Ha due anime in netto contrasto, questo governo. Da un lato c’è il premier Conte impegnato in una dura opera di mediazione con le istituzioni europee e che, gravato da un fardello non certo leggero, chiede collaborazione e soprattutto toni moderati agli altri esponenti dell’esecutivo. Dall’altro un Matteo Salvini che, nel giorno in cui Mattarella invitava al dialogo con l’Ue, rilancia l’idea di una manifestazione fissata per l’8 dicembre “contro i signori di Bruxelles”.
Bersaglio prediletto, ormai da mesi, delle provocazioni del Carroccio è Jean-Claude Juncker, al quale Salvini ha già promesso un brindisi “con caffè Borghetti”. Come scrive il Corriere della Sera, mentre la Lega continua con i suoi attacchi frontali il premier si sente sempre più un Don Chisciotte alle prese con i proverbiali mulini a vento, costretto a mettere costantemente pezze a causa delle esuberanze delle altre anime della maggioranza.
A spaventare Conte non sono però soltanto le sparate di Salvini, richiamato velocemente all’ordine e accusato di danneggiare l’immagine del governo con il suo antieuropeismo gratuito. Il Movimento Cinque Stelle, vedendo la Lega così baldanzosa, potrebbe decidere infatti di rompere a sua volta gli indugi e tornare alla carica contro l’Unione Europea, mettendo fine a una tregua armata che avrebbe così durata irrisoria. Di Maio, d’altronde, non può permettersi di perdere altro consenso a tutto vantaggio dell’altro vicepremier e si trova a dover rispondere colpo su colpo.
Sullo sfondo, la tentazione di una rottura. Che non si consumerà di sicuro prima delle europee, tappa alla quale Salvini guarda con ansia. Ma potrebbe iniziare a delinearsi subito dopo, considerando anche i tanti ammiccamenti che il Carroccio è tornato a rivolgere ai vecchi alleati di centrodestra.
Altro che Di Maio e Salvini! Il sogno proibito degli italiani: tutti lo vorrebbero premier, al posto di Conte