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Terroristi, ora la Francia è pronta a riconsegnarli all’Italia: l’iter

Ancora non c’è nulla di ufficiale, ma pare che ormai sia solo questioni di giorni: i tecnici del ministero della Giustizia francese e gli omologhi italiani sono in contatto per concordare il percorso che porterà il governo a chiedere l’estradizione di alcuni italiani condannati per reati di terrorismo e rifugiati in Francia. Ci sarà prima una riunione di lavoro prevista negli uffici francesi con i consiglieri tecnici inviati dal ministro Alfonso Bonafede. Nonostante la crisi diplomatica tra Francia e Italia, la ministra Nicole Belloubet continua a dirsi disponibile a esaminare “caso per caso” le domande dell’attuale governo.

La conferma di quest’apertura sono le discussioni preliminari in corso tra Roma e Parigi. I frequenti scambi hanno già portato a qualche risultato. Dalla lista di quindici nomi, comunicata dall’Italia subito dopo l’arresto di Cesare Battisti, i magistrati del ministero francese hanno per esempio suggerito di togliere il nome di Marina Petrella, l’ex brigatista arrestata nel 2008 per cui alla fine il decreto di estradizione è stato annullato per ragioni umanitarie.

La lista di cui si discute si è ormai ristretta a quattordici nomi: Giovanni Alimontl, Luigi Bergamin, Roberta Cappelli, Enzo Calvitti, Paolo Ceriani Sebregondi, Salvatore Cirincione, Maurizio Di Marzio, Paola Filippi, Gino Giunti, Giorgio Pietrostefani, Ermenegildo Marinelli, Sergio Tornaghi, Raffaele Ventura, Enrico Villimburgo. I tecnici francesi devono prima di tutto occuparsi di valutare in via preliminare l’ammissibilità delle richieste di estradizione portate da Roma.

Come spiega YoussefBadr, magistrato e portavoce del ministero della Giustizia, “bisognerà verificare la regolarità giuridica” delle domande. Per la maggior parte dei casi esistono già dossier giudiziari su cui si erano intavolate discussioni con Parigi all’inizio degli anni Duemila. All’epoca era il leghista Roberto Castelli alla Giustizia e l’omologo francese era l’esponente di destra Dominique Perben.

Fu proprio Perben a dare il via libera dopo pochi mesi all’estradizione lampo di Paolo Persichetti, l’unico latitante mai rinviato dalla Francia. Sempre il ministro Perben non si oppose alla richiesta di estradizione di Cesare Battisti nel 2004. “Purtroppo l’autorità giudiziaria concesse la libertà vigilata – ricorda – e Battisti ne approfittò per scappare“. In quegli anni, quando all’Eliseo c’era Jacques Chirac. ci furono diverse riunioni tra Roma e Parigi per mettere a punto i dossier giudiziari di altri latitanti.

Adesso, se le richieste italiane si riveleranno giuridicamente fondate, verranno trasmesse alla procura generale che a quel punto dovrà investire la Chambre de I’instruction, la sezione della Corte d’appello che si occupa delle richieste di estradizioni. In caso di accettazione della domanda, allora il governo dovrà decidere se adottare un decreto di estradizione. La battaglia giuridica si annuncia lunga e complessa.

 

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