La tragedia del sommergibile Titan in cui hanno perso la vita cinque persone ha polarizzato per giorni l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. A poche ore di distanza dalla conferma che per le vittime non c’è più nulla da fare e che probabilmente il sommergibile è imploso uccidendoli all’istante, vengono resi pubblici alcuni retroscena della vicenda. Come ad esempio il fatto che la Marina militare americana sapesse quasi da subito cosa era veramente successo ai turisti del Titanic. Oppure che una delle vittime, il 19enne Suleman Dawood, si trovasse lì soltanto per fare contento il padre.
Leggi anche: Sommergibile Titan: gli americani sapevano tutto subito dopo l’incidente
Sommergibile Titan: i dubbi di Suleman Dawood
Tra le vittime dell’incidente del sommergibile Titan c’era anche Suleman Dawood, 19enne studente di Glasgow, morto insieme al padre Shahzada. Ma il ragazzo quella gita per andare a vedere da vicino il Titanic in realtà non avrebbe voluto farla. Secondo lui era troppo pericoloso. A raccontare questo retroscena è la zia di Suleman e sorella del padre Shahzada.
“Era lì solo per un’esperienza di vicinanza per la festa del papà”. – racconta la zia di Suleman Dawood – Aveva la sensazione che non andasse bene e che non era molto a suo agio nel farlo. Voleva l’avventura di una vita come suo padre”. Poi, parlando del fratello scomparso nell’incidente del sommergibile Titan, lo definisce “un angelo prezioso di cui il paradiso non potrebbe fare a meno”.
A parte la triste vicenda di Suleman Dawood, a fare notizia è anche il fatto che, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, gli americani sapessero tutto di cosa fosse successo a bordo del Titan, poco dopo che il sommergibile ha fatto perdere le sue tracce. Un sistema di rilevamento acustico top secret della Marina a stelle e strisce, progettato per individuare i sottomarini nemici, ha infatti rilevato per primo l’implosione del Titan, poche ore dopo l’inizio della missione per raggiungere il relitto del Titanic.
Leggi anche: Scomparso un sottomarino pieno di turisti: la maledizione del Titanic continua