Una tensione crescente, quella registrata in queste ore tra le forze di governo. Al punto da far pensare, soprattutto a causa delle posizioni battagliere di Matteo Renzi e delle spaccature nel Movimento Cinque Stelle, al rischio di qualche terremoto all’orizzonte. Un’ipotesi che al momento, però, sembra da escludere, visto che i partiti dell’asse giallorosso hanno sì poche certezze comuni, ma tra queste c’è la figura del premier Giuseppe Conte. Blindato, fanno sapere voci dell’esecutivo. Anche perché l’unica alternativa possibile, in un momento come questo, sarebbe il ritorno al voto.
L’idea di un cortocircuito spaventa tutti, per le conseguenze politiche imprevedibili che comporterebbe. E così gli alleati hanno cercato di ridistendere un po’ gli animi, con Italia Viva tornata a rapportarsi con gli esponenti delle altre fazioni. Un primo segnale è arrivato dall’ok alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri, che entrerà nel decreto di maggio. Con numeri più bassi di quanto chiesto dalla ministra Bellanova, ma il segnale è comunque forte.
Contatti in corso anche sul fronte infrastrutture, con Renzi che ha chiesto al governo una prova di unità in merito. Perché se è vero che l’ex premier non vede affatto di buon occhio il suo successore Conte, considerato una minaccia in caso di prosecuzione della carriera politica, è altrettanto vero che il Rottamatore al momento non vuole sentir parlare di elezioni. Che, considerando la buona risposta degli italiani all’inizio della Fase 2, non sarebbero nemmeno ipotesi così remota nonostante l’emergenza sanitaria.
Restano, però, tanti nodi irrisolti: il fronte scuola, con i dem irritati dalla ministra Azzolina. Il tema della giustizia, di colpo diventato centrale dopo lo scontro tra il magistrato Di Matteo e il ministro della Giustizia Bonafede. E il decreto da 55 miliardi. Tante possibili mine che andranno disinnescate in fretta. Sul come, però, restano le incertezze.
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