Dare ad altri liberamente, senza ricompensa o tornaconto, ma come esclusivo atto di generosità e solidarietà. E’ questo forse il senso più intimo e nobile del donare, in cui un individuo bisognoso è in attesa di quell’unica possibilità per poter cominciare una vita nuova. Giuseppe Rossetti ha vissuto un’esperienza analoga non come donatore, ma come ricevente. Il 27enne originario di Caserta, è nato con una grave malformazione che gli ha fatto passare la sua infanzia di cure e operazioni, tra gli ospedali di Caserta e Roma. Poi 14 anni fa Giuseppe ha ricevuto la telefonata più bella della sua vita, in cui il medico gli annunciava finalmente c’era un donatore compatibile con lui. Quel trapianto di rene ha cambiato per sempre la vita di Giuseppe e lui la generosità di quell’estraneo che gli ha permesso di avere un futuro non la dimenticherà mai. Ed è proprio al suo donatore di organi che Giuseppe ha deciso di dedicare la sua tesi di laurea in Ingegneria Civile: “A te che non ho mai conosciuto, ma che mi hai donato una parte importante di te. Grazie”.
L’infanzia prima del trapianto
“Durante la gravidanza – ha raccontato il neo laureato a repubblica – mia mamma ha scoperto che avevo una malformazione. Dopo il parto, da Caserta mi hanno trasferito al Bambino Gesù di Roma e circa due-tre ore dopo la nascita mi hanno operato. Durante la mia vita ho fatto diverse terapie anche sperimentali e varie operazioni. A giugno del 2006 sono entrato in dialisi perché il mio rene non funzionava più e il 5 gennaio del 2007 mi hanno operato per il trapianto, sempre al Bambino Gesù di Roma”. Dunque le cure ormai non avevano più effetto sul piccolo Giuseppe e il trapianto di rene era l’unica speranza per una vita normale.
Così è a 12 anni che Giuseppe inizia finalmente a vivere. “Fino a quel momento dovevo stare attento se sudavo o a quello che mangiavo, pensieri che un bambino di quell’età di solito non ha. Dopo aver ricevuto il rene nuovo la dieta è diventata un’alimentazione normale e ho potuto fare tutte le attività che chiunque fa”. Il trapianto è stato un momento importante della sua vita, anche perché gli ha permesso di diventare più maturo e consapevole delle priorità che ci sono nel mondo. “Il trapianto mi ha forgiato, ma mi ha anche dato la possibilità di vivere una vita normale”.
Dopo il trapianto Giuseppe è riuscito a diplomarsi e a concludere gli studi universitari. Le due tesi di laurea hanno entrambe una dedica speciale a chi gli ha permesso di cambiare la sua vita. “Per la triennale ho ringraziato il Bambino Gesù, in particolare il dottor Luca Dello Strologo, responsabile dell’Unità Operativa Follow-up del Trapianto renale, e tutto il reparto di nefrologia. La tesi della laurea magistrale invece l’ho dedicata a una persona che non ho conosciuto, ma che mi ha permesso di arrivare a questo traguardo”. Un donatore che ha cambiato la vita a più persone e che Giuseppe immagina come un ragazzo, un suo coetaneo.
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