Cinque banche indagate, Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti per una presunta maxi truffa da centinaia di milioni di euro ai danni di risparmiatori, investitori ma anche clienti vip, come Vasco Rossi. Diamanti venduti a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale, con false quotazioni pubblicizzate sui giornali e con l’intermediazione anche di istituti di credito. È il fulcro dell’inchiesta della Procura di Milano che ha portato il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese ad eseguire un sequestro preventivo da oltre 700 milioni di euro.
Tra gli indagati, una settantina in totale, figura anche il dg di Banco Bpm, Maurizio Faroni, accusato di concorso in truffa, autoriciclaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza. Il maxi sequestro, firmato dal gip Natalia Imarisio, è stato disposto nell’ambito di un’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Grazia Colacicco, aperta due anni fa, per fatti che vanno dal 2012 al 2016, anche a seguito di un’indagine giornalistica della trasmissione ‘Report’.
Il provvedimento è stato eseguito a carico di 7 persone e di 7 enti indagati per la legge sulla responsabilità amministrativa, ossia le 5 banche e le due società Intermarket Diamond Business spa (IDB) e Diamond Private Investment spa (DPI), per le ipotesi di reato di truffa aggravata e autoriciclaggio. E nell’inchiesta è contestato anche il reato di corruzione tra privati. Lunghissimo l’elenco dei clienti che sarebbero stati raggirati, decine e decine di persone avrebbero visto ‘bruciati’ gli investimenti fatti.
Tra i nomi noti, oltre a quello della rockstar di Zocca, che avrebbe perso circa 2,5 milioni di euro, anche l’industriale Diana Bracco (più di un milione), la conduttrice tv Federica Panicucci (54mila euro) e l’ex showgirl Simona Tagli (29mila euro). Secondo l’accusa, le due società Idb (era amministrata da Claudio Giacobazzi che, da indagato, nel maggio 2018 si suicidò) e Dpi avrebbero fatto acquistare, senza nemmeno le necessarie informazioni, diamanti a investitori e risparmiatori gonfiando anche del doppio il valore rispetto a quello di mercato.
Per gli inquirenti, gli istituti di credito non solo sarebbero stati consapevoli del meccanismo truffaldino, ma avrebbero avuto anche “un ruolo fondamentale” di intermediazione tra le società e i clienti e di «collocamento» delle pietre preziose vendute. In particolare, il sequestro per l’ipotesi di truffa è di 149 milioni nei confronti di IDB, di 165 milioni a carico di DPI, di 83,8 milioni a carico di Banco Bpm e di Banca Aletti, di 32 milioni nei confronti di Unicredit, di 11 milioni a carico di Intesa Sanpaolo e di 35,5 milioni a carico di Mps.
Per l’ipotesi di autoriciclaggio, invece, il sequestro è da 179 milioni per IDB e di 88 milioni per DPI. Nell’inchiesta, infine, sono indagati anche altri dirigenti di Banco Bpm, oltre a responsabili delle due società IDB e DPI.
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