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Individuato il sottomarino: sono tutti morti. Ecco come

Sottomarino Titanic finito ossigeno morti

Le speranze di trovare l’equipaggio del sottomarino Titan di OceanGate vivo si sono spente. La Guardia Costiera ha annunciato di aver ritrovato dei detriti che potrebbero appartenere al sottomarino disperso. “Stiamo esaminando i detriti,” hanno dichiarato, cinque ore dopo che le scorte di ossigeno del sommergibile, secondo le stime delle autorità americane, si sono esaurite.

La corsa contro il tempo per individuare e cercare di riportare in superficie il mini-sottomarino sembra dunque tragicamente conclusa, sebbene le ricerche proseguano incessanti. Un numero crescente di navi, robot subacquei e aerei sono arrivati nell’area di soccorso, grande quanto la Sicilia, 600 chilometri al largo dell’isola canadese di Terranova.

David Mearns, amico del miliardario inglese a bordo ed esperto nautico, ha rivelato alla BBC che secondo informazioni non confermate ma provenienti da membri dell’Explorers Club, i detriti ritrovati potrebbero essere “una parte del telaio” e una della “copertura posteriore del sommergibile”.

La nota dell’azienda proprietaria del sottomarino, la OceanGate, ha confermato il peggio: “Crediamo che l’equipaggio del nostro sommergibile sia morto”. L’evento mette un triste sigillo alla missione, destinata a esplorare le profondità oceaniche.

Una catastrofica perdita di pressione

Ad aver causato il disastro sarebbe stata una «catastrofica perdita di pressione», afferma la Guardia Costiera americana. L’esperto in subacquei, Guillermo Soehnlein, co-fondatore di OceanGate insieme al pilota scomparso del Titan, Stockton Rush, ha espresso l’ipotesi che ci possa essere stata un’ “implosione istantanea” nel sottomarino. “Quando si opera in profondità, la pressione è così grande su qualsiasi sottomarino che, in caso di guasto, si verificherebbe un’implosione istantanea”, ha detto Soehnlein in un’intervista alla BBC, subito dopo l’annuncio del ritrovamento di un “campo di detriti” nella zona di ricerca.

Soehnlein, che ha lasciato OceanGate 10 anni fa, ha sottolineato l’importanza di apprendere da questa tragedia. “Dobbiamo imparare da ciò che sta accadendo, scoprire cosa è successo, prendere quelle lezioni e portarle avanti”, ha dichiarato.

Il sommergibile era stato perso da quattro giorni e Soehnlein non si è detto sorpreso se qualcosa venisse ritrovato anche in superficie. “Il nostro protocollo per le comunicazioni perse prevede che il pilota faccia emergere il sottomarino. Ho sempre pensato che fosse probabilmente quello che avrebbe fatto Stockton”, ha detto, sottolineando che, in questo caso, la ricerca sarebbe diventata ancora più difficile.
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Le critiche

La famiglia del miliardario britannico Hamish Harding, uno dei passeggeri ancora a bordo del sommergibile Titan, ha criticato OceanGate per il ritardo nel lanciare l’allarme. La cugina di Harding, Kathleen Cosnett, ha affermato che le otto ore di ritardo da parte dell’azienda nel segnalare la sua scomparsa sono state troppo lunghe. Il sommergibile ha perso il contatto con la nave di superficie Polar Prince intorno alle 9.45 ora locale di domenica, ma la Guardia Costiera degli Stati Uniti non è stata informata della sua scomparsa fino alle 17.40.

Corsa contro il tempo

La corsa contro il tempo per riportare in superficie il mini sommergibile sembra essere giunta a un tragico epilogo. Le ricerche, tuttavia, continuano nonostante le speranze si stiano affievolendo.

L’area di ricerca è immensa, grande quanto la Sicilia, si estende per circa 600 chilometri al largo dell’isola canadese di Terranova. Un numero sempre più grande di navi, robot subacquei e aerei sono giunti in zona per aiutare nelle operazioni di soccorso.

A coordinare le operazioni è la Polar Prince, il rimorchiatore che ha guidato il Titan verso il punto dell’oceano da dove è iniziata la discesa fatale verso il relitto del Titanic, situato a 3800 metri di profondità. L’immersione è stata interrotta apparentemente un’ora e 45 minuti dopo l’inizio, quando le comunicazioni via radio con il piccolo sottomarino sono cessate. Da quel momento, nessuno sa cosa sia successo.

Gli altri mezzi impegnati nella missione di soccorso appartengono ad agenzie governative e aziende private di Canada, Stati Uniti e Francia. Insieme stanno unendo le loro forze per far luce su questa tragedia che ha catturato l’attenzione del mondo intero.

Rimane la domanda su cosa sia realmente accaduto in fondo all’oceano. L’intera operazione si è trasformata da una missione di soccorso in una ricerca delle cause del disastro. Tuttavia, ogni risposta sembra sprofondare nelle oscure profondità dell’oceano, così come il sottomarino e il suo coraggioso equipaggio.
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