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Testamento Berlusconi, i dubbi della grafologa: “Molte anomalie nelle ultime volontà datate 2022”

Inevitabile che intorno al testamento di Silvio Berlusconi dovessero sorgere dubbi e polemiche, anche a diverse settimane dalla morte del Cavaliere. Chi non ci vede chiaro nelle ultime volontà del fondatore di Forza Italia è la grafologa forense Patrizia Giachin che, dopo aver analizzato la grafia dell’ex premier per il quotidiano Il Giorno, ha riscontrato diverse anomalie nell’ultimo testamento olografo di Berlusconi, quello scritto su un foglio di carta intestata (Villa San Martino) di appena 15 righe, e datato 19 gennaio 2022. Tutto normale invece nei primi due testamenti: quello del 2006 e quello del 2020.
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Le anomalie nel testamento di Berlusconi secondo la grafologa

Il testamento olografo del 2022 è quello in cui Berlusconi lascia in eredità 100 milioni di euro al fratello Paolo, la stessa cifra a Marta Fascina e 30 milioni a Marcello Dell’Utri. La grafologa mette a confronto i tre testamenti berlusconiani. A suo modo di vedere, la grafia dell’ultimo testo presenterebbe “evidenti differenze rispetto alle due precedenti versioni”. Anomalie che però potrebbero essere attribuite anche alla “età avanzata” e allo “stato di stress” del Cavaliere.

La grafologa però ha riscontrato troppe anomalie nelle parole “Dalle”, “Berlusconi”, “per”, “quello” e “papà”, in cui secondo lei “compaiono tratti d’avvio e segni aggiuntivi che meriterebbero ulteriori e più approfonditi esami grafologici, magari analizzando gli originali. I segni presenti in queste parole, due ascendenti e due discendenti, con un netto segno geometrico, possono essere imputabili a un’indecisione o un’insicurezza, assolutamente non presente nella grafia degli altri due testamenti”.

Le altre anomalie

“Altra grande differenza rispetto ai due documenti del 2006 e del 2020 sono poi il numero 2, presente nell’intestazione, tracciato in maniera nettamente diversa. – spiega ancora la grafologa – Ma la più evidente di tutte le anomalie è la firma di Berlusconi sul testamento. Nei testi del 2006 e del 2020 la firma è ampia, molto più grande del resto del testo, con la S e la B molto larghe e marcate.

Nel documento del 2022 la firma si contrae in una sorta di sigla con solo una S seguita da una B e alcuni segni molto ristretti. La personalità che emerge da questa firma contrasta nettamente con quella che emerge dagli altri due testamenti. L’altro elemento macroscopico riguarda la parola ‘milioni’. – conclude l’esperta – Che risulta scritta in tre diversi modi nel giro di sole tre righe. In particolare, spicca la netta differenza di dimensione e posizione di quella al punto 2, in riferimento alla donazione destinata a Marta Fascina”.
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