Mara Carfagna e Giovanni Toti come coordinatori di una Forza Italia alla ricerca di una nuova identità, di un futuro possibile dopo mesi che hanno messo a dura prova la sopravvivenza stessa del partito di Berlusconi. Dopo il risultato delle europee, il Cav si è così trovato a fare i conti con la necessità di una rivoluzione, e ha scelto due volti per portare avanti la sua personalissima sfida.
Toti, però, non ha perso tempo e ha subito mostrato i muscoli, mostrando tutta la sua ambizione. Il governatore ligure ha infatti deciso di farsi avanti nella partita della conquista della nuova leadership di FI. “Io mi presenterò di sicuro, l’ho detto. Mi sembra il minimo dell’educazione, dopo aver fatto tanta confusione. Tirarsi indietro sarebbe francamente improprio” ha affermato ad Agorà su Rai Tre.
“Temo che all’interno di questo centrodestra non ci sia una sensibilità reale verso chi vuol far crescere questo Paese, mentre ci sia un po’ di faciloneria da un lato e di demagogia dall’altro”, aggiunge. “Poi – riprende – staremo a vedere se questo è dettato da un’unione un po’ contro natura, diciamo, di questo governo, oppure è qualcosa che si è insinuato profondamente nel Dna della Lega”.
Toti poi entra più nel dettaglio della riforma di Forza Italia: “È evidente che il presidente Berlusconi avrà sempre una parola importante all’interno, ma nel momento in cui ci sarà una collettività di persone scelte in modo democratico che si esprimerà, la linea politica del partito si farà negli organismi assembleari e il coordinatore sarà tenuto a portarla avanti”. E accenna a “organi rappresentativi scelti dal basso non solo dagli iscritti e dai militanti di FI, ma anche da tanti simpatizzanti e aderenti a liste civiche” con un’agenda politica del partito non più dettata dall’alto ma da “un’assemblea rappresentativa molto vasta e composta da tante anime, che poi avrà un suo coordinatore”.
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