Che la tecnologia stia ottenendo risultati incredibili è ormai un dato di fatto, ma che l’Italia conquisiti primati in questo settore rappresenta una notizia più che gradita.
Un progetto italiano
Il nostro paese investe poco e male su Poli Tecnologici e centri di ricerca, che al contrario dell’opinione diffusa, possiedono idee e capacità degni dei più grandi laboratori tecnici internazionali. Non è un caso infatti che le menti più brillanti trovino spazio e guadagno sopratutto fuori dall’Italia.
Certo, la strada è ancora lunga per permettere all’Italia di diventare un paese degno dell’attenzione globale in ambito tecnologico, ma qualcosa si sta muovendo e può dare la spinta ad un processo fruttuoso a lungo termine.
A garanzia della genialità e dell’impegno che da sempre mettiamo nei nostri progetti, è stato presentato a Roma pochi giorni fa il nuovissimo progetto della mano bionica, di derivazione robotica, sviluppata dal Rehab Technologies Lab (laboratorio congiunto tra l’Inail e l’Istituto italiano di tecnologia di Genova). Questa innovativa progettazione permetterà l’impianto e i movimenti di una mano protesica per chi ha subito un’amputazione o ha perso completamente l’utilizzo di una mano.
Caratteristiche e versatilità
“Hannes” è il nome dell’invenzione made in Italy, capace di restituire alle persone che ne avranno necessità circa il 90% della funzionalità che avevano prima. La grande particolarità è quella per cui, rispetto alle versioni precedenti, la batteria possiede una maggiore durata, ovvero fino ad un giorno completo di utilizzo, e un costo nettamente inferiore rispetto alle versioni già commercializzate (circa il 30% in meno). Il nome deriva dal professore Hannes Schmidl, che l’ha creata nei minimi particolari dedicando molta attenzione alla conformazione, alla qualità, al peso e ai movimenti della protesi come fosse una mano reale, di carne e sangue.
Il meccanismo di questa innovativa tecnologia deriva dal sistema Dag, il Dynamic Adaptive Grasp, relativo al movimento di presa e rilascio degli oggetti, seguendone peso e caratteristiche anatomiche.
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Motore e contrazione muscolare
“La mano è attuata da un solo motore che trascina le dita in chiusura in modo molto armonioso attraverso dei cavi, un po’ mimando quelli che sono i tendini della mano umana. Questo motore viene poi comandato dalla persona attraverso la contrazione muscolare di alcuni muscoli residui che stanno all’interno dell’invaso a cui è connessa la mano. L’attività di questi muscoli residui, la contrazione, viene raccolta da dei sensori i quali poi comandano in apertura e chiusura la mano attraverso il singolo motore”, dichiara Lorenzo de Micheli, responsabile del laboratorio Rehab Technologies Itt ad Adnkronos.
La nuova protesi si presenta dunque come una versione più aggiornata ed estremamente versatile rispetto a quelle tuttora in commercio, con la peculiarità di essere un prodotto 100% Made in Italy.
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