Il tumore al pancreas, in particolare l’adenocarcinoma duttale pancreatico, si conferma come una delle neoplasie più aggressive e difficili da trattare. I dati recenti sono allarmanti: nel 2022 in Italia sono stati diagnosticati ben 14.500 nuovi casi, consolidando questo tumore come una delle principali cause di morte per cancro nel paese. La sopravvivenza è tragicamente bassa, sia a un anno che a cinque anni dalla diagnosi.
Un fattore di rischio significativo è il fumo, che raddoppia la probabilità di ammalarsi. L’adenocarcinoma duttale pancreatico è particolarmente temibile a causa di un processo chiamato macropinocitosi, che permette alle cellule tumorali di crescere e sviluppare resistenza ai trattamenti tradizionali come radioterapia e chemioterapia. Questo meccanismo consente alle cellule di assorbire nutrienti dall’ambiente circostante, anche in condizioni di carenza, ingoiando letteralmente ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere e prosperare.
Ma c’è speranza all’orizzonte grazie alla ricerca italiana. Gli scienziati dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare (Ifom) hanno fatto una scoperta promettente. Dopo aver testato 3.600 molecole su campioni di cellule tumorali in coltura, sono riusciti a individuare quattro molecole che potrebbero inibire la macropinocitosi, potenzialmente bloccando la crescita dell’adenocarcinoma duttale pancreatico. Due di queste molecole sono particolarmente interessanti perché già conosciute nel campo medico: l’ivermectina e il privinione pamoato, solitamente utilizzate per trattare le infezioni parassitarie.
Questa scoperta apre la strada al riposizionamento dei farmaci, un approccio che potrebbe avere un impatto significativo nella lotta contro il cancro. Il drug repositioning permette infatti di ridurre significativamente i tempi e i costi necessari per l’approvazione di nuovi trattamenti, offrendo speranza per la cura di malattie oggi difficilmente trattabili.
Il dottor Ciro Mercurio, a capo del gruppo di ricerca Ifom, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta, indicando che l’uso di farmaci approvati per altre patologie potrebbe rivoluzionare il trattamento del cancro al pancreas. La strada è ancora lunga, ma i progressi della ricerca italiana rappresentano un passo importante verso una possibile soluzione per una delle forme tumorali più devastanti del nostro tempo.