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Terremoto a Napoli, l’esperto: “Non c’è risalita di magma”

Alle 5.45 di oggi, sabato 27 aprile, il sottosuolo di Napoli ha tremato per una scossa di magnitudo 3.9. Piccoli danni, tanta paura e gente in strada. Da diversi mesi è ripreso il fenomeno bradisismico nella gigantesca zona vulcanica dei Campi Flegrei. La Repubblica ha raggiunto al telefono, tra un’emergenza e l’altra, il direttore dell’’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, Mauro Antonio Di Vito. “Non ci sono evidenze di risalite di magma dal sottosuolo, condizione affinché si possa ridiscutere il rischio eruttivo”. Che, dunque, resta in allerta gialla.

“Nessun rischio eruttivo”

“Non ci sono evidenze di risalite di magma dal sottosuolo, condizione affinché si posso ridiscutere il rischio eruttivo. Certo, è stata una scossa di magnitudo più alta rispetto a quelle che hanno caratterizzato gli sciami sismici degli ultimi giorni, ma è un episodio in parte atteso in un’area che vive una crisi bradisismica”.
Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, rassicura gli utenti dopo la scossa di magnitudo 3.9.

Il direttore si trova oggi al Castello di Baia, a Bacoli, dove incontrerà il sindaco, Josi Della Ragione. “Non risultano danni al momento, ma polizia municipale e tecnici comunali sono al lavoro per ulteriori verifiche”.

Una scossa più forte

Perché la scossa è stata avvertita anche a Napoli e sull’isola di Procida? “Per via della sua magnitudo. Terremoti prossimi ai 4 gradi, con una profondità di circa 3 chilometri, vengono tendenzialmente avvertiti dalla popolazione. Stavolta il suo epicentro, nel golfo di Pozzuoli, è risultato essere più prossimo alla costa di Baia, e dunque anche più vicino alle isole flegree, dove in molti lo hanno percepito. Quanto alla localizzazione, il bradisismo interessa l’intera caldera, che comprende anche una parte del golfo: non sorprendono dunque localizzazioni distanti dall’area consueta di Solfatara-Pisciarelli”.

Secondo Di Vito, però, non vi sono nuovi elementi rispetto a quanto già si sa sul bradisismo nei Campi Flegrei.
Nessuna novità. Assistiamo a un processo di sollevamento del suolo e di deformazione della crosta. Accadono così continue sollecitazioni della roccia, che per reazione rilascia energia e si frattura. Quello di stamattina è un terremoto del tutto analogo agli altri, con la differenza – naturalmente non marginale – di una magnitudo superiore. Ma stavamo rilevando già nelle ore precedenti uno sciame sismico con terremoti modesti ma molto frequenti”.

Basso rischio di terremoti ad alte magnitudo

“Delle oltre mille scosse registrate da inizio anno nei Campi Flegrei, solo 7 hanno superato la magnitudo 3 della scala Richter, compresa quella di oggi. Che non è la scossa più forte dell’ultimo periodo: il 28 settembre ne avevamo registrata una di 4.2, il 2 ottobre una di 4. Ovviamente non possiamo escludere terremoti di magnitudo maggiore, ma la scienza non ritiene al momento verosimile che siano di magnitudo molto maggiore. C’è anche da dire che la deformazione del suolo ha rallentato: siamo tornati ai 10 mm al mese, dopo due piccoli episodi di sollevamento più rapido, registrati tra il 10 e l’11 aprile e il 15 e il 16 aprile”.

Conclude così Di Vito, di fatto rassicurando l’utenza.

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