Una mossa parecchio a sorpresa e che non è piaciuta a molti, per usare un eufemismo. La scelta di Beppe Grillo di pubblicare un testo in vernacolo romanesco, quel “Virgì, Roma nun te merita” che è suonato un po’ come un endorsement a favore della sindaca della capitale, ha fatto e farà discutere parecchio. Con i silenzi imbarazzanti degli stessi esponenti del Movimento Cinque Stelle, ai quali gli elettori chiedono conto di una pubblicazione in cui i cittadini dell’Urbe sono definiti “gente de fogna” che “da tremila anni rompe li cojoni”.
Passaggi ironici, per carità. Da prendere con le molle e senza troppa permalosità. Ma parsi comunque fuori luogo di fronte a una gestione che in molti, anche all’interno dello schieramento pentastellato, considerano fallimentare. E che rischiano di far riesplodere tensioni con quel Pd che a Roma recita il ruolo di opposizione e che si è non a caso trincerato dietro un furente silenzio. Zingaretti, d’altronde, ha già chiarito che i dem a settembre presenteranno un loro candidato, ponendo il veto sull’eventualità di appoggiare una seconda corsa della Raggi.
La corsa al Campidoglio sarà, d’altronde, uno dei momenti chiave del futuro prossimo giallorosso. Il rischio è arrivare all’appuntamento con animi già esasperati, considerando che prima arriveranno le forche caudine delle Regionali. Roma, insomma, rischia di diventare passaggio di vitale importanza per un governo già segnato da forti tensioni. Nel Pd circolano i nomi di David Sassoli,
Monica Cirinnà, Sabrina Alfonsi, Giovanni Caudo e Michela Di Biase, moglie di Dario Franceschini.Diverse le opzioni già sul tavolo anche per il centrodestra: Giulia Bongiorno, Fabio Rampelli, Roberta Angelilli e Franco Frattini. Con Salvini che però, dopo aver provato invano a convincere Giorgia Meloni, ragiona anche su ipotesi al momento meno gettonate, come il marito di Sabrina Ferilli Flavio Cattaneo.
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