Marco Travaglio fa infuriare Beppe Severgnini. Il direttore del Fatto Quotidiano e il giornalista del Corriere della Sera sono ospiti di Lilli Gruber a Otto e mezzo nella serata del 15 marzo. La posizione di Travaglio che dice di non voler stare “né con la Nato, né con Putin”, fa però perdere le staffe al collega.
“Spero che a Marco gli sia sfuggito quel ‘né con la Nato, né con Putin’. Io sto con la Nato tutta la vita perché è un’alleanza difensiva che ha commesso errori…”, dice Severgnini, subito interrotto da Travaglio con un eloquente: “No, no. L’ho detto e lo ribadisco”. Il collega a quel punto si mostra indignato. “Trovo che sia una cosa grave da dire in questo momento”, lo bacchetta. “No, è una cosa che io sono libero di dire e che tu sei libero di non condividere”, tiene però il punto il direttore del Fatto.
“Infatti ci conosciamo da tempo e su molte cose la pensiamo diversamente. E questa è una”, chiosa allora un indispettito Severgnini ricordando che i Paesi dell’est Europa che sono entrati nella Nato lo hanno fatto in modo corretto. “C’è un signore che vuole impedire alla gente a cannonate di entrare in un’alleanza. E poi questa resistenza eroica degli ucraini, e spero di non beccarmi del bellicista perché non lo sono, è esattamente quello che ha impedito a Putin di ottenere subito quello che voleva”, aggiunge il giornalista del Corriere.
“Questa è la classica caricatura che trucca il dibattito di questi giorni. – replica piccato Travaglio – Io ho sempre condannato il regime di Putin. Fin da quando Berlusconi andava a strusciarcisi e dire che era un dono del Signore. E tutti in Italia ridevano e dicevano che era un grande pragmatico. Quando aveva già fatto tutte le sue guerre e fatto ammazzare i giornalisti dissidenti. Quindi non accetto questo giochino che chiunque dica qualcosa di dissonante è uno che sostiene Putin. La Nato gli ha fornito un alibi clamoroso per fare questa guerra criminale. La Nato non è un club del tennis o della bocciofila dove uno paga la tessera e comincia a giocare. In Iraq e Afghanistan noi occidentali buoni abbiamo fatto un milione di morti”, conclude.
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