Anche Marco Travaglio interviene nella polemica sulle presunte ingerenze dei servizi segreti di Mosca nei talk show italiani attraverso ospiti russi. Ad aprire un’inchiesta è stato il Copasir, il Comitato parlamentare che si occupa del controllo dell’attività dei servizi segreti. Ma secondo il direttore del Fatto Quotidiano, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, chi ha concepito questa indagine è “pronto per la neurodeliri”.
In seguito alle pressioni di diverse forze politiche, in particolar modo il Pd, il Copasir ha quindi deciso di avviare un approfondimento “sulla ingerenza straniera e sulla attività di disinformazione (nei talk show). – si legge in una nota ufficiale del Comitato – Anche al fine di preservare la libertà e l’autonomia editoriale e informativa da qualsiasi forma di condizionamento. Con particolare riferimento al conflitto tra Russia e Ucraina”.
Ma questa iniziativa viene bocciata senza appello da Travaglio. “L’indagine del Copasir? Chi l’ha concepita è pronto per la neurodeliri. – affonda subito il colpo il giornalista nello studio di La7 – È il comitato di controllo parlamentare sull’attività dei servizi segreti italiani. E ora si occupano di chi viene invitato alle trasmissioni televisive?”, si chiede polemico.
“Se nel ’23 ci fosse stato il Copasir, Giulio De Benedetti, grande giornalista ebreo, non avrebbe potuto intervistare Hitler. – prosegue Marco Travaglio – O Enzo Biagi non avrebbe potuto intervistare Gheddafi. Ma cosa fanno questi parlamentari del Copasir, quasi tutti del Pd, come spendono i soldi che versiamo loro ogni mese? La propaganda russa mi fa lo stesso effetto di quella ucraina. Il Copasir si vuol trasformare in MinCulPop. Papa Francesco parla in modo chiaro, il Copasir dovrebbe occuparsi di questo signore vestito di bianco. Il movimento pacifista esiste già, il M5S nato il 4 ottobre. Perché mandiamo solo le armi agli ucraini e non ai Curdi?”, conclude battibeccando con gli altri ospiti della Gruber.
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