Chi l’ha detto che per prendere il diploma di terza media bisogna essere giovani? Tullia Vaccari è la dimostrazione vivente che anche nella terza età, non è mai troppo tardi per realizzare i propri desideri. La donna in questione è un’arzilla vecchietta che alla tenera età di 79 anni, ha deciso di sostenere a giugno gli esami per prendere la licenza di terza media: “Lo studio è come il sole, mi fa sentire bene – ha raccontato la donna a Repubblica -. E’ una gioia, un piacere. Ora sento finalmente di essere diventata una persona”. Una prova che non rappresenta solo una vittoria personale, ma il riscatto di una vita. Per l’anziana non è stato facile riuscire a portare a termine gli ultimi mesi di scuola, con la didattica a distanza. Ma la signora Vaccari non è una che si arrende facilmente, visto che non è nuova a questo tipo i imprese. In passato infatti, Tullia ha imparato ad andare in bicicletta a 40 anni, nonché l’anno seguente non contenta, decise di prendere anche di sostenere l’esame di scuola guida per prendere la patente auto.
Tullia nasceva nel 1941 a Fuscaldo, provincia di Cosenza, da una famiglia poverissima. All’età di 4 anni è stata “data via” dalla madre per andare a fare la servetta in casa di alcuni nobili del posto. “Ero così piccola che mi facevano infilare sotto ai letti per spolverare – ha raccontato la Vaccari -. Andavo a fare la spesa, ma se vedevo una campana disegnata a terra mi fermavo a giocare e perdevo la cognizione del tempo. E quante botte mi davano quando tornavo in ritardo!”. I vestiti sempre lisi, la violenza dei suoi tutori, i pasti apparecchiati su una sediola che era costretta a utilizzare come tavolino, l’infanzia strappata. “Ormai, a loro, perdono tutto – ha proseguito la donna – tranne il non avermi mandata a scuola. L’ho capito solo adesso, mi tenevano ignorante apposta, per farmi ubbidire. Ma sono sempre stata una ribelle”. Tanto che, a 11 anni, scappa dal paese alla volta di Roma, la sua “città del cuore”, che non ha più lasciato.Una vita di sacrifici e lavoro quella di Tullia, che dalle pulizie, alla fabbrica, fino alle vendite porta a porta, non si è mai fermata un giorno pur di mantenere i suoi tre figli. Poi, due anni fa quasi per caso, chiedendo informazioni a una scuola elementare del quartiere, la quasi ottuagenaria scopre il Cpia e decide di rimboccarsi le maniche, con l’obiettivo di conseguire la licenza media. “Ero l’unica italiana, e l’unica anziana – ha detto la donna di terza età- ma i professori, in particolare quello di lettere, mi hanno subito fatta sentire accolta”. Poi si è messa di mezzo la pandemia, e così Tullia si è dovuta reinventare di nuovo e adattarsi alla didattica a distanza. In soccorso all’anziana il suo docente di italiano, il prof Piero Schiavo, che ha creato per lei una didattica a distanza, “analogica”. I compiti, invece che sul registro elettronico, le arrivano via posta.“Non vedo l’ora, ma già penso al domani. Voglio continuare a studiare”, ha detto la signora -. Essere ignoranti è come non avere una parte del corpo. Vorrei dirlo ai giovani che lasciano la scuola. Non sapete il male che vi state facendo”.
Ti potrebbe interessare anche: L’ex compagna di George in lacrime: “Giustizia! Nostra figlia non ha più un padre”