L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato un appello alla rivolta attraverso la sua piattaforma privata, Truth, due anni dopo l’insurrezione del 6 gennaio. Trump ha scritto un post tutto a caratteri maiuscoli in cui ha attaccato la procura distrettuale di Manhattan, definita “corrotta”, che sta indagando su di lui per il presunto pagamento in nero alla porno star Stormy Daniels. La procura sostiene che, attraverso il suo avvocato Michael Cohen, Trump abbia comprato il silenzio di Daniels, versandole 130 mila dollari. L’incriminazione per Trump appare certa, e questo farebbe di lui il primo ex presidente americano della storia a dover affrontare un processo penale.
Nelle ultime ore si è fatta strada un’ipotesi ancora più clamorosa: da incriminato, Trump dovrebbe essere sottoposto a registrazione delle impronte digitali e forse ammanettato, per costringerlo a presentarsi davanti al Grand Jury di Manhattan, per essere interrogato. Uno dei suoi avvocati, Joe Tacopina, ha detto che l’incriminazione è “più probabile” dopo gli ultimi sviluppi.
Per arrestarlo e portarlo a New York serve l’autorizzazione del governatore statale, cioè Ron DeSantis, indicato come il probabile sfidante alle primarie repubblicane per la corsa alla Casa Bianca nel 2024. Trump ha chiamato di nuovo a raccolta la sua base e ha incitato i suoi sostenitori alla protesta, definendo la nazione “da terzo mondo” e “morente”. Trump vive dal 2021 in Florida, nel suo resort di Mar-a-Lago.