Tiziano Ferro le “canta” alla Meloni. La Camera dei Deputati, il 4 novembre, ha approvato con ampio margine la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e le violenze ai danni di persone con disabilità. Il testo unificato delle proposte di legge che porta il nome del relatore Alessandro Zan, del Partito democratico, ha suscitato bagarre in aula e fuori, sui social. Con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia in testa. In Aula la leader ha detto: “Ma siete sicuri che gli omosessuali di questa nazione non avrebbero voluto vedervi a lavoro per difendere le loro attività? Piuttosto che su questa roba qui?”. La risposta sui social, non si è fatta attendere, con Tiziano Ferro in testa.
Un coro, diretto da Tiziano Ferro e da tantissimi volti della comunità LGBTQ+, di “Sì, siamo sicuri” che è arrivato alle orecchie della Meloni e dei tanti che la pensano come lei. La legge Zan è stata approvata alla Camera con 265 sì, 193 no e un astenuto, un via libera salutato da un lungo applauso della maggioranza. Il testo ha ottenuto la maggioranza dei voti ma è stato fortemente criticato dall’opposizione, che considera la legge Zan “liberticida” e apripista al “reato di opinione”.
Mentre i deputati della Lega hanno inscenato una protesta sollevando dei surreali cartelli con su scritto “Libertà”, le deputate di Forza Italia Giusi Bartolozzi, Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo hanno votato a favore della legge, in dissenso con il proprio gruppo parlamentare. Il deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, invece, ha annunciato che quando il suo partito vincerà la lezioni, “questa legge sarà la prima che abrogheremo”. Ecco.
Tra le norme più osteggiate dall’opposizione c’è l’istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, prevista dal testo per il 17 maggio. La legge è stata osteggiata anche da alcune realtà femministe come Se non ora quando, contrarie all’idea che debba essere tutelata l’identità di genere, anziché l’identità basata sul sesso.
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