Una scena che ha fatto il giro dei social e scatenato il solito, immancabile putiferio che di questi tempi accompagna puntualissimo i passaggi più importanti della vita politica dell’esecutivo gialloverde. Il pugno chiuso del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, in segno di esultanza, la bagarre nell’aula del Senato con la rabbia delle opposizioni e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati costretta a riprendere i senatori: “Ora basta, non siamo in un asilo, avrei immaginato che ci fosse un’Aula diversa perché i 43 morti pesano su tutte le coscienze”.
Un siparietto che non è piaciuto a nessuno, considerando anche il contesto. Tre mesi dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi di Genova, è infatti arrivato il via libera del Senato al decreto licenziato dal governo alla fine di settembre per avviare la ricostruzione nel capoluogo ligure. All’interno, anche norme su altri temi come il condono a Ischia e lo sversamento dei fanghi di depurazione. Seduta sospesa più volte, poi il voto che ha registra 167 sì, compresi quelli arrivati da Fratelli d’Italia.
Tante le accuse subito piovute a Toninelli sui social per quel gesto di esultanza considerando “fuori luogo”, “irrispettoso”, “irresponsabile”. Una scena che non è piaciuta nemmeno ai vertici pentastellati, sempre più insofferenti nei confronti di un ministro che, dal giorno dell’insediamento, ha fatto delle gaffe e delle uscite a vuoto il suo marchio di fabbrica, gettando costantemente nell’imbarazzo il resto del Movimento. Lo stesso Di Maio sembra davvero non poterne più del collega.
“Cosa ha fatto stavolta?” si è chiesto, scrive il Corriere della Sera, il leader dei Cinque Stelle appena venuto a sapere di una nuova polemica con al centro il ministro dei Trasporti. Il segnale, l’ennesimo, di una sfiducia ormai collettiva. Al momento, tutti uniti e avanti comunque lungo la stessa strada. In molti scommettono però sul fatto che, in caso di futuri rimpasti, Toninelli sarebbe tra i primi a saltare.
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