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Traffico di Virus, Ilaria Capua shock: “Ho pensato alla morte, vita a pezzi”

Nel 2006, la virologa Ilaria Capua si trovò coinvolta in una complessa vicenda giudiziaria che avrebbe potuto condurla all’ergastolo. In un’intervista al Corriere della Sera, Capua ha ricordato uno dei momenti più bui della sua esistenza, svelando come, in quel frangente, avesse persino considerato la morte come una possibile via di fuga. “Quando la mia vita fu sconvolta”, ha spiegato la virologa, “pensai al suicidio come una soluzione”, ha ammesso. L’indagine risale al 2006, quando Capua fu accusata di traffico illegale di virus e di “diffusione di epidemie”, un reato che poteva essere punito con l’ergastolo, e che in passato, in alcuni Paesi, prevedeva addirittura la pena di morte.

Nonostante l’errore compiuto dagli inquirenti, la pressione su di lei fu immensa. “Non posso negare di aver pensato alla morte come un’uscita da una situazione insostenibile”, ha dichiarato, evidenziando come la sua carriera e la sua immagine pubblica fossero state gravemente danneggiate. “Era in gioco la mia vita lavorativa, e la mia reputazione era distrutta: insieme alla salute, è il bene più prezioso che abbiamo”.

Capua ha anche parlato del profondo isolamento che ha vissuto durante quell’inchiesta: “Sentivo di non riuscire a farmi ascoltare, mentre tutto intorno a me andava in fiamme, come in un incubo da cui non riuscivo a svegliarmi”. Con una figlia di appena dieci anni e un marito scozzese che faceva fatica a comprendere la gravità della situazione, il dolore e la vergogna furono schiaccianti. L’incertezza e la sensazione di impotenza segnarono profondamente la vita della Capua. Oggi, fortunatamente, la sua carriera ha ripreso il suo corso e la reputazione della virologa è stata pienamente riabilitata.

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