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Tutti contro gli aperitivi di massa. Da Zaia a Conte: “Comportamento irresponsabile”

Scene che si inseguono il tutto il Nord Italia, in Regioni pur segnate in queste settimane dall’emergenza coronavirus in maniera forte. Da Padova a Milano, la gente si è riversata nelle strade per fare aperitivi e cene, immagini che hanno fatto arrabbiare molti governatori e allertare gli altri. Un tema sul quale Conte ha poi aggiunto: “Abbiamo tolto l’autocertificazione perché la curva era sotto controllo ma nessuno pensi che sono saltate le regole di precauzione”.

Molto più duro nei tono il presidente del Veneto, Luca Zaia, che all’Adnkronos ha detto: “La mia è una via di mezzo tra rabbia e incomprensione del fatto che ci siano persone che davanti a 1.820 morti non si rendono conto di cosa sia accaduto. Di fronte alle immagini degli spritz nel centro di Padova, tornare a chiudere non è una minaccia, ma una constatazione”.è intervenuto all’uscita dal Senato anche il premier Giuseppe Conte, rispondendo a una signora che lo ringraziava per l’impegno di questi mesi: “Grazie a voi italiani, ma non è finita, chiariamolo, non è il tempo dei party e della movida, altrimenti la curva risale”.“Noi abbiamo degli indicatori sanitari eccezionali – ha aggiunto Zaia – abbiamo solo 44 persone in terapia intensiva, delle quali la metà sono ‘corona free’, perché si sono negativizzati. Con queste aperture, abbiamo trasferito la responsabilità dagli ospedali alle persone, ognuno è responsabile della cura. Se ci comportiamo male, è inevitabile che si torni negli ospedali, che tornino i ricoveri. Non bisogna abbassare la guardia, c’è qualcuno che non ha capito che il virus c’è ancora”.Della stessa idea anche il governatore lombardo Attilio Fontana: “Sicuramente è andata meglio di come immaginassi. Ho visto che c’è stato grande rispetto da parte dei cittadini delle regole che abbiamo consigliato e imposto, rispetto a mascherine e distanziamento, quindi direi bene. Purtroppo ci sono ancora piccole sacche, ci sono alcune attività sulle quali non riusciamo ad avere una convinzione sufficiente: troppi apericena, troppi bar sommersi di persone e questo non va assolutamente bene. E’ chiaro che, se la cosa dovesse continuare, saremo costretti a chiudere quelle attività”.

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