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Tutti contro la riforma Pillon: “Le donne separate saranno più povere”

Un disegno di legge che ha già fatto discutere e che infiammerà il dibattito nei prossimi mesi, quelli durante i quali la Commissione Giustizia al Senato sarà chiamata a deliberare per poi affidare il testo al voto dell’Aula. Un progetto che porta la firma del senatore leghista Simone Pillon e che mira a una serie di modifiche rilevanti sul diritto alla famiglia, tra le quali la mediazione obbligatoria, nel caso di figli minorenni, per separazioni e divorzi e l’introduzione della “bigenitorialità condivisa”: pari divisione del tempo passato con mamma e con papà e pari divisione dei costi di mantenimento.

Una riforma che sta facendo discutere parecchio e che, come riporta Opena, ha già visto parte del mondo cattolico schierarsi tra i contrari. Dubbi e perplessità anche in una nutrita frangia dei Cinque Stelle: “È come se dividesse il bambino in due parti uguali, come se fosse un oggetto. Credo che il nostro dovere sia rivedere in Parlamento la proposta come così è stata formulata: dal mio punto di vista non è assolutamente possibile approvarla” diceva a ottobre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora.Un ddl “punitivo nei confronti delle donne, che dovrebbero essere libere di separarsi e di non attenersi al ruolo di moglie e madre” ha spiegato a Open Linda Laura Sabbadini, statistica ed ex responsabile del dipartimento per le Statistiche Sociali e Ambientali dell’Istat. Il ddl “è adultocentrico: non si fa differenza per età, se il bambino è molto piccolo o se ha 16 anni. Costretto a vivere in due abitazioni magari lontanissime, con disagi per una vita anche sociale serena all’interno di un’abitazione principale, come hanno tentato invece di tutelare per anni tutte le sentenze”.  “Chi è il proprietario della casa mantiene la casa- aggiunge Gian Ettore Gassani, presidente Associazione matrimonialisti italiani – Immaginate al sud, con le donne in condizioni economiche svantaggiate che perdono casa, soldi e figli in automatico. Non avrebbero la forza di dire basta a un rapporto che non funziona per paura di perdere i figli e di andare in mezzo alla strada”.

Secondo l’Istat il 37% delle donne separate ha subito una violenza da parte del partner: più di una su 3. Anche se “si mettesse un emendamento che dice la mediazione obbligatoria non si applica a donne che hanno subito violenza non servirebbe a nulla: l’88% non denuncia e non lo dice neanche ai giudici”.

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