Luoghi comuni. Tanti, tantissimi. Ai quali facciamo ricorso ormai senza nemmeno accorgerne quando parliamo di tematiche come l’immigrazione, sulla bocca di tutti eppure difficile da comprendere in maniera completa senza degli sforzi. Tra questi, il fatto che la maggior parte delle persone che arriva in Italia si trovi in una condizione di agio, di discreta ricchezza. A simboleggiarla, nell’immaginario collettivo, un fattore su tutti: il possesso del telefonino.
Un’equazione che, però, non torna. Innanzitutto perché quando si parla di sbarchi, nella maggior parte dei casi i protagonisti sono dei profughi, in fuga da guerra e povertà. Vengono da Paesi in cui è impossibile vivere e sono, di conseguenza, di ogni estrazione sociale, dal medico al disoccupato. Alcuni di loro hanno un telefonino semplicemente perché se lo sono portati dietro, lasciandosi però contemporaneamente alle spalle case, auto, tutto quello che possedevano.
E d’altronde il telefonino è ormai un bene alla portata praticamente di tutti. Anche nei Paesi meno sviluppati, le statistiche evidenziano la loro gran diffusione, segno di un piccolo sacrificio che ormai gran parte della popolazione riesce a permettersi e che proprio per questo non è però sinonimo di agio. Considerato ormai un bene primario a tutti gli effetti vista l’importanza della comunicazione, molti sono disposti a piccoli sacrifici pur di acquistarne uno.
Le foto che mostrano migranti utilizzare spesso il telefonino sono lo specchio di una realtà che vede chi parte armarsi dell’accessorio per rimanere in contatto con i propri cari, per capire grazie all’aiuto di connazionali già partiti come muoversi nei territori di destinazione, per controllare la rotta della propria traversata.
Anche le associazioni umanitarie si sono adeguate in questo senso: l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha distribuito 33 mila schede sim ai rifugiati siriani in Giordania e 85 mila piccole lampade che possono anche essere utilizzate per la ricarica. Le stazioni tedesche hanno messo a disposizione aree per la ricarica dei loro cellulari.
Il finanziere abbraccia il piccolo migrante: la più bella foto di Lampedusa