Una rivoluzione green che rischia di avere pericolosi effetti indesiderati, quella voluta e promossa con forza dall’Unione Europea. Che ha messo nel mirino le caldaie a gas, da sostituire nel giro di pochi anni. La conferma di questa visione è arrivata con la bozza di revisione del regolamento 813/2013/Ue, un testo che sarà discusso il 12 giugno quando la Commissione europea terrà un nuovo incontro con i soggetti che stanno partecipando alla fase di consultazione pubblica delle bozze dei regolamenti Ecodesign ed Ecolabelling. Come rivelato dal Messaggero, una norma definitiva potrebbe poi arrivare entro la fine del 2023 per essere pubblicata nel 2024. E potrebbe costringere a sostituire non solo le caldaie, ma anche i termosifoni. (Continua a leggere dopo la foto)
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Secondo la bozza, a partire dal 2029 dovranno essere eliminate dal mercato le caldaie a gas esistenti in Europa e quelle tradizionali alimentate anche da altre fonti, come l’idrogeno. Sarà dunque necessario sostituirle, anche perché sarà introdotto un limite minimo di efficienza stagionale da rispettare. Resteranno quindi sul mercato, principalmente, le pompe di calore elettriche e gli apparecchi ibridi (pompa di calore + caldaia a gas). (Continua a leggere dopo la foto)
Alcuni operati del settore come Proxigas, Assogasliquidi, Assortermica, Federcostruttori e Appia Italia hanno però subito alzato la voce. Sperando di strappare all’Ue delle soglie meno rigide nel regolamento, così da includere alternative green ugualmente sostenibili ma meno limitative per l’industria produttiva. Tra le ipotesi, per esempio, quella di far ricorso ad apparecchi ibridi. Ma a spaventare è anche la possibilità di dover sostituire i termosifoni per volontà dell’Ue. (Continua a leggere dopo la foto)
“Termosifoni da sostituire”. La proposta Ue che spaventa le famiglie
I pareri dei tecnici, in merito alla possibilità di questo salto nel futuro, sono ancora discordanti. Ma c’è un’altra questione a tenere banco: quella dei termosifoni. Con lo stop alle caldaie, alcuni impianti finirebbero infatti per non funzionare più in maniera efficiente, creando non pochi problemi alle famiglie. Da qui la richiesta delle associazioni di categoria affinché Bruxelles valuti alternative meno dispendiose per le famiglie, che si troverebbero a dover sostituire gli impianti in toto.
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