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Turismo sommerso. Ecco quanto vale

Federalberghi tuona di nuovo contro il turismo sommerso, la shadow economy dell’alloggio che, con la complicità delle forme di ricettività leggera, sta spopolando in questi anni. «Il fenomeno danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza», ha commentato Bernabò Bocca a Rapallo, in occasione della 67esima assemblea generale ordinaria di Federalberghi. Nell’occasione, sono stati presentati tutti i dati relativi al turismo sommerso, così come raccolti dalla società Incipit Consulting.

Turismo sommerso. Tutti i numeri

Nello scorso mese di aprile, solo su Airbnb, il colosso internazionale degli affitti brevi, erano registrati 214.483 alloggi sul territorio italiano. Il numero, già di per sé impressionante, è ancora più rilevante se si considera che, nell’ultimo anno, è cresciuto del 25,6%, con un aumento netto di più di 42 mila alloggi. Alle case in affitto di Airbnb bisogna poi aggiungere 103.459 strutture ricettive di natura analoga, come altri appartamenti in affitto e bed&breakfast censiti direttamente dall’Istat. Secondo Federalberghi, dunque, il turismo sommerso può contare su almeno 110 mila alloggi che sfuggono al controllo e una cifra analoga che manca completamente all’appello. Roma, Milano e Firenze, rispettivamente con 25 mila, 14 mila e quasi 7 mila, alloggi sono le città sul podio del turismo sommerso. A livello regionale, invece, va avanti la Toscana, con più di 34 mila alloggi, seguono il Lazio, la Lombardia e la Sicilia.

Federalberghi, diffidate del turismo sommerso. Ecco perché

In occasione della presentazione dei dati ufficiali sul turismo sommerso, Federalberghi ha presentato un elenco delle «quattro grandi bugie» in merito agli alloggi in condivisione. Ecco quali sono:

  • Non si tratta di attività occasionali. Nella maggior parte degli annunci censiti, circa il 76% del totale, gli alloggi sono disponibili per oltre 6 mesi l’anno;
  • Non si tratta di piccoli redditi. Attraverso il confronto e l’esame degli annunci a disposizione, è stato possibile accertare che, spesso, una persona gestisce contemporaneamente più alloggi. L’affitto, anche occasionale, diventa così un’attività economica a tutti gli effetti per oltre il 50% dei casi;
  • Non c’è spazio per il turismo esperienziale. Il 70% degli annunci fa riferimento a interi appartamenti da affittare, in cui non abita nessuno. Non è possibile prevedere, pertanto, alcuno scambio con il padrone di casa, o host.
  • Non si tratta di formule di ricettività nate dove c’è carenza di offerta turistica. Gli alloggi per affitti brevi, come abbiamo visto, sono più numerosi nelle città a forte vocazione turistica, dove si registra una forte presenza di ricettività tradizionale. Non è vero, dunque, che il turismo sommerso si sviluppa in contesti carenti in termini di offerta.

Commenta Federalberghi: “Il consumatore è ingannato due volte, in quanto viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività e del mercato”.
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