San Vito di Negrar, Verona – In una notte tragica, la vita di un giovane calciatore è stata stroncata troppo presto. Chris Obeng Abom, un ragazzo di 13 anni di origini ghanesi, è stato tragicamente ucciso lunedì sera intorno alle 23.30 lungo la strada provinciale 12 dell’Aquilio.
Chris, che avrebbe compiuto 14 anni a settembre, stava camminando sulla strada quando è stato colpito da un’auto pirata. L’auto ha provocato l’incidente e ha successivamente fuggito, lasciando il giovane ferito e solo sul ciglio della strada. Nonostante sia stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Borgo Trento a Verona, Chris è deceduto martedì mattina a causa delle lesioni riportate nell’impatto.
I medici dell’Azienda Ospedaliera universitaria di Verona affermano che Chris “avrebbe potuto essere salvato se fosse stato soccorso immediatamente”. Le sue lesioni, sostengono, non erano da sole “compatibili con il decesso”, ma la morte è stata causata da “arresto cardiaco per ipossia da schiacciamento”.
Chris Obeng Abom era un giovane calciatore con sogni grandi. Giocava per le giovanili del Negrar e si allenava regolarmente. Proveniva da una famiglia di immigrati ghanesi che si erano stabiliti in Italia da due decenni.
Il suo triste destino ha scosso la comunità, compresa la preside della sua scuola, che ha condiviso un toccante omaggio a Chris su Facebook, ricordando il suo spirito vivace e le sue speranze per il futuro. Il post si conclude con un’emozionante espressione di dolore: “Addio Chris, continua a calciare fra le nuvole”.
Martedì pomeriggio, i Carabinieri hanno rintracciato il conducente dell’auto pirata e l’hanno posto in stato di fermo.
Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo cordoglio per la tragica morte di Chris. Ha condannato l’atto criminale di fuga dopo l’incidente e ha espresso il suo dolore per l’ennesima vita giovane stroncata.
La morte di Chris serve come un doloroso promemoria della necessità di responsabilità alla guida. La tragedia ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità di San Vito di Negrar e ha causato una grande ondata di dolore in tutta la regione.