Lo scontro tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni sulla formazione del governo secondo Marco Travaglio. Il direttore del Fatto Quotidiano è ospite dell’ultima puntata di Otto e mezzo. Rispondendo alle domande della conduttrice Lilli Gruber, il giornalista punta il dito contro Berlusconi, accusandolo di farsi solo gli affari suoi con questo infinito tira e molla sui nomi dei ministri.
“Vedremo che cosa succederà quando Giorgia Meloni dovrebbe recarsi al Quirinale e poi stilerà la lista dei ministri. – si chiede polemico Marco Travaglio – Vedremo se si farà condizionare dalle uscite di Silvio Berlusconi e dalla lista che ha presentato con un fuor d’opera mai visto. Uno che non è presidente del Consiglio che legge i suoi ministri ai giornalisti e tra l’altro non sono quelli che sono stati concordati il giorno prima con la Meloni”, aggiunge indignato.
“È uno spettacolo comicissimo e tragicissimo al contempo. – affonda ancora il colpo Travaglio – Berlusconi è sempre tutto e il contrario di tutto, quindi è fuori di testa o fa finta di esserlo? Entrambe le cose. È piccato dalla lettura dei giornali che dicevano che ieri era andato a Canossa dalla Meloni e le ha buscate di santa ragione oppure vuole far valere i suoi interessi? Anche qui entrambe le cose. Mentre noi inseguivamo falsi obiettivi come una nuova marcia su Roma, che non ci sarà per fortuna, o come l’Italia che finisce con Viktor Orban, lui ci fa sapere che bada al sodo, alla roba, cioè lui si occupa dei suoi affari, dei suoi processi e delle sue televisioni. Quindi decide il ministro della Giustizia, il ministro che dovrà occuparsi delle tv. Non so se ci riuscirà, ma lui deve fare Berlusconi fino alla fine, non può certamente accettare il ruolo di gregario a cui Meloni lo aveva relegato”, protesta il giornalista.
“La Meloni non ha replicato. – sottolinea Travaglio – Probabilmente andrà dritta, considerando che il Berlusconi vero è quello di ieri e non quello di oggi, perché poi dipende anche dall’orario. Il Berlusconi delle 12, quello delle 15, quello delle 5.30, quello del tramonto. Se andrà dritta vorrà dire che ha già in tasca la scissione di Forza Italia, cioè un numero di parlamentari sufficienti, con un soccorso dei centristi della cosiddetta opposizione, che potrebbe garantirle i voti. Oppure andrà allo scontro finale al costo di rischiare alle elezioni anticipate”, conclude il direttore del Fatto.
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