Dell’Utri nel testamento di Berlusconi. Il cavaliere non si è scordato di lui e gli ha lasciato 30 milioni. Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri legati da un patto indissolubile, “un fatto d’onore”. Un legame confermato dalla disposizione testamentaria di Berlusconi, che lascia trenta milioni di euro al suo amico fidato. Secondo Repubblica questo patto si mantiene vivo per garantire il silenzio pagato profumatamente. Dell’Utri ha contribuito a presentare i potenti boss palermitani negli uffici dell’imprenditore, fornendogli protezione. Ha persino consentito l’accesso di un mafioso ad Arcore, Vittorio Mangano, consegnandogli le chiavi della villa, e ha incontrato gli stragisti prima che Berlusconi scendesse in campo e fondasse Forza Italia. Raggiunto nel tardo pomeriggio dall‘AdnKronos, Dell’Utri si è scagliato contro i giornali: “Con quella donazione non ha pagato il mio silenzio, è stato un gesto d’amore”.
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La grossa cifra per Dell’Utri nel testamento di Berlusconi
I trenta milioni di euro lasciati a Dell’Utri nel testamento di Berlusconi possono contribuire a sostenere la sua complicità. È importante considerare il valore significativo del gesto compiuto dall’ex presidente del Consiglio-Che il suo “amico” saprà apprezzare poiché è abituato a interpretare gli sguardi e i segnali. Non è necessario parlarsi. Si legge su Repubblica: “Forse il vitalizio di trentamila euro al mese assegnato da Berlusconi al suo fedele scudiero, che riceve anche il vitalizio del Senato, non era sufficiente. Potrebbe essere dovuto alla loro lunga amicizia? Negli ultimi decenni, il proprietario della Fininvest ha versato una considerevole somma di denaro, riscontrata dagli investigatori, nelle tasche della famiglia Dell’Utri”.
I numerosi pagamenti di milioni di euro sono stati effettuati per coprire le spese legali di Marcello, che ha ricevuto ingenti somme anche per saldare debiti, acquistare case all’estero, effettuare manutenzioni sugli immobili e viaggi. Insomma, l’ex cavaliere è stato un generoso bancomat per il suo amico, condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa e coinvolto in diversi procedimenti legati a fatti di mafia e stragi, che si sono conclusi con l’archiviazione o l’estinzione del reato (solo per Berlusconi).
Dell’Utri-Berlusconi, le intercettazioni
Dell’Utri, nelle conversazioni intercettate, affermava che la sua difesa nei processi doveva essere “puntuale, in quanto riguardava anche la difesa di Forza Italia e Silvio Berlusconi, quindi doveva occuparsene lui“. Sottolineava anche come le sue richieste di denaro avessero implicitamente la funzione di “ricordare che pagare i suoi avvocati significa anche pagare la difesa di Berlusconi e Forza Italia“, quasi a indicare che, in caso contrario, potrebbero esserci pericoli per l’ex premier. Erano piccoli messaggi, segnali precisi che aprono le casse a suo favore.
In sostanza, l’amico dei mafiosi presentava periodicamente richieste di denaro alla tesoreria e Silvio autorizzava i versamenti milionari. Ora resta da vedere se la famiglia Berlusconi vorrà continuare questa relazione “economica” con Dell’Utri.
La risposta di Dell’Utri: “Silvio non ha pagato il mio silenzio”
“Questa donazione, totalmente inaspettata, è un gesto d’amore, più che di amicizia, da parte di Silvio Berlusconi. E non è affatto il pagamento del mio silenzio, come dice qualche seminatore impuro di odio pieno di astio”. “Sono davvero sorpreso. Silvio non mi doveva nulla e nulla mi aspettavo. Per me è stato un colpo impressionante. Questa mattina mi ha chiamato il notaio per dirmelo, prima ancora che la notizia finisse sulla stampa. E io sono rimasto basito. Ripeto, è stato un gesto d’amore. Perché lui non mi doveva niente. Ma ha dato valore dell’amicizia”.
“Silvio Berlusconi è un modello per tutti e non solo per questo lascito. Era un uomo straordinario. Non so come definirlo, ma ha lasciato una grandezza enorme, ripeto non solo per il gesto”.
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