I gruppi neofascisti italiani sono più attivi e pericolosi che mai. L’ultimo sequestro ci dà la prova di come l’attenzione nei confronti di queste persone deve essere sempre massima. C’era addirittura un missile terra-aria usato dalle forze armate del Qatar tra il materiale sequestrato questa mattina dalla Digos in una delle abitazioni degli esponenti di estrema destra colpiti da un provvedimento di perquisizione nel torinese.
Sono iniziate all’alba le nuove perquisizioni e nuovi sequestri da parte della Digos di Torino che nell’ultimo periodo ha concentrato l’attenzione sui gruppi oltranzisti di estrema destra che orbitano su Torino, una galassia nera che spazia dai messaggi politici e di propaganda alle infiltrazioni nelle tifoserie calcistiche.
Altre armi da guerra, come fucili d’assalto automatici e addirittura un missile terra-aria in uso alle forze armate del Qatar sono stati sequestrati questa mattina all’alba dalla Digos che ha condotto un’operazione vasta, in molte città del nord Italia che ha coinvolto anche i colleghi di Milano, Varese, Pavia, Novara e Forlì, coordinati dalla polizia di prevenzione Ucigos.
Durante le perquisizioni della scorsa settimana, infatti, gli investigatori coordinati dal dirigente Carlo Ambra, avevano sequestrato uno striscione storico dei Drughi Giovinezza, gruppo ultras della Juventus all’interno della sede Legio Subalpina, in corso Allamano e nelle le abitazioni perquisite c’erano stati anche alcuni appartenenti al gruppo Tradizione, sempre della tifoseria bianconera.
I Drughi avevano anche espresso con uno striscione la loro solidarietà all’arresto di Carlo Fabio D’Allio, 28 anni , considerato il leader del gruppo skin Legio Subalpina, finito in manette per il possesso di proiettili da guerra, e scarcerato la scorsa settimana dopo l’udienza di convalida con l’obbligo di firma.
D’Allio è stato arrestato dalla Digos della questura di Torino nel corso di una perquisizione a undici militanti di area. Nella sua abitazione, oltre a cimeli nazifascisti, sono stati trovati alcuni proiettili che gli investigatori hanno considerato “munizionamento bellico”.
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