Negli ultimi anni abbiamo visto mutare radicalmente l’approccio del consumatore verso gli acquisti, specie per ciò che concerne il settore agroalimentare. La consapevolezza che la nostra salute e più in generale il nostro benessere, olisticamente inteso, dipendano in gran parte dalla qualità e salubrità di ciò di cui ci cibiamo hanno costituito fattori chiave di una trasformazione a tutt’oggi in atto che determina profonde rivoluzioni del comparto agroalimentare, sia a livello di filiera produttiva, sia a livello di supply chain. Le aziende dell’industria alimentare stanno sviluppando progetti collegati alla tecnologia alla base del bitcoin per raccogliere informazioni sul cibo e garantire la qualità.
La blockchain, permette di tracciare l’origine, la filiera di produzione, trasformazione e distribuzione di un determinato prodotto. Potrebbe servire a rafforzare la fiducia tra produttori e consumatori, evitare frodi e contraffazioni e valorizzare la biodiversità culinaria.
Leggi anche: Blockchain: perché scegliere questa tecnologia
Blockchain per l’industria del cibo
La popolarità della blockchain è principalmente legata al successo del bitcoin nel settore finanziario. Ma le potenzialità della sua tecnologia di base si stanno facendo strada in tutti gli aspetti dell’industria e del commercio, compresa l’industria del cibo. Grazie a Foodchain, una Spa, nel registro delle imprese innovative, fondata nel 2016 tra Block, società di ingegneria, e Kaboom, software house. L’idea nasce nel 2012 da due ingegneri, Marco Vitale e Davide Costa e Fabio Fiori, informatico. Raccontano: «La tecnologia blockchain può essere utilizzata per tracciare materie prime e prodotti alimentari per garantirne origine e qualità, ottimizzando l’interscambio di informazioni tra le aziende nella stessa filiera. A beneficio delle aziende e dei consumatori. A loro, basta inquadrare con lo smartphone un QRcode o tag Nfc o Rfid sull’etichetta di un prodotto per accedere a video, immagini, certificazioni che l’azienda divulga. Questi dati sono fruibili in maniera trasparente e inalterabile per sempre».
Leggi anche: Cibi sani: i polli di Carrefour sono tracciati con tecnologia Blockchain
Qual è l’obiettivo?
L’obiettivo è quello di lanciare una nuova infrastruttura blockchain (Quadrans) che superi le problematiche delle blockchain attuali (privacy, scalabilità e fluttuazione del costo delle transazioni). Conterrà tutti gli standard mondiali del food (Fda, Kosher, Halal…) e garantirà trasparenza e qualità del cibo che mangiamo. Uno “smart contract” di tracciabilità basato su un modello innovativo di economia circolare.
Le potenzialità della sua tecnologia di base si stanno facendo strada in tutti gli aspetti dell’industria e del commercio, compresa l’industria del cibo. La rivoluzione blockchain potrebbe trasformare radicalmente l’industria alimentare globale. La possibilità di documentare tutte le relazioni commerciali che portano alla transazione finale con il consumatore inaugurerà un’epoca in cui ogni prodotto potrà essere monitorato in tempo reale dalla fattoria alla tavola, con in più sostanziali vantaggi economici per le società coinvolte.
Ad oggi la tracciabilità dell’intera catena di approvvigionamento avviene solo in modo lineare, un sistema basato su sistemi inefficienti e imprecisi che non soddisfano adeguatamente le esigenze dei consumatori. Implementare la blockchain nell’ecosistema aziendale alimentare significa maggiore protezione contro frodi e prodotti contraffatti, migliore gestione degli asset e drastica riduzione dei costi amministrativi e infrastrutturali.
Leggi anche: Tecnologia: a Pisa la blockchain entra nelle università, ecco perché