghi si occupano spesso di infezioni cerebrali, questo caso è senza precedenti”. La sorpresa ha spinto il team medico a cercare riferimenti in letteratura, ma senza successo. Pertanto, hanno deciso di inviare il verme per ulteriori analisi.
Stupefacentemente, i risultati hanno identificato il parassita come Ophidascaris robertsi, tipicamente trovato nei pitoni. Il caso ha assunto una svolta ancora più bizzarra considerando che la paziente vive vicino a una zona lacustre popolata da pitoni tappeto. “Sebbene non abbia avuto contatti diretti con questi serpenti, era solita raccogliere erbe locali, come le verdure di Warrigal, nei pressi del lago”, ha spiegato Senanayake. L’ipotesi prevalente è che la donna possa aver ingerito il parassita attraverso le feci del pitone depositate tra l’erba.
Questo caso rappresenta il primo ritrovamento di Ophidascaris robertsi in un essere umano, portando con sé molte domande e preoccupazioni. Fortunatamente, la paziente sta mostrando segni di miglioramento e rimane sotto stretta osservazione.
La comunità scientifica rimane in attesa di ulteriori sviluppi e analisi per comprendere meglio questo inaspettato evento. Nel frattempo, serve come monito sull’importanza della vigilanza e della consapevolezza delle potenziali minacce alla nostra salute provenienti dal mondo naturale.
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]]>L'articolo La missione Chandrayaan-3 dell’India sbarca con successo sulla luna proviene da Business.it.
]]>Nella corsa alla conquista dello spazio, l’India ha segnato un altro trionfo. Poco dopo le 14:30 ora italiana, la missione Chandrayaan-3 è atterrata con successo sulla superficie della Luna, vicino al Polo sud, una regione mai raggiunta prima. Questo trionfo avviene a distanza di soli due giorni dal fallimento della Russia, evidenziando una sfida tra una potenza spaziale emergente e una storica.
Ciò che rende questa missione ancor più intrigante è la presenza prossima dei programmi spaziali americano e cinese che hanno obiettivi simili. Prevista per durare poco meno di due settimane, la missione sfrutterà la luce solare per ricaricare le batterie attraverso i suoi pannelli solari. In questo lasso di tempo, sia il lander che il rover studieranno l’ambiente lunare e il suo suolo, cercando, tra le altre cose, segni di ghiaccio d’acqua.
Ma come ogni missione spaziale, anche la Chandrayaan-3 ha dovuto affrontare la sua dose di sfide. La fase di discesa è stata cruciale: con l’assenza di atmosfera per rallentare, si è dovuto fare affidamento sui retrorazzi. Una sequenza di manovre complesse e altamente automatizzate ha portato la sonda da una velocità vertiginosa di oltre 1.5 km/s a 350 m/s, prima di prepararsi per la discesa finale. Una caratteristica degna di nota è stata l’uso dell’intelligenza artificiale, che ha permesso al lander di valutare il luogo più sicuro per l’atterraggio, scansione che è durata fino agli ultimi istanti prima del tocco a terra.
Il successo della missione assume un significato particolare quando si pensa al fallimento della Chandrayaan-2, dove il Primo Ministro Narendra Modi era presente nella sala controllo. Questa volta, in collegamento dal Sudafrica per il vertice Brics, il Primo Ministro ha potuto celebrare con orgoglio, agitando la bandiera mentre la sala di controllo esplodeva in esultanza.
Questo trionfo non solo sottolinea le capacità tecniche dell’India, ma segna anche un momento di orgoglio nazionale, posizionando il paese come un leader nella corsa allo spazio del 21° secolo.
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]]>L'articolo Fallisce Luna-25, la prima missione russa sulla luna dopo quasi mezzo secolo proviene da Business.it.
]]>“Mosca, abbiamo un problema”. Non si tratta di una riedizione di una famosa frase, ma dell’amara constatazione dell’ente spaziale russo, Roscosmos, riguardo alla sua missione Luna-25. La prima missione russa sulla luna dopo un intervallo di 47 anni ha subito un drammatico colpo. La sonda spaziale Luna-25, pesante 800 chili, si è infatti schiantata sul suolo lunare in seguito a un’orbita incontrollata, risultando completamente distrutta.
Il comunicato ufficiale da parte di Roscosmos è stato chiaramente sconsolato: “L’apparecchio si è spostato in un’orbita imprevedibile e ha cessato di esistere a causa di una collisione con la superficie lunare”. La sonda aveva perso il contatto con la base domenica mattina, poco dopo il suo impatto catastrofico.
Le difficoltà per Luna-25 avevano in realtà avuto inizio già nel pomeriggio di sabato. Erano emerse delle anomalie durante le manovre preliminari di allunaggio. A quel tempo, Roscosmos aveva dichiarato che stava esaminando la situazione, limitandosi a dire che era “in stato di analisi”. Il loro comunicato aveva menzionato un “imprevisto” e una “situazione d’emergenza a bordo della sonda” durante l’aggiustamento dell’orbita, preparandola per la discesa verso il satellite terrestre. Questa situazione anomala aveva impedito l’esecuzione delle manovre come previsto, preludendo alla tragica conclusione della missione di oggi.
Questo incidente pone l’accento sull’immensa sfida che rappresenta l’esplorazione spaziale, anche per le potenze spaziali consolidate come la Russia. Luna-25 era una missione attesa da tempo, e il suo fallimento è indubbiamente un duro colpo per l’ambizione spaziale russa. Con la speranza che le lezioni apprese da questa missione possano guidare futuri tentativi, gli occhi del mondo restano rivolti al cielo, testimoni delle sfide e delle conquiste dell’esplorazione oltre i confini del nostro pianeta.
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]]>L'articolo Intervento record a Roma: asportato tumore di 45 kg proviene da Business.it.
]]>Una donna di 50 anni, affetta da grave obesità, è stata sottoposta a un intervento chirurgico record all’ospedale San Filippo Neri della Asl Roma 1 per rimuovere un tumore ovarico del peso di 45 chili. La sua condizione clinica aveva completamente stravolto la sua vita quotidiana e sociale, tanto da renderla incapace di compiere azioni semplici come camminare.
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Dopo una valutazione accurata da parte di un team multidisciplinare composto da chirurghi d’urgenza, anestesisti, cardiologi, pneumologi e personale infermieristico, la paziente è stata sottoposta a un intervento chirurgico per rimuovere completamente la massa tumorale. L’operazione è stata eseguita dall’équipe di chirurgia d’urgenza, guidata dal direttore Irnerio Angelo Muttillo.
La paziente è stata ricoverata per una notte in terapia intensiva post-operatoria e successivamente trasferita nel reparto di degenza. Grazie all’impegno del personale infermieristico e dei fisioterapisti, la paziente ha ripreso l’alimentazione e è tornata a camminare. Inoltre, ha sottoposto a una visita oncologica che non ha richiesto un trattamento specifico, ma solo un follow-up, e ha ricevuto assistenza dietologica, metabolica e psicologica. Al momento della dimissione, la donna era finalmente felice e pronta ad affrontare quella che ha definito “una nuova vita”.
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]]>L'articolo Deve essere operato, che malattia ha Papa Francesco proviene da Business.it.
]]>Il Papa soffre di un laparocele, una sorta di ernia che si forma su una cicatrice chirurgica, che gli provoca un rigonfiamento all’esterno dell’addome e la formazione di uno spazio interno dove può infilarsi un’ansa dell’intestino. La condizione viene definita “laparocele incarcerato” quando l’ansa intestinale si blocca in questo spazio, comportando il rischio di strozzamento.
Luigi Boni, ordinario di chirurgia all’Università di Milano e direttore della chirurgia generale e mini invasiva del Policlinico, ha spiegato che le principali complicanze di questa condizione includono il blocco intestinale e lo strozzamento dell’ansa intestinale. In casi gravi, questo può danneggiare i vasi sanguigni e portare a necrosi, una condizione molto pericolosa che richiede un intervento chirurgico importante. Inoltre, il funzionamento dell’intestino può peggiorare, portando a sub occlusioni.
Secondo il Prof. Boni, il laparocele del Papa è presumibilmente una conseguenza dell’intervento chirurgico per i diverticoli che ha subito circa due anni fa. Inizialmente, l’intervento è stato eseguito in laparoscopia, una tecnica che prevede incisioni ridotte, ma a causa di complicanze, i chirurghi sono passati alla chirurgia tradizionale, o “a cielo aperto”. Questo richiede un’incisione di dimensioni maggiori sulla metà dell’addome, il che può indebolire la parete addominale a lungo termine, creando un rischio di laparocele.
L’intervento chirurgico previsto al Gemelli sarà una laparotomia. Questo implica l’accesso all’addome attraverso l’incisione chirurgica originale e il rinforzo della parete addominale dove si è formato il laparocele. Di solito, viene utilizzata una protesi o una rete in materiale sintetico per rinforzare l’area.
Il laparocele è più comune nelle persone anziane che hanno subito interventi chirurgici all’addome, anche se può verificarsi anche in individui più giovani. Secondo il Prof. Boni, la durata dell’ospedalizzazione per questo tipo di intervento può variare, ma generalmente, i pazienti vengono dimessi dopo 4 o 5 giorni. Tuttavia, tutto dipende dalle condizioni specifiche del paziente e dalla sua capacità di recupero; in alcuni casi, il soggiorno in ospedale può estendersi fino a una settimana. Il Vaticano ha già previsto un periodo di degenza di diversi giorni per il Papa.
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]]>L'articolo Un neonato di soli tre mesi salva la vita con un intervento senza precedenti proviene da Business.it.
]]>Una delle procedure mediche più straordinarie mai eseguite si è svolta all’Ospedale Regina Margherita, dove un bambino di appena tre mesi è stato salvato da una rara e potenzialmente mortale condizione chiamata mielomeningocele nasale. La patologia comporta una difettosa chiusura della base del cranio che porta a una parte del cervello a discendere nel naso, causando seri problemi respiratori e un aumentato rischio di meningite.
Il piccolo, il cui nome non è stato rivelato per la privacy, stava via via peggiorando a causa dell’ostruzione del passaggio dell’aria. Di fronte al rischio di un blocco totale della respirazione, i medici si sono confrontati con una decisione difficile: far crescere il bambino fino all’età di 8 mesi, come previsto inizialmente, e poi operarlo, oppure procedere con un intervento rischioso ma potenzialmente salvavita.
Dopo un approfondito confronto con i neonatologi, è stata presa la decisione audace di procedere con l’intervento endoscopico, nonostante non ci fossero precedenti in letteratura medica di operazioni di questo tipo eseguite prima del sesto mese di età.
Sotto la guida di Paolo Tavormina, capo della Otorinolaringoiatria pediatrica dell’ospedale Regina Margherita, insieme alla dottoressa Federica Peradotto e al dottor Paolo Pacca, il team è riuscito a eseguire con successo un intervento tecnologicamente difficile.
Utilizzando fibre ottiche del diametro di 2,7 millimetri, sono stati in grado di entrare attraverso le narici del bambino, monitorando l’operazione con strumentazione video avanzata. Gli strumenti microscopici sono stati utilizzati per chiudere il foro alla base del cranio del bambino, utilizzando la sua stessa mucosa per garantire una sigillatura sicura.
L’intervento è stato un successo. Il neonato sta bene e mostra uno sviluppo psico-intellettivo assolutamente normale, un risultato che i suoi genitori e tutto il team medico hanno accolto con sollievo ed entusiasmo.
Questa procedura medica rivoluzionaria apre nuove porte per la chirurgia pediatrica, dimostrando che le tecniche endoscopiche possono essere utilizzate con successo anche nei pazienti più giovani e vulnerabili. Segna un passo importante nella medicina e promette di fornire speranza a molti altri neonati e alle loro famiglie che si confrontano con condizioni mediche complesse e rare.
L'articolo Un neonato di soli tre mesi salva la vita con un intervento senza precedenti proviene da Business.it.
]]>L'articolo “L’intelligenza artificiale potrebbe sterminarci”: l’allarme degli stessi creatori dell’Ia proviene da Business.it.
]]>Oltre ad Altman, scorrendo i nomi in fondo alla lettera ecco spuntare anche i co-fondatori della società Ilya Sutskev e John Schulman, Kevin Scott, cto di Microsoft, Jaan Tallinn, co-fondatore di Skype, il numero uno di Google DeepMind, Demis Hassabis, il leader di Anthropic, Dario Amodei e diversi di docenti delle più prestigiose università al mondo, come Harvard, Yale e Stanford. (Continua a leggere dopo la foto)
Nel testo si legge: “Esperti di intelligenza artificiale, giornalisti, responsabili politici e gente comune discutono sempre di più sui rischi derivanti dall’Ia. La dichiarazione che segue mira a superare questo ostacolo e ad aprire una discussione. Ha anche lo scopo di sollecitare una presa di coscienza comune tra esperti e personaggi pubblici che prendono sul serio anche i rischi più gravi legati all’Ai avanzata. Mitigare il rischio di estinzione dell’Ai dovrebbe essere una priorità globale insieme ad altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare”. (Continua a leggere dopo la foto)
Dunque gli stessi creatori dell’intelligenza artificiale percepiscono rischi concreti dietro le loro invenzioni, se non interverrà un sistema legislativo ben strutturato. A conferma di questo, il New York Times ha riportato la notizia di un recente incontro tra Altman, Hassabis e Amodei da una parte e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dall’altra, con al suo fianco la vicepresidente Kamala Harris: “In una testimonianza al Senato dopo l’incontro, Altman ha avvertito che i rischi dell’Ai avanzata erano abbastanza seri da giustificare l’intervento del governo e richiedevano una puntuale regolamentazione per prevenire danni potenziali”.
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]]>Un uomo proveniente dalla Grecia, ricoverato presso l’ospedale Sacco di Milano a causa di un ictus, è morto a causa dell’infezione da Candida auris, un fungo noto come il ‘fungo killer’. Secondo quanto riportato da fonti dell’Adnkronos Salute, il paziente è risultato positivo alla Candida auris durante gli esami di laboratorio ed è deceduto stamattina.
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L’uomo era stato ricoverato all’ospedale Sacco dopo essere arrivato dalla Grecia, e il suo caso viene classificato come un caso importato. La Candida auris è un fungo scoperto per la prima volta nel 2009 in Giappone, quando è stato isolato dall’orecchio di una donna, da cui deriva il suo nome ‘auris’. In Italia, il primo caso di infezione invasiva da C. auris è stato identificato nel 2019, seguito da un focolaio che ha colpito principalmente le regioni settentrionali durante il periodo pandemico del 2020-2021, come riportato sull’Epicentro del Ministero della Salute.
La diffusione della Candida auris è stata significativa anche negli Stati Uniti, dove i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Cdc) l’hanno classificata come “una minaccia urgente” a causa della sua resistenza agli antibiotici. Durante gli anni della pandemia, le infezioni da C. auris sono aumentate in modo significativo nelle strutture sanitarie statunitensi, come indicato dai dati pubblicati sugli ‘Annals of Internal Medicine’ dai Cdc. Nel 2021, si è registrato un triplicamento dei casi resistenti al principale farmaco utilizzato per il trattamento delle infezioni da Candida auris, le echinocandine. A livello nazionale, il numero di casi clinici è passato da 476 nel 2019 a 1.471 nel 2021, con un triplicamento dei casi di screening nel 2020-2021, per un totale di 4.041 casi. Secondo i Cdc, l’aumento dei casi è stato osservato anche nel 2022.
La Candida auris è una minaccia emergente nella comunità medica a livello mondiale. Questo fungo può causare infezioni gravi, spesso con esiti fatali, soprattutto nei pazienti immunocompromessi. La sua resistenza agli antimicotici comunemente usati rende il trattamento delle infezioni da C. auris estremamente difficile.
Le autorità sanitarie italiane stanno monitorando attentamente la situazione e adottando misure di controllo per prevenire la diffusione del fungo. È fondamentale l’adozione di protocolli di igiene rigorosi nelle strutture sanitarie e il rafforzamento delle pratiche di controllo delle infezioni per limitare la diffusione della Candida auris.
La morte di questo uomo a Milano evidenzia l’importanza di continuare a studiare e monitorare attentamente la Candida auris, al fine di implementare strategie efficaci per il controllo e la prevenzione delle infezioni da questo fungo. È necessario un coordinamento internazionale per condividere informazioni e migliorare la sorveglianza epidemiologica, al fine di contrastare la diffusione di questa minaccia globale per la salute pubblica.
Gli esperti raccomandano anche di sensibilizzare il personale sanitario e il pubblico in generale sull’importanza delle pratiche di igiene adeguate, come il lavaggio accurato delle mani e la pulizia e disinfezione delle attrezzature mediche. Inoltre, è fondamentale adottare precauzioni speciali nei confronti dei pazienti ad alto rischio, come quelli con un sistema immunitario compromesso o che hanno subito interventi chirurgici invasivi.
La Candida auris rappresenta una sfida significativa per il sistema sanitario, ma è possibile affrontarla con una risposta rapida, una sorveglianza attiva e una cooperazione internazionale. I ricercatori stanno continuando a studiare la genetica e la biologia di questo fungo per sviluppare nuovi strumenti diagnostici e terapeutici più efficaci.
È fondamentale che le autorità sanitarie, i medici e il personale sanitario in generale rimangano vigili e pronti a rispondere a potenziali focolai di Candida auris. Solo attraverso una solida collaborazione tra paesi e l’implementazione di misure preventive appropriate possiamo combattere efficacemente questa minaccia emergente per la salute pubblica.
La morte di quest’uomo a Milano sottolinea l’importanza di continuare a studiare e affrontare il problema delle infezioni da Candida auris, al fine di proteggere la salute delle persone e garantire un ambiente sanitario sicuro per tutti.
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]]>L'articolo Apre il portellone dell’aereo in volo, è panico proviene da Business.it.
]]>Un uomo è stato arrestato venerdì per aver aperto la porta di emergenza di un aeromobile durante l’atterraggio. Il volo OZ8124 di Asiana Airlines, con 194 passeggeri a bordo, stava atterrando all’aeroporto internazionale di Daegu quando si è verificato l’incidente.
Secondo l’agenzia di stampa Yonhap, l’uomo, un trentenne, ha aperto la porta di emergenza dell’aereo intorno alle 12:45, ora locale. L’equipaggio e i passeggeri hanno reagito con panico, ma nonostante le circostanze, l’aereo è atterrato in sicurezza.
Video condivisi dai passeggeri sui social media mostrano il danno sulla fusoliera dell’aereo e il vento che irrompe nell’abitacolo, colpendo i sedili. Alcuni passeggeri hanno lamentato problemi respiratori a causa dell’apertura improvvisa della porta e dell’afflusso d’aria.
Diverse persone sono state trasportate in ospedale per ulteriori accertamenti, tra cui alcuni bambini che si trovavano a bordo dell’aereo per partecipare a un evento sportivo del fine settimana. Un genitore ha dichiarato a Yonhap: “I bambini erano spaventati, tremavano e piangevano”.
Il trentenne responsabile del caos a bordo è stato immediatamente arrestato dopo l’atterraggio. Asiana Airlines ha confermato che le autorità hanno avviato un’indagine approfondita sull’incidente. Non è ancora chiaro perché l’uomo abbia aperto la porta di emergenza.
Asiana Airlines ha espresso gratitudine per il professionismo e la calma dimostrata dal suo equipaggio durante l’incidente e ha assicurato che sarà fatto tutto il possibile per supportare i passeggeri coinvolti nell’incidente.
Questo incidente ha messo in evidenza l’importanza della sicurezza aerea e la necessità di procedure rigorose per affrontare eventuali emergenze. Sebbene la situazione fosse potenzialmente molto pericolosa, il fatto che tutti i passeggeri siano stati salvati senza gravi ferite è un tributo alla risposta dell’equipaggio e alle procedure di sicurezza attuate.
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]]>L'articolo Uno studio inquietante dimostra che l’intelligenza artificiale è in grado di leggere nel cervello proviene da Business.it.
]]>Uno studio pubblicato su Nature: l’intelligenza artificiale che legge nel cervello. Gli studiosi dell’Università di Austin (Texas) hanno condotto una ricerca con l’obiettivo di aiutare le persone che sono mentalmente coscienti ma impossibilitate a comunicare verbalmente, come coloro che hanno subito gravi ictus. Alex Huth, assistente di Neuroscienze e Informatica presso l’UT Austin, ha commentato che questo sistema rappresenta un notevole passo avanti rispetto ai metodi non invasivi precedenti, che si limitavano a singole parole o frasi brevi.
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A differenza di altri sistemi di decodifica del linguaggio che richiedono impianti chirurgici invasivi, il decodificatore semantico è non invasivo e non richiede alcun impianto. Inoltre, a differenza di altri decodificatori, non si basa su un elenco predeterminato di parole, consentendo una maggiore libertà di espressione. I risultati ottenuti non sono una trascrizione letterale di ciò che il soggetto pensa o sente, ma il decodificatore cattura l’essenza del pensiero. Circa il 50% delle volte, la macchina è in grado di produrre un testo che si avvicina molto al significato delle parole originali.
In un esperimento, ad esempio, un ascoltatore ha sentito l’oratore dire: “Non ho ancora la patente di guida” e la macchina ha tradotto il pensiero in: “Non ha ancora iniziato ad imparare a guidare”. Durante i test, i ricercatori hanno anche chiesto ai partecipanti di guardare brevi video durante la scansione, e il decodificatore è stato in grado di descrivere con precisione alcuni eventi dei video basandosi sull’attività cerebrale registrata.
I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature. Oltre alla traduzione delle attività cerebrali in testo scritto, gli studiosi stanno anche esplorando altre applicazioni dell’intelligenza artificiale nel campo della lettura del pensiero. Un altro studio recente condotto dall’Università di Osaka, in Giappone, ha dimostrato come l’intelligenza artificiale possa leggere le scansioni cerebrali per ricreare le immagini visualizzate dalla persona, utilizzando generatori di testo immagine come Stable Diffusion, Midjourney e DALL-E 2 di OpenAI.
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]]>L'articolo La profezia di Bill Gates: “L’intelligenza artificiale tasformerà i colossi Google e Amazon” proviene da Business.it.
]]>È facile alle previsioni e spesso ci azzecca, Bill Gates. “L’intelligenza artificiale trasformerà Google e Amazon”, sostiene. Il vaticinio avviene durante un evento della Goldman Sachs, sul tema dell’Ia. Gates dice che l’impatto di un futuro assistente personale dotato di intelligenza artificiale sarà così profondo che la prima azienda a svilupparlo avrà un vantaggio sui concorrenti. Secondo Gates, l’impatto altererà i comportamenti degli utenti e di conseguenza le loro abitudini di acquisto. “Sarà uno sconvolgimento epocale: chiunque realizzerà per primo un agente personale, dotato di intelligenza artificiale, farà sì che nessuno andrà più su un motore di ricerca, su un sito di produttività, su Amazon”.
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L’assistente AI, secondo il fondatore di Microsoft, potrà comprendere le persone e aiutarle a “leggere le cose che non ha tempo di leggere”, tra l’altro. Questa tecnologia sarà quasi certamente sviluppata da una startup, dice Gates. Ma per l’altro cinquanta per cento potrebbe essere un altro colosso tecnologico. “Sarei deluso se Microsoft non entrasse in questo filone di business, ma sono impressionato da un paio di startup, inclusa Inflection“. Si riferisce alla startup di Mustafa Suleyman. già fondatore di DeepMind. Non sarà immediata questa rivoluzione, quanto meno finché questa diverrà popolare e diffusa. Ci vorrà del tempo prima che questo potente agente digitale futuro sia pronto per l’uso mainstream, ha affermato Gates. Fino ad allora, sarà guerra aperta tra i colossi della tecnologia generativa, come Google.
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]]>L'articolo Whatsapp introduce la funzione di modifica dei messaggi entro 15 minuti proviene da Business.it.
]]>La funzione di modifica dei messaggi, attesissima da molti utenti di Whatsapp, sembra non essere ancora disponibile in Italia. Ma l’annuncio di Zuckerberg lascia sperare in un’implementazione in tempi brevi di questa importante novità. Il manager ha condiviso nel suo post uno screenshot che mostra un messaggio modificato dopo l’invio, dimostrando la nuova funzionalità in azione.
Con questo cambiamento che riguarda la funzione di modifica dei messaggi, gli utenti avranno la possibilità di correggere eventuali errori di battitura, informazioni imprecise o semplicemente cambiare il tono di un messaggio inviato prematuramente. Questa funzione di ‘arretramento’ nel tempo potrebbe rappresentare una significativa evoluzione per la comunicazione su Whatsapp, portando a una maggiore flessibilità e, in alcuni casi, prevenendo possibili fraintendimenti.
Questo annuncio sulla nuova funzione di modifica dei messaggi segue un’altra importante novità introdotta da Whatsapp, annunciata da Zuckerberg la scorsa settimana. L’applicazione introdurrà le cosiddette “chat private”, che saranno protette da password e al sicuro da occhi indiscreti. Secondo quanto spiegato da Zuckerberg su Facebook, queste nuove chat “rendono le tue conversazioni più private”. Poiché i messaggi vengono “nascosti in una cartella protetta da password”. Inoltre, “le notifiche non mostreranno il mittente o il contenuto del messaggio”, aumentando ulteriormente la privacy degli utenti. Queste nuove funzioni rivelano l’orientamento di Whatsapp verso un’esperienza d’uso sempre più personalizzata e sicura. Mettendo al centro la privacy e la libertà degli utenti. Sarà interessante osservare come queste innovazioni influenzeranno l’uso quotidiano dell’app di messaggistica e come saranno accolte dalla vasta comunità di utenti.
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]]>L'articolo WhatsApp, Zuckerberg annuncia l’arrivo delle chat private proviene da Business.it.
]]>È Chat Lock la nuova funzione di WhatsApp che permette di usare chat private. Lo stesso Zuckerberg ha annunciato le novità nel consueto incontro annuale in diretta streaming su Facebook. Le nuove forme di chat “rendono le tue conversazioni più private”, perché i messaggi sono “nascosti in una cartella protetta da password” e soprattutto che “le notifiche non mostreranno il mittente o il contenuto del messaggio”.
Le conversazioni protette, saranno visualizzate in un’apposita cartella, simile a quella delle chat archiviate. Per sbloccarle, si dovrà attivare il riconoscimento dell’impronta oppure la scansione del volto, o, ancora, la sicurezza in due passaggi, con l’invio di un codice effimero sul dispositivo usato.
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Tra le funzioni di Chat Lock, l’omissione del mittente e del contenuto del messaggio in anteprima. Una modalità pensata per evitare spiacevoli inconvenienti, magari mentre si condivide l’uso del proprio smartphone.
Tra le altre funzioni innovative annunciate da Zuckerberg, anche quella molto richiesta dagli utenti. Con i prossimi aggiornamenti, dovrebbe infatti arrivare la possibilità di modificare i messaggi. Sembra che sarà possibile farlo entro i primi 15 minuti dall’invio.
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]]>L'articolo Carta d’Identità, cambia tutto! Come usarla da oggi proviene da Business.it.
]]>Da oggi è possibile utilizzare la Carta di identità elettronica come Spid per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione. Questa novità semplificherà l’accesso ai servizi online della PA, ma ci sono ancora molte incertezze sulle effettive semplificazioni che la legge delega propone.
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Questa innovazione era già stata annunciata alcune settimane fa, ma era disponibile solo per un piccolo numero di PA. Adesso, invece, tutti i siti della PA che accettano la Carta di identità elettronica per i servizi online potranno essere utilizzati in modo semplificato.
Ciò significa che ora possiamo accedere ai servizi online con solo le credenziali (nome utente, password e, se necessario, un codice temporaneo), senza dover utilizzare la carta fisica abbinata alla nostra identità elettronica e l’app istituzionale CieID. La modalità precedente, che richiedeva la carta fisica, è ancora disponibile solo per i servizi con il massimo livello di sicurezza, come la firma di un contratto.
È importante notare che le PA che consentono l’utilizzo della Carta di identità elettronica sono ancora meno di quelle che accettano Spid. Tuttavia, il governo italiano ha previsto un bando Pnrr per aumentare il numero di PA che accettano la Carta di identità elettronica.
Il ministro della PA, Paolo Zangrillo, ha anche annunciato una serie di semplificazioni importanti per aiutare i cittadini ad avere un migliore rapporto con la PA, come la stabilizzazione delle ricette mediche digitali. Zangrillo ha anche affermato di voler accelerare l’introduzione dell’identità digitale e di lavorare per trovare una soluzione più avanzata che sia utilizzabile anche al di fuori dell’Italia.
In generale, l’utilizzo semplificato della Carta di identità elettronica come Spid rappresenta un primo passo verso una semplificazione dei servizi online della PA, ma ci sono ancora molte sfide da affrontare per rendere l’accesso ai servizi più facile e accessibile per tutti i cittadini.
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]]>L'articolo Qual è il tumore di Michela Murgia e perché è così pericoloso proviene da Business.it.
]]>Ecco il tumore di Michela Murgia. La scrittrice soffre di una grave forma di tumore al rene. Si tratta di una forma di cancro che colpisce i tessuti del rene. Secondo le statistiche, il tumore al rene rappresenta circa il 3% di tutti i tumori maligni negli adulti e il 90% di questi sono carcinomi renali a cellule chiare. Nonostante i progressi nella diagnosi e nel trattamento, il tumore al rene rimane una malattia grave che richiede un’attenzione continua.
I sintomi del tumore al rene possono variare da persona a persona e spesso non sono evidenti nelle prime fasi della malattia. Tuttavia, alcuni dei sintomi più comuni includono sangue nelle urine, dolore al fianco o alla schiena, una massa o un nodulo che può essere sentito nell’addome o nel fianco, perdita di peso involontaria, affaticamento e febbre. Non è ancora noto con precisione cosa provochi il tumore al rene, ma ci sono alcuni fattori di rischio noti. Questi includono il tabagismo, l’obesità, l’ipertensione e la storia familiare di tumori renali.
La diagnosi del tumore al rene spesso inizia con un esame fisico e una valutazione della storia medica del paziente. Altri test possono includere l’ecografia, la tomografia computerizzata (TC), la risonanza magnetica (MRI) e la biopsia renale. Il trattamento del tumore al rene dipende dalla dimensione e dalla posizione del tumore, nonché dallo stadio della malattia. Le opzioni di trattamento possono includere la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia e l’immunoterapia.
Non esiste un modo garantito per prevenire il tumore al rene, ma ci sono alcune cose che le persone possono fare per ridurre il loro rischio. Questi includono smettere di fumare, mantenere un peso sano, controllare la pressione sanguigna e sottoporsi a esami medici regolari. Molte organizzazioni sono impegnate nella ricerca sul tumore al rene, con l’obiettivo di migliorare la comprensione della malattia, sviluppare nuovi trattamenti e trovare una cura. Alcune organizzazioni forniscono anche supporto ai pazienti e alle loro famiglie, offrendo informazioni, risorse e assistenza durante tutto il percorso della malattia.
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]]>L'articolo Intelligenza artificiale, si è dimesso il padrino: “Adesso posso parlare” proviene da Business.it.
]]>Geoffrey Hinton, considerato il “padrino dell’Intelligenza artificiale”, ha recentemente lasciato il suo ruolo in Google per poter parlare liberamente dei rischi dell’IA. Hinton ha espresso preoccupazioni riguardo ai possibili utilizzi non etici dell’IA, alla violazione della privacy e alla creazione di disuguaglianze sociali. “L’IA è una tecnologia incredibilmente potente, ma è anche una tecnologia molto pericolosa se non viene utilizzata in modo responsabile”, ha dichiarato Hinton. Inoltre, il lavoro che sta svolgendo è per garantire che la tecnologia sia etica e responsabile.
Hinton ha anche espresso la sua preoccupazione sulla trasparenza e la prevedibilità dei sistemi di IA, affermando che “la sfida più grande nella creazione di sistemi di IA è garantire che siano prevedibili e trasparenti. Dobbiamo sapere come funzionano questi sistemi per poterli controllare e gestire i loro effetti”.
In un’intervista con la Bbc, Hinton ha anche affermato che la tecnologia di chatbot potrebbe presto superare il livello di informazioni di un cervello umano. “In questo momento, quello che stiamo vedendo è che cose come GPT-4 oscurano una persona nella quantità di conoscenza generale che ha e la oscura di gran lunga. In termini di ragionamento, non è così buono, ma fa già un semplice ragionamento. E dato il ritmo dei progressi, ci aspettiamo che le cose migliorino abbastanza velocemente. Quindi dobbiamo preoccuparcene”, ha spiegato Hinton.
In sintesi, le preoccupazioni di Geoffrey Hinton riguardo ai rischi dell’IA includono l’etica, la privacy, le disuguaglianze sociali, la trasparenza e la prevedibilità dei sistemi di IA. Hinton ha sottolineato la necessità di sviluppare sistemi di IA che siano eticamente e socialmente responsabili, e ha sostenuto la collaborazione tra sviluppatori di tecnologie, esperti di etica e scienziati sociali.
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]]>L'articolo ChatGpt, buone notizie per gli italiani proviene da Business.it.
]]>Il chatbot ChatGpt sarà di nuovo disponibile in Italia entro domani. L’accordo tra OpenAI, l’azienda che gestisce il chatbot, e il Garante Privacy italiano è stato raggiunto dopo che OpenAI ha accettato di adempiere alle richieste di rispetto della normativa europea sulla privacy.
In settimana, OpenAI aveva concesso a tutti gli utenti mondiali la possibilità di escludere le proprie conversazioni dal training dell’algoritmo, ma per il ritorno sul mercato italiano, l’azienda ha dovuto rispondere a richieste ben precise del Garante italiano. Queste richieste includono la presenza in ChatGpt di strumenti utili per permettere agli interessati, anche non utenti, di chiedere la rettifica dei dati personali che li riguardano generati in modo inesatto dal servizio o la cancellazione degli stessi, nel caso la rettifica non fosse tecnicamente possibile.
OpenAI dovrà inoltre consentire agli interessati non utenti di esercitare, in modo semplice e accessibile, il diritto di opposizione rispetto al trattamento dei loro dati personali utilizzati per l’esercizio degli algoritmi e riconoscere analogo diritto agli utenti, qualora individuino il legittimo interesse quale base giuridica del trattamento. OpenAI dovrà fare una campagna pubblicitaria per far conoscere a tutti, anche ai non utenti, la possibilità di essere esclusi dal chatbot.
Il ritorno di ChatGpt in Italia è una notizia importante per tutti gli utenti italiani che vogliono usufruire del servizio di chatbot. Grazie all’accordo tra OpenAI e il Garante Privacy italiano, gli utenti possono ora utilizzare il servizio di chatbot in modo sicuro e rispettoso della privacy.
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]]>L'articolo Svolta in Italia, pillola contraccettiva gratis per tutte le donne proviene da Business.it.
]]>L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha annunciato che la contraccezione orale diventerà gratuita per tutte le donne, senza limiti di età. Questa decisione, che segue l’esempio della Francia, comporterà un costo di circa 140 milioni di euro all’anno per le casse dello Stato.
L’Aifa aveva già iniziato a discutere questa possibilità da mesi, mentre alcune regioni italiane avevano già deciso di fornire la pillola in modo gratuito nei consultori a determinate categorie di donne, come le ragazze fino ai 25 anni, le disoccupate e quelle che avevano fatto un’interruzione di gravidanza.
L’obiettivo di questa decisione è quello di garantire l’accesso alla contraccezione a tutte le donne, senza distinzione di reddito o di età. Ciò potrebbe portare a una riduzione delle interruzioni di gravidanza e ad un miglioramento della salute sessuale e riproduttiva delle donne.
La pillola sarà disponibile gratuitamente in farmacia, senza la necessità di andare al consultorio. Si tratta di una svolta importante per la salute delle donne in Italia, che potranno finalmente avere accesso alla contraccezione in modo semplice e gratuito.
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]]>L'articolo Esplosa la navicella spaziale Starship di Elon Musk proviene da Business.it.
]]>Esplosa la navicella spaziale Starship di Elon Musk. È partita Starship, ma poi è esplosa in volo dopo poco: la nave spaziale di Elon Musk destinata alla Luna e a Marte doveva affrontare il suo primo test in volo insieme al lanciatore Super Heavy, il più grande razzo mai costruito. Il test è partito da Boca Chica, la base della SpaceX in Texas. Tre minuti dopo il lancio, però, Starship è esplosa
Il primo lancio di Starship del 18 aprile era stato annullato. SpaceX ci ha riprovato oggi, riuscendoci a metà. Si sono visti prima i motori accesi e l’azienda spaziale di Elon Musk sembrava pronta quindi ad aprire la finestra per la missione per portare in cielo la navicella Starship SN24 e Super Heavy, il razzo più grade al mondo. Poi però il direttore della missione ha sospeso il conto alla rovescia. A questo punto il countdown è ripartita, c’è stato il decollo ma poi, a 34 mila metri di altitudine l’imprevisto.
Subissati di critiche su Twitter, sia dal profilo di Elon Musk che da quello ufficiale di SpaceX si spiega che in intraprese tecnologiche di questo calibro “il successo sta anche in quello che apprendiamo da ogni singolo evento”.
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]]>L'articolo Vaccini contro il cancro, la rivoluzione è vicina proviene da Business.it.
]]>La rivoluzione nella medicina potrebbe arrivare entro il 2030 grazie all’uso dell’mRNA per sviluppare vaccini contro il cancro, le malattie cardiovascolari e le malattie autoimmuni. L’annuncio è stato fatto dall’azienda americana Moderna, che ha sfruttato l’esperienza maturata con i vaccini anti-Covid per accelerare la ricerca in quest’ambito. Secondo il dottor Paul Burton, direttore sanitario di Moderna, l’azienda potrebbe offrire questi vaccini in appena cinque anni, e saranno molto efficaci nel salvare vite umane.
Il funzionamento di questi vaccini anti-cancro sarà basato su un approccio personalizzato. Inizialmente, verrà effettuata una biopsia sulle cellule tumorali per identificare le mutazioni che non sono presenti nelle cellule sane. Successivamente, un algoritmo identificherà quali mutazioni stanno causando la crescita del tumore e sono in grado di attivare il sistema immunitario. Verrà quindi creata una molecola di RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre gli antigeni che causeranno una risposta immunitaria.
Una volta iniettato nel corpo, l’mRNA si tradurrà in parti di proteine identiche a quelle presenti nelle cellule tumorali. Le cellule del sistema immunitario riconosceranno queste proteine come estranee e distruggeranno le cellule tumorali che le presentano. Questo approccio mirato e personalizzato potrebbe essere molto efficace nel combattere diversi tipi di tumori e potrebbe salvare centinaia di migliaia, se non milioni, di vite in tutto il mondo.
L’esperienza acquisita durante la pandemia di Covid-19 ha giocato un ruolo chiave nello sviluppo di questi vaccini anti-cancro. Grazie alle tecnologie basate sull’mRNA utilizzate per i vaccini anti-Covid, come quelli sviluppati da Moderna e Pfizer-BioNTech, è stato possibile accelerare la ricerca e lo sviluppo di vaccini personalizzati contro il cancro. L’equivalente di 15 anni di progressi è stato raggiunto in soli 12-18 mesi, aprendo la strada a una nuova frontiera nella lotta contro il cancro e altre malattie mortali.
Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare. Gli studi clinici dovranno essere condotti per garantire la sicurezza e l’efficacia di questi vaccini anti-cancro. Sarà necessario anche superare ostacoli finanziari e regolatori per rendere questi vaccini accessibili alle persone in tutto il mondo. Tuttavia, l’annuncio di Moderna offre una speranza concreta per un futuro in cui i vaccini basati sull’mRNA potranno essere utilizzati per combattere una vasta gamma di malattie, cambiando il panorama della medicina e salvando molte vite umane.
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]]>L'articolo Artemis 2, ecco gli astronauti in missione verso la Luna… proviene da Business.it.
]]>La NASA ha annunciato l’equipaggio della missione Artemis II, che si prevede si svolgerà nel novembre 2024. Gli astronauti che faranno parte della missione saranno Victor Glover, pilota, Christina Koch e Reid Wiseman, comandante, tutti della NASA, e Jeremy Hansen dell’Agenzia Spaziale Canadese. Questi quattro astronauti saranno i primi ad avvicinarsi alla Luna dopo l’ultima missione Apollo del 1972.
La missione Artemis II sarà la prima del programma lunare Artemis ad avere un equipaggio, e prevede un viaggio di 10 giorni per orbitare intorno alla Luna, spingendosi più lontano dalla Terra di quanto non abbia mai fatto un essere umano. Questa missione sarà la premessa al ritorno dell’uomo sulla superficie lunare per la prima volta dopo mezzo secolo.
Il programma Artemis prevede di inviare astronauti sulla Luna nel 2025, a cinque decenni dalle storiche missioni Apollo concluse nel 1972. L’obiettivo dell’agenzia spaziale statunitense è quello di stabilire una presenza umana duratura sulla superficie lunare e infine di lanciare un viaggio su Marte entro il 2040.
L’equipaggio della missione Artemis II è composto da quattro membri altamente qualificati. La specialista di missione Christina Koch ha cominciato la sua carriera come ingegnere elettrico e ha partecipato alla prima passeggiata spaziale di sole donne sulla Stazione spaziale internazionale (ISS) nel 2019. Il canadese Jeremy Hansen è stato un pilota militare prima di lavorare per l’Agenzia Spaziale Canadese (CSA), attualmente collabora con la NASA per l’addestramento degli astronauti e le operazioni di missione, e Artemis II sarà la sua prima missione nello spazio. Il pilota Victor Glover ha già esperienza con la missione Crew-1 di SpaceX. Infine, il comandante Reid Wiseman ha un’esperienza a bordo della ISS come ingegnere di volo nel 2014.
La missione Artemis II metterà alla prova il potente razzo Space Launch System della NASA e i sistemi di supporto vitale a bordo della sonda Orion. La prima missione Artemis è terminata a dicembre del 2022 quando la capsula Orion, senza equipaggio, ha fatto ritorno sulla Terra dopo un viaggio di 25 giorni intorno alla Luna. Durante il viaggio attorno al satellite della Terra e ritorno, Orion ha raggiunto il punto più lontano dalla Terra rispetto a qualsiasi precedente veicolo spaziale abitabile.
La NASA ha dichiarato che la missione Artemis II non porterà solo gli astronauti, ma anche la speranza di milioni di persone di tutto il mondo. Con questa missione, la NASA si avvicina sempre di più all’obiettivo di stabilire una presenza umana duratura sulla Luna e di aprire la strada per un viaggio su Marte.
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]]>L'articolo Il Garante della Privacy ha deciso: stop a ChatGPT. Fuori legge la raccolta dati personali. E non solo… proviene da Business.it.
]]>Stop a ChatGPT. Il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di limitare provvisoriamente il trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma ChatGPT, fino a quando non verranno rispettate le norme sulla privacy. L’Autorità ha anche aperto un’istruttoria sulla questione.
Secondo il provvedimento emesso dal Garante, OpenAI non ha fornito un’adeguata informativa agli utenti e non ha una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali. La piattaforma utilizza infatti questi dati per “addestrare” gli algoritmi sottesi al suo funzionamento.
Inoltre, come già riportato in precedenza, ChatGPT ha subito una perdita di dati riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha anche sottolineato come l’assenza di qualsiasi filtro per la verifica dell’età degli utenti esponga i minori a risposte inadeguate rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.
OpenAI, che non ha una sede nell’Unione Europea ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese per adempiere alle richieste del Garante. In caso contrario, l’azienda potrebbe essere sanzionata con una multa fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del suo fatturato globale annuo.
L'articolo Il Garante della Privacy ha deciso: stop a ChatGPT. Fuori legge la raccolta dati personali. E non solo… proviene da Business.it.
]]>L'articolo L’allarme della polizia: attenti alla truffa dello squillo, ecco come difendersi proviene da Business.it.
]]>Per prima cosa bisogna precisare che con la truffa dello squillo il malintenzionato non può svuotare il credito di un cellulare facendo soltanto un semplice squillo. Ma c’è bisogno della involontaria collaborazione della persona che riceve la chiamata affinché ciò avvenga. Il nome wangiri deriverebbe poi da una espressione giapponese che indica più o meno l’azione di fare uno squillo ad un telefono per poi riattaccare subito. Lo scopo di questo gesto è quello di suscitare la curiosità di chi riceve la telefonata per indurlo a richiamare quel numero sconosciuto.
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Ma non è tutto, perché la truffa dello squillo viene messa in atto di solito quando una persona non può rispondere subito, come di notte ad esempio. E gli squilli vengono ripetuti più di una volta. Quasi sempre si tratta di numeri telefonici con prefissi internazionali, come quelli di Cuba, Gran Bretagna, Kosovo, Moldavia o Tunisia. Come già accennato, solo con lo squillo la wangiri non funziona. La truffaparte quando la malcapitata vittima decide di richiamare.
A quel punto si viene reindirizzati verso un numero telefonico a pagamento. Ovviamente nessuno risponde. Oppure parte una voce pre registrata che ha l’unico scopo di far trascorrere il tempo per permettere così agli esecutori della truffa dello squillo di svuotare tutto il credito di un telefonino. Il costo della wangiri può arrivare fino a 1,5 euro al secondo. Come consiglia anche la polizia postale, il modo più efficace per difendersi da questa truffa è quello di non richiamare mai numeri sconosciuti. Ma ora tutti e due i principali sistemi operativi degli smartphone (Android e iOS) hanno messo a disposizione dei loro clienti delle app dove inserire una lista di numeri considerati spam. La app utilizzata dal sistema Android si chiama ‘Telefono di Google’ ed è considerata molto efficace.
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]]>L'articolo Visionario, morto il papà di tutti i computer moderni proviene da Business.it.
]]>Gordon Moore, cofondatore dell’azienda Intel, è scomparso alle Hawaii all’età di 94 anni. La sua morte ha suscitato una grande tristezza nell’ambiente informatico ed elettronico. Moore ha contribuito in modo significativo allo sviluppo dell’elettronica e dell’informatica grazie alle sue supposizioni e alla “prima legge di Moore”, che prevede un costante aumento della potenza di calcolo dei microchip. Questa legge è stata una pietra miliare per l’industria dei microprocessori e ha permesso di produrre dispositivi sempre più piccoli, efficienti e potenti.
In un articolo del 1965, Moore ha previsto l’avvento dei computer domestici, dei controlli automatici per le automobili e delle apparecchiature di comunicazione portatili personali. Queste previsioni si sono avverate con la rivoluzione dei PC, l’avvento di Internet e dei dispositivi mobili, come l’iPhone di Apple. I chip prodotti da Intel e da altre aziende sono diventati sempre più efficienti e meno costosi, dando un grande impulso allo sviluppo tecnologico mondiale.
Moore ha anche dimostrato una grande generosità attraverso la sua fondazione, donando più di 5 miliardi di dollari a progetti di beneficenza, in particolare legati alla conservazione dell’ambiente e alla scienza. La sua scomparsa rappresenta una grande perdita per l’industria dell’elettronica e dell’informatica e per la comunità mondiale. Tuttavia, il suo lavoro e la sua eredità continueranno ad avere un impatto significativo sul mondo tecnologico per molti anni a venire.
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]]>L'articolo Ecco come mangeremo insetti anche in Italia proviene da Business.it.
]]>Il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida ha annunciato la firma di quattro decreti che riguardano la vendita di farine di insetti, che includono grilli, larve, tarme e locuste. Queste farine rappresentano alimenti non tradizionali nell’alimentazione, ma sempre più utilizzati in tutto il mondo per le loro proprietà nutrizionali e sostenibilità ambientale.
Gli insetti sono infatti fonti di proteine, grassi, vitamine e minerali, ma richiedono meno acqua e terreno rispetto alla produzione di carne e sono più efficienti dal punto di vista energetico. Inoltre, la coltivazione di insetti può ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura tradizionale e alleviare la pressione sulla fauna selvatica.
Tuttavia, l’idea di mangiare insetti può essere ancora difficile da accettare per molti consumatori, per cui il ministro Lollobrigida ha sottolineato l’importanza di un’etichettatura chiara e precisa per questi prodotti. I consumatori devono sapere con precisione quali prodotti contengono farine di insetti e in quale quantità, in modo da poter fare scelte informate sulla loro alimentazione.
In Italia, le farine di insetti non sono ancora molto diffuse, ma in altri paesi come il Regno Unito, l’Olanda e la Danimarca, sono già disponibili in alcuni supermercati e ristoranti. La firma di questi decreti è un passo importante per la promozione dell’uso di insetti nella dieta umana in Italia, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
In sintesi, l’utilizzo di farine di insetti rappresenta una soluzione sostenibile ed efficace per affrontare le sfide alimentari e ambientali che il nostro pianeta deve affrontare. Tuttavia, è importante educare i consumatori sull’utilizzo di questi alimenti e fornire informazioni trasparenti sulle etichette dei prodotti contenenti farine di insetti, in modo da garantire la sicurezza e la qualità dell’alimentazione.
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]]>L'articolo Hacker, nuovo attacco russo all’Italia proviene da Business.it.
]]>Il gruppo filorusso NoName ha rivendicato un nuovo attacco hacker contro l’Italia, colpendo il sito del Ministero dei Trasporti, dell’Autorità regolatrice dei trasporti e dell’Atac, l’azienda per la mobilità del Comune di Roma. Secondo quanto riportato, i siti al momento risultano irraggiungibili. Il gruppo hacker ha solitamente utilizzato la tecnica chiamata Ddos per i propri attacchi, ma non ha fornito dettagli specifici sul tipo di attacco effettuato.
In un messaggio di rivendicazione, il gruppo ha affermato che “20 soldati ucraini sono stati addestrati per usare Samp-T in Italia”, il sistema missilistico sviluppato dal consorzio europeo Eurosam, formato da Mbda Italia e Francia e Thales. Inoltre, il gruppo ha fatto riferimento alla recente dichiarazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni riguardo alle condizioni non ancora mature per avviare un processo negoziale in Ucraina. Il gruppo ha poi minacciato ulteriori attacchi nei confronti dell’Italia.
Il collettivo NoName ha iniziato a colpire l’Italia e i suoi siti istituzionali dopo la visita di Giorgia Meloni a Kiev. Il giorno successivo alla visita, il gruppo ha attaccato e messo offline una serie di siti, tra cui quello dei Carabinieri, del Ministero degli Esteri e della Difesa. Da allora, il gruppo ha continuato a perpetrare una serie di attacchi, colpendo anche i siti del Csm. L’ultimo attacco, in ordine di tempo, risale alla scorsa domenica.
Gli attacchi informatici rappresentano una minaccia sempre più frequente per le istituzioni e le aziende in tutto il mondo. È necessario che le organizzazioni si attrezzino adeguatamente per contrastare tali attacchi, implementando sistemi di sicurezza informatica robusti e affidabili. Inoltre, è fondamentale che gli stati cooperino a livello internazionale per contrastare le attività criminali online e proteggere le infrastrutture critiche.
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]]>L'articolo Allarme fungo killer, resiste alle medicine proviene da Business.it.
]]>L’allarme arriva dagli Stati Uniti: la Candida auris, un fungo killer che resiste ai farmaci, si sta diffondendo rapidamente durante la pandemia e rappresenta una minaccia urgente alla salute pubblica. Questo fungo colpisce principalmente gli anziani e le persone con deficit immunitari, spesso portandoli alla morte.
Il fungo è stato individuato nella metà dei 50 stati americani, con una concentrazione elevata in California, Texas, Nevada e Florida. Nel 2021 sono stati riportati 1474 casi clinici, con un aumento del 200% rispetto al 2019, e nel 2022 sono state registrate 2377 infezioni. Circa la metà dei pazienti che si ammalano muore entro 90 giorni, ma non è ancora chiaro quanti di questi decessi siano direttamente attribuibili al fungo.
La Candida auris è particolarmente preoccupante perché resiste ai trattamenti comuni e può essere trasportata su abiti e pelle. Durante la pandemia da Covid-19, l’attenzione è stata focalizzata sul coronavirus, facendo passare in secondo piano le misure di prevenzione per il fungo. Inoltre, il fungo tende a depositarsi su abiti e guanti delle infermiere e su altri indumenti protettivi che dovrebbero essere monouso, ma che durante la pandemia sono stati spesso riutilizzati per carenze di materiale. Il fungo è stato trovato anche sui ventilatori e su altri dispositivi medici.
La Candida auris non rappresenta una grande preoccupazione per i giovani sani e per chi ha un sistema immunitario efficiente, ma può essere letale per gli anziani e le persone con deficit immunitari. La resistenza del fungo ai farmaci è un altro problema preoccupante, in quanto l’1,2% dei campioni di Candida auris quest’anno si sono mostrati resistenti a un trattamento nuovo di prima linea, le echinocandine. Se questa resistenza dovesse aumentare, diventerebbe molto difficile, se non impossibile trattare la malattia.
Gli sforzi attuali sono concentrati sulle misure di prevenzione e screening precoce, per evitare che il fungo si diffonda ulteriormente e diventi ancora più resistente ai farmaci. È importante che le autorità sanitarie e le strutture sanitarie prestino attenzione a questo fungo e adottino le misure necessarie per prevenire la sua diffusione.
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]]>L'articolo La sindrome di Ramsay Hun, cosa è e come si cura proviene da Business.it.
]]>La sindrome di Ramsay Hunt, anche nota come sindrome di herpes zoster oticus o paralisi di Bell secondaria, è una condizione medica rara ma seria che colpisce il sistema nervoso e può causare una serie di sintomi debilitanti.
Questa sindrome è causata dal virus della varicella-zoster, lo stesso virus responsabile della varicella e dell’herpes zoster (comunemente noto come fuoco di Sant’Antonio). Quando una persona contrae il virus, questo si insedia nei nervi sensoriali del midollo spinale e può rimanere inattivo per anni prima di reattivarsi, causando herpes zoster.
Nel caso della sindrome di Ramsay Hunt, il virus si attiva nei nervi del cranio, in particolare nel nervo facciale, che controlla i muscoli del viso. Ciò provoca sintomi come dolore intenso all’orecchio, vertigini, perdita dell’udito, eruzione cutanea dolorosa e paralisi facciale.
La paralisi facciale è uno dei sintomi più distintivi della sindrome di Ramsay Hunt. Si manifesta come una perdita dell’abilità di controllare i muscoli del volto, che può causare un aspetto asimmetrico o distorto del viso. La paralisi facciale può essere temporanea o permanente, e la gravità dei sintomi varia da persona a persona.
Oltre alla paralisi facciale, i sintomi della sindrome di Ramsay Hunt possono includere:
Dolore intenso all’orecchio o alla zona dell’orecchio
Vertigini o sensazione di testa leggera
Perdita dell’udito o tinnito
Eruzioni cutanee dolorose che si estendono dallo stesso lato del viso della paralisi facciale
La diagnosi della sindrome di Ramsay Hunt si basa sulla valutazione dei sintomi e sulla storia medica del paziente. Il medico può anche richiedere test di laboratorio per confermare la presenza del virus della varicella-zoster.
Il trattamento della sindrome di Ramsay Hunt si concentra sulla gestione dei sintomi e sulla prevenzione di eventuali complicanze. Ciò può includere l’uso di farmaci antivirali per ridurre la gravità dell’infezione virale, analgesici per alleviare il dolore e la terapia fisica per migliorare la funzione muscolare e ridurre la probabilità di contrarre infezioni secondarie.
È importante notare che la sindrome di Ramsay Hunt può essere associata a complicanze a lungo termine, come la perdita permanente dell’udito o la neuropatia del nervo facciale. Pertanto, è importante cercare cure mediche tempestive e seguire attentamente le indicazioni del medico.
In sintesi, la sindrome di Ramsay Hunt è una condizione medica seria che può causare una serie di sintomi debilitanti, tra cui la paralisi facciale. Se si sospetta di avere questa sindrome, è importante consultare immediatamente un medico per una diagnosi e un trattamento adeguati.
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]]>L'articolo Padre dona un polmone al figlio: “Adesso sono felice” proviene da Business.it.
]]>Il dono di un polmone da parte di un padre di 34 anni al figlio di 5 anni, per la prima volta in Italia, ha suscitato emozione e ammirazione in tutto il paese. L’operazione di trapianto, eseguita lo scorso 17 gennaio presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, è stata un successo e il bambino, soprannominato “Mario” per proteggere la sua identità, è stato dimesso il 21 febbraio. Il padre, visibilmente commosso, ha dichiarato di non avere parole per esprimere la gioia e la gratitudine per il successo dell’intervento e per la possibilità di salvare la vita di suo figlio.
“Ora, dopo il trapianto, ho visto che gioca, che potrà andare a scuola e potrà avere una vita come tutti gli altri: non ci sono parole per l’emozione che sto provando”, ha detto il padre. Ha anche evidenziato l’importanza del dono e la capacità di ognuno di noi di salvare una vita, sottolineando che non possiamo salvare il mondo, ma tante vite sì. Il figlio, che si è presentato all’incontro con i giornalisti con il suo pupazzo di Super Mario Bros, ha già espresso il suo primo desiderio: un Lego, che la famiglia gli ha prontamente regalato.
Questa storia è un esempio straordinario del potere del dono nella vita umana. Come affermava il filosofo francese Albert Camus, “la felicità non sta nell’avere, ma nell’essere”. Il padre ha dimostrato un amore e una generosità senza limiti verso il figlio, donando parte di sé per salvare la sua vita. Questo gesto ha dato al figlio la possibilità di vivere una vita normale e ha dato alla famiglia la speranza e la felicità che solo un dono del genere può dare. In un mondo spesso guidato dal denaro e dal possesso, questa storia ci ricorda che la vera felicità sta nell’essere disposti a donare se stessi agli altri.
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]]>L'articolo Perché le PMI hanno bisogno di un’agenzia SEO proviene da Business.it.
]]>La SEO non è una strategia di marketing semplice, ci può volere diverso tempo prima di arrivare ai risultati sperati, ma sono duraturi. Un lavoro SEO riguarda il processo di ottimizzazione del contenuto, della struttura e del design di un sito web per migliorare la visibilità e il posizionamento nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP). Per le piccole e medie imprese (PMI) la SEO può essere molto utile per avere una forte presenza online in modo da attirare nuovi clienti, costruire la consapevolezza del marchio e aumentare le vendite.
Le PMI possono aumentare la loro visibilità e attirare più traffico sul loro sito web grazie ad un’agenzia SEO. Quando le persone cercano prodotti o servizi correlati alla tua attività, non vuoi che il tuo sito web appaia nella prima pagina dei risultati di ricerca? Più alto è il posizionamento del tuo sito web nella SERP, più è probabile che le persone entrino e interagiscano con i tuoi contenuti. Questo si può fare ottimizzando il tuo sito web per parole chiave pertinenti.
La SEO non solo aiuta le PMI a posizionarsi più in alto nei risultati di ricerca, ma migliora anche l’esperienza utente complessiva nel sito. Ottimizzando il contenuto, la struttura e il design, puoi rendere più facile la navigazione per gli utenti, facendogli trovare velocemente ciò che stanno cercando. Questo si traduce in un aumento del tempo trascorso sul tuo sito, una frequenza di rimbalzo inferiore e più conversioni!
Un’agenzia SEO aiuta le PMI ad attirare traffico mirato, ottimizzando il sito web per parole chiave e frasi specifiche relative alla propria attività. Ciò significa che le persone che cercano prodotti o servizi correlati alla tua attività potranno trovare il tuo sito web nei risultati di ricerca. In questo modo puoi aumentare la probabilità di convertire quei visitatori in clienti, nel caso in cui tu abbia un e-commerce in cui vendi prodotti o servizi. La SEO è quindi un investimento a lungo termine che ti aiuta non solo a farti conoscere, ma anche ad aumentare i tuoi guadagni.
Nel web è importantissimo avere una buona reputazione, questa però va guadagnata col tempo e con la professionalità. Quando le persone vedono il tuo sito web nella prima pagina dei risultati di ricerca, è più probabile che si ricordino della tua attività e che abbiano una buona opinione su di te. Creare una forte presenza online e aumentare la consapevolezza del marchio è ciò che sta alla base di ogni strategia SEO di successo.
A differenza di altre strategie di marketing a pagamento e a breve termine, la SEO può attirare traffico organico su un sito per tantissimi anni, senza costi aggiuntivi. Una volta che la strategia è stata pianificata e messa in atto, un’agenzia SEO farà le dovute analisi periodiche per vedere se c’è qualcosa che non va o che può essere migliorato. Gli algoritmi dei motori di ricerca cambiano spesso, quindi degli esperti nel campo possono sapere quali modifiche fare per non perdere il posizionamento. Tuttavia, la SEO può fornire vantaggi a lungo termine e un ROI più elevato, senza dover spendere grandi somme di denaro.
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]]>L'articolo Zuckerberg annuncia: ecco Facebook a pagamento proviene da Business.it.
]]>All’interno dell’abbonamento a pagamento ci sarà, oltre al badge blu, anche una protezione ulteriore contro il furto di identità e un accesso diretto al servizio clienti. Le nuove funzionalità “consentiranno di migliorare l’autenticità e la sicurezza dei nostri processi”, ha spiegato Mark Zuckerberg. Il servizio comincerà ad essere attivo in Australia e Nuova Zelanda, seguito poi da altri Paesi. L’abbonamento sarà disponibile solo per gli utenti di età pari o superiore a 18 anni e verrà richiesto un documento di identità ufficiale, come passaporto o patenti di guida, per dimostrare che l’utente richiedente è anzitutto una persona reale, e che la sua identità corrisponda al nome del profilo e alla foto sul proprio account Facebook o Instagram.
La svolta impressa da Mark Zuckerberg a Facebook e Instagram sembra molto simile a quella adottata poche settimane fa dal nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk. Musk ha infatti lanciato il servizio a pagamento Twitter Blue che prevede tra le altre funzioni la verifica dell’account e alcune funzioni premium, come la possibilità di modificare i tweet, scriverne di più lunghi e caricare video di 60 minuti.
Anche Meta Verified permetterà di “autenticare il proprio account con un documento, avere una spunta blu, avere protezione extra contro i furti di identità e accesso rapido all’assistenza”, spiega Mark Zuckerberg sul suo canale Instagram. Il nuovo servizio farà il suo debutto già durante questa settimana in Australia e in Nuova Zelanda. E sarà disponibile solo per gli utenti che abbiano compiuto i 18 anni di età. E così i social network abbandonano definitivamente la loro missione iniziale che era quella di offrire a tutti un servizio gratuito che si reggesse soltanto sugli introiti pubblicitari.
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]]>L'articolo WhatsApp, 4 novità da non perdere: dalle foto agli avatar personalizzabili, ecco cosa sapere proviene da Business.it.
]]>WHATSAPP: 4 NOVITÀ DA NON PERDERE
1) Inviare 100 foto – Una delle quattro novità di WhatsApp riguarda la possibilità di inviare fino a 100 foto o video con un solo messaggio, superando il limite che finora era di 30. Inoltre secondo alcune indiscrezioni individuate dal sito di esperti Wabetainfo in una versione beta dell’app, il team di WhatsApp starebbe lavorando anche per consentire agli utenti di condividere foto nella loro qualità originale. Al momento infatti, quando si invia una foto ad un amico o un gruppo, l’app la comprime, abbassando risoluzione e dettagli. In futuro, ognuno potrebbe decidere la modalità di invio del file, così da preservare la qualità di determinati scatti, anche dopo la condivisione.
2) Aggiungere didascalie – WhatsApp inserisce la possibilità di aggiungere didascalie quando si inviano dei documenti, in questo modo saranno rintracciabili più facilmente attraverso le parole chiave, in un secondo momento.
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3) Più caratteri nella descrizione dei gruppi – Su WhatsApp tra le 4 novità da non perdere c’è l’aumento del limite dei caratteri per l’oggetto e la descrizione dei gruppi; in questo modo gli amministratori potranno inserire maggiori dettagli e specificare le regole del gruppo.
4) Avatar personalizzabili – Infine con il nuovo aggiornamento, viene data agli utenti la possibilità di creare avatar personalizzati e di usarli come sticker e immagini del profilo.
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Il menù segreto di WhatsApp
Da qualche tempo circola la voce sul web sull’esistenza di un menù segreto all’interno di WhatsApp. In effetti, sia su Android sia su iOS, esiste un menu che si può visualizzare solo tenendo premuto a lungo l’icona dell’app. Questo menù però esiste da anni e non è certo segreto: è il solito menu che permetteva (e permette tutt’ora) di disinstallare l’app, cui sono state aggiunte alcune voci come l’accesso rapido ai contatti preferiti oppure ai widget e poco altro.
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L'articolo WhatsApp, 4 novità da non perdere: dalle foto agli avatar personalizzabili, ecco cosa sapere proviene da Business.it.
]]>L'articolo Attacco hacker, ci pensa Elon Musk proviene da Business.it.
]]>Elon Musk, l’imprenditore che ha fondato, tra le altre, la società Tesla, per le auto elettriche, che ha acquistato Twitter, inventato i viaggi su Marte, propone anche Starlink. La sua creazione permette il ripristino delle reti internet attraverso un sistema satellitare criptato, SpaceX. Musk ha portato questo sistema in Ucraina, contribuendo in modo decisivo sia alla difesa dello stato che alle attività lavorative quotidiane.
Dopo le notizie sull’attacco hacker in Italia, dunque, Elon Musk ha pubblicato un tweet con la pubblicità di Starlink in italiano. Musk ha ricordato che Starlink è “disponibile in Italia!” con un abbonamento mensile di 50 euro al mese.
Il sistema Starlink di Elon Musk e supportato dai satelliti SpaceX ed è attivo in Ucraina a sostegno del paese, nonostante i tentennamenti dello stesso fondatore di Tesla. Dopo diverse trattative, infatti, Musk ha deciso di lasciare ancora il servizio gratuito a Kiev.
Nei mesi scorsi, la Cnn aveva documentato l’interesse di Musk a portare Starlink in Iran, questa volta con l’appoggio non esplicito del governo Usa. Quando la storia è venuta alla luce, però, sembra che le cose si siano arrestate di colpo.
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]]>L'articolo Italia, massiccio attacco hacker proviene da Business.it.
]]>Un “massiccio attacco hacker tramite un ransomware già in circolazione” è stato rilevato dal Computer security incident response team Italia dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Sono state già censite “diverse decine di sistemi nazionali verosimilmente compromessi e allertato numerosi soggetti i cui sistemi sono esposti ma non ancora compromessi”.
Rimangono ancora alcuni sistemi esposti, non compromessi, dei quali non è stato possibile risalire al soggetto proprietario: “Questi sono chiamati immediatamente ad aggiornare i loro sistemi”.
Il ransomware è un programma informatico dannoso (“malevolo”) che può “infettare” un dispositivo digitale (PC, tablet, smartphone, smart TV), bloccando l’accesso a tutti o ad alcuni dei suoi contenuti (foto, video, file, ecc.) per poi chiedere un riscatto (in inglese, “ransom”) da pagare per “liberarli”.
La richiesta di pagamento, con le relative istruzioni, compare di solito in una finestra che si apre automaticamente sullo schermo del dispositivo infettato. All’utente viene minacciosamente comunicato che ha poche ore o pochi giorni per effettuare il versamento del riscatto, altrimenti il blocco dei contenuti diventerà definitivo.
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]]>L'articolo Spoofing la nuova truffa digitale: ecco cos’è e come proteggersi dagli attacchi proviene da Business.it.
]]>Spoofing la nuova truffa digitale: ma in cosa consiste?
Falsificare la propria identità digitale per rubare informazioni importanti o accedere a conti bancari. E’ questa la pratica definita spoofing, un termine utilizzato in vari composti, come spoofing dell’indirizzo IP (l’invio di messaggi a un computer usando un indirizzo IP che fa sembrare che il messaggio sia stato inviato da una fonte attendibile), spoofing di mail (la modifica dell’intestazione di una mail per farla sembrare proveniente da qualcuno o qualcosa di diverso dalla fonte effettiva) e spoofing del DNS (la modifica del server DNS al fine di dirottare un nome di dominio specifico verso un indirizzo IP diverso).
Come funziona lo spoofing?
Lo spoofing è un tipo di impersonificazione tecnologica che cerca di ingannare una rete o un essere umano per fargli credere che la fonte di determinate informazioni sia attendibile, quando invece non lo è. Gli hacker, ad esempio, possono utilizzare questa tecnica per inviarti mail che appaiono come provenienti da qualcuno di fidato, in modo da spingerti a fornire dati sensibili. Oppure, possono provare a sfruttare lo spoofing dell’IP e del DNS per spingere la tua rete a dirottarti su siti fraudolenti che infetteranno il tuo computer.
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Come si riconosce lo spoofing?
Come abbiamo detto in precedenza, lo spoofing può essere di varie tipologie, come spoofing dell’indirizzo IP, lo spoofing di email o lo spoofing del DNS. Quello delle mail è forse lo spoofing più semplice da riconoscere, in quanto attacca direttamente gli utenti. Quindi fate attenzione a qualsiasi email insolita: qualsiasi messaggio che richieda informazioni sensibili potrebbe nascondere un tentativo di spoofing, specialmente se richiede l’inserimento di nome utente e password. Ricorda, i siti legittimi non richiedono mai questi dati. Puoi anche verificare l’indirizzo mail per assicurarti che provenga da un account legittimo. Tuttavia, potresti non sapere mai di essere vittima dello spoofing dell’IP o del DNS, anche se tenere sott’occhio piccoli cambiamenti o comportamenti insoliti dovrebbe fornirti qualche sospetto.
Come prevenire lo spoofing, la nuova truffa digitale
La regola fondamentale nello spoofing è la prevenzione prima di tutto. Infatti per proteggerti da eventuali attacchi, basta usare il buon senso e la discrezione al momento di navigare in rete o di rispondere alle mail, anche quando pensi che siano fidate. Come ha riportato la pagina ufficiale di Avast, uno dei più noti software antivirus, basta tenere a mente queste tre regole per prevenire lo spoofing:
1) Fai sempre una verifica dell’indirizzo del mittente di qualsiasi mail sospetta
2) Tieni d’occhio tutti i tuoi siti web fidati, per notare aspetti o comportamenti insoliti
3) Non rispondere a mail che richiedono i dati del tuo account o le informazioni di login
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L'articolo Spoofing la nuova truffa digitale: ecco cos’è e come proteggersi dagli attacchi proviene da Business.it.
]]>L'articolo Le accuse dell’FBI: “TikTok minaccia la sicurezza nazionale degli Usa” proviene da Business.it.
]]>Democratici e repubblicani stavolta sono compatti. Il fondatore dell’azienda titolare di TikTok, ByteDance, dice di mettersi a disposizione per dimostrare che i timori sono infondati e per farlo accetterebbe di preservare in Texas i server con i dati di tutti gli utenti statunitensi, pur trattandosi di uno sforzo economico e logistico “senza precedenti”.
TikTok è una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. A ribadirlo è Chris Wray, direttore dell’Fbi, che davanti alla commissione per la sicurezza interna alla Camera ha descritto il social network come un’arma nelle mani della Cina.
Con quell’applicazione, la Cina può avere accesso ai dati di milioni di utenti e comprometterne i dispositivi.
Così Wray alla commissione: “Secondo la legge cinese le aziende sono tenute essenzialmente a fare tutto ciò che il governo vuole che facciano in termini di condivisione delle informazioni e questo rappresenta un motivo sufficiente per essere estremamente preoccupati”.
La replica di TikTok è arrivata dalla portavoce dell’azienda ByteDance negli Usa, Brooke Oberwetter: “Come ha specificato il direttore Wray nelle sue osservazioni il contributo dell’FBI è considerato parte delle nostre attività in corso. Sebbene non possiamo commentare i dettagli di quelle discussioni riservate, siamo fiduciosi di essere sulla buona strada per soddisfare pienamente tutte le ragionevoli preoccupazioni degli Stati Uniti sulla sicurezza nazionale”.
In cosa consiste la buona volontà dell’azienda è spiegato in termini ufficiosi: alla base del negoziato c’è la salvaguardia dei dati sensibili degli utenti. Washington chiede anzitutto che l’app non trasferisca le informazioni in Cina, ma le lasci dentro i confini statunitensi.
Per questo dal governo Biden è stato chiesto a ByteDance di vendere la propria controllata a una società americana. L’altra alternativa proposta dal governo democratico, più verosimile, è quella di rimanere sotto la società madre, ma lasciando gestire i dati a Oracle che ha sede a Austin, in Texas.
Su tale richiesta era già intervenuto il ceo di TikTok, Shou Zi Chew: “Il Project Texas è estremamente difficile e costoso da costruire, uno sforzo senza precedenti. Nessuna azienda ha tentato di farlo. Sono molto fiducioso che attraverso discussioni dettagliate troveremo una soluzione che affronti adeguatamente i problemi di sicurezza nazionale”.
Al momento, però, ciò che manca davvero è un accordo siglato dalle controparti.
L'articolo Le accuse dell’FBI: “TikTok minaccia la sicurezza nazionale degli Usa” proviene da Business.it.
]]>L'articolo WhatsApp: arriva la modalità “incognito” proviene da Business.it.
]]>Lo screenshot diffuso dai media di settore mostra alcune importanti novità nelle impostazioni sulla privacy di Whatsapp.
Ecco come funziona.
Nelle opzioni di privacy e sicurezza, “Chi può vedere le mie informazioni personali “, è già possibile rendere invisibile la voce Utimo accesso, ma al suo fianco ci sarà anche la voce “Chi può vedere quando sono online”.
Si potrà selezionare se questa informazione potrà essere vista da tutti, oppure se associarla alla scelta sull’ultimo accesso.
Scegliendo l’impostazione “Nessuno”, si potrà di fatto divenire completamente anonimi sulla piattaforma. Nessuno potrà visualizzare se stiamo scrivendo o registrando in chat.
Una funzione “ecologica”: per essere tranquilli mentre chattiamo, senza essere incalzati, o per proteggersi dagli assalti di stalker e molestatori.
L'articolo WhatsApp: arriva la modalità “incognito” proviene da Business.it.
]]>L'articolo Innovazione, Skipper libera i dati di mercato per l’e-commerce proviene da Business.it.
]]>
La mappa presenta funzioni che si adattano ai bisogni sia dei business che dei consumatori. Si configura come uno strumento di informazione superpartes e di conoscenza: in un semplice sistema di ascisse (prezzi) e ordinate (brand produttore), sintetizza la distribuzione di migliaia di prodotti di qualsiasi marchio divisi per categoria, e delle relative offerte e promozioni sui siti di vendita online. È però ai brand, agli e-commerce e alle agenzie web che Skipper si rivolge in questa prima fase, evidenziando quali vantaggi offre loro l’uso della mappa.
Per un business è vitale conoscere il proprio mercato di riferimento, non solo in termini di competitività basata sui prezzi. Ci sono molte altre variabili che influenzano le vendite e il rapporto tra domanda e offerta, elementi che sulla mappa assumono una forma visibile.
Con Skipper, i business possono effettivamente vedere la forma complessiva e globale del proprio mercato di riferimento, navigare tra gli spazi presidiati e i vuoti al suo interno.
Non solo, ma possono anche:
Skipper si presta a essere un prezioso strumento per i business, che possono così compiere le giuste operazioni strategiche di marketing e implementare la propria offerta e il proprio catalogo in modo intelligente e consapevole.
“Conoscere la relazione tra i dati all’interno del proprio mercato è il cuore di qualsiasi progetto che voglia funzionare online” – dichiara Davide Lugli, cofondatore e CEO di Skipper, che spiega: “avere un’idea reale e complessiva di come sono collegate le informazioni online senza le distorsioni degli algoritmi e della pubblicità permette di costruire i tratti della propria unicità e di distinguersi efficacemente. E questo è possibile solo conoscendo la forma dell’e-commerce”.
È proprio la consapevolezza il valore al centro del progetto di Skipper: una consapevolezza di come funziona il web in quanto spazio ricco di interconnessioni libere, e di tutte le variabili che concorrono al successo di un business.
Diffondere questa consapevolezza è la mission della startup, che, per riuscirci, sa che è necessario partire da una nuova concezione dei dati, visti non più come valori astratti, ma come materia.
Sta in questo la visione innovativa di Skipper, un approccio che la startup promuove anche nel suo manifesto (sottoscrivibile nella sezione dedicata sul sito) e che coltiva grazie a Free! il suo laboratorio di ricerca aperto e interdisciplinare con cui progettare e diffondere la conoscenza di nuovi datashape e rivoluzionare l’espressione dei dati.
La startup Skipper nasce alla fine del 2020 dall’unione di una rete di partner con la stessa visione e una lunga esperienza internazionale e plurisettoriale, tra cui e-commerce, marketing digitale, finanza, logistica e design.
Davide Lugli – Classe ’76 e formazione in ingegneria informatica a Parma tra il ’95 e il 2001. Nato come programmatore Web, dal 2001 al 2012 ha realizzato e tecnicamente montato più di 300 eCommerce. Ha lavorato e visto nascere grandi realtà, come consulente per Yoox in Ferrari e Whirlpool. Nel 2010 ha avviato la sua prima srl con lo scopo di vendere un software di geolocalizzazione commerciale basato su mappe a Gazzetta di Parma. Nel 2014 fonda Competitoor in UK per poi farla approdare in Italia al primo round da 660.000€ raccolti con Primomiglio Ventures. Competitoor è tuttora una società che fa confronto prezzi on-demand, veniva utilizzata soprattutto dai brand moda in un periodo storico dove non c’erano servizi simili in Italia, oggi sono più di 50 le soluzioni che offrono raccolta dati competitivi b2b. Ha venduto le sue quote di Competitoor nel 2020 per dedicarsi a Skipper.
Oltre a Skipper è Ceo di Digital Millers, una holding per investimenti nel settore Web e innovazione; è consigliere in 4ECOM l’associazione italiana dei servizi per eCommerce che conta oggi un centinaio di aziende associate. È sposato, vive a Carpi (Modena), ha un bassotto ed è appassionato di psicologia analitica e retrogaming.
Piero Nanni – Dalla progettazione di microcontrollori all’analisi e scrittura di codici software fino all’ingegneria ed economia dell’informazione. Due strade, parallele. Quella nata dell’ambiente imprenditoriale familiare che lo ha portato a studi ed esperienze in ambito gestionale ed economico e quella professionale in ambito IT Marketing e Service presso diverse realtà nazionali, tra le quali Gaspari, Biolaser ed eShopping Advisor.
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]]>L'articolo Luna, rinviata missione Artemis per gravi problemi al motore proviene da Business.it.
]]>Qualcosa, però, è andato storto. Prima un problema con l’idrogeno, rientrato, poi una crepa, non così grava, alla fine ha ceduto il motore, così si è rinunciato alla finestra possibile entro le 16.30, annullando e rinviando il volo. La prossima data, secondo il calendario fornito dalla Nasa, dovrebbe essere il 2 settembre, data che accorcerà comunque la missione.
La Nasa ha messo il cappello su questa importante missione: Artemis, Artemide, è la sorella di Apollo nella mitologia greca, e proprio per questo si presenta una missione tutta al femminile. Dovrebbe essere anche una donna statunitense l’astronauta che metterà la sua impronta a fianco di quella di Neil Armstrong sul suolo lunare.
Ma un grande impegno per la missione è stato profuso anche dall’Esa, l’ente europeo per lo spazio. Così aveva parlato questa mattina il suo direttore, Josef Aschbacher: “In questo decennio la prima donna e il prossimo uomo cammineranno sulla superficie della Luna e l’Agenzia Spaziale Europea sta costruendo l’hardware che fornirà la propulsione per trasportarli e sostenerli. L’Esa partecipa infatti a tutte le tappe del programma Artemis, dalla realizzazione del Modulo di Servizio europeo (Esm) della capsula Orion, alcuni elementi del quale sono stati realizzati in Italia dalla Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), alla futura stazione spaziale nell’orbita lunare Gateway, fino alla luce verde alla presenza di tre astronauti europei destinati a viaggiare nell’orbita lunare e, forse, a camminare sulla Luna”.
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]]>L'articolo Creati primi embrioni sintetici da cellule staminali, sono di topo proviene da Business.it.
]]>Si tratta di un risultato dopo oltre un decennio di ricerca che aiutare i ricercatori a capire perché alcuni embrioni falliscono mentre altri si trasformano in un feto per una gravidanza regolare.
I risultati potrebbero essere utilizzati anche per guidare lo sviluppo di organi umani sintetici per il trapianto.
Il modello embrionale ha imitato i processi naturali in laboratorio guidando i tre tipi di cellule staminali presenti nel primo sviluppo dei mammiferi fino al punto in cui iniziano a interagire.
Inducendo l’espressione di un particolare insieme di geni e stabilendo un ambiente unico per le loro interazioni, i ricercatori sono stati in grado di far “comunicare” le cellule staminali tra loro.
In questo modo, le cellule si sono organizzate in strutture che hanno progredito attraverso le fasi di sviluppo successive fino a quando gli embrioni sintetici hanno avuto cuori pulsanti e le basi per un cervello, così come il sacco vitellino dove l’embrione si sviluppa e da cui riceve i nutrienti nelle sue prime settimane.
Questa è la fase di sviluppo più avanzata raggiunta fino a oggi in un modello derivato da cellule staminali.
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]]>L'articolo Novità Whatsapp: si potrà uscire dai gruppi senza che nessuno se ne accorga. Ecco come fare proviene da Business.it.
]]>A brevissimo ci saranno, dunque, alcuni aggiornamenti importanti. Tra gli altri, sarà possibile abbandonare una chat di gruppo senza inviare notifiche a tutti i partecipanti, ma notificandolo solo all’amministratore del gruppo.
Per il resto, le procedure sono le stesse. Ecco come è possibile lasciare i gruppi a seconda del sistema operativo in uso.
Da Android: dopo aver avviato l’app di WhatsApp, fai tap sul pulsante con i tre puntini in verticale che si trova in alto a destra nella schermata principale, scegli la voce Impostazioni dal menù che si apre, premu poi sul pulsante con i tre puntini in verticale che trovi in alto a destra nella chat interessata, scegliendo la voce Altro dal menu che compare e poi l’opzione Abbandona gruppo e Abbandona.
Da iPhone: dopo aver avviato l’app di WhatsApp, fai tap sulla chat interessata, selezionando l’apposita voce che trovi in basso nella schermata principale dell’applicazione, facendo tap sulla conversazione relativa al gruppo su cui vuoi andare ad agire (se non riesci a trovarla, puoi aiutarti digitando il nome del gruppo di tuo interesse nel campo di ricerca in alto), quindi sul nome del gruppo che trovi in alto nella chat e poi sull’opzione Abbandona gruppo per due volte di seguito.
Da computer: dopo aver avviato il client di WhatsApp per Windows e macOS oppure WhatsApp Web (se non hai ancora effettuato il login da PC, scansiona prima il codice QR visualizzato sul desktop usando l’app di WhatsApp su smartphone, procedendo come ti ho spiegato in dettaglio nel mio tutorial su WhatsApp per PC), fai clic nella schermata principale di WhatsApp, selezionando la conversazione di tuo interesse nell’elenco a sinistra (se non riesci a trovarla, puoi aiutarti digitando il nome del gruppo nel campo di ricerca situato in alto), cliccando sull’icona con i tre puntini in verticale (su Windows e WhatsApp Web) oppure su quella con la freccia verso il basso (su macOS), scegliendo l’opzione Abbandona gruppo dal menu che compare e confermando le tue intenzioni premendo sul bottone OK.
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]]>L'articolo Fattura elettronica: la guida di TeamSystem proviene da Business.it.
]]>Servizi di ultima generazione per la digitalizzazione delle aziende, dei professionisti(commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati, amministratori di condominio, liberi professionisti) e delle associazioni sono messi a disposizione grazie ad una politica di investimento che pone al centro i bisogni dei clienti. In virtù di questa mission, TeamSystem ha creato la Guida alla Fattura Elettronica, nella quale passa in rassegna tutti gli elementi fondamentali da tenere in conto.
Per chiarire cos’è la Fattura Elettronica e come viene disciplinata, TeamSystem crea la “Guida alla Fattura Elettronica” in cui racchiude tutti gli elementi fondamentali da conoscere su questa tematica:
Nei Riferimenti Normativi si percorre la graduale introduzione ed espansione dell’obbligo di fattura elettronica a partire dal 2014, che ha coinvolto privati, Pubblica Amministrazione, Ministeri, Agenzie fiscali ed Enti di previdenza e assistenza sociale. Con l’emanazione del D.Lgs. 127/2015 sono disciplinate emissione e ricezione delle fatturazioni B2B, in tema di cessioni di beni o prestazioni di servizi, tra soggetti riconosciuti in Italia. La legge di Bilancio 2018 ha poi esteso l’obbligo a tutti i soggetti Iva.
In materia di obblighi ed esoneri, in linea di massima ogni soggetto residente o stabilito nel territorio che opera scambi di beni e servizi è tenuto a emettere fattura elettronica. Esistono però delle categorie “protette” esonerate dagli obblighi, come chi si avvale del regime agevolato. Ottiene l’esonero anche chi esercita l’opzione prevista dagli articoli 1 e 2, se nel periodo d’imposta precedente ha conseguito proventi fino a 65.000,00 Euro, associazioni no-profit, pro loco e associazioni sportive dilettantistiche.
L’adesione al sistema di fatturazione elettronica per chi fa parte del regime forfettario resta per il momento facoltativa e incentivata da uno specifico regime premiale. Nell’ambito della riforma dell’Amministrazione fiscale, il “Traguardo M1C1-1033” prevede un’introduzione dell’obbligo volto a ridurre l’evasione fiscale da omessa fatturazione.
È rilevante l’emissione, che deve avvenire obbligatoriamente entro 12 giorni dall’operazione di scambio, e la conservazione della fattura elettronica. La conservazione è un obbligo di legge e i documenti a fini fiscali devono essere immodificabili, integri, autentici e leggibili.
Nel caso di mancato rispetto delle regole, scattano le sanzioni. Per mancato o tardivo invio andranno approfonditi i termini dalla normativa vigente e, anche in presenza di più violazioni, la pena si applica una volta sola, rispettando il principio del cumulo giuridico.
L’imposta di bollo rimane anche per le fatture elettroniche emesse in conseguenza di prestazioni esenti o operazioni di addebito non direttamente comprendenti la mera vendita o prestazione, come un rimborso di spese anticipate per conto del cliente.
In materia di Privacy è fatto generale divieto per le prestazioni sanitarie di inserire in fattura dati che riguardano questi argomenti, per i quali sono ancora previsti formati cartacei.
Essendo ogni fattura una serie di tasselli che consentono molto facilmente di tracciare le abitudini e tanto altro, Garante per la privacy e Agenzia delle Entrate discutono da anni come trovare un equilibrio tra controllo e protezione dei dati.
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]]>L'articolo Come posizionarsi su Google: l’importanza della SEO Local proviene da Business.it.
]]>Oggi si parla molto di strategie SEO, ma non tutti sanno di cosa si tratta. Partiamo dalle base: SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, ovvero ottimizzazione per motori di ricerca. La maggior parte delle necessità degli utenti passa infatti attraverso i motori di ricerca: posizionarsi per le parole chiave di riferimento ti aiuterà a guadagnare un enorme mole di clienti.
Può essere stabilita una strategia SEO anche per esercizi commerciali di quartiere o per attività che operano in una ristretta area geografica. L’esperienza, infatti, suggerisce che gli esercizi di quartiere che si pubblicizzano tramite canali digital riescono a fare quel “salto di qualità” spesso auspicato. L’assenza di strategie strutturate da parte dei competitors rende il lavoro assolutamente più facile.
Una strategia SEO può naturalmente essere implementata da chiunque: è importante sempre immedesimarsi nel ruolo dell’utente/cliente e comprendere i suoi bisogni. Tuttavia esistono determinate figure professionali specializzate nell’ottimizzazione on-page e off-page. Sono i SEO Specialist, liberi professionisti che spesso collaborano con Web Agency del territorio, come – ad esempio – Rekuest Web Agency (https://www.rekuest.com/).
Per iniziare a conoscere il mondo della SEO Local, iniziamo ad elencare i principali strumenti su cui si andrà a intervenire.
Google My Business e Google Maps
Una delle prime cose da tenere in considerazione è la creazione di una scheda su Google My Business: si tratta di un servizio gratuito offerto ad imprese ed esercizi commerciali per facilitare i contatti con il pubblico. La scheda My Business compare in genere al lato della pagina quando si effettua una ricerca specifica.
Compilare tale profilo permette di inserire le foto dell’attività, indirizzo, numero di telefono, orari di apertura e sito web. Se i clienti sono la tua vetrina, poi, My Business permette anche di raccogliere recensioni per aiutare gli utenti a scegliere in maniera consapevole.
Iscrivendosi a My Business la tua attività comparirà anche su Google Maps, il navigatore targato Google. Se un utente è alla ricerca, ad esempio, di un bar in una determinata zona, fra i risultati di ricerca potrà apparire il tuo esercizio.
Sito web ottimizzato
Il secondo passo da fare riguarda la creazione di un sito web ex-novo o l’ottimizzazione di un portale vecchio. Avere un sito web aiuta a raccogliere contatti in maniera gratuita, a proporre ulteriori informazioni su servizi e listino prezzi e a posizionarsi per le parole chiave di tuo interesse. Se lo riterrai potrai anche aprire una sezione dedicata al blog, in cui offri materiale informativo che potrebbe interessare la tua clientela. Se la tua attività lo permette, puoi raccogliere anche prenotazioni e recensioni. Il sito web ti aiuterà a guadagnare visibilità per gli utenti della tua area geografica, siano essi residenti o di passaggio.
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]]>L'articolo Bitdefender Total Security: recensione della suite di sicurezza completa proviene da Business.it.
]]>Alcuni prodotti antivirus si attengono strettamente all’essenziale, eliminando le infestazioni di malware esistenti e difendendo i dispositivi da nuovi attacchi. Bitdefender, al contrario, racchiude una vasta raccolta di funzionalità incentrate sulla sicurezza, tra cui la gestione delle password, una maggiore sicurezza per le transazioni online, protezione anti-malware, firewall, filtro antispam e controllo genitori e persino una VPN.
La finestra principale di Bitdefender mostra una dashboard di sicurezza, con un menu a sinistra che offre un accesso dettagliato alle diverse funzionalità. I consigli sulla sicurezza occupano la parte superiore del resto della finestra con una raccolta di ciò che il prodotto chiama Azioni rapide. Le azioni rapide predefinite consentono di avviare una scansione rapida di sistema o di vulnerabilità, aprire la VPN e configurare la protezione online di Safepay. Puoi configurare il prodotto per mettere il File Shredder o il gestore delle password di Wallet nella schermata principale, al posto di un’azione che non è la tua preferita.
Bitdefender Antivirus Plus Main
Facendo clic su Protezione, Privacy o Utilità nel menu a sinistra vengono visualizzate pagine dettagliate di funzionalità e impostazioni, sebbene alcune delle funzionalità siano disponibili solo a livello di suite. Ad esempio, nella pagina Protezione gli elementi Firewall e Antispam richiedono un aggiornamento.
Per anni, la modalità Autopilota di Bitdefender ha gestito silenziosamente i problemi di sicurezza senza richiedere l’intervento dell’utente. Attualmente, il pilota automatico assume un ruolo più attivo. L’obiettivo è assicurarti di ottenere il massimo vantaggio dalle molte funzionalità di questo prodotto. Ad esempio ti può suggerire di eseguire una scansione per le applicazioni obsolete (e quindi vulnerabili) in caso di apertura di siti poco sicuri. Il pilota automatico potrebbe anche suggerirti di esplorare il gestore delle password di Wallet o di controllare la privacy dei tuoi account online.
Parental Advisor: monitoraggio dei genitori
Come per il monitoraggio dei genitori nella maggior parte dei moderni software di controllo parentale, si possono gestire i profili per ogni bambino (nessun limite al numero) dalla console online. Un client locale applica i risultati su dispositivi Windows, macOS, Android e iOS, sebbene il supporto iOS sia limitato.
Configurazione dei dispositivi
Per iniziare con il controllo genitori, accedere a Bitdefender Central e creare un profilo per il bambino. Il profilo include nome, data di nascita e una foto opzionale. Successivamente si identificano i dispositivi del bambino. È importante farlo prima di aggiornare le impostazioni sui device, perché alcune delle impostazioni si basano sulle informazioni raccolte da quei dispositivi.
Su un dispositivo Windows con Bitdefender installato, è un gioco da ragazzi: selezionare “Dispositivi” dal profilo del bambino, scegliere il dispositivo attivo, e selezionare un profilo utente precedentemente creato in Central.
Installato su un Mac, Bitdefender controlla l’intero dispositivo, non solo un account utente. Dal dispositivo in questione, accedere a Bitdefender Central, selezionare il profilo del bambino, scegliere i dispositivi dal menu a tre punti e fare clic su Aggiungi dispositivo.
Per proteggere un dispositivo Android, scaricare il componente parentale dall’app store e accedere all’account del genitore per associarlo a un profilo bambino. Durante l’installazione, è necessario assegnargli diverse autorizzazioni di fascia alta: accessibilità, amministratore del dispositivo e accesso all’utilizzo.
L’installazione su un dispositivo iOS è simile: scaricare l’app, associarla a un profilo senior e concedere tutte le autorizzazioni richieste. Non si può controllare l’utilizzo dell’app su un dispositivo iOS, ma grazie alla funzione di blocco e identificazione delle chiamate nelle versioni iOS recenti, Bitdefender può elencare tutti i contatti del bambino. In verità, questa funzione consentirebbe a Bitdefender di bloccare i contatti indesiderati, ma poiché non è più possibile su Android, i progettisti hanno optato per la coerenza anche su iOS.
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]]>L'articolo AGI Prima: tempestiva, approfondita, personalizzabile. L’app di AGI per chi vuole essere in Prima Fila. proviene da Business.it.
]]>Roma, 29.03.2021 – AGI lancia l’app AGI Prima e per la /Prima volta apre le porte della redazione dell’Agenzia Italia al mondo consumer. AGI è infatti una delle principali agenzie di stampa italiane con un’offerta di news rivolte ai media, alle istituzioni e alle aziende. Da oggi con AGI Prima anche il singolo lettore conoscerà i fatti /Prima ancora che divengano notizia, accedendo direttamente alla fonte.
La pandemia ha dimostrato in maniera inequivocabile il bisogno di informazione affidabile, autorevole, certificata. AGI Prima è la risposta e il contrasto tangibile al propagarsi dell’infodemia, la circolazione spasmodica e non vagliata di notizie che ha esposto i cittadini ad un profluvio di dati, pareri, opinioni, previsioni, a volte contraddittori o mal interpretati.
L’autorevolezza di un’agenzia di stampa con oltre 70 anni di storia, l’imparzialità e il bilanciamento delle scelte editoriali che compie ogni giorno, la tempestività che contraddistingue una fonte primaria sono la base fondante del giornalismo di AGI. Stop Fake News è il lavoro di ogni giorno dell’Agenzia Italia.
AGI Prima è disponibile da oggi su App Store e Google Play. Il giornalismo di qualità, con la potenza del digitale, diventa così accessibile a tutti, con quattordici giorni di prova gratuita, e poi con la sottoscrizione di un piano di abbonamento mensile al costo di 2,99€ o annuale al costo di 29,99€. Perché l’informazione è preziosa, e quella di AGI ha un grande valore esclusivo.
L’app di notizie si distingue nel panorama della grande informazione nazionale e internazionale non solo per i contenuti ma anche per l’innovazione e fluidità del news design e delle soluzioni tecnologiche. Realizzata in collaborazione con la controllata D-Share – azienda italiana leader in tecnologie e progetti digitali per i media – offre al pubblico un’esperienza unica e semplice.
AGI Prima si compone di tre sezioni: Notiziario, AGI Select, My AGI.
Testo, audio, video, il mestiere del giornalismo e il massimo della tecnologia disponibile:
“Il nostro obiettivo è quello di innovare e surfare sulle onde dei grandi trend del mondo post-coronavirus. Le indicazioni sono molto chiare: boom della digitalizzazione su tutti i settori, smaterializzazione di buona parte dei luoghi fisici che finora abbiamo utilizzato nella vita quotidiana- basta pensare alla crescita esponenziale del commercio elettronico nel settore degli alimentari, per non parlare del consumo di entertainment – e la domanda crescente di informazione affidabile e autorevole. Il giornalismo non è affatto in crisi, sono i vecchi modelli di business a essere messi in discussione”, ha affermato Mario Sechi, Direttore responsabile di AGI. “AGI Prima è una risposta, tra le tante possibili. Per un’agenzia di stampa con la tradizione di AGI è anche una via obbligata. Battiamo la notizia, fin dalla nostra nascita, 70 anni fa. Siamo in “rete”, da sempre. Ieri era il telegrafo, poi le telescriventi e il telefono, il network dei computer, e oggi lo smartphone. Siamo certi di poter dare un contributo importante alle aziende, alle Istituzioni, ai nostri singoli lettori. La nostra passione è il giornalismo, la nostra soluzione per chi vuole informarsi in tempo reale e in movimento è AGI Prima”.
“AGI Prima è un’app di notizie ed approfondimenti che combina il massimo della tecnologia con il talento dei giornalisti che lavorano nella redazione di AGI” – ha affermato Giuseppe Macchia, Amministratore Delegato di AGI – “In un contesto che rappresenta una nuova sfida come quello attuale abbiamo deciso di investire energie e risorse per offrire un prodotto di altissima qualità accessibile a tutti. Una app innovativa, semplice e immediata destinata, per la /Prima volta nella storia dell’agenzia, ai lettori alla ricerca di autorevolezza, imparzialità e tempestività, con l’obiettivo di costituire un nuovo punto di riferimento nell’informazione a pagamento. È il primo passo di un’ampia strategia verso un modello che coniuga il classico mestiere dell’azienda editoriale con quello di un’impresa ad alta tecnologia, per offrire nuovi servizi e soluzioni all’avanguardia alle imprese, alle istituzioni e al pubblico generalista alla ricerca di qualità”.
Scarica AGI Prima: notiziario, articoli personalizzati e notifiche in tempo reale.
AGI Agenzia Italia
AGI è una delle principali news company italiane. Dal 1950 affianca il mondo editoriale, istituzionale, industriale ed economico del paese. Con una capacità unica di essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta con obiettività e di trasmetterli in tempo reale in modo semplice e capillare.
Contatti societari:
Ufficio Stampa: +39.3371458938
Centralino: +39 06.5199161
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]]>L'articolo Truffe online su Facebook e WhatsApp: attenzione ai falsi buoni Carrefour, Conad e Alitalia proviene da Business.it.
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]]>L'articolo Indirizzo email professionale: ecco tutti i motivi per cui è importante per ogni azienda proviene da Business.it.
]]>Un altro aspetto da non trascurare per rendere il proprio business davvero vincente è avere una email professionale associata. Sebbene si possa essere tentati di provare a risparmiare denaro utilizzando una delle tante opzioni di posta elettronica gratuite disponibili, quando si gestisce un’azienda è importante disporre di un indirizzo e-mail professionale e varrà la pena fare questo investimento. Ecco perché.
Permette di mantenere un’immagine professionale
Negli affari, dare un’immagine professionale è importante per mantenere la fiducia dei clienti e apparire credibili online. Quando clienti potenziali o semplici curiosi ti contattano per porti domande o se ti interfacci con altre aziende, l’instradamento della posta elettronica attraverso il nome di dominio della tua
azienda mostra che la tua attività è consolidata e genuina ed è probabile che i clienti si sentano più a loro
agio nel trattare con te.
Link diretto al tuo sito web
Un indirizzo email professionale che utilizza il tuo nome di dominio consente ai clienti di cercare facilmente la tua azienda e il tuo sito web per ulteriori informazioni. Ciò contribuisce anche notevolmente a rassicurarli sul fatto che sei un’azienda legittima e consolidata e genera fiducia. È anche una grande risorsa di marketing: qualsiasi email che invii o ogni volta che lasci i tuoi dati di contatto a qualcuno, stai anche fornendo loro un facile collegamento al tuo sito web.
Riduci il rischio di essere contrassegnato come spam
Dato che chiunque può registrarsi ed avere un indirizzo e-mail gratuito in modo rapido e semplice, essi sono spesso utilizzati dagli spammer e, di conseguenza, sono spesso visti con sospetto: ecco perché avere un indirizzo e-mail professionale collegato al proprio dominio è un indicatore di fiducia. Alcuni filtri antispam e malware disabiliteranno automaticamente o reindirizzeranno alle cartelle della posta indesiderata, le e-mail di provider come Hotmail, ad esempio. Un indirizzo e-mail professionale riduce il rischio che le e-mail aziendali rimbalzino o vengano inviate direttamente nel cestino.
Collabora con il tuo team
Gli indirizzi e-mail professionali forniti da soluzioni come Office365 vengono generalmente forniti in bundle con altre funzionalità come i calendari condivisi che rendono molto più semplice la collaborazione con i colleghi. Puoi inviare e gestire richieste di riunione, visualizzare i calendari dei tuoi colleghi e verificarne la disponibilità, e persino tenere riunioni virtuali e lavorare contemporaneamente su documenti condivisi utilizzando questi tipi di strumenti.
Anche se in apparenza potrebbe sembrare che tu stia risparmiando denaro utilizzando un indirizzo email gratuito per la tua azienda, spesso scoprirai che ti costa caro in altri modi come la fiducia dei consumatori, la credibilità della tua azienda e persino la produttività. Le soluzioni di posta elettronica professionali tramite Office365 sono disponibili in diverse offerte di fruibilità. Ad esempio con GoDaddy, la scelta è tra tre pacchetti, tutti molti interessanti e in linea con le esigenze di PMI e professionisti, come il piano Business Premium che con soli 10,99 € per ogni utente/mese mette a disposizione: Microsoft 365 e App Web installato su più dispositivi (fino a 5); email professionale offerta da Microsoft Exchange con collegamento tra posta e dominio; 1 TB di spazio di memorizzazione online; Applicazioni aziendali: suite Microsoft Business e app per la produttività. Non ci sono costi iniziale da anticipare. Nessun costo di upgrade in futuro. Solo una quota mensile per avere sempre a disposizione la versione più recente.
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]]>L'articolo Giorgia, l’ingegnere spaziale che coltiva pomodori come su Marte: “Adesso punto sull’agricoltura. Ma hi-tech” proviene da Business.it.
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]]>L'articolo SIXTHCONTINENT: l’importanza degli e-commerce e delle iniziative di solidarietà al tempo del Covid-19 proviene da Business.it.
]]>Inoltre, acquistare online è anche entusiasmante: per trovare l’articolo di nostro gradimento dobbiamo cercare. Passare del tempo a spulciare siti ed a leggere informazioni per molti è divertente in quanto dà la possibilità di “conquistare” letteralmente il prodotto.
Nei mesi di lockdown, oltre al divieto di uscire di casa se non per motivi ben specifici e legati a necessità comprovate, non era possibile acquistare beni non di prima necessità. L’impossibilità di acquistare beni di largo consumo ha avvicinato gli utenti del web allo shopping online.
Perché lo shopping online è terapeutico?
Che fare shopping sia terapeutico è praticamente un dato di fatto. Ci permette di dedicarci anima e corpo alla scelta dell’oggetto del desiderio e di sentirci gratificati nel momento in cui acquistiamo e ci facciamo un regalo. Fare shopping online ci permette di avere accesso in pochissimo tempo a diverse piattaforme dalle categorie e dai prodotti illimitati. Infatti, con un semplice click si confrontano prezzi, prodotti, si leggono recensioni e si sceglie il prodotto desiderato.
Molto spesso gli e-commerce hanno gamme differenti di prodotti e su un solo sito si riesce a trovare tutto ciò di cui si ha bisogno. Durante l’emergenza dovuta al Covid-19 gli e-commerce hanno agevolato di molto la quotidianità degli utenti: in tempi relativamente brevi è stato possibile continuare ad avere accesso a dei beni che diversamente non si sarebbero potuti recuperare. Anche da un punto di vista affettivo lo shopping online ha offerto dei vantaggi: è stato possibile acquistare e inviare un regalo ai nostri cari lontani, sentendoli un minimo più vicini.
La (nuova) frontiera dell’e-commerce: SixthContinent
Se inizialmente acquistare online destava paura, durante il lockdown tutti hanno sperimentato la validità (e la semplicità di utilizzo) degli e-commerce.
Tra gli e-commerce presenti sul mercato italiano troviamo SixthContinent. Questa piattaforma, innovativa e facilmente accessibile da ogni dispositivo, permette di beneficiare di numerosi vantaggi e di prezzi competitivi su molti beni di largo consumo. Infatti, la gamma di prodotti è vasta, così come la lista dei Brand presenti sul sito. Gli utenti possono avere accesso a dei prezzi vantaggiosi di Shopping Card digitali che possono essere usate sia nei negozi fisici che online. Durante l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, l’e-commerce non è rimasto impassibile davanti alle difficoltà del popolo italiano e si è distinto per un’iniziativa di solidarietà che ha messo in luce quanto i clienti siano al centro della propria mission. SixthContinent ha dato la possibilità alle famiglie più colpite dalla crisi di ricevere € 30,00 di SXC Ticket utilizzabili per acquistare Buoni Spesa dei Brand che vendono beni di prima necessità. Questo perché l’emergenza ha dato il via a un periodo di crisi non indifferente e molte famiglie si sono trovate dall’oggi al domani senza una o più entrate. Il gesto di solidarietà di SixthContinent non è scontato e si è inserito in un panorama di iniziative volte al sostegno della popolazione: un incentivo in più per provare la piattaforma e i suoi servizi!
L'articolo SIXTHCONTINENT: l’importanza degli e-commerce e delle iniziative di solidarietà al tempo del Covid-19 proviene da Business.it.
]]>L'articolo IMMUNI: chi non scarica l’app avrà limitazioni negli spostamenti proviene da Business.it.
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]]>L'articolo Automotive e Coronavirus: mese di Marzo da dimenticare per il settore proviene da Business.it.
]]>Concentrandoci sul mercato del noleggio a lungo termine, secondo uno studio di Noleggiosemplice.it troviamo una situazione parimenti complicata, ma sicuramente meno grave. Le società di noleggio scontano una perdita del 79% del mese di marzo 2020 rispetto al 2019 e nel I trimestre si attestano su un meno 22%, lasciando a casa fermi circa 16 mila veicoli.
Uno scenario, quindi, molto preoccupante che avrà sicuramente un impatto decisivo sui budget annuali di tutte le aziende del settore.
I grandi players stanno già mettendo in campo una serie di strategie per contrastare questa emorragia di ordini e gli operatori del settore sono confidenti in una buona ripresa del mercato a partire da Maggio. Vista l’enorme liquidità messa in campo dal Governo in questa emergenza, si attende con fiducia un intervento dedicato al mondo automotive che possa “salvare” migliaia di aziende e centinaia di migliaia di posti di lavoro.
L’impatto di questa emergenza sanitaria avrà effetti perduranti per tutto l’anno in corso. Alcune previsioni stimano perdite in volumi di circa il 40%, con un consuntivo di circa 1,2 milioni di veicoli nuovi immatricolati. Significherebbe assistere alla peggiore performance dal 1980 ad oggi, un risultato impensabile solo 2 mesi fa.
Chi scrive, confida in un serio intervento statale, atteso ormai da molti anni, che possa spingere gli italiani a dotarsi di vetture più ecologiche e sicure, un’ iniziativa che, come già dimostrato dai maggiori esperti economici, può essere considerato a costo zero, venendo compensata dal maggiore gettito fiscale. In questo periodo, in cui vengono accordati sostegni alle imprese in modo massivo, uno strumento economicamente sostenibile sarebbe quantomeno auspicabile se non addirittura obbligatorio!
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]]>L'articolo WhatsApp cambia volto: nuovi limiti per combattere le fake news proviene da Business.it.
]]>Coronavirus, in Italia a rischio 1 milione di imprese: “Choc epocale”
L'articolo WhatsApp cambia volto: nuovi limiti per combattere le fake news proviene da Business.it.
]]>L'articolo Attenzione, gira su Whatsapp un falso messaggio audio sul coronavirus proviene da Business.it.
]]>La Gazzetta di Torino rilancia la notizia: “Si tratta di sciacalli che usano questi mezzi per diffondere il panico. Le notizie che addirittura raccontano storie personali di operatori di qualsiasi categoria sono da considerarsi bufale – sottolinea Marnati – e dunque destituite di ogni fondamento. La popolazione deve sapere che le informazioni ufficiali vengono diramate soltanto dalle istituzioni. Chi diffonde notizie di questo tipo, tra l’altro, è penalmente perseguibile per procurato allarme. Mi auguro che la Polizia Postale indaghi per individuare i responsabili”.
“In questi giorni ho ripensato ad alcune vecchie letture, a Winston Churchill. Questa è la nostra ‘ora più buia’. Ma ce la faremo”. Lo scrive su Instagram il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, facendo riferimento all’emergenza che il Paese sta attraversando per il Coronavirus. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dichiara in un’intervista a La Repubblica che le rinunce che si stanno facendo ora per l’emergenza del coronavirus, sono delle rinunce che si fanno “per il bene di tutti. Seguiamo le regole e l’Italia si rialzerà”, dichiara.
Intanto fra sabato 7 e domenica 8 marzo, la provincia di Bergamo è diventata la provincia italiana con più casi registrati di infezione da coronavirus: da 761 nella giornata di sabato, domenica sono diventati 997. Il dato ha superato quello di Lodi, la provincia dei primi comuni della ex “zona rossa”, dove da 811 sono diventati 853. La situazione era già complessa da giorni, ma a giudicare da notizie e testimonianze si sta decisamente aggravando.
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]]>L'articolo “The Go”, il nuovo logo di GoDaddy come empowerment rivolto agli imprenditori della quotidianità proviene da Business.it.
]]>The Go è una chiara dichiarazione di difesa degli imprenditori di tutto il mondo – un simbolo di empowerment che li incoraggia a stare in piedi da soli. Nella realizzazione del nuovo logo, creato internamente alla azienda, la società ha creato un caleidoscopio in cui tre idee fondamentali trovano un loro punto d’incontro in questa rappresentazione grafica. Innanzitutto lo Spirito Imprenditoriale che GoDaddy riconosce in ogni persona che vive la propria quotidianità districandosi nelle acrobazie di tutti i giorni; Go è il monito di incoraggiamento verso il primo passo o il prossimo passo più audace nel proprio percorso professionale. Ciò graficamente si converte con gli archi in picchiata delle curvature delle due lettere. La Gioia, quella che l’azienda spera che gli imprenditori riescano a provare mentre i propri percorsi e le proprie ambizioni prendono forma; il corollario dell’amore che si condensa nell’incontro a forma di cuore alla fine del vortice creato dalla parola “GO”. Infine l’Umanità, ovvero l’imprenditorialità accessibile a tutti. La storia recente dimostra quanto GoDaddy, dalla sua fondazione ad oggi, sia stata in grado di connettere uomo e tecnologia mettendosi al servizio degli imprenditori come nessun’altra realtà sul mercato.
Per esprimere davvero al meglio questo empowerment verso gli imprenditori a cui è rivolto il redesign del logo, GoDaddy ha messo a punto la prima campagna Out Of Home in Italia, riadattando per gli spazi aperti un contenuto che nasce per il web, come l’acquisto degli hosting. Make Your Point è il nome di questa pubblicità esterna con cui GoDaddy vuole mettere un punto, che possa essere in maniera contingente, sia di svolta che di arrivo, indipendentemente dai sogni di ognuno, l’importante è andare; Go.
La campagna pubblicitaria integrata in Italia di GoDaddy Inc. (NYSE: GDDY) è partita il 3 febbraio con il primo di tre flight di affissioni Out Of Home, pensati ed adattati ai diversi punti che copriranno, nelle due principali città della penisola: Roma e Milano. Questa forma pubblicitaria sarà al centro di tutti gli snodi e passaggi delle due città; metropolitane, strade e grandi stazioni ferroviarie porteranno il nuovo messaggio distintivo del brand, espresso dal concept creativo sviluppato da Alkemy, affinchè il maggior numero possibile di persone possa sentirsi parte del messaggio, “Go”.
L’idea alla base di questo concept pubblicitario è proprio il punto che ogni piccolo o grande imprenditore deve mettere nella propria vita. Sono i punti infatti a definire gli step segnanti di ogni impresa, e ogni impresa nella nostra società 4.0, costantemente coinvolta in una trasformazione sempre più virata verso la tecnologia, non può prescindere dalla sua presenza digitale.
“In questo mondo questo simbolo che nella vita di tutti i giorni può apparire di chiusura, rappresenta invece un’apertura: “mettere un punto” e registrare un dominio significa aprirsi a un mondo di possibilità ed iniziare una nuova storia imprenditoriale”, riferisce l’azienda.
GoDaddy, la società internazionale di web hosting fondata nel 1997 a Baltimora in Maryland, ad oggi offre i più completi strumenti per garantire ad ogni suo cliente la propria presenza online. Con il pacchetto Siti Web e Marketing, ogni piccolo o medio imprenditore potrà avvalersi non solo della piattaforma di creazione per il proprio sito web, ma anche di tutti gli strumenti di marketing per una campagna annessa al lancio del portale.
L’azienda garantisce la sua presenza in oltre 14 paesi al mondo e il suo team, il GoDaddy Guides, composto da 6000 consulenti supportano il cliente in ogni step che lo condurrà verso la sua definitiva web reputation e presenza digitale completa.
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]]>L'articolo La figlia muore a 7 anni, la madre riesce a rincontrarla con la realtà virtuale proviene da Business.it.
]]>L’orrore delle mamme-pedofile: “Facciamo un figlio, poi lo stupriamo”
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]]>L'articolo Il bastone intelligente che utilizza Google Maps per aiutare le persone non vedenti. Ad inventarlo un ingegnere ipovedente proviene da Business.it.
]]>Il bastone di per sé è semplicissimo, ma è collegato a un device dalla forma simile a un joystick verticale che interagisce con l’utilizzatore. WeWalk interagisce con l’utente mediante i comandi vocali Voice Assistant e un trackpad, inoltre ha un complicato sistema di sensori che avverte in caso di camminata contro degli ostacoli che si trovano al di sopra del torace. Come detto in precedenza, il bastone è stato inventato dall’ingegnere ipovedente Kursat Ceylan, che è CEO e co-fondatore della Young Guru Academy (YGA), la no-profit turca dietro WeWALK.
Essendo cieco, Ceylan sa in prima persona quali sfide affrontano le persone come lui e ha deciso di mettere le sue conoscenze nell’inventare qualcosa che potrebbe migliorare notevolmente la quotidianità di chi ha lo stesso problema.“In questi giorni, stiamo parlando di macchine volanti, ma queste persone hanno usato solo un semplice bastone. Come cieco, quando sono alla stazione della metropolitana, non so quale sia la mia uscita … Non so quale autobus si sta avvicinando … quali negozi sono intorno a me. Questo tipo di informazioni può essere fornito con WeWalk “, ha detto alla CNN.
Il progetto di grande interesse per gli ipovedenti, è solo il primo passo verso un’integrazione completa fra i servizi forniti attraverso la connettività Internet e gli oggetti dedicati alle persone che non vedono. WeWalk è già disponibile per l’acquisto sul sito ufficiale al prezzo di 499 dollari.
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]]>L'articolo Tracciamento GPS dei veicoli di consegna, perché è così utile per la sicurezza dei conducenti proviene da Business.it.
]]>I vantaggi dell’utilizzo delle piattaforme di localizzazione GPS per i veicoli di consegna
Tracciamento e rapporti: il tracciamento in tempo reale ti tiene informato delle posizioni delle risorse e delle informazioni sullo stato e il tracciamento storico ti consente di visualizzare una cronologia completa di tutte le sessioni di tracciamento registrate nel tempo. Individua le risorse e i dipendenti, che vengono monitorati in caso di emergenza. Questo permette anche di rendersi conto di zone specifiche in cui il servizio risulta rallentato o problematico a causa di viabilità interrotta, condizioni esterne difficili, e provare a porre rimedio studiando soluzioni alternative, più rapide e soprattutto sicure.
Per i conducenti si tratti di violazione della privacy o eccessivo controllo? Si tratta di incolumità
Utilizzando il tracciamento GPS per i veicoli di consegna, si avrà accesso a informazioni dettagliate sul comportamento del conducente. Essi hanno abitudini di guida sicure? Stanno sprecando energia lasciando i veicoli aziendali inattivi per troppo tempo o usandoli al di fuori dell’orario di lavoro? Queste sono domande a cui ogni gestore di una flotta può così rispondere e, con le informazioni ricevute, sarà in grado di ridurre il verificarsi di arrivi in ritardo e massimizzare l’efficienza del carburante.
Esistono molteplici società di tracking delle flotte di veicoli, fra queste – dopo l’acquisto da parte di Bridgestone Europe della TomTomTelematics – spicca Webfleet, figlia di questa fusione e utilizzata da piccole e grandi aziende come supporto logistico e telematico sui propri veicoli, al fine di migliorare l’efficienza dei servizi offerti dalle società e l’incolumità dei lavoratori.
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]]>L'articolo Possibile violazione dati sensibili degli attivisti: garante della Privacy indaga su app Casaleggio proviene da Business.it.
]]>Attraverso l’app, gli attivisti del M5s avevano modo di diffondere il programma del Movimento e di accumulare punti durante la campagna elettorale del 2013: i primi 100 classificati avrebbero vinto una cena insieme al fondatore del M5s Beppe Grillo. I dati raccolti sarebbero stati usati per quantificare il livello di attivismo degli utenti e, di conseguenza, aumentare il punteggio nella classifica. L’applicazione, tuttavia, avrebbe permesso alla Casaleggio Associati di accedere non solo ai dati personali degli iscritti, ma anche a quelli dei loro amici su Facebook.
Nell’Informativa Privacy dell’app Beppe Grillo risultava essere il titolare del trattamento dei dati, mentre la Casaleggio Associati s.r.l era responsabile del trattamento dei dati attraverso strumenti informatici. Secondo l’Informativa l’app poteva accedere “ai dati identificativi e di recapito dell’Utente – quale nome, cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale, residenza, indirizzo di posta elettronica e recapito telefonico – oltre ad ulteriori informazioni contenute nel profilo Facebook dell’Utente stesso, qualora da quest’ultimo caricate con la possibilità che, fra queste ultime, possano esserne contenute di ‘sensibili’, ai sensi delle vigenti norme, quali l’adesione a partiti politici o l’appartenenza ad una particolare confessione religiosa”.
Inoltre, “qualora fra i dati conferiti dall’Utente ve ne fossero di pertinenza di soggetti terzi, l’Utente si rende garante nei confronti del sig. Grillo dell’ottenimento del consenso degli stessi per la raccolta ed il trattamento di dati da parte dello stesso sig. Grillo secondo quanto previsto dalle relative Condizioni di Utilizzo”. L’unico ente in grado di poter investigare sull’eventuale raccolta e uso di questi dati sensibili è il Garante della Privacy che, a seguito delle segnalazioni, aprirà un’istruttoria.
Ulteriori fonti dell’Authority, interpellate dall’agenzia Adnkronos, hanno confermato l’indiscrezione, specificando: “Si tratta di un atto dovuto: per ogni tipo di segnalazione pervenuta all’Autorità viene aperta un’istruttoria, come da prassi”. Dal canto suo, la Casaleggio Associati, come riporta Open, ha subito rigettato le accuse e, attraverso una nota, ha dichiarato: “La Casaleggio Associati nega di aver impropriamente utilizzato i dati dei propri utenti ed annuncia di aver proceduto per le vie legali a “tutela” della propria reputazione nei confronti de Linkiesta”.
Continua la nota della Casaleggio: “I dati raccolti nel 2013 – si legge ancora nella nota – non sono stati utilizzati dalla Casaleggio Associati per altre finalità e sono poi stati cancellati alla fine dell’iniziativa in piena sintonia con la legge, con le politiche di Facebook e con la normativa sulla Privacy”. Staremo a vedere cosa emergerà dalle indagini del Garante.
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]]>L'articolo Tesla, gaffe in diretta mondiale: il vetro antiproiettile va in frantumi davanti a tutti proviene da Business.it.
]]>Dopo l’inaspettata rottura del primo finestrino, Musk, ancora confidente, ha invitato Von Holzhausen a fare un secondo tentativo col finestrino posteriore, ottenendo lo stesso risultato: crepa a ragnatela con evidente punto di impatto. Secondo la prova precedente, il vetro non avrebbe dovuto scalfirsi per nulla. Elon Musk ha subito cercato di minimizzare e riprendere il controllo della situazione, ma è stato chiaro nei minuti successivi che il suo umore era radicalmente cambiato.
È difficile ipotizzare cosa possa essere successo. Banalmente un semplice difetto di produzione potrebbe aver generato dei vetri sotto lo standard. Oppure, ma ci sembra una possibilità remota, la prova non era stata adeguatamente riprodotta prima della presentazione finale, lasciando la (brutta) sorpresa. Una cosa è certa: non vorremmo essere nei panni di chi domani dovrà dare spiegazioni a Elon Musk dopo una figuraccia in diretta mondiale.
Il Cybertruck dovrebbe essere messo in commercio per la fine del 2021 negli Stati Uniti, e arriverà in tre versioni: quella base a 39.900 dollari (36mila euro), una con un doppio motore elettrico a 49.900 dollari (45mila euro), e una con tre motori a 69.900 dollari (63mila euro). La prima variante ha un’autonomia di 400 km, la seconda di 480 km, e la terza di 800 km. La macchina avrà 6 posti.
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