Toni Capuozzo è scettico sull’azione diplomatica messa in campo dagli europei e dai Paesi occidentali durante questa crisi in Ucraina. Ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, l’ex inviato di Mediaset in diverse zone di guerra non risparmia critiche nemmeno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, comunque, sarebbe stato illuso dalle potenze occidentali. Insomma, a suo modo di vedere, l’invio di armi in quel Paese è sbagliato perché così la guerra rischia di “incancrenirsi”.
Secondo Capuozzo “gli ucraini hanno un grande coraggio, ma che non necessita per forza di imbracciare un fucile. I loro cuori sono inconquistabili, hanno già vinto”, ritiene il giornalista. Poi critica gli europei che secondo lui hanno dimostrato di essere degli “ipocriti” decidendo di “adottare a distanza gli ucraini”. Capuozzo aggiunge di essere “scettico sul ruolo che stiamo giocando noi, perché quando dai armi entri nel conflitto e ti precludi la possibilità di mediare”.
Secondo il giornalista, che lo aveva dichiarato già in una precedente intervista, “c’è il rischio che il conflitto si incancrenisca. Non mi sorprenderebbe, ad esempio, se anziché sferrare l’attacco finale a Kiev, i russi disponessero una sorta di assedio medievale, guadagnando nel frattempo terreno a Sud. L’altro rischio, appunto, è che la guerra si allarghi”. Questi i suoi timori.
Toni Capuozzo spiega che “l’Occidente che spinge Zelensky, lo arma, e in definitiva lo illude, perché non acconsente a dichiarare quella no-fly zone che vorrebbe dire essere trascinati in guerra, come a Zelensky non dispiacerebbe. E da questa comoda posizione però incita, fosse mai che la trappola diventi la tomba per Putin. Si chiamano proxy war, guerre per interposta persona, che altri combattono in nome tuo. Se va bene, bene, abbiamo vinto. Se va male, che siano curdi o afghani, hanno perso loro”, conclude.
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