Cresce la tensione intorno alla possibile messa sotto accusa del presidente americano Donald Trump: l’ambasciatore Usa in Ue Gordon Sondland, testimone d’accusa chiave nell’indagine sull’impeachment, ha infatti dichiarato di fronte alla Commissione Intelligence della Camera di aver pressato Kiev a indagare sui Biden agendo sotto “ordini diretti” di Donald Trump e con il consenso del segretario di Stato Mike Pompeo.
“Abbiamo seguito gli ordini del presidente” ha dichiarato di fronte alla Commissione Intelligence della Camera, aggiungendo che Trump aveva forzato lui e altri diplomatici statunitensi a lavorare con il suo avvocato personale, Rudolph Giuliani: “Non volevamo lavorare con Giuliani. Semplicemente, abbiamo giocato le carte che ci sono state servite”. Ma non c’è solo questo. Come spiega l’Huffington Post, Sondland ha anche detto di aver sollevato preoccupazioni con il vice presidente Mike Pence per un evidente collegamento tra gli aiuti militari all’Ucraina e le indagini.
Quando gli è stato chiesto di possibile “quid pro quo” nelle interazioni tra la Casa Bianca e il governo ucraino, la risposta è stata infatti “sì”. Trump ha messo come condizione per un prezioso invito del presidente Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca l’avvio di indagini sul suo principale rivale politico. Sondland è uno dei protagonisti dei quel “canale diplomatico altamente irregolare” messo in piedi dalla Casa Bianca nei processi informativi e decisionali con Kiev, secondo quanto denunciato nella prima audizione pubblica della saga dell’impeachment da William Taylor, incaricato d’affari americano in Ucraina. La testimonianza di Sondland rischia di aggravare parecchio anche la posizione del segretario di Stato Mike Pompeo: secondo il New York Times, Pompeo fu infatti costantemente aggiornato sugli sviluppi della campagna di pressioni sull’Ucraina dall’ambasciatore negli Usa in Ue. Secondo il Time, Pompeo pensa di dimettersi da segretario di Stato e di correre per un seggio in Senato nello Stato del Kansas il prossimo anno. Finora era intenzionato a restare alla guida del dipartimento di Stato sino all’inizio della prossima primavera, ma l’indagine sull’impeachment sta danneggiandolo politicamente e guastando le sue relazioni con Donald Trump, spingendolo a rivedere i tempi per una exit strategy sicura.
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