Tutti in fila per andare a trovare Berlusconi, alle prese negli ultimi giorni con qualche problema di salute che ha provocato non poca apprensione nei suoi fedelissimi. Prima l’operazione d’urgenza per un’ernia, poi un ricovero legato alla glicemia alta. Niente di grave verrebbe da pensare, considerando anche quanto l’ex premier sia allergico alla vita rilassata che i medici gli consigliano da tempo. Eppure il pellegrinaggio della sua cerchia di amici più stretti in ospedale a molti è sembrato la metafora di un’esperienza politica ormai giunta al capolinea.
Punto di non ritorno saranno, con tutta probabilità, le elezioni del prossimo 26 maggio. Quando ancora una volta, il rischio è altissimo, a gongolare sarà Salvini, cannibalizzando ancora una volta i voti degli elettori di centrodestra, tutti convogliati sulla Lega. Berlusconi continua a cercare di far tornare sui suoi passi il vecchio alleato, riportandolo all’ovile lontano dai Cinque Stelle, Ghedini e la Gelmini cercano invece di convincerlo a rompere con la Lega: “Non può trattarci così”.
Ma, rivela l’Huffington Post, in molti stanno prendendo in considerazione anche gli scenari che si apriranno dopo la scomparsa di Berlusconi, eventualità di cui nessuno parla apertamente ma che tiene banco lontano dalle orecchie del diretto interessato. Ricostruire da capo, trovare un nuovo leader. Magari guardare a quel Renzi scontento del ruolo, marginale, al quale oggi è relegato nel Pd di Zingaretti. Tante ipotesi sul tavolo, che si rafforzeranno dopo le europee.
Per ora si andrà avanti così. Anche perché c’è da salvare le aziende di famiglia, già nel mirino dei Cinque Stelle, e quindi è bene non inimicarsi definitivamente anche la Lega. Nella speranza di non tracollare il prossimo 26 maggio, di raggiungere quel 10% che sarebbe una boccata preziosa d’ossigeno. Il post-Silvio può aspettare. Sempre che, come diceva Dell’Utri, non finisca davvero tutto con lui.
Europee, il PPE di Berlusconi è chiaro: “Mai alleanze con Salvini e i sovranisti”