È Torino, ma la stessa scena di sta replicando da nord a sud in tutta Italia: lunghe code al Banco dei Pegni, persone in fila per provare a ricavare qualche soldo. La crisi è sempre più acuta, le famiglie sono in sofferenza totale. In centinaia si sono presentati fuori dall’ingresso di via Botero 6, a Torino. Le foto hanno fatto il giro dei social, a testimoniare che la situazione si sta facendo sempre più grave. Carabinieri e agenti della polizia municipale hanno addirittura dovuto chiudere la strada, così da consentire a tutti di mettersi in coda. E l’orario di apertura è stato prorogato sino alle 16.15.
Come racconta La Stampa, “c’è chi deve impegnare oro e gioielli, stritolato dalle difficoltà economiche acuite dalla pandemia. Chi deve rinnovare delle pratiche, ma, se cambia tutto, non si sa come andrà”. Da Banca Sistema rassicurano: “Sono giorni di transizione, ma non c’è bisogno di correre per chiudere o rinnovare pratiche. La continuità delle polizze è garantita e le aste sono sospese sino a settembre. Verremo incontro a tutti”. La fila fuori dal Monte Pegni racconta la povertà. E la racconta da mesi.
Da quando, in pieno lockdown, con le attività bloccate, gli stipendi congelati, la cassa integrazione che tardava ad arrivare, c’era chi si presentava alle 5.30 per essere sicuro di riuscire ad impegnare, all’insaputa dei figli, la collanina d’oro. Un ricordo di famiglia da sacrificare per fare la spesa. È così in tutta Italia, lo confermano gli stessi gruppi che se ne occupano, si parla di un + 30%.
“Ci stiamo accorgendo negli ultimi giorni dell’aumento di clienti: alla nostra sede principale al Monte di pietà di Roma abbiamo la coda già prima dell’apertura”, dice Rainer Steger, codirettore generale di Affide, la più grande società di Credito su Pegno in Italia: “Dopo un primo momento di flessione abbiamo avuto il picco negativo nella seconda metà di marzo, causa la limitata mobilità. Ora stiamo recuperando i numeri precovid, ma evidenziamo l’arrivo di persone nuove e immaginiamo saranno sempre di più nei prossimi mesi”.
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