Mercoledì nero a Wall Street, che ieri 10 ottobre, ha chiuso la sua peggiore seduta degli ultimi otto mesi: era infatti da febbraio che gli indici non registravano un calo così forte. Un brusco cedimento su tutto il fronte degli indici principali. Il Dow Jones ha perso il 3,10%; il Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici, il 4,08%; lo S&P il 3,27%. In realtà gli investitori si attendevano una riduzione dei valori in alcuni settori, ma certamente non uno strappo così improvviso. “La Federal Reserve è impazzita, sta commettendo degli errori”, ha affermato ieri sera il presidente degli Stati Uniti Donald Trum, tornando ad attaccare la Federal Reserve per la sua politica di rialzi graduali dei tassi di interesse. “Non mi piace quello che sta facendo, non penso ci sia bisogno di andare così veloci sui tassi. Non abbiamo un problema di inflazione”. Per Donald Trump la colpa è stata del rialzo dei tassi di interesse voluto dalla Federal Reserve , di cui lui stesso ne aveva nominato l’attuale presidente Jerome Powell.
Trump e larga parte degli operatori, nonché dei media americani, mettono in relazione l’andamento della Borsa e la curva dei titoli di Stato. Il costante aumento dei tassi di interesse avviato dalla Federal Reserve ha spinto al 3,21% il rendimento dei Buoni del Tesoro a 10 anni. A questo punto i fondi, le banche, le assicurazioni, le società finanziarie e anche i piccoli risparmiatori cominciano a guardare con più attenzione alle emissioni federali. Ecco allora che il mercato si è riposizionato, tagliando, tra l’altro, le punte alle blue chip più richieste negli ultimi mesi: Netflix ha perso l’8,38%; Amazon il 6,5%; Apple e Google il 4,63%, Facebook il 4,13%. L’unico esponente che non è sembrato preoccupato della situazione è stato proprio la Casa Bianca, che tramite un funzionario dell’amministrazione ha esposto il suo punto di vista: “E’ una correzione in un mercato al rialzo, probabilmente è salutare. Passerà. L’economia americana resta forte”.
Il settore più colpito è stato quello dei tecnologici, dove il forte calo ha alimentato i timori degli investitori che, nell’incertezza, hanno iniziato a sospettare che la battuta d’arresto non sia uno stop momentaneo. Un cambio di rotta che è stato innescato dal balzo dei rendimenti sui titoli di stato americani e dalla politica monetaria più stringente da parte della Fed. Fattori questi che sono andati a complicare un quadro già difficile e fatto dal rallentamento del mercato immobiliare e delle vendite di auto, ritenuti indicatori dello stato di salute dell’economia americana, e soprattutto dall’alzarsi dei toni nella guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina.
Le tensioni in Europa, con tutte la piazze finanziarie del Vecchio continente in rosso e Milano in calo dell’1,71%, contribuiscono poi ad aumentare il nervosismo degli investitori, che attendono con impazienza la stagione delle trimestrali ormai dietro l’angolo. Fra i singoli titoli Amazon perde il 6,15%, Apple e Google il 4,63%. Facebook cede il 4,13% mentre Twitter affonda dell’8,47%. In forte calo anche Netflix, che cede l’8,38%. Microsoft arretra del 5,43%.
Ti potrebbe interessare anche: Anche il Brasile vuole il suo Trump. Elezioni, numeri pazzeschi: sarà ballottaggio