Nuove tensioni nel centrodestra tra i partiti di Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Stavolta a rischiare di spaccare la coalizione è il cosiddetto Trattato del Quirinale. Giovedì 25 novembre, infatti, il presidente francese Emmanuel Macron sarà a Roma per una visita ufficiale di due giorni. Lo scopo è appunto quello di apporre la sua firma, insieme al premier italiano Mario Draghi, su questo trattato bilaterale di cooperazione tra Italia e Francia.
Questo trattato, spiegano dall’Eliseo, residenza ufficiale della presidenza francese, “favorirà la convergenza delle posizioni francesi e italiane. Così come il coordinamento fra i due Paesi per la politica europea ed estera, per la sicurezza e la difesa, per la politica migratoria e per quella economica. Ma anche per i settori dell’istruzione, della ricerca, della cultura e per la cooperazione transfrontaliera”.
Una prospettiva che però non convince tutto il centrodestra. Lega e Fdi si mostrano diffidenti. Mentre Forza Italia appoggia con entusiasmo l’iniziativa. “È un accordo importante. Peccato che nessuno abbia ufficialmente visto il testo che impegna l’Italia. – denuncia Giorgia Meloni – Non certo il Parlamento che non ne sa nulla. Possibile che solo a noi di Fratelli d’Italia appare scandaloso che un accordo di questa portata sia firmato di soppiatto senza una discussione parlamentare, senza un dibattito politico e nel totale silenzio dei grandi media?”.
Il deputato leghista Claudio Borghi decide addirittura di presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo “come sia possibile che il Parlamento italiano non sia stato informato neanche sommariamente di tale avvenimento”. Posizione diametralmente opposta quella di Forza Italia. “Ben venga. È un passo importante per le relazioni tra Italia e Francia che è un Paese amico. – commenta il coordinatore azzurro Antonio Tajani – E non ci trovo nulla di strano sul fatto che il Parlamento non conosca ancora il testo. In base alla Costituzione le Camere ratificano i trattati internazionali, non li scrivono”.
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