Salvini sì, Salvini no. Il caso che sta dividendo l’Italia è quello relativo al ministro dell’Interno e all’autorizzazione a procedere nei suoi confronti richiesta dal Tribunale dei ministri. Un iter iniziato il 30 gennaio 2019 e che si snoderà attraverso tappe precise, tutte comprensibilmente segnate da forti tensioni nel governo. Ecco quali. Maurizio Gasparri (Forza Italia), nelle vesti anche di relatore, si troverà a introdurre il caso con una relazione su cui si avvierà il dibattito fra i colleghi senatori.
Sempre l’ex ministro berlusconiano dovrà poi, al termine dei lavori in Giunta, avanzare la proposta finale su cui la stessa Giunta per le autorizzazioni a procedere si pronuncerà. Dopo la relazione di Gasparri prenderà il via il confronto interno. È previsto che venga sentito direttamente anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che dovrebbe presentarsi per la metà della prossima settimana. I senatori avranno a disposizione poco più di venti giorni per affrontare nel dettaglio la richiesta avanzata dal tribunale dei ministri di Catania.
Il voto della Giunta è previsto per il 23 febbraio. Determinante sarà il voto dei senatori del Movimento 5 Stelle (dovranno pronunciarsi anche alcuni fuoriusciti come Gregorio Di Falco, eletto e poi allontanato dal partito). La giunta è composta da 23 membri, così suddivisi: 7 M5S, 4 Lega, 4 Forza Italia, 1 Fratelli d’Italia, 2 gruppo Misto, 4 Pd e 1 Autonomie.
Quello che uscirà dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere sarà però un primo verdetto, in senso positivo (via libera al processo al senatore-ministro Salvini) o negativo (inchiesta finita). Ma non sarà determinante perché il voto vero, quello deciso, tocca all’Aula. Il termine ultimo è il 24 marzo. E siccome sarà a scrutinio segreto non sono escluse sorprese, con i rapporti Cinque Stelle – Lega che potrebbero vacillare.
Grillini senza Grillo: un Beppe triste e solitario, sempre più ai margini del suo stesso Movimento