Nel panorama politico ligure, il dibattito sugli extraprofitti delle banche si fa incandescente. Giovanni Toti, governatore della regione Liguria e leader di una coalizione di centrodestra con ambizioni inclini al centro, ha lanciato un duro attacco contro Fratelli d’Italia (Fdi), definendo la proposta di tassazione una “manovra da marxisti”.
Sui social, Toti ha manifestato i suoi dubbi sulla misura, affermando: “Di chi sono le banche? Degli azionisti. E chi sono gli azionisti? Per lo più tutti voi che avete un fondo pensioni, un piano di accumulo, qualsiasi forma di risparmio gestito”. Secondo il governatore, la tassazione avrebbe ridotto il patrimonio degli italiani di circa 10 miliardi, a fronte di un recupero di soli 4 miliardi per la nazione. La sua conclusione è chiara: “Forse andava pensata meglio e da liberale bisognerebbe avere più fiducia nel mercato e meno nella politica”.
In risposta alle affermazioni di Toti, Matteo Rosso, commissario regionale del partito di Giorgia Meloni, sottolinea il valore sociale della tassazione e la sua funzione di riequilibrio e ridistribuzione. Afferma inoltre che “questa è l’unico governo che ha la forza di tassare le banche perché è l’unico che non ha rapporti privilegiati col sistema bancario”.
Stefano Balleari, capogruppo in Consiglio regionale, ha commentato l’impatto momentaneo sulla Borsa, attribuendolo alla mancanza di comunicazione e alle informazioni tardive dal Mef. Ha elogiato la manovra come “una scelta coraggiosa di un governo che guarda al bene della Nazione”.
La polemica, dunque, si accende, segno di un clima politico sempre più polarizzato. Quel che è certo è che la questione degli extraprofitti è destinata a rimanere al centro del dibattito nelle prossime settimane.