L’Italia rischia una giornata di forte caos e tensioni con l’ingresso in vigore del Green pass obbligatorio sul posto di lavoro, a partire dal 15 ottobre. Tante le manifestazioni già annunciate, con il fronte dei porti particolarmente caldo: 900 lavoratori di Trieste, primo scalo per movimentazione merci, hanno già annunciato lo sciopero. “Stop ai regali di Natale – ha spiegato il manovratore Giuliano Coslovich a la Repubblica – e addio ripresa. Il governo ci tratta da bestie e noi bruciamo il potere dei consumi. Con la paralisi italiana di porti e trasporti prima delle feste di fine anno, Europa e Asia finalmente chiederanno a Roma cosa sta combinando”.
Sempre secondo Repubblica, lo spettro dietro lo sciopero dei portuali è l’allarme delle categorie economiche per il rischio carenza merci, visto che anche gli autotrasportatori sono sul piede di guerra. A confermarlo, le colonne di tir e treni che da Turchia, Balcani e Nord Europa si sono precipitate nei terminal navali triestini prima che i portuali interrompano “ad oltranza” ogni attività.
“La crisi sanitaria – ha spiegato Michele Piga, segretario cittadino della Cgil – è degenerata in emergenza economica e adesso esplode in conflitto sociale. Dietro questo scontro su vaccino e certificato si nasconde un disagio ben più profondo: non triestino e italiano, ma europeo. Se i portuali alzano il tiro fino a richieste impossibili da accogliere per qualsiasi governo, significa che la posta in palio ormai è diversa e più vasta”.
Dal governo, al momento, ci sono segnali positivi. Nessun timore, dunque, di un blocco che possa realmente paralizzare il Paese. La soglia dei vaccinati sopra l’80% lascia pensare che a protestare sarà comunque una netta minoranza, anche se prosegue in maniera intensa il monitoraggio di chat e gruppi social per evitare che la situazione proteste possa degenerare.
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