Danilo Toninelli ha licenziato l’unico esperto nella commissione di analisi costi-benefici della Tav che aveva dato parere favorevole all’opera, Pierluigi Coppola. Un’indiscrezione arrivata dal Messaggero, secondo il quale il ministro dei Trasporti avrebbe sollevato il tecnico dall’incarico con una semplice mail. Era stato l’unico fra i sei componenti della commissione a non condividere l’esito negativo della valutazione espressa, per la quale i costi dell’opera sarebbero stati maggiori dei benefici.
Secondo alcune fonti ministeriali, Coppola avrebbe “violato la riservatezza rilasciando interviste non autorizzate e soprattutto resta un’ombra su di lui, in merito al falso contro-dossier con numeri sballati sull’analisi costi-benefici Tav che gli è stato attribuito sulla stampa e di cui poi lui ha smentito la paternità senza però chiedere rettifica ai giornali che glielo attribuivano”. Gli altri esperti nella commissione erano Marco Ponti, alla guida dei lavori, Paolo Beria, Alfredo Drufuca, Riccardo Parolin e Francesco Ramella.
Coppola rappresentava l’unica personalità voluta dal predecessore di Toninelli, il democratico Graziano Delrio. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera lo scorso febbraio, aveva spiegato il perché del suo giudizio negativo, sostenendo di non condividere la metodologia utilizzata dagli altri tecnici. “Si tratta di un assemblaggio di approcci diversi”aveva affermato al Corriere, precisando che in alcuni punti l’analisi avesse abbandonato le linee guida della Commissione europea, per passare ad un “metodo molto più inusuale”.
Per queste ragioni, Coppola aveva dichiarato di avere forte perplessità sulla metodologia implicata, e di conseguenza sugli esisti stessi della valutazione. Qualche giorno fa, il parlamentare dem Davide Gariglio, aveva anticipato l’allontanamento di Coppola dalla commissione sulla Torino-Lione: “Ricordiamo che Coppola era l’unico esperto neutrale presente tra i commissari guidati dall’esponente No Tav Marco Ponti, che aveva scelto gli altri cinque tecnici tra i soci e consulenti della sua impresa privata e che si era apertamente dissociato dai risultati finali, apparti subito confusi, parziali e inattendibili”.
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